.: Discussione: Bracco: sarà un'Expo storica per la lotta alla fame e lo sviluppo

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 2 Nov 2010 - 15:53
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Da milano.corriere.it:

L'intervista: «L'avvio è stato complesso, ma le difficoltà sono state superate»

Bracco: sarà un'Expo storica per la lotta alla fame e lo sviluppo

La presidente della società: costituito un organismo di vigilanza. L'obiettivo è aumentare l'attrattività del Paese

MILANO - Un'Expo «che punti sulla qualità e non sulla quantità». Che «passi alla storia per aver proposto soluzioni avanzate ai problemi dell'alimentazione e della sicurezza alimentare, della fame e dello sviluppo sostenibile». Che «dia impulso alle capacità innovative delle imprese italiane e aumenti l'attrattività turistica di Milano e del Paese». L'imprenditrice Diana Bracco, presidente di Expo spa e vicepresidente di Confindustria e Camera di Commercio, aveva visitato i padiglioni di Shangai in settembre, insieme all'ad Giuseppe Sala: «Un'esperienza affascinante. Ma la nostra esposizione, anche se non avrà gli stessi numeri e i mega-padiglioni, sarà all'altezza del prestigio e delle aspettative di tutto il mondo, come ci ha chiesto il Presidente Napolitano».

Presidente, adesso si parte o dobbiamo prevedere altri intoppi?
«L'avviamento è stato complesso, come è sempre quando inizia una grande impresa. Ma siamo partiti da zero, c'era tutto un percorso da definire. E poi negli ultimi tempi si erano evidenziati soprattutto aspetti, che voglio chiamare folkloristici e che certo non hanno fatto bene alla percezione di Expo».

Folkloristici? È saltato un amministratore delegato...
«Le difficoltà sono state superate, tutte le istituzioni lavorano in sintonia come ha dimostrato il parere favorevole dato dal Bie al nostro dossier. Quanto all'attuale ad è competente, concreto, equilibrato e capace di motivare la squadra dei suoi collaboratori».

C'è ancora fiducia, dopo tante polemiche?
«Sì, certo. Abbiamo fatto un road show per Confindustria e Camera e in tutta Italia sono in tanti a partecipare perché vogliono cogliere l'opportunità».

Come si procede, ora?
«Facendo un timing a ritroso dal 2015. Dando contenuti. Trattando con i Paesi che esporranno».

Con quali obiettivi?
«Anzitutto, di aumentare l'attrattività del Paese Italia per creare flussi di visitatori che devono diventare stabili. Questo sì che aumenta il Pil e crea posti di lavoro: lo ripeto, Expo potrà essere un acceleratore clamoroso per le nostre aziende e le nostre prospettive».

Ma l'Italia è ancora competitiva?
«Sì, anche perché i nostri vantaggi sono la bellezza del paesaggio, la ricchezza del patrimonio culturale, la possibilità di fare turismo enogastronomico. Chi viene a vedere Expo deve venire a visitare il paese e dovrà tornare».

Torniamo all'organizzazione dell'evento. I conti tornano?
«Lo Stato si è impegnato e il fatto che l'attuale amministratore Sala abbia costruito un buon rapporto con il ministero dell'Economia potrà solo agevolarci. Il budget è stato rivisto e il magistrato della Corte dei Conti che lavora nel consiglio di amministrazione ci dà una mano. Poi, il cda ha preso una decisione importante sul tema della legalità e dei controlli contro possibili intrusioni malavitose».

Quale?
«Abbiamo dato il via alla costituzione di un Organismo di Vigilanza composto da cinque persone di altissimo livello: per la presidenza di questa struttura, che avrà una sua totale autonomia, ha dato la sua disponibilità l'avvocato Michele Saponara».

Presidente, nessuna preoccupazione?
«L'unica variabile è il tempo. Per questo dico che va impostato tutto il lavoro a ritroso: noi sappiamo che dobbiamo essere pronti per il primo maggio 2015 e quindi partiamo da lì e verifichiamo tutte le tabelle di marcia».

Quale sarà l'eredità di Expo?
«Intanto, il parco bioclimatico di livello europeo, ma anche un centro di sviluppo sostenibile, che aiuterà i paesi stranieri su temi delicati come la sicurezza e l'autosufficienza alimentare, e la Borsa agroalimentare tematica attraverso cui commercializzare prodotti alimentari provenienti da paesi oggi esclusi dal mercato globale».

E le colate di cemento che teme l'opposizione?
«Ci sarà una nuova zona residenziale periferica altamente infrastrutturata: ma sarà realizzata in grande armonia con un territorio che si qualificherà per la presenza di verde e del parco di cui parlavo prima».

Cosa le piacerebbe riprendere dello spirito di Shangai?
«Anzitutto, il grande coinvolgimento di tutto il Paese, con la mascotte che impazzava ovunque e i logotipi Expo proiettati di notte sui grattaceli. Poi, l'utilizzo delle tecnologie su cui anche noi dovremo puntare trovando le modalità più efficaci e moderne».

Elisabetta Soglio

02 novembre 2010