.: Discussione: Lettera aperta sull'emergenza abitativa a Milano, i ROM e altro

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 30 Set 2010 - 17:53
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Da milano.corriere.it:

Le associazioni: «L’appartenenza ad una etnia viene usata per cancellare un diritto»

Moratti: «Niente case Aler ai rom,
il prefetto ne troverà altre»


Penati contro Maroni: buffonata, la Lega aveva votato a favore. Boni: è stato corretto un errore

MILANO - Niente case Aler ai rom di Triboniano: saranno sistemati da un'altra parte. Letizia Moratti è categorica: d'accordo con il prefetto Lombardi, è decisa a metter fine alla sterminata bagarre politica nata da una piccola, quasi banale operazione da servizi sociali decisa in agosto, l'assegnazione ad altrettante famiglie bisognose di 25 appartamenti Aler destinati al privato sociale, in base al piano del Viminale per l'emergenza nomadi. Un progetto di integrazione da gestire con onlus, il consorzio Farsi prossimo e la Casa della Carità. E invece quei 25 appartamenti sono diventati il pomo della discordia. In campagna elettorale, secondo alcuni, rischiava di passare un messaggio pericolosissimo per Lega e Pdl: quello che esista una fantomatica «corsia preferenziale» per le famiglie rom. E così il 17 settembre, in consiglio comunale, è stata «sfiduciata» l'assessore Moioli, che tentava di far presente che c'era una convenzione già firmata. Lunedì il vertice in prefettura con il ministro dell'Interno, che ha fatto marcia indietro e ha annunciato la decisione di non assegnare le case Aler ai rom, per evitare «reazioni negative». Reazioni «peraltro poco giustificate», come lui stesso ha ammesso. Don Virginio Colmegna, della Casa della Carità, ha subito fatto presente che 11 appartamenti erano già stati assegnati ad altrettante famiglie rom. Si è scatenata una nuova querelle, alla quale ora sindaco e prefetto hanno deciso di por fine. Indignate le associazioni del Tavolo Rom, la Casa della Carità e la Camera del Lavoro di Milano: «L’appartenenza ad una etnia viene usata per cancellare un diritto». Durissimo Penati, per il quale Maroni e la Lega hanno «ridicolizzato e umiliato le istituzioni lombarde». Torna invece a splendere il sole sui rapporti Pdl-Lega, messi in crisi dalla querelle: «Tutto è bene quel che finisce bene», commenta soddisfatto De Corato. E Boni, in risposta a Penati sul «voltafaccia» della Lega: «È stato corretto un errore».

«ALTRE SOLUZIONI ABITATIVE»
- La soluzione concordata dal sindaco Moratti e dal prefetto Gian Valerio Lombardi, commissario per l'emergenza rom, prevede che le undici famiglie nomadi di Triboniano, per le quali erano già stati sottoscritti contratti per un soggiorno temporaneo in alloggi di edilizia popolare (Erp), siano sistemate in appartamenti non di proprietà pubblica. «Abbiamo concordato che il prefetto commissario - ha affermato Letizia Moratti - trovi delle soluzioni abitative che non siano quelle previste inizialmente in case del Comune per le emergenze delle 11 famiglie». Il sindaco di Milano ha ribadito che l'accordo trovato lunedì con il ministro dell'Interno Roberto Maroni deve prevalere su quanto originariamente stabilito nel piano per l'emergenza nomadi. «Noi in quella riunione abbiamo detto: "no case Aler, no case del Comune"», ha ricordato Letizia Moratti. «Quella è una riunione alla quale abbiamo partecipato tutti, c'era il ministro Maroni, c'ero io, c'era il presidente Podestà e quindi si deve andare avanti così come si è deciso in quella riunione». Le fa eco il vicesindaco Riccardo De Corato: «I patti saranno rispettati. Tutto è bene quel che finisce bene. Le parole del sindaco Letizia Moratti mettono fine, come sempre, alle polemiche». De Corato è ora proiettato sul prossimo smantellamento del campo di Triboniano, che dovrà lasciare spazio alla nuova «bretella» verso l'area Expo.

PENATI: UNA VERGOGNA
- Il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Filippo Penati ha convocato una conferenza stampa per esprimere il suo disappunto su come è stata gestita la questione. «È ridicolo e vergognoso - ha attaccato Penati - come Maroni abbia umiliato le istituzioni lombarde e i leghisti e il prefetto abbiano abbassato la testa. Si sono presi ordini da Roma, se Maroni vuole governare Milano si candidi al posto della Moratti». Secondo il vicepresidente «è impossibile che Maroni non conoscesse l'iter del progetto e non sapesse che a 11 famiglie erano già state consegnate le chiavi». Penati ha mostrato ai giornalisti la delibera di giunta del 5 agosto che ha dato il via libera all'operazione: «La Lega era presente al gran completo e ha votato a favore». «Il Carroccio ha voluto dare le case ai rom», ha ribadito, parlando di «sceneggiata», «propaganda» e «bugie». Secondo Penati, è impossibile che i leghisti non sapessero. «Non c'è una persona nella Lega che abbia detto la verità» ha attaccato Penati, infastidito anche per il vertice di lunedì con Maroni: «una buffonata pericolosa. Se Maroni vuol governare Milano, si candidi a sindaco al posto della Moratti».

BONI: ERA UNO SBAGLIO - A Penati risponde seccamente il presidente del Consiglio regionale, Davide Boni (Lega): «È stato corretto un errore». Due le osservazioni di Boni, che ha un passato da assessore: primo, «la giunta non entra nel merito» nelle richieste dei Comuni di poter assegnare alcune case popolari senza graduatoria per casi di emergenza particolare, a meno che non sia superato il 5% del patrimonio di edilizia popolare; secondo, sono arrivate le lamentele dei cittadini «e come presidente del Consiglio regionale io ho intenzione di occuparmi dei problemi concreti dei cittadini». Per questo il presidente ha telefonato al ministro dell'Interno Roberto Maroni: «Lui mi ha chiesto di coordinare l'incontro di lunedì in Prefettura, come parte terza, non come leghista». «Mariolina Moioli come assessore del Comune è andata in una direzione, con l'obiettivo di chiudere il campo di Triboniano, e il ministro ha messo a posto le cose», ha aggiunto Boni. E quanto a Maroni, «non ha tempo per fare il sindaco di Milano. Ci sono tanti candidati. Non c'è bisogno di lui per battere la sinistra».

IL TAVOLO ROM: DISCRIMINATI PER ETNIA - Sgomento tra le associazioni del Tavolo Rom. «Le conclusioni di un incontro ai più alti vertici istituzionali ha sancito che il "diritto" non ha più valore, ma è in subordine alle convenienze ideologiche ed elettorali. Questo - affermano in un comunicato Cgil ed associazioni - è il significato dell'affermazione "nessuna casa popolare deve essere data ai Rom". Poco importa se i Rom in questione sono cittadini italiani, o cittadini in possesso dei requisiti previsti per l’assegnazione di alloggi popolari, che sono parte da anni della nostra comunità. L’appartenenza ad una etnia viene usata per cancellare un diritto». Per le associazioni, Comune e prefetto hanno avuto un atteggiamento «assolutamente irresponsabile», perché «dopo aver proposto e firmato degli impegni non hanno avuto il coraggio politico di confermarli di fronte ad una opposizione tutta ideologica e strumentale». Le associazioni ridimensionano inoltre la vicenda, ricordando che i 25 appartamenti «non sono che una parziale risposta ad un fabbisogno ben più ampio e complesso» e che più volte hanno presentato «strumenti ed esperienze per portare a soluzione» un problema a loro giudizio risolvibile. «Ancora una volta - prosegue il comunicato - si è scelta la propaganda, l’interesse elettorale, una campagna irresponsabile per mettere cittadini contro cittadini, poveri contro altri poveri, anziché lavorare per risolvere i problemi nell’ottica di una città vivibile per tutti ed un lavoro di promozione di un clima di rispetto e convivenza civile»

Sara Regina

30 settembre 2010

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 30 Set 2010 - 09:45
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