.: Discussione: Inizio anno scolastico .... soliti problemi

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Enrico Vigo

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Inserito da Enrico Vigo il 17 Set 2010 - 19:47
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Caro Bombonati,
accolgo volentieri l'invito alla discussione.

Preambolo:
20 anni di berlusconismo sono un macigno sulla scuola pubblica italiana che nessuna forbita affabulazione riuscirà mai a rimuovere, si prenda atto della disfatta.


Ciò premesso cominciamo con due questioni:

Precariato:
lo scenario è straziante, la disorganizzazione immensa, parlare di paese normale e civile di standard europeo con certi numeri da capogiro è un miraggio. I troppi bizantinismi di stratificazioni annose di norme leziose e contradditorie,  spesso "ad capocchiam" (per usare uno pseudo latinismo che rende bene l'idea) il clientelismo di chi ha governato pro-tempore (chiunque esso fosse),  hanno creato un numero monstre di addetti in stato di precariato, la cui sistemazione dovrà essere fatta prima o poi in modo creativo e intelligente in un contesto di dissesto nelle casse dello stato. Una possibile soluzione deve essere offerta dalla mobilità, dirottando gli addetti su base volontaria verso posti pubblici fuori dal mondo della scuola, con un minimo di coerenza tra la scolarizzazione ed i nuovi compiti da svolgere, per concorso, stabilendo criteri trasparenti e intelligenti.
Non è possibile non rivedere i capitoli di spesa e i tagli agli insegnanti di sostegno, uno dei capitoli più dolorosi del welfare, rimettendo in discussione quell'enormità di tagli indiscriminati che vanno a ledere il diritto allo studio dei più disagiati e di coloro che di riflesso subiscono questa situazione di disagio nelle classi. Gli insegnanti di sostegno precari devono avere una corsia preferenziale, l'impatto sulla scuola è forte e non si può disconoscerlo. Gli organici reali vanno rivisti, non è possibile continuare a far convivere insegnanti di ruolo e precari (obbligatoriamente, altrimenti la scuola non funzionerebbe) solo perchè le leggi bizantine obbligano a scrivere e a leggere i bilanci e a spesare le attività in modo differenziato, quando la funzione è la stessa. Dobbiamo smetterla di offendere le nostre intelligenze, anche quando per imbonire si buttano in pasto ai media (genuflessi al potere per fare propaganda) cifre slegate da un contesto razionale, prive della minima scientificità che invece richiede un dato statistico complesso nel variegato e immenso mondo della scuola italiana. E' facile distorcere numeri e giustificare pseudo-riforme, e mantenere intatti scenari inguardabili. Si metta a ruolo lo zoccolo duro del precariato indispensabile a far funzionare la scuola con uno standard di welfare europeo, ed il numero monstre si sgonfia in modo considerevole a parità di spesa, restituendo serenità alla scuola a tante famiglie e agli addetti che hanno diritto ad una vita meno grama.

Efficientamento e riorganizzazione strutture scolastiche nel territorio:
se tralasciamo le questioni delle piccole comunità montane che hanno esigenze molto specifiche di cui tener conto con grande attenzione e flessibilità, nelle grosse città la proliferazione dei plessi scolastici (retaggio storico) spesso è ingiustificata. La cittadinanza, i docenti, i dirigenti scolastici quasi sempre all'unisono si compattano ostinatamente (Destra, Centro, Sinistra) a difendere l'esistente, un istinto di conservazione irrazionale ed endemico, lesivo degli interessi collettivi. Tenere in efficienza edifici con poche classi per garantire maggiore vicinanza all'utenza e diffusione nel territorio è un lusso insostenibile: la gestione dell'immobile, della sicurezza etc. e la gestione del personale dilata le spese a dismisura in modo impressionante senza benefici sostanziali, per mantenere il tutto al minimo sostenibile.
Sarebbe ora di dircelo con franchezza e serenità, anche se questo è un tema scottante ed impopolare. Con una ristrutturazione ben fatta che non impoverisca il territorio nel medesimo bacino di utenza, si potrebbero fare dei saving utili alla riduzione del debito pubblico complessivo, destinando una quota cospicua delle risorse risparmiate al comprensorio di riferimento (regolamentando per legge i meccanismi per evitare saccheggi irrazionali e iniqui), rendendo disponibili risorse fresche da destinare aggiuntivamente al miglioramento degli stabili esistenti e dell'offerta formativa oggi castrata da una endemica mancanza di risorse.



Governare significa fare scelte, spesso impopolari, ma il bilancio deve restare attivo, e non come oggi anzichè governare si preferisce tagliare, con bilancio solo passivo.
Mi fermo qui (per il momento) se vogliamo aprire un primo dibattito su questi due temi specifici confrontiamoci pure nel merito, come mi è stato sollecitato, poi passiamo al resto per non mettere troppa carne al fuoco tutta in una volta.

Cordialità.

Enrico Vigo
In risposta al messaggio di Massimiliano Bombonati inserito il 17 Set 2010 - 09:40
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