.: Discussione: Chiediamo subito i luoghi di riparo per i senza casa

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 20 Dic 2010 - 23:47
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Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

PIANO ANTIFREDDO. MOIOLI: “MAI RIFIUTATO RICHIESTE D’ACCOGLIENZA”
 
Milano, 20 dicembre 2010 – Continuano a pieno regime gli interventi previsti dal “Piano anti-freddo” promosso dall’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano in collaborazione con gli enti del Terzo Settore presenti sul territorio.
 
“E’ stata data accoglienza a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta – spiega l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali Mariolina Moioli -. In caso di freddo, dal momento che è in pericolo la vita delle persone, non è mai stata negata accoglienza ad alcuno, sulla base degli accordi internazionali per gli aiuti umanitari”.
 
La gestione e il filtro delle richieste viene effettuato dal Centro di Aiuto della Stazione Centrale. Sono attive 6 unità mobili notturne e 2 unità mobili diurne per monitorare il territorio e raggiungere le persone in difficoltà, vengono distribuite derrate alimentari e farmaci, sacchi a pelo e coperte di lana. I medici volontari del Centro di Aiuto hanno visitato tutte le persone in lista per effettuare controlli medici e test antitubercolosi.
 
Ad oggi sono disponibili 102 posti nelle diverse strutture di accoglienza convenzionate con il Comune o gestite direttamente. In particolare 82 posti per gli uomini così suddivisi: 20 in viale Ortles, 20 in via Assietta, 2 in viale Isonzo e 40 in via Saponaro. Per le donne 20 posti in viale Ortles.
Per segnalare casi di persone in difficoltà è attivo il numero di telefono del Centro Aiuto Stazione Centrale 02/88447649. Gli operatori sono presenti tutti i giorni fino alle 22.00.


Da milano.corriere.it:

L'emergenza gelo. Scattato il piano del Comune. I giri notturni per aiutare i clochard

Povertà, freddo e paura. L'«esercito» dei cinquecento che dorme sotto un cartone

Due vittime in pochi giorni. E c'è chi si rifiuta di farsi ricoverare nei centri di accoglienza

MILANO - Due morti in una settimana. È già pesante il bilancio dell'emergenza gelo che ha colpito Milano. Il Comune ha fatto scattare il piano freddo. Associazioni e volontari sono al lavoro per aiutare chi non ha una casa per ripararsi. Sono almeno 500 i senzatetto, dei duemila complessivi, che non riescono ad essere ospitati dalle strutture. Tende e centri di accoglienza. Difficile anche solo informarli. Si parla di loro solo quando la morsa del grande freddo li attanaglia e spesso li uccide. Eppure la loro vita è sotto gli occhi di tanti cittadini che di giorno e di notte li vedono sostare nei giardinetti del quartiere, dormire davanti ai portoni, accasciarsi contro le serrande dei negozi.
I residenti, nel tempo, imparano a conoscerli, sanno le loro abitudini, alcuni ci parlano, tanti ne sono infastiditi dai loro litigi, dalle urla, dallo sporco. Altri ancora li temono, ne hanno paura, soprattutto quando sono ubriachi e loro bevono tanto. Ora, con l'emergenza freddo, fanno pena. Tanta pena.
Trascinano la loro vita, i loro sacchetti, i loro borsoni. Li nascondono durante il giorno per proteggerli, dentro cantieri in ristrutturazione, dietro gli alberi, insieme con i materassi abbandonati: merce preziosa soprattutto in inverno per chi non ha niente.

La strada è la loro casa, lì qualcuno fa anche l'amore. Ognuno con le sue connotazioni. In via Giuliano, a ridosso della galleria Buenos Aires, c'è un rifugiato politico africano, che tiene accesa, 24 ore, la radiolina, perché «mi fa compagnia». Ma c'è anche «quella dell'Est che chiamiamo la russa». Che dorme seduta o in piedi in via Redi, contro una centralina telefonica: «Non mi sdraio - dice nell'unica frase in italiano che conosce - ho paura di essere violentata». Ha lo sguardo perso e quando è ubriaca parla solo in russo e inveisce contro i passanti o contro i suoi fantasmi. Spesso piange. I cittadini della zona, di via Masera e dintorni, non sono rimasti soltanto a guardare, ma hanno chiamato più volte i City Angels, la Croce Rossa e l'Opera di San Francesco. «Fino allo scorso anno - dicono - qualcuno portava loro coperte e cibo. A tutt'oggi, non si è fatto vedere nessuno. Neppure i vigili urbani che dovrebbero indicargli dove sono i posti letto in città».
Anche Fabiola Minoletti, presidente del comitato Abruzzi-Piccinni, si è attivata a chiamare il numero gestito dall'Opera San Francesco aperto lo scorso anno dall'assessorato delle Politiche Sociali, «ma, mi dicono i residenti, nessuno si è fatto vivo».

Alla stazione di Lambrate c'è Alessandro Marcolin, clochard per scelta. «Solo qui siamo una ventina e mi dicono che sono rimasti liberi una quarantina di posti letto. I motivi per cui i senzatetto restano in strada? Sono tre. Perché lo vogliono loro. Perché molti bevono e quindi dormono con la sensazione di caldo, ma sono al freddo e muoiono per ipotermia. E poi un ubriaco non viene accettato nelle tende e nelle strutture, perché puzza, litiga e vomita dappertutto».

Michele Focarete

20 dicembre 2010

In risposta al messaggio di Germana Pisa inserito il 30 Nov 2010 - 09:10
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