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Martedì, 6 Maggio, 2008 - 11:03

Quando il male diventa normale e banale

Sono preoccupato, veramente preoccupato. Vedo un acuirsi senza precedenti di fenomeni gravi di violenza e di efferata brutalità contro persone. Ho letto, per esempio, che a Busto Arsizio un anziano partigiano è stato offeso e ingiuriato in publica piazza da ragazzi appatenenti a gruppi di estrema destra neofascista: il fatto è grave se si esamina l'assenza di interventi da parte dei passanti, che sono rimasti immobili a guardare l'indegno spettacolo. Ho letto che a Roma, alla vittoria di Alemanno, la stessa notte, la notte nera, un gruppo di giovani facinorosi ha colpito a martellate la lapide che ricorda la strage delle Fosse Ardeatine, tanto per dire che ormai alcuni gesti di violenza ed eversivi sono consentiti perchè esiste la percezione che ci sia una certa non perseguibilità, di impunità, di leggittimità per alcuni versi.
Ho letto che pochi metri da noi, a Milano, il centro "culturale" Cuore Nero ha organizzato delle vere e proprie ronde intimidatorie nei confronti di associazioni giovanili antifasciste in procinto a organizzare nella propria zona, nel proprio quartiere, manifestazoni di grande impatto civico e sociale. Ho letto delle ronde "padane" che sono state organizzate contro i nomadi e per indurli in diversi modi ad abbonare i propri campi, nonchè veri e propri incendi di baracche di Rom e di Sinti a Opera, presenti su un terreno concesso dall'amministrazione, artatamente predisposti da gruppi organizzati e gestiti da colui che oggi è sindaco della stessa città, e che ancora si vanta del "bellicoso gesto" attuato e approntato.
Ora leggo e apprendo con rabbia e rammarico della morte di un giovane a Verona seriamente malmenato e fisicamente percosso da cinque ragazzi già perseguiti per reati di simile portata, molti dei quali responsabili di aggressioni a sfondo razzista, violenza negli stadi, vicini agli ambienti di estrema destra veronesi. Due degli aggressori sono ancora in fuga in Austria, mentre gli altri tre si sono costituiti. Il giovane designer, Nicola Tommasoli, è stato pestato fino a ridurlo allo stato comatoso perchè si era rifiutato semplicemente di negare una sigaretta alla richiesta fatta da uno della pericolosa banda di criminali. Il sindaco di Verona ha tenuto subito a precisare che l'aggressione non è di stampo ideologico: nessuno ha rivendicato l'atto, è chiaro, anzi tutte le forze di estrema destra si sono subito preoccupate di scagionarsi da ogni responsabilità in merito. Quando si dice "exscusatio petita" forse una certa "accusatio" esiste e permane.
L'accusa riguarda al fatto che il male a la violenza sono diventati nel linguaggio comune "drammaticamente normali" e legittimi nel momento in cui abbiamo forze istituzionali che minacciano l'uso dei fucili contro lo stato, nel momento in cui esiste chi organizza ronde e spedizioni punitive contro "l'immigrato", contro il "diverso", nel momento in cui esiste un modello comunicazionale di massa che esalta la violenza in tutte le sue forme, rendendo perfino inutili e alquanto insesnate le misure esistenti nei codici televisivi di inaccessibilità per i minorenni della visione di determinati programmi in dieterminate fasce di orario del palinsesto.  
Non è forse quasi eziologicamente connesso come sillogismo comportamentale tali manifestazioni con le parate di coloro che, avendo responsabilità istituzionali, salgono sui treni della tratta Milano Torino disinfettando i sedili perchè si sono sedute le prostitute "negre", oppure con le espressioni incivili di uomini del calibro di un prossimo ministro leghista del futuro governo di centrodestra che chiama l'abitante dell'Africa con la disonorevole dizione di "bongo bongo", oppure, infine, con le manifestazioni barbariche promosse davanti alle moschee in compagnia di maiali al guinzaglio?
Non esiste in questa occasione alcuna responsabilità politica da parte di chi alimenta quell'insano istinto bestiale e primordiale tipico della filosofia hobbesiana "homo homini lupus", con una differenza, però, la gratuità di tale ignobile sentimento e non la sua provocazione per animalesca necessità di sopravvivenza primitiva?
La banalità del male potrebbe essere la lettura di questi fenomeni di disumana portata. Anna Harendt diceva che il fatto più inquietante dei crimini commessi da una popolazione, quella tedesca, e non solo ricorderei anche quella italiana, contro altri popoli, per lo sterminio totale di un intero popolo, quello ebreo, e non solo, tramite l'olocausto, era dovuto alla normalizzazione dell'atto e del terribile progetto. Non solo: Eichmann, uno degli artefici più zelanti, se si può dire, di tale programma efferato, era un normale e tranquillo lavoratore in una società elettrica austriaca e per noia, quasi per divertimento, ha scelto di aderire al partito nazista. Così come lo stesso Hitler, la mente che ha generato questo crimine contro l'umanità, che ha instaurato una dittatura totalitaria e sanguinaria, era un banale imbianchino.
I cinque ragazzi criminali sembrerebbero tutti appartenere a un contesto normale, di tranquilla vita di periferia, spesso provenienti da famiglie benestanti, studenti o lavoratori: come in Arancia Meccanica dove i "drughi", la banda della giovane compagnia di violenti, alla sera si ritrovavano nel famoso locale a bere latte trattato con altre sostanze stupefacenti e decidevano chi avrebbe dovuto essere la vittima della loro notte perversa: a volte l'insegnante di ballo, altre volte la coppia alto borghese di intellettuali, un'altra volta tragicamente un povero "clochard" indifeso e coricato sotto uno squallido ponte della città. Il perchè di tutto questo, delle "bellica gesta", come spesso viene evidenziato in alcuni manifesti apologetici di fascismo promossi da organizzazioni di estrema destra, è esecrabile, è irrazionale, disumano, assurdo, bestiale, tragicamente inconcepibile.
Un concetto è chiaro: quando la banalità del male si vede e si legge nella storia degli artefici di un simile gesto inverecondo e omicida forse la nostra convivenza civile, quella descritta da Rousseau nel "Contratto sociale", soffrirà di momenti preoccupanti e pericolosi per la sua tenuta.

Alessandro Rizzo

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