.: Discussione: Risorse e sfide per il 2015 - Le forbici sull'Expo

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 31 Maggio 2010 - 09:54
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Da milano.corriere.it:

Risorse e sfide per il 2015

Le forbici sull'Expo

Amministratore commissariato e pochi soldi: ora servono garanzie che la società sia all'altezza della sfida

MILANO - Expo si è proposta, fin dall’inizio, come una grande sfida. Il sindaco Letizia Moratti, il presidente Roberto Formigoni e tutti gli attori che hanno creduto all’opportunità «di rilancio e affermazione di Milano e del Paese», si sono spesi per trascinare dalla loro parte anche il governo, inizialmente riottoso. È stato proposto un progetto. È stata suggerita la visione. Poi, qualcuno ha cominciato a fare i conti con la realtà: i problemi di governance, i dissidi Roma-Milano, le leggi e le leggine, e, soprattutto, i (pochi) soldi. Il risultato è che ora Expo dovrà dimostrare di essere opportunità, progetto e visione, anche se all’interno di un disegno più leggero. Lo ha spiegato il ministero del Tesoro e lo ha subito recepito la Moratti che però ha alzato i paletti: «Non si tagliano i progetti di cooperazione internazionale, che sono anima di Expo. Piuttosto rivediamo i costi di gestione e del personale». Per rendere più chiare le parole, è arrivato l’articolo 54 della Finanziaria che ha di fatto commissariato l’amministratore delegato di Expo, Lucio Stanca: ogni tre mesi dovrà presentare una relazione sui conti societari e ogni assunzione o contratto dovrà passare dal vaglio del consiglio di amministrazione. C’è da dire che i poteri di Stanca avevano già subito un brutto colpo nel giorno in cui Regione, Comune e Provincia hanno costituito una newco che dovrà gestire l’operazione di acquisto delle aree su cui sorgerà il sito espositivo.

Con questo nuovo passaggio, però, il ridimensionamento è parso ancora più evidente: al punto che qualcuno si aspettava una sorta di reazione d’orgoglio dell’onorevole Stanca. Poi, invece, è scattata l’altra mossa: «Vogliono il ridimensionamento? Eccolo», deve aver pensato Stanca. Che, anche per recuperare terreno e credibilità, ha cominciato a sforbiciare sui conti, sulle trasferte, sul personale. Qualcuno ne ha già fatto le spese. Altro, probabilmente, succederà nelle prossime settimane. Tutti questi elementi insieme, però, lasciano ancora aperti molti dubbi anche nelle teste di chi continua a credere che Expo potrebbe essere un’occasione.

Viene da chiedersi, infatti, se la gestione della società sia effettivamente solida e in grado di affrontare i temi difficili e la grande sfida. Viene da chiedersi, inoltre, se la valorizzazione dei terreni, su cui per altro ci sono ancora nodi insoluti di cui discuteranno oggi anche i soci pubblici, rappresenterà davvero una delle eredità, insieme al nuovo sistema di infrastrutture, di Expo dopo il 2015. È urgente dissipare, con risposte tempestive e chiare, questi dubbi: rassicurare sulla tenuta della spa e sulla coesione interna dei soci. Spiegare nei fatti che i terreni di Expo non saranno oggetto di una speculazione mascherata ora da belle parole e buone intenzioni. Servono garanzie chiare e scritte: perché va bene anche un’Expo più leggera. Purché sia, ancora di più, dalla parte dei cittadini.

Elisabetta Soglio
31 maggio 2010