.: Discussione: Expo 2015: lo stato dell'arte

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 8 Lug 2010 - 14:32
accedi per inviare commenti
Da milano.corriere.it:

La Regione: non faremo regali a nessuno. La Moratti: task force contro la contraffazione

Aree Expo: «Si è perso troppo tempo»


Scaduto l’ultimatum, slitta di nuovo la soluzione per i terreni. Assolombarda: ora serve un cambio di passo

MILANO - La «preoccupazione» degli industriali con il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini: «Troppe polemiche, non c’è tempo da perdere». Un appello destinato che sembra destinato a cadere nel vuoto. Ieri, la Regione è ripartita all’attacco sui terreni dove sorgerà Expo: «Non abbiamo vinto l’Expo per dare vantaggi ai privati» ha detto il governatore Roberto Formigoni al suo entourage dopo aver esaminato l’offerta dei proprietari dei terreni.
Si procede a strappi. Nonostante l’ultimatum di 24 ore lanciato dal sindaco-commissario Expo Letizia Moratti, la Fondazione Fiera e il gruppo Cabassi non hanno presentato nessuna proposta alternativa a quella dei giorni scorsi. Lo stallo resta. E ieri, il presidente di Assolombarda ha suonato la sveglia: «Ci sono troppe polemiche - attacca Meomartini al convegno organizzato per la prima giornata nazionale contro la contraffazione - l'Expo sarà quello che riusciremo a fare. Le imprese credono nell'Expo però bisogna rimboccarsi le maniche perché non c'è più tempo da perdere ». Nota positiva: l’arrivo del nuovo dg, Giuseppe Sala alla guida della società. Gli industriali chiedono anche «un sistema di tutele per le idee e per le proprietà intellettuali e industriali» in vista di Expo. E il sindaco Letizia Moratti annuncia che durante i sei mesi dell’evento verrà costituita una task force anticontraffazione: «Il tema di Expo 2015 è stato voluto per valorizzare il made in Italy e per questo abbiamo inserito nel dossier di candidatura strumenti per far sì che l'Expo di Milano sia libero dalla contraffazione».

Ma la questione principe, quella dei terreni, resta irrisolta. I tecnici e i legali della Fiera, alle osservazioni degli enti locali sulla prima proposta, avrebbero risposto che si è trattato solo di un «equivoco ». E l’equivoco riguarderebbe la ripartizione delle superfici: il 44 per cento che torna in mano ai privati e il 56 per cento al pubblico. Mentre, secondo le indicazioni degli enti pubblici, la ripartizione deve essere 30 per cento ai privati e 70 per cento al pubblico. Ma i tecnici della Regione sono andati più a fondo smontando la proposta dei privati pezzo a pezzo. A partire dai 400mila metri quadri di superficie edificabile in mano ai proprietari. Sbagliato, secondo i tecnici regionali, perché il calcolo dei volumi con l’indice di 0,52 è stato fatto su tutti gli 800mila metri quadrati dell’area, anche quella che resterà in mano pubblica. Se, invece, il calcolo fosse stato fatto solo sui terreni che rimarranno in mano ai privati la spl si sarebbe ridotta di oltre un terzo. E, quindi, il vero indice edificatorio per quella porzione di terreni non è 0,52, ma 1,2.

Secondo il Pirellone, il valore di mercato del costruito, con queste volumetrie, si attesterebbe intorno a 1 miliardo e 200 milioni di euro. Altra contestazione. I 135 milioni che i privati sono pronti a dare per le opere di infrastrutturazione e urbanizzazione arriverebbero nelle casse degli enti pubblici solo dopo che venga rilasciato il permesso di costruire. Quindi, a detta del Pirellone, solo dopo il 2015. Inoltre, questi 135 milioni sono a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Altro punto non gradito dall’ente pubblico. L’accordo sulle aree è nullo se non verrà approvata la variante entro la fine del 2012. Con la possibile conseguenza che se qualche opera sul sito di Expo avesse già preso forma, passerebbe nelle mani dei privati. Conclusione finale: proposta irricevibile. Da qui le considerazioni di Formigoni che ha sempre contestato il comodato d’uso voluto dal Comune e dalla Provincia: «Non abbiamo vinto l'Expo per dare vantaggi ai privati». Tanto che il Pirellone ribadisce ed «è sempre più convinta che per difendere l'interesse pubblico l'unica soluzione sia quella proposta mesi fa dallo stesso Formigoni, e allora accolta da tutti i soci, e cioè l'acquisto delle aree».

Maurizio Giannattasio
Cesare Giuzzi

08 luglio 2010
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 6 Lug 2010 - 11:45
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]