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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 23 Ottobre, 2010 - 10:57

Napoli. Convegno nazionale sull'omofobia

Napoli, 18 ott. - Ostilita', condanna religiosa, mancato riconoscimento sociale e giuridico dei propri affetti e delle proprie famiglie.

Queste le barriere ancora da superare per gli omosessuali e i temi al centro del convegno nazionale sull'omofobia organizzato a Napoli dall'Arcigay, dall'Ordine degli psicologi e dalle universita' 'Parthenope' e 'Federico II'.

Dalla fine del secolo scorso l'omosessualita' non viene piu' considerata in ambito medico come una patologia, bensi' come una variante del comportamento sessuale. Nonostante i passi avanti fatti negli ultimi decenni, molti restano i problemi per chi vive l'omosessualita' e la transessualita'.

"Appuntamenti come questo - spiega il presidente nazionale di Arcigay, Paolo Patane' - sono importanti percha' tengono vivo un dibattito che altrimenti scema col tempo. L'omofobia, intesa come avversione nei confronti di persone omosessuali, e' un male per tutta la societa' e un limite alla democrazia".

Patane' e gli psicologi presenti al dibattito sottolineano l'importanza di intervenire nel momento della formazione dell'individuo. Ma rompere il muro di diffidenza ed entrare nelle scuole per realizzare progetti in merito e' complicato.

"Abbiamo contattato cento istituti per un nostro progetto - dice il presidente di Arcigay - e la meta' di questi non ha neanche voluto sapere di cosa si trattasse. Prima c'era un Nord piu' evoluto e un Sud piu' arretrato. Adesso l'omofobia e' un fenomeno che si estende a macchia di leopardo, con l'unica differenza che al meridione resta problema di retaggio culturale, mentre al nord e' il frutto dell'ideologia politica di movimenti come la Lega". Una barriera che diventa piu' solida quando si cerca d parlare di atti di bullismo omofobico.

"Abbiamo somministrato a 3.250 bambini delle scuole medie inferiori e superiori - sottolinea Dario Bacchini, docente di Psicologia della Seconda universita' di Napoli - un questionario finalizzato a rilevare il coinvolgimento dei ragazzi in episodi di bullismo omofobico. Oltre il 25% degli intervistati ha ammesso di essere stato attore o vittima di simili prepotenze".

Per questo assume maggior valore il progetto realizzato da Anna Lisa Amodeo, psicoterapeuta e ricercatrice della Federico II. Sono state selezionate cinque classi di una scuola superiore di Caivano, in provincia di Napoli, che hanno seguito un percorso della durata di tre anni.
Al termine di questi laboratori, hanno realizzato dei cortometraggi sul tema omosessualita' e omofobia. Il migliore ricevera' 500 euro.

"Molte scuole di Napoli - dice Amodeo - avevano offerto la loro disponibilita', ma poi si sono tirati indietro. E il progetto mostra una maturazione dei ragazzi che, inizialmente terrorizzati ad abbracciarsi tra loro nelle prime scena, alla fine delle riprese, comprendono che una persona omosessuale puo' essere sicuramente un buon amico".

18/10/2010 - AGI