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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 18 Novembre, 2010 - 18:47

Gli studenti ieri hanno manifestato per noi tutte e tutti

Non sono populista e non uso frasi di circostanza. Non è nella mia natura. Non è un'exscusatio non petita per una accusatio manifesta, ma il titolo di questo intervento riprende quello che io ritengo essere importante affermare. Sono convinto che ieri i ragazzi, erano molti, sono molti, che hanno manifestato in diverse piazze delle città italiane e anche di Milano, hanno rivendicato diritti di cittadinanza vilipesi, offesi e lesi da un governo distratto sulle questioni che riguardano il Paese per dare priorità ad altri tipi di interventi assicuranti impunità e non perseguibilità assoluta a pochi eletti, o meglio all'eletto per antonomasia. Questo governo non solo è responsabile di un'aberrazione istituzionale che si perpetra da diversi anni a questa parte e che dovrebbe fare definire la repubblica degli individualismi e della sovversione ciò che si definisce erroneamente seconda repubblica. Questo non è solo responsabile di misure economiche e sociali che aumentano tasse e imposizioni per i ceti già precari assicurando con condoni fiscali vari gli interessi di evasori già affermati. Questo governo nello spirito dei tagli indistinti ai diversi capitoli di spesa pubblica che spesso è spesa sociale ha fatto, invece, delle scelte politiche deliranti e pericolose per il mantenimento di una scuola pubblica di qualità e accessibile a tutte e tutti. Mi riferisco ai tagli perpetrati alla spesa per la ricerca universitaria, all'investimento per la manutenzione delle strutture scolastiche, al diritto allo sudio, salvando gli istituti privati e i centri di ricerca privati. E' paradossale signora Gelmini questa ipotesi nel momento in cui risulta essere già difficile e allarmante la condizione in cui versa l'educazione e l'istruzione in Italia. Abbiamo insegnanti di sostegno per disabili ridotti e ridimensionati, abbiamo scuole che vedono ragazzi fare lezione nelle palestre perchè le aulee non riescono più a contenere un numero elevato di alunni, abbiamo un ridimensionamento e una precarizzazione del corpo docente, abbiamo genitori che vanno ad acquistare i gessetti in cartoleria e fanno portare ai bambini la carta igienica da casa, abbiamo persone escluse dal diritto allo studio e in difficoltà a comprare i libri di testo, abbiamo poca trasparenza nella gestione di alcuni istituti universitari, ricercatori che vivono di stipendi bassi e non promossi in base ai meriti, abbiamo l'eliminazione di ore fondamentali nei curricula didattici presenti nei licei. E non parliamo degli istituti professionali spesso mancanti di laboratori. Chi paga la crisi signora Gelmini? La pagano coloro che hanno portato la situazione economica a questo stadio esapserato ed esasperante oppure la pagano i ragazzi rendendo, così, precario il proprio futuro, cancellando le opportunità e le occasioni che possono derivare da scelte possibili e libere sulla propria professione, sul ruolo di cittadini e dirigenti di una società prossima? E lei considera questa persone penalizzate, ognuno nasce con un debito alle proprie spalle che dovrà pagare durante la vita, mentre altri speculatori potranno godere incontrastati delle proprie regalie, delle regalie che provengono dall'irresponsabilità di un governo patetico quanto mai nocivo per l'Italia, come anacronistiche negli slogan e nelle frasi che esprimono? E' anacronistica, signora Gelmini, invece una politica che sacrifica il principio di accesso libero e democratico ai saperi, alla consocenza, e che protegge privilegi economici e sociali tali da rendere il futuro di una scuola della repubblica, laica e inclusiva assolutamente privo di prospettive. Ma di quali riforme parla quando dice che le riforme dovrebbero essere comprese se non tagli incomprensibili e indistinti al capitolo riguardante l'investimento nella formazione e nell'educazione scolastica. La sua riforma oltre a essere delirante e insostenibile sia culturalmente sia economciamente prevede solamente riduzioni e forbiciate senza senso e operate senza criterio. Ci sono sprechi, ne sono convinto: ma gli sprechi derivano anche dal scegliere, come lei ha fatto in totale sintonia con la poltiica disasatroso del presente governo, di dare soldi alle scuole private a discapito di quelle pubbliche. E' anacronistico proporre poltiiche che alimentano conflitto sociale, che esaspera il conflitto e la divisione tra "classi" sociali: perchè queste sono le conseguenze della sua politica inamovibile e destabilizzante in campo scolastico, universitario ed educativo. Rimango allibito dalla miopia che lei ha opportunatamente palesato, come è sua prassi da copione di ministro, quando ha liquidato la manifestazione di ieri come una mobilitazione di anacronistici ideologici, senza pensare che è lei la causa di un malessere diffuso nella scuola della precarietà. Questa situazione porterà a un Paese fallimentare e privo di prospettive, se si sacrifica l'impegno che solo le istituzioni devono saper esibire nella promozione delle giovani generazioni che sono la linfa vitale e rinnovante di una comunità dinamica. Altra nefandezza concerne la volontà del suo collega, col suo beneplacito, di istituire fondi per promuovere stage nell'esercito: ma mi sa dire qual'è la cultura della pace e della tolleranza che deriva da un simile e inutile dispendio di risorse economiche, questo sì è spreco vergognoso, se si invita i ragazzi ad adottare la patriottarda e nazionalistica visione e logica del moschetto? Una scuola laica e repubblicana deve sapere dare ai ragazzi la formazione civica funzionale a considerare il dialogo umano unica fonte e unica modalità per risolvere le controversie tra popoli, persone, abbracciando ipotesi interculturali di tolleranza e di eguaglianza tra esseri umani. Lo diceva il noto e non estremista Capitini che di cultura della nonviolenza come unica formula di difesa del destino dell'umanità e della sua preservazione e promozione. Ieri i ragazzi hanno manifestato per noi, per me, per coloro che ritengono opportuno denunciare l'irresposnabilità di un governo privo di prospettive dall'inquietante politica. Hanno manifestato anche per coloro, sono molti, che si trovano sui banchi di scuola nelle nostre classi ma che non hanno diritti e opportunità in quanto figli di migranti senza cittadinanza: ma quale dignità avrà questo Paese se proseguirà in una politica, la sua signora Gelimini e quella di tutta la sua compagine governativa, che si basa sull'esclusione e sulla negazione della dignità umana? Forse da ieri, dalle migliaia di paizze colorate da ragazzi radiosi, vitali, solari manifestanti qualcosa si potrà cambiare in questa post modernità della disillusione e dell'egoismo.

Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano