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Giovedì, 4 Maggio, 2006 - 10:48

Gli immigrati e Milano

Lo scorso 9 aprile, avevo riportato la bozza di un documento Città per tutti, inizialmente proposto da Naga, Arci, Sincobas e successivamente emendato e rielaborato dalla miriade di associazioni di volontariato e dalle comunità di immigrati di Milano.

Al termine di questo percorso, il documento sarà presentato ufficialmente mercoledì 10 maggio alla Casa della Cultura al candidato sindaco Ferrante.Qui gli altri riferimenti (nota bene, causa un fraintendimento risulta ancora firmato dalla Comunità Rom di via Idro, che in realtà non è stata consultata, per cui l'adesione verrà tolta dal documento finale)

Ricevo ora un contributo di Maurizio Pagani, Vicepresidente Opera Nomadi Milano, che ha seguito l'evolversi della discussione durante l'ultimo mese, e quindi può fornire indicazioni utili:

Non so se Milano sia una città più di “destra� o di “sinistra� per censo o vocazione elettoralistica, ma di sicuro di questi tempi non è un fatto trascurabile. Sta di fatto che la più parte “di sinistra e progressista, meglio se un po’ smoderata o radicale� dell’associazionismo, quella a cui sono più affezionato, impegnata sul fronte dei diritti, casa, nuove povertà e migranti, sembra essere fin troppo prudente o razionale.
Di sicuro ha avuto un merito importante, quello cioè di invitare il candidato alla poltrona di Palazzo Marino, Bruno Ferrante, alla discussione di un documento dal titolo “una città per tutti�, con chiaro riferimento a chi ne è ordinariamente “escluso�.
Ma è stata presa da una grave amnesia: la “questione Rom�.
E non è un problema di poco conto, anche se tenuto generosamente “dentro� al documento ma sempre come tema “trasversale� ai contenuti più generali.
E come non parlarne altrimenti, vista l’enfasi che normalmente gliene viene attribuita sugli organi di stampa o nelle raccomandazioni della Comunità Europea che circolano abbondanti nella rete?
Non vorrei sembrare ingeneroso con chi ha sottoscritto il documento, non da me per i motivi che vi ho sopra citato, ma avrei trovato giusto e doveroso indicare questo tema tra le priorità che attendono chi dovrebbe guidare la città con un senso etico e programmatico profondamente diverso dai precedenti sindaci.

Avendo seguito anch'io parte del lavoro preparatorio, ed avendo aderito al documento finale (a titolo personale), fornisco una mia risposta (sempre personale e che in ogni caso non coinvolge il comitato promotore):

Capisco la tua preoccupazione, ma il documento che verrà presentato il giorno 10 è già un lungo elenco di legittime richieste, e si rischia di ottenere l'effetto "lista della spesa" aggiungendo voci ulteriori. Un lungo elenco, che sarebbe valido a Milano come a Palermo. Ma, quel che è peggio, il rischio è di ottenere dal candidato sindaco un assenso di facciata, senza che questo si tramuti in un impegno fattivo.
Ritengo quel documento importante per quanto riguarda il tema generale dei diritti, della cittadinanza, dell'uso degli spazi e delle risorse pubbliche da parte di tutti i cittadini, e che il ruolo importante delle organizzazioni dei Rom, è di appoggiare e spingere per quelle rivendicazioni, nell'interesse dei Rom stessi, nel loro doppio ruolo di persone emarginate dai processi politici e sociali e spesso di persone migranti.
Esiste, è innegabile, una specificità che distanzia le istanze della comunità Rom, autoctona o migrante, dalle richieste che possono portare gli altri nuclei. Per questo, già a novembre, avevo offerto la mia disponibilità a organizzare incontri con i candidati alle primarie cittadine. Purtroppo, tale disponibilità non ha trovato ascolto.
Occorre quindi ripartire dall'opportunità offerta da questo documento, prima che vada persa un'ulteriore occasione. Occorre anche, e io spero che le varie comunità presenti all'incontro si esprimano in questo senso, che si superi la logica "emergenziale" della questione Rom e stranieri, per illustrare il ruolo che già oggi le varie comunità e le loro associazioni hanno nella vita politica cittadina, nella gestione, nell'uso, nella valorizzazione degli spazi periferici, nel rilancio dell'occupazione e del
ruolo del decentramento.
Occorre infine, arrivare ad una sintesi tra le tante richieste, anche particolaristiche, e le richieste di spazi, di rappresentanza, di migliori possibilità economiche e sociali che arrivano da tanti cittadini, per non trovarsi tutti sconfitti ed isolati. Per farlo, ritengo che sia necessario uscire da una logica che vede la metropoli come un tutt'uno omogeneo, affrontando invece le specificità offerte dalle varie zone.

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