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Mercoledì, 1 Luglio, 2009 - 14:33

SGOMBERATO L'EX-CINEMA APOLLO DI MONZA

SGOMBERATO L'EX-CINEMA APOLLO DI MONZA, OCCUPATO DAL BOCCACCIO. UN INTERVENTO DETTATO SOLO DA RAGIONI POLITICHE
Stamattina presto, le forze dell’ordine hanno sgomberato con la forza l’ex-cinema Apollo di Monza, occupato sabato scorso dai ragazzi del centro sociale Boccaccio. Un intervento ingiustificato, con il contorno di inutili violenze – un ragazzo è finito al pronto soccorso a causa delle manganellate - e dettato da ragioni esclusivamente politiche.
Infatti, l’occupazione non rappresentava certo un problema di ordine pubblico, tanto meno toglieva qualcosa a qualcuno. Anzi, semmai aggiungeva qualcosa alla città, ridando vita a uno spazio abbandonato al degrado sin dal 2004.
Gli attivisti del Boccaccio, il centro sociale monzese sgomberato l’anno scorso, alcuni mesi fa avevano persino promosso una petizione per chiedere che lo stabile venisse recuperato e messo a disposizione della cittadinanza. Ma nessuna risposta concreta è arrivata dal Comune e non ci risulta che esista alcun progetto sull’area.
Ora l’ex-Apollo è stato sgomberato e di nuovo assegnato all’abbandono e al degrado. Probabilmente assisteremo al solito scaricabarile su chi ha deciso l’insensata azione di forza di stamattina. È stato il Prefetto, oppure il Questore, o quel Sindaco di Monza, il leghista Mariani, che soltanto due giorni fa si era dichiarato pubblicamente disponibile a un confronto con i ragazzi?
Comunque sia, la sostanza non cambia. Prendiamo atto che le istituzioni preferiscono consegnare spazi al degrado, pur di non permettere a dei cittadini che non la pensano come il centrodestra di fare attività culturale, sociale e politica. E chi se ne frega se a Monza, come in altre città lombarde, gli spazi pubblici e sociali a disposizione dei cittadini, specie se giovani, sono sempre più rari.
Da parte nostra esprimiamo piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del Boccaccio, auspicando - cosa di cui anzi siamo certi - che da domani in poi ricomincino la battaglia perché Monza non venga ridotta a una città dormitorio.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer

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