.: Discussione: I giardinetti di Via Benedetto Marcello intitolati a Falcone e Borsellino ?

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 19 Lug 2010 - 11:25
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Da milano.corriere.it:

«fino a ieri il sindaco aveva sempre negato l'esistenza della mafia a Milano»

Giardini «Falcone e Borsellino» , polemiche all'inaugurazione

Alcuni attivisti dell'associazione «Qui Milano Libera» hanno esposto uno striscione di protesta

MILANO - Il sindaco di Milano Letizia Moratti e il procuratore aggiunto Armando Spataro hanno scoperto la targa con cui il Comune ha deciso di intitolare un giardino della città alla memoria del magistrato ucciso diciotto anni fa dalla mafia e al suo collega Giovanni Falcone, caduto in un attentato mafioso il 23 maggio 1992. Accanto alla targa, nel giardino in via Benedetto Marcello, tra via San Gregorio e via Boscovich, è stato posto un cippo ai piedi di un albero di magnolia che ricorda l'albero «Falcone e Borsellino» e ritrae la celebre foto dei due magistrati che conversano sorridendo. L'albero, collocato nel 1998 dal Comune su suggerimento dei residenti del quartiere, ricorda le vittime della mafia. L'intitolazione dei giardini era stata approvata con delibera di Giunta comunale nel 2002: la cerimonia è arrivata quindi otto anni dopo. Al termine della commemorazione, affidata alle parole del sindaco di Milano e di Spataro, un gruppo di cittadini dell'associazione «Qui Milano libera», che per tutta la cerimonia aveva esibito in silenzio uno striscione con lo slogan «Stragi di mafia e politica, vogliamo verità», ha declamato: «Fuori la mafia dallo Stato, fuori la mafia da Milano».

I giardini «Falcone e Borsellino»

I giardini «Falcone e Borsellino»   I giardini «Falcone e Borsellino»   I giardini «Falcone e Borsellino»   I giardini «Falcone e Borsellino»   I giardini «Falcone e Borsellino»   I giardini «Falcone e Borsellino»   I giardini «Falcone e Borsellino»

LA PROTESTA - La commemorazione di Falcone e Borsellino, del tutto pacifica e composta, ha avuto uno strascico di polemiche alla fine, quando gli stessi cittadini che hanno esibito lo striscione hanno contestato il sindaco Moratti e il ministro della Difesa Ignazio La Russa, accusando in particolare il primo cittadino di avere per lungo tempo taciuto la presenza della criminalità organizzata nel territorio lombardo. Il gruppo di contestatori è stato attaccato a parole dai consiglieri comunali del Pdl Carlo Fidanza e Marco Osnato.

LA RUSSA E LA MAGLIETTA ROSSA - Secondo i giovani contestatori, il sindaco avrebbe dato seguito «ad una delibera vecchia di anni (quella che prevedeva l'intitolazione dei giardini ai due giudici uccisi nelle stragi del '92, ndr), guarda caso all'indomani della più grande retata di 'ndrangheta quando fino a ieri aveva sempre negato l'esistenza della mafia a Milano, così come il prefetto». Presente in via Benedetto Marcello anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che alla ripetuta domanda di Francesco Lucianò dell'associazione «Qui Milano Libera», ignorata dal sindaco, del perché si era negata l'esistenza della mafia, ha risposto al giovane: «Cambiati la maglietta». Una maglietta rossa come, ha spiegato l'attivista, «il sangue delle vittime di mafia e dell'agenda rossa di Paolo Borsellino». Fermatosi a parlare con il gruppo di giovani, La Russa ha affermato: «Noi abbiamo la foto di Falcone e Borsellino nelle nostre sedi, con la scritta "Paolo Borsellino uno di noi"». E ha aggiunto: «C’e l’impegno mio in particolare che i reati che riguardano la mafia non possano essere inseriti in nessuna limitazione delle intercettazioni. Il resto è strumentalità».

LA WHITE LIST - A margine della cerimonia, il sindaco Letizia Moratti ha riassunto le misure adottate dal Comune per il contrasto alle infiltrazioni mafiose: «Il Comune dal 2002 ad oggi ha escluso dagli appalti più di 400 appalti e più di cento imprese e un subappaltatore su tre è stato escluso dai lavori per il Comune. Noi abbiamo chiesto al governo misure più rigorose e due sono state già inserite in due disegni di legge: una white list, una lista di imprese pulite che renda più facile il lavoro, e la possibilità di condividere la banca dati presso l’osservatorio nazionale».

Redazione online

19 luglio 2010

In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 19 Lug 2010 - 09:46
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