.: Discussione: Forza Nuova ha partecipato a Bando per Uffici, non per Associazioni

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 16 Dic 2010 - 23:00
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Da milano.corriere.it:

l'affitto del seminterrato è stato prima assegnato e poi revocato dal comune

Presidio contro Forza Nuova: «Vietarlo sarebbe inaccettabile»


La Questura non ha autorizzato la manifestazione di protesta per l'apertura della sede in Buenos Aires


MILANO - La Cgil di Milano, Libera, l'Anpi di Milano e Torino, l'Istituto Studi Storici G. Salvemini e tutti i partiti del centrosinistra hanno organizzato per sabato alle 14.30 un presidio in piazza Oberdan per protestare contro la volontà di Forza Nuova di «inaugurare» comunque la sua seconda sede milanese nello spazio comunale in corso Buenos Aires, nonostante la revoca della disponibilità da parte del Comune. E andranno avanti a tutti i costi, anche se la Questura ha notificato loro, per ora verbalmente, una diffida. «Forza Nuova ha confermato la sua intenzione di prendere possesso di quella sede trovandosi, inoltre, spalleggiata da esponenti di primo piano del Pdl come Marco Osnato, vice coordinatore cittadino, il consigliere Aldo Brandirali della Lista Moratti e Roberta Capotosti, consigliera provinciale del Pdl», spiegano i firmatari dell'appello. «Ancora una volta - aggiungono - una parte della destra spalleggia chi infanga la memoria di Milano città medaglia d'oro della Resistenza, legittimando richieste di spazi organizzativi e politici a forze che hanno sempre osteggiato la democrazia e la nostra Repubblica nata dalla Resistenza antifascista». Onorio Rosati, segretario generale della Camera del lavoro di Milano, rincara la dose: «Un’eventuale diffida o prescrizione da parte della Questura a tenere il presidio antifascista o la richiesta di spostarlo dal luogo per il quale abbiamo chiesto regolare autorizzazione, sarebbe un fatto di una gravità politica assoluta, senza precedenti e per noi inaccettabile: confermiamo che sabato saremo in piazza».

LA VICENDA - Lo spazio, un seminterrato di 220 metri quadrati in corso Buenos Aires 22, è stato assegnato in affitto dal Demanio, con un regolare bando, a Forza Nuova il 23 novembre scorso, per la durata di 12 anni e per il corrispettivo di euro 19.250 annui. Immediate le reazioni di tutte le associazioni antifasciste. In prima fila Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, ai microfoni di Radio Popolare: «Sarebbero dovuti sparire dalla storia e invece si riciclano, come i mafiosi. Ne chiederò conto al sindaco». L'11 dicembre il Comune ha revocato l'affitto, ufficialmente per motivi tecnici (uscite di sicurezza) collegati a quelli di ordine pubblico. Nei giorni scorsi, bollando come «manifestamente illegittimo e grave» il dietrofront dell’Amministrazione milanese e annunciando ricorso, il movimento di Roberto Fiore aveva confermato l’intenzione di inaugurare sabato la nuova sede ribattezzata «Spazio 19-22»: invece di consegnare le chiavi dello spazio al Demanio, ha già iniziato ad allestirlo in vista del dibattito di sabato dal provocatorio titolo «Le sedi del fascio si chiudono col fuoco», al quale hanno annunciato la loro partecipazione i consiglieri comunali del Pdl Aldo Brandirali e Marco Osnato e la consigliera provinciale Pdl Roberta Capotosti.

IL PRESIDIO DI SABATO
- «Inizialmente volevamo fare un corteo, poi per senso di responsabilità abbiamo optato per un presidio per il quale abbiamo chiesto l’autorizzazione, ma ad oggi non abbiamo ancora avuto una risposta ufficiale dato che la diffida ci è stata annunciata ma mai consegnata», spiega Rosati, aggiungendo che «come per tutte le altre nostre manifestazioni, anche quella del 18 si terrà nel pieno rispetto dell’ordine pubblico: nessuno di noi ha intenzione di impedire a Forza Nuova di fare l’inaugurazione perché a questo devono provvedere le Istituzioni e le forze dell’ordine, le quali sono anche chiamate a vigilare sulla presenza di eventuali violenti, che non hanno nulla a che vedere con noi e di cui noi non abbiamo intenzione di farci carico». Confermando che il presidio di sabato si terrà comunque, il segretario della Camera del Lavoro, chiede infine alla Questura «un atteggiamento responsabile, evitando una militarizzazione di una manifestazione libera, democratica e pacifica».

GLI SCONTRI DEL 2006
- Ora la palla, sempre più infuocata, passa nelle mani della Questura, che è prevedibile non intenda vietare il presidio ma eventualmente spostarlo più lontano da corso Buenos Aires. Difficile pensare infatti, che la Questura non autorizzi un semplice presidio indetto, tra gli altri, da sigle come l’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti (Aned), Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), Arci, Cgil, Federazione della sinistra, Idv, Pdci, Pd, Psi, Prc, Sel e Verdi, oltre a numerose associazioni politiche e culturali istituzionali. Difficile anche perché, se Forza Nuova manterrà lo spazio sabato nonostante la notifica della revoca, potrebbe incappare nel reato di occupazione abusiva, dato che è praticamente impossibile che ci possano essere prima di sabato 18 dei pronunciamenti su eventuali ricorsi presentati dagli avvocati del movimento. Il tam tam sui siti antifascisti è già partito e in corso Buenos Aires commercianti e abitanti ricordano bene i durissimi scontri con polizia e carabinieri scatenati l’11 marzo 2006 da qualche centinaio di antagonisti che contestavano una manifestazione della Fiamma Tricolore.

Redazione online

16 dicembre 2010

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 11 Dic 2010 - 18:28
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