.: Discussione: Una Milano con meno auto se tutti cambiamo mentalità

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 7 Giu 2010 - 09:15
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Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

Una Milano con meno auto
se tutti cambiamo mentalità

Vorrei iniziare questa mia lettera tessendo le lodi dell'auto. Faccio parte di Genitori Antismog e quindi può apparire strano da parte mia, tuttavia il miglioramento della nostra condizione apportato dall’auto è una verità. L'auto ci ha permesso di viaggiare, di scoprire, di sentirci liberi. Ma che senso ha, oggi, usare la macchina in un tessuto urbano denso? In un comune dove la distanza fra il centro città e l'estrema periferia non supera i 10 chilometri? In un comune di pianura dove in bici si potrebbe arrivare in centro in meno di mezz’ora e dove un autobus non bloccato dal traffico attraverserebbe la città in molto meno tempo di quanto fanno migliaia di auto in colonna? Ogni giorno entrano a Milano oltre 500 mila auto; se le mettessimo tutte in fila si tratterebbe di una colonna di 2.500 chilometri, come se tutti i giorni una infinita colonna di veicoli partisse dal paesino di Molde, sui fiordi norvegesi. Se poi provassimo a parcheggiare tutte queste auto una a fianco all’altra occuperebbero un quadrato di oltre 2 chilometri di lato, senza contare le macchine che già risiedono in città. E allora mi domando se l'amore per l'auto abbia ancora senso, se non sarebbe meglio evolvere verso forme di mobilità che ci consentano di riappropriarci della nostra aria, arricchendo la città di spazi verdi. Ritengo che sarebbe ora di smettere di investire i pochi soldi della comunità in incentivi all’auto, in parcheggi, in sanità per curare i polmoni malati; meglio sarebbe investirli in treni efficienti, in piste ciclabili, mezzi pubblici e in corsie preferenziali. Pensiamo a quanto migliorerebbe la vita di noi milanesi e dei tanti pendolari se potessimo lasciare l'auto a casa! I parcheggi sono delle calamite di traffico, non risolvono il problema perché si devono comunque raggiungere. E allora dobbiamo decidere o costruiamo parcheggi e autostrade per raggiungerli in un continuo rilancio di cemento, smog e rumore oppure capiamo che siamo in troppi per insistere su modelli di sviluppo obsoleti. Io amo questa città dove abito da oltre quarant'anni, ma non sono disposto a vivere ai bordi di una puzzolente autostrada con tanti bei parcheggi.

Giuseppe Perucelli

Quello che lei descrive succede già in molte grandi città europee: dunque non si tratta di utopia. Tale, però, temo resti per noi, chissà per quanto ancora. Oltre a una vera e propria rivoluzione— e noti che la metto al primo posto— della mentalità di politici e cittadini, servirebbero, infatti, una riprogrammazione totale del territorio e una straordinaria quantità di fondi. Ecco perché nutro poche speranze in proposito.

Isabella Bossi Fedrigotti
05 giugno 2010(ultima modifica: 06 giugno 2010)