Caro Enrico,
parli di agenda civica che non metta di "qua i buoni e di la' i cattivi" mettendo giustamente al "centro obiettivi di interesse comune". Io penso che l'obiettivo sia necessario da raggiungersi, in quanto un'altra Milano, quella sostenibile, quella vivibile, quella eco compatibile, è possibile in quanto necessaria, recita un bellissimo motto dei movimenti per un'altra globalizzazione, ma la premessa a mio parere deve vedere un'attenta e accurata analisi delle cause che hanno portato Milano a essere una metropoli insostenibile, dove si muore e ci si ammala per mal d'aria, dove si rischia spesso di essere investiti in bicicletta, dove i mezzi si attendono in pieno orario mattutino feriale per ben 7 minuti, dove per andare solamente a Cologno Monzese devo pagare un aggiuntivo del biglietto, dove vedo intere zone, Isola Garibaldi, Porta Vittoria, devastate da questi progetti mirabolanti in occasione dell'expo, ammantato dalla logica del political correct di appuntamento per costruire reti tra i mercati dei paesi emergenti, mentre è solo un affare lauro per le solite imprese edili. Se le scelte impopolari sono l'ecopass io considero tale scelta non solo onerosa per chi, ripeto, l'auto non può cambiarla e non ha altra soluzione, perchè la rete dei trasporti pubblici è poco efficente, di utilizzare il mezzo privato per venire dalla Provincia in città per lavorare, ma anche inefficace, fallimentare, alquanto palliativo di un morbo che attanaglia la città dal punto di vista della mobilità.
Giustamente ti domandi: "concluse le elezioni, costruiti i programmi partecipati, elaborate le visioni più complete della citta' e del mondo che vorremmo,  in che modo la politica riesce poi a fare qualcosa di concreto e di utile per la citta' in tempi non geologici, a prescindere dall'esito delle elezioni?" Io purtroppo non mi sento di prescindere dall'esito delle elezioni dato che un cambio di strategia politica nel campo della mobilità necessita evidentemente di un cambio di governo della città medesima. Dirai che dico questo in quanto sono consigliere di zona di opposizione, magari "partigiano": io penso invece che nell'obiettività più totale occorra auspicare a un cambiamento delle linee politiche che hanno da 15 anni amministrato la città, in quanto tali politiche hanno mostrato la loro fallacità. Enrico è chiaro io firmerò i referendum: ripeto è un sasso nella stagnante e asfissiante politica cittadina in tema di mobilità e di ambiente. Condivido ogni forma che solleciti alla partecipazione. Ma penso che in tema di mobilità occorra davvero qualcosa di più e un referendum, per quanto di indirizzo possa essere non sia incisivo, poi, in modo diretto sulle linee strategiche che una giusta e buona amministrazione debba dotarsi. Occorre di più, apprezzando chiaramente quello che tu, Marco ed Edoardo state comunque facendo: occorre appunto partire dalle "visioni più complete" anche perchè mobilità non può prescindere da ambiente, da ecosistema, da organizzazione urbanistica della città. Sono temi complessi che necessitano di analisi, di un esame costruttivo e di proposte partecipate e condivise, che un semplice referendum naturalmente non può esaudire, in quanto si risolve in quesiti diretti, succinti, a volte semplificativi - parlo in generale.
Per me tutto questo non è richiedere di procrastinare i tempi di soluzione, ma è ripartire da un'idea altra di città, insieme.

Cari saluti
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano