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In questi anni abbiamo manifestato molte volte contro la guerra "senza se e senza ma", perchè siamo profondamente convinte/i che siano possibili e necessarie politiche di pace e di cooperazione internazionale e che queste siano l'unica strada che il mondo debba intraprendere per avere un futuro.
Queste politiche di pace devono affermarsi attraverso scelte concrete, che vadano oltre la testimonianza, la protesta, la denuncia: per questo siamo convinte/i che si debba prendere una strada opposta a quella della militarizzazione, e questa strada è quella del DISARMO, della riduzione delle spese militari, della smilitarizzazione dei territori (a partire dal rifiuto di possedere armi nucleari)
Queste politiche hanno bisogno di leggi ma anche di un consenso che nasce dai territori, in particolare da quelli in qualche modo "coinvolti" nel sistema della militarizzazione. Parliamo dei luoghi della produzione bellica, delle località dove esistono basi militari, porti nucleari, ecc. La nostra proposta per disarmare i territori è una grande occasione per costruire uno sviluppo diverso di questi stessi luoghi, per orientare alternative produttive e sociali.
L’ottusità e l’arroganza del centro desta offendono e umiliano la volontà di 15.000 cittadine/i lombarde/i che chiedevano una legge civile per la riconversione e il disarmo.
Dopo circa due mesi di approfondimenti , discussioni e audizioni la maggioranza di centro destra della IV commissione ha sostanzialmente affossato la proposta di legge di iniziativa popolare sull’Agenzia per la riconversione industriale e il disarmo.
La maggioranza attraverso la votazione di un ordine del giorno che da un lato esprime un giudizio negativo sul pdl e dall’altro rifiuta l’ espressione del voto decidendo il non passaggio agli articoli, uccide il pdl nascondendo la mano.
L’odg votato in Commissione non solo affossa il pdl di iniziativa popolare ma chiude qualsiasi possibilità di riattivare, con le opportune modifiche, la vigente legge del ‘94.
L’Unione, ad eccezione della Margherita, coerentemente agli impegni assunti con i promotori della proposta di legge, ha chiesto inascoltata che la Commissione votasse il testo nel suo insieme.
Alla fine la Margherita si è astenuta sul documento del centro destra mentre le altre forze dell’Unione hanno espresso un voto contrario.
E’ opportuno sottolineare la gravità della posizione assunta dalla maggioranza del centro destra che a parole sostiene la pace ma nei fatti contrasta quelle proposte tese a favorire cultura di pace e processi di disarmo.
Prima dell’inizio della riunione il Presidente della Commissione ha proposto giustamente un minuto di silenzio per i gravi fatti di Nassirya . Fatti che dimostrano che bisogna spezzare la spirale perversa guerra/terrorismo ritirando le truppe di occupazione dall’Iraq.
Ma se si vuole per davvero costruire la pace è necessario contrastare anche attraverso il favorire la riconversione dell’industrie belliche.
La proposta di legge di iniziativa popolare e l’odg votato in Commissione arriveranno in aula del Consiglio regionale ( il cui calendario sarà definito nei prossimi giorni) dove,per quel che ci riguarda, continuare la nostra azione coerentemente con gli impegni assunti con il movimento.
Riteniamo però importante che siano promosse iniziative pubbliche di pressione affinché la maggioranza possa modificare i suoi comportamenti.
DISARMO in Lomabardia
Queste politiche di pace devono affermarsi attraverso scelte concrete, che vadano oltre la testimonianza, la protesta, la denuncia: per questo siamo convinte/i che si debba prendere una strada opposta a quella della militarizzazione, e questa strada è quella del DISARMO, della riduzione delle spese militari, della smilitarizzazione dei territori (a partire dal rifiuto di possedere armi nucleari)
Queste politiche hanno bisogno di leggi ma anche di un consenso che nasce dai territori, in particolare da quelli in qualche modo "coinvolti" nel sistema
della militarizzazione. Parliamo dei luoghi della produzione bellica, delle località dove esistono basi militari, porti nucleari, ecc. La nostra proposta per disarmare
i territori è una grande occasione per costruire uno sviluppo diverso di questi stessi luoghi, per orientare alternative produttive e sociali.