La democrazia partecipativa è molto importante, ancora di più in una città complessa e articolata come Milano. Sono un convinto sostenitore della necessità di ampliare gli strumenti della democrazia partecipativa. Come già molti comuni in Italia ed anche in Lombardia fanno con il "bilancio partecipato", penso che ai cittadini attivi debbano essere messi a disposizione strumenti e procedure per la discussione e la condivisione delle scelte che si compiono. In questo senso continuo a parlare di cittadinanza attiva. Le strutture amministrative e gestionali del comune dovranno essere in grado di lavorare con associazioni di rappresentanza dei cittadini, come addirittura alcune leggi indicano, come nel caso delle associazioni di rappresentanza dei consumatori. Da ultimo, se il sindaco ha un forte potere di impulso e di guida della attività del Comune, occorre anche che il consiglio comunale (e le zone, naturalmente) facciano la loro parte fino in fondo: anche questa è partecipazione, il sindaco non solo non può essere il "padrone" del consiglio - come cercava di fare Albertini - oppure un "passante casuale" in quell'aula - come è stata la Moratti per cinque anni. E lo Statuto e il regolamento sono atti della sovranità del Consiglio.