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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 28 Giugno, 2010 - 16:41

Lettera aperta alla città: difendiamo il Plastic

Carissime e carissimi,

vi scrivo come consigliere di zona 4, Capogruppo de La Sinistra - uniti con Dario Fo, su una questione che penso sia opportuno affrontare con determinazione. Il Plastic, locale storico, dato che spesso la memoria storica in questa città rischia di essere drasticamente cancellata, "è stato luogo di avanguardia soprattutto musicale negli ultimi anni, ospitando nella sua lunga attività Andy Warholl, nella fase personale in cui era alla ricerca di nuovi stili di vita passando dalla città alla Factory e di stimoli artistici girando l’Europa". Questo è quanto ricordo nelle diverse interrogazioni che ho formulato all'amministrazione comunale e alla proprietà dello stabile, Casa Rosa srl, sottolineando come "nel 1980 l’esordio del locale avvenga con l’organizzazione delle prime serate gay milanesi, rientrando nei pilastri fondativi della gay life meneghina, dal titolo "Man To Man"". Chiudo questa breve parentesi storica dicendo quanto "il locale non abbia nulla da invidiare, essendo uno dei primi in Italia, ai tanti pub londinesi, dal momento che ha sempre ospitato nella sua fase iniziale serate London Loves, frutto della percezione dell‘importanza che avrebbe assunto il rock inglese con gli anni".
E' naturale che concluda questo mio intervento che vuole celebrare l'autorevolezza culturale e aggregativa del Plastic considerando la gravità dell'allarme derivato dalla chiusura e dalla cessazione del servizio del locale, dato che "determinerebbe una diminuzione della qualità della vita della città, inficiandone la portata di impatto sociale di alto contenuto e valore, aumentando alienazione e dispersione, soprattutto nelle fasce giovanili".
Diverse interrogazioni sono state formulate dal sottoscritto in Consiglio di Zona a cui la prima ha avuto come seguito una risposta della proprietà dello stabile, Casa Rosa srl, ricevuta in breve tempo dalla sua presentazione, in cui si assicura che esiste l'intenzione, ormai portata ad atto, di intervenire per la ristrutturazione dello stabile, ricavandone nuove unità abitative e necessariamente una diversa destinazione dei locali del piano terreno, oggi occupati dal locale e da una ristorante. La risposta mi sopravvenne all'alba del 24 febbraio e nella stessa si adducevano come infondate le mie informazioni circa il pericolo e la possibilità di vedere con la chiusura del Plastic progetti di ordine speculativo edilizio, quale anche l'abbattimento dello stabile e la costruzione di nuovi edifici, come sta avvenendo nella zona in diverse situazioni. Ricordo che pochi metri dietro al Plastic sorgeva il Rolling Stone, oggi anch'esso chiuso, in quanto si è dato spazio a un progetto di costruzione di un edificio di 7 piani all'interno del cortile dove sorgeva l'altrettanto storico locale, con impatto ambientale e urbanistico di notevole entità per i residenti. Stiamo diventando sempre più spettatori passivi di progetti di edificazione totalmente avulsi e destrutturati dai contesti urbani e abitativi, spesso senza alcun beneficio per la collettività, dato che i prezzi delle unità abitative sono alquanto irraggiungibili da parte della maggioranza dei potenziali acquirenti. Come dicevo sono preoccupato per la chiusura del Plastic non solo per quello che questo locale rappresenta per la storia culturale di questa città, a livello internazionale, ma anche e soprattutto per le conseguenze che ne deriverebbero per la città. Rimangono inevase, poi, diverse domande che ho espresso in ripetute mie interrogazioni alla proprietà, in primis. Come mai la proprietà definisce incompatibile la presenza del locale con i nuovi progetti di riqualificazione dello stabile? Come mai la proprietà procede alla riqualificazione dello stabile nel suo complesso senza informare il Consiglio di Zona circa l'entità volumetrica e le dimensioni delle nuove unità abitative, se sussistono variazioni volumetriche, nonchè la destinazione del piano terra, oggi adibito ad attività commerciale? Come mai la proprietà non abbia provveduto a riaprire un dialogo con la gestione del Plastic per rinnovare il contrasto di locazione, scaduto il 31 dicembre 2004, prorogato per altri 5 anni? Come mai la proprietà pensa che la presenza del Plastic possa nuocere alla struttura riqualificata? Quanto costeranno i nuovi appartamenti, secondo quali criteri saranno venduti? Chiedo anche come mai al primo piano, come da sopralluogo fatto dal sottoscritto, persista la presenza di un cantiere in funzione e attività chiuso al pubblico, se le regole sulla sicurezza sui luoghi di lavoro siano rispettate e come vengano rispettate? Più volte ho chiesto alla Polizia Locale di effettuare controlli e sopralluoghi per garantire che tali normative fossero assicurate e attuate. Credo che non avere risposte adeguate e puntuali su tali quesiti determini una perplessità circa il rapporto tenuto dalla proprietà con la gestione del locale. Ma ancora maggiormente voglio e chiedo chiarezza da parte della proprietà dello stabile, il motivo per cui l'intervento di riqualificazione venga fatto dopo anni e, infine, il motivo per cui l'amministrazione comunale rimanga silente, totalmente immobile, applicatrice di un insano significato di libero mercato. Non si tratta della chiusura di un qualunque locale, ma di una parte della storia culturale di questa città senza memoria, senza cura del proprio patrimonio sociale e civile che gli viene da un passato glorioso, di rinomanza internazionale, di una città in preda di ansie e paure, sempre più soggetta ai timori, alla solitudine, alla disgregazione civica, all'individualismo, all'atomizzazione. L'amministrazione comunale conferisce la Civica Benemerenza al Plastic in segno del riconoscimento che la città dovrebbe attribuire a uno spazio di circolazione dei saperi musicali e delle culture internazionali di avanguardia e sperimentali. L'amministrazione comunale non è disposta a garantire una soluzione adeguata a mantenere questo spazio di vitalità sociale e giovanile e di assicurare la prosecuzione di un'attività che può solo portare beneficio, in termini culturali, economici, civici, a una metropoli che si definisce europea? Cosa intende fare l'amministrazione comunale affinchè si possa aprire un dialogo tra due privati per assicurare la tutela di questo tempio della musica contemporanea degli ultimi 30 anni? Chiedo, in vista di un pericolo dalle conseguenze deleterie irreversibili per il tessuto culturale e civile della città, un intervento immediato agli organi competenti amministrativi affinchè si possa difendere un proprio patrimonio insostituibile e irripetibile, una volta dismesso. Chiamo la cittadinanza a raccolta affinchè si possa tutelare questa espressione di una contaminazione di culture musicali di grande pregio: quella cittadinanza che vuole essere abbattuta dalla logica della speculazione, dalla logica dell'affarismo, dalla logica perversa per cui sicurezza notturna debba significare desolazione e paesaggi urbani deserti e mortificanti. Vogliamo attendere ancora?

Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Condivido l'appello del Consigliere Alessandro Rizzo: il Plastic è un locale storico della nostra città, luogo alternativo, sperimentale e d'avanguardia, che ha lanciato stili e mode non solo musicali, ed anche personaggi dello spettacolo e dell'intrattenimento come la mitica Contessa Pinina Garavaglia. Al di là degli stereotipi ideologici di certa sinistra, il Plastic è sempre stato gestito e frequentato da noti esponendi della destra futurista e dannunziana, molti dei quali miei amici. Detto questo, è assolutamente giusto che le autorità competenti facciano rispettare tutte le normative vigenti in materia di edilizia e sicurezza, ma "la legge sia uguale per tutti".

Roberto Jonghi Lavarini
Presidente di Destra per Milano
"LiberaMente" nel PDL

Commento di Roberto Jonghi Lavarini inserito Mar, 29/06/2010 08:46

Ringrazio il signor Jonghi sottolineando come la mia finalità è tenere aperto un tempio della musica, senza strumentalizzarne la portata e la valenza del medesimo: non è questione partitica nè ideologica la difesa di tale locale storico, è una questione di difesa di un patrimonio culturale internazionale che ha dato grande lustro alla nostra città. 

Commento di Alessandro Rizzo inserito Mer, 30/06/2010 16:06
La mia voleva essere una provocazione culturale ed una precisazione storica: nessuna strumentalizzazione politica! Condivido, ripeto, questo appello del Consigliere Alessandro Rizzo che ringrazio per questa ed altre iniziative che dimostrano come, a Milano, in tutti gli schieramenti politici, vi siano ancora tanti volenterosi che si dedicano alla propria città.

:-)

Commento di Roberto Jonghi Lavarini inserito Mar, 06/07/2010 15:10