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Giovedì, 5 Giugno, 2008 - 14:52

Cinema - Dream Boy

da NoirPink
http://noirpink.blogspot.com/

Fine anni Settanta. Nathan, un adolescente sognatore, timido, un po' imbranato e gay, si trasferisce in uno sperduto villaggio della Louisiana, nel grande e vuoto sud agricolo degli Stati Uniti. E da qui in poi è abbastanza inutile proseguire nel raccontare la storia di “Dream Boy”, film del regista e sceneggiatore americano James Bolton, tratto da un omonimo romanzo del 1995 del cupissimo scrittore Jim Grimsley.
Come avrete già potuto immaginare, Nathan è vittima di violenze da parte del padre, incontrerà il suo primo amore (il biondino Roy), i due innamorati dovranno scontrarsi con il clima oppressivo della cittadina, fino a un finale ovviamente tragico, causato, altrettanto ovviamente, da un omosessuale represso e omofobo, roso dall'invidia, dalla paura e dal disprezzo interiorizzati.
Una storia già sentita, già letta e già vista per un numero tale di volte che non è più possibile tenerne il conto. Insomma, una trama che di nuovo non sa dirci nulla, se non ripeterci per l'ennesima volta la storia del Giovane Gay Timido che Finirà Male.
Ma se, dal punto di vista della storia che racconta, “Dream Boy” risulta sostanzialmente inutile, qualcosa di buono riesce comunque ad offrire.
Offre una qualità tecnica certamente più alta della media, anche se non riesce mai ad emozionare realmente. Offre anche giovani attori (Stephan Bender, già visto nei panni del Clark Kent adolescente di “Superman Returns”, e Maximillian Roeg, che tanti cuori ha infranto nel pubblico) con notevoli capacità interpretative, anche se non sfruttate appieno. E poi si tratta di un film abile nel raccontare i ritmi lenti e i rumori ovattati di una comunità rurale, il senso di soffocamento che una piccola cittadina, una famiglia e una parrocchia riescono a trasmettere, mostrando semplicemente la loro cupa “normalità”, senza ricorrere a forzature o a iperboli. Ed è delicato e dolce, ma mai sdolcinato, il racconto dell'esplorazione del corpo dell'altro, dei primi baci, delle prime carezze, delle prime esperienze sessuali.
Ma l'aspetto più interessante e sorprendente è la decisione di raccontare l'orrore della violenza (familiare e non) contaminandosi con il linguaggio, i colori, le musiche e le inquietudini del genere horror. Per ricordarci che i fantasmi in circolazione in questo mondo sono davvero tanti e di molti tipi diversi. Uno appare anche nel finale, di una dolcezza un po' stucchevole, ma che, in fin dei conti, non stona in un film adolescenziale.

Il film è stato presentato alla Berlinale a febbraio e al Festival Mix di cinema gaylesbico e queer culture di Milano a giugno (http://www.cinemagaylesbico.com/).

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