.: Discussione: La strada verso l’Expo e le correzioni possibili

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 26 Ott 2010 - 12:10
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Da milano.corriere.it:

DALLA PARTE DEL CITTADINO

La strada verso l’Expo e le correzioni possibili

Mi rivolgo a lei, gentile signora, che si è dimostrata in più occasioni interprete delle disavventure dei cittadini milanesi. Goffredo Mameli, che non era leghista, come non lo sono io, scriveva un tempo che gli italiani erano «schiavi di Roma»... Adesso, invece, sono schiavi di eterogenei gruppi che, chissà come formatisi, schiavizzano irriguardosi i cittadini. Uno di questi gruppi è quello che presiede l'Expo 2015. Da più di due anni l'associazione «Amici della città ideale», che presiedo dal 2000, ha cercato in tutti i modi, con lettere e istanze firmate anche da avvocati, sia amministrativi che penali, di correggere quanto uno di quei famosi gruppi stava maturando in base a un masterplan che poteva avere di per sé un valido motivo, ma che non prevedeva un risultato avveniristico e quindi positivo per risolvere la «fame nel mondo». La proposta, che non avrebbe fatto spendere soldi ai cittadini, che non avrebbe favorito interessi privati occulti e che avrebbe restituito alla città di Milano un'area agricola non solo per la durata dell'Expo, ma anche per il prossimo futuro, non è mai stata considerata e non ha mai ricevuto risposta. È proprio qui che si doveva insistere: quel famoso gruppo è qui che doveva intervenire. Ha preferito invece decidere di buttar via soldi per costruire manufatti da demolire, e lasciare ai proprietari delle aree agricole la possibilità di costruire enormi volumetrie secondo un'urbanistica sorpassata, che è ancora quella di Giulio Cesare, peggiorata dalla facoltà di costruire a qualsiasi altezza, nonostante le scoperte e relative invenzioni della fine del 1800 e principio del 1900: dall'elettricità al motore a scoppio, dall'automobile all'aeroplano e, incredibile ma vero, la telematica. A tutt'oggi è così... ma con l'aiuto dei giornali qualcosa si può ancora salvare.
Guglielmo Mozzoni

Temo che lei abbia troppa fiducia nel potere dei giornali. Ripetutamente, almeno questo giornale ha dedicato articoli al dopo Expo e alla cementificazione che ci attende: invano, come lei ben sa. Il problema di tutte le città che hanno ospitato l'esposizione è stato il dopo: cosa fare dei padiglioni realizzati dai vari Paesi? Alcuni pochi sono stati riutilizzati e altri sono stati abbattuti, molti giacciono arrugginiti. Qui a Milano abbiamo un problema in più ed è la temuta destinazione ultima delle aree utilizzate. A Norimberga per costruire la nuova stazione ferroviaria si doveva sacrificare un'area verde, alberata: i cittadini hanno protestato per settimane, occupando la zona, tanto che alla fine il governo ha sospeso il progetto. Pare di sognare.

Isabella Bossi Fedrigotti
26 ottobre 2010