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Giovedì, 6 Marzo, 2008 - 11:42

Perchè voto e faccio votare La Sinistra, L'Arcobaleno

Mi capita spesso di incorrere nei diversi colloqui, da quelli amichevoli a quelli con persone che collaborano nelle diverse attività sociali e culturali a cui partecipo, a quelli con cittadine e cittadini che mi capita di incontrare per strada, magari in zona 4, dove sono consigliere, e da più parti avverto un'esigenza insormontabile di capire, conoscere, di informarsi per fare scelte giuste e necessarie. Esiste una conseguenza diretta nella percezione delle persone, di sentimenti chiaramente democratici e antifascisti, quelle che frequento io o con cui lavoro sono ispirate da questo sostrato valoriale, della confusione in cui il sistema politico istituzionale italiano si trova oggi come oggi. Molta è la delusione derivata dalla fine di una stagione che sembrava potesse incoronare quella frase e quello slogan usato durante le primarie dal comitato sostenitore di Bertinotti Premier de L'Unione:"Vuoi vedere che l'Italia cambia davvero".
L'Italia in massima parte non è cambiata molto e le aspettative programmatiche, che erano fortemente, e tali rimangono, avanzate, del centrosinistra dell'aprile 2006 sono rimaste evase nella loro maggior parte: la precarietà, che non è solo lavorativa ma anche esistenziale, e colpisce molti giovani, è ancora esistente e regolata "non regolata" dalla nefasta legge Biagi, ancora vigente; l'immigrazione viene reputata ancora nella sua clandestinità un reato penalmente perseguibile e non, come negli altri paesi europei, condizione di disperazione da sanare socialmente; la casa rimane, nonostante la finanziaria 2008 che istituisce un fondo per edificare case di edilizia convenzionata o pubblica, da 30 anni non si disponevano importanti misure di tale portata, un problema dati gli alti costi dei mutui e degli affitti soprattutto per le nuove generazioni, obbligate, caro Padoa Schioppa, non per propria scelta ma per coazione a rimanere "bamboccioni" a 35 anni; l'emergenza rifiuti ha dimostrato il fallimento di non politiche di intervento locali e regionali a garantire una gestione ecosostenibile e opportuna per quanto riguarda gli scarti del benessere opulento in cui ci troviamo.
Ma potrei proseguire ancora: non è stata fatta una legge sul conflitto d'interessi per cui ci troviamo ad avere un possibile e avversabile futuro premier con proprietà varie nel campo mediatico, imprenditoriale e assicurativo bancario, non sono state abrogate le leggi ad personam, la vergogna dell'Italia in Europa, quelle che assicurano impunità e non perseguibilità per Berlusconi e accoliti, la depenalizzazione del falso in bilancio varata dal governo Berlusconi con grande solerzia ha assicurato a Berlusconi stesso, beneficiario come imputato e autore come presidente del consiglio del dispositivo, una sentenza di proscioglimento in quanto "il fatto, grazie alla legge, non sussiste" per il caso SME.
Non esiste, e questa è grave, una legge che assicuri alle coppie civili di fatto una gamma di garanzie e di diritti che sono oggi previsti per le coppie di diritto, quelle fondate sul "matrimonio": si sono avvicendate diverse proposte, dai DICO ai CUS, che non hanno visto impegno da parte di tutta la coalizione, anzi l'ostilità e l'osteggiamento da parte delle aree centriste e cattoliche, a varare una normativa che garantisse al compagno o alla compagna di una persona di stabilire rapporti legalmente riconosciuti implicativi di diritti e di doveri, da quelli sulla successione a quelli del sostegno morale e fisico.
Questi punti che rivendicano un cambiamento possibile e necessario per l'Italia rimangono espressioni di "cahier de doleances" che non hanno avuto in questi anni risposta politica adeguata: forse un impegno politico è necessario affinchè quel "vuoi vedere che l'Italia cambia davvero" non sia solo motto utopistico, un auspicio, ma realtà, possibilità.
Mi si chiede, sempre nei miei lunghi colloqui attuali, tipici di un clima di campagna elettorale non prevista, nè prevedibile, almeno che non si abitasse a Ceppaloni o in Vaticano con Bagnasco, qual'è la differenza tra un Partito Democratico e La Sinistra, L'Arcobaleno, dato che entrambe le forze parlano degli stessi problemi e urgenze sociali e danno risposte da diverse persone ritenute "sloganistiche", generali e generalizzanti.
Io penso che, invece, una differenza esista e rimanga. E' chiaro abbiamo governato fino a oggi insieme, anche se il Partito Democratico nei suoi manifesti rivendica una certa discontinuità con l'esperienza di governo, quasi come fosse forza diversa e altra rispetto al gruppo parlamentare di maggioranza assoluta nell'ambito della coalizione di governo uscente.
La Sinistra, L'Arcobaleno nasce da un presupposto: occorre fare tutto ciò che era nelle aspettative elettorali e politiche, ma anche culturali, soprattutto culturali e valoriali, delle elettricie  degli elettori dell'aprile 2006, erano tante e tanti, e che hanno votato non solo per la speranza di cambiare pagina per un Paese messo in ginocchio e vilipeso civilmente da una destra reazionaria e revanscista, licenziando l'autore principale di questo disastro economico, culturale e sociale, Berlusconi, ma anche perchè corroborati da valori e idee che disegnavano uno sviluppo sociale diverso, altro, innovativo ma collettivamente compatibile.
Bene: noi come sinistra avevamo chiesto in dicembre una verifica di governo, proprio nel momento in cui si dava inizio alla politica redistributiva, quella dei salari e del loro adeguamento, attingendo dal copioso tesoretto, che non era un'invenzione, e che doveva essere gestito tramite decreti attuativi volti a dare di più a chi meno ha, quindi ai precari, ai disoccupati, ai cassintegrati, e sono tante e tanti. Noi abbiamo proposto una verifica di governo, ma alla vigilia dell'appuntamento qualcuno, interno alla coalizione con responsabilità ministeriali, ma anche esterno oserei dire, con proclami faziosi e strumentali, ha deciso di affossare lo stesso governo, aprendo un periodo di incertezza e di confusione nocivo per il Paese, appena uscito da un duro, ma opportuno, risanamento economico (oggi l'Europa dice che l'Italia ha i conti giusti).
Nella verifica si sarebbe richiesto di attuare le premesse programmatiche che ricalcavano le basi de L'Unione del 2006: questo non è avvenuto, e la sinistra ha dovuto spesso "ingoiare" rospi per giusto dovere di fedeltà e vincolo coalizionale.
Oggi ci presentiamo da soli, per nostra non volontà ma per conseguenza di una scelta veltroniana di licenziare la sinistra per andare da solo e confrontarsi da solo a livello elettorale: noi avevamo chiesto di provvedere a venire a scelte tecniche di desistenza o di non belligeranza utili a non creare competizione tra due realtà che avrebbero potuto ritornare a governare il Paese, arginando il pericolo, oggi esistente, di una riedizione in salsa tartara di un Berlusconi ter. Andiamo da soli e abbiamo iniziato un percorso che definirà la costruzione di un soggetto unitario politico, come sottolineato da Bertinotti, nostro candidato premier. Non sarà un cartello elettorale e chi avesse questa intenzione sarebbe opportuno che la chiarificasse nell'immediato periodo, perchè la necessità di una sinistra nuova, valoriale, culturale, per modificare il presente e per costruire un futuro di giustizia sociale e di solidarietà, di pace e di nonviolenza, di eguaglianza e di ecosostenibilità, è presente in quelle persone che oggi si trovano essere precarie, si trovano impossibilitate a costruire un'esperienza di coppia con chi amano, si trovano disoccupate ed escluse dal mondo del lavoro, dal mercato, definizione orribile, del lavoro, si trovano a vivere in edifici dove ancora è presente l'amianto, si trovano a vivere in un ambiente inquinato, si trovano a non riuscire ad arrivare a fine mese perchè gli stipendi non sono sufficienti o perchè, semplicemente, non sono assicurati con continuità, si trovano, giovani, a dover emigrare in quanto ricercatori non hanno risposte alle offerte oggi inesistenti nel campo della ricerca scientifica, si trovano a fare lavori in nero pur essendo in pensione in quanto rientranti nella classe dei poveri, che sta aumentando a dismisura.
Rivolgiamo le attenzioni a queste persone perchè, come scrive Rossanda, sono i deboli di un capitalismo selvaggio che ormai ha omologato le esperienze e le proposte politichezione passivante. Credo, invece, che occorra dire che il capitalismo oggi come oggi non è l'unico modello di sviluppo possibile, anzi è un modello da superare per addivenire a forme di organizzazione economica diverse, altre. Modelli forse già sperimentati, come quelli che troviamo nelle realtà locali dove esiste una partecipazione di tutte e di tutti alle scelte che riguardano l'amministrazione delle risorse locali, dalle muncipalizzate alle cooperative, ai consorzi.
Partecipazione nell'economia per uno sviluppo coordinato: in quanto, come scrivono molti urbanisti, uno sviluppo delle città non collettivizzato rischia di mettere in pericolo il futuro benessere sociale e collettivo, relegando l'amministrazione a pura rappresentazione e il territorio a pertinenza dei più ricchi.
Scrive Rossana Rossanda:"In Italia la Sinistra Arcobaleno, in Francia le sinistre disunite comunista, ecologista, trotzkiste, in Germania la Linke (è quella che sta andando più avanti e sta obbligando la Spd a una riflessione cui era impreparata) hanno da rendersi conto di questa dimensione e passare dalla resistenza alla proposta". Io credo che occorra non solo arginare i pericoli e i fallimenti di un liberismo senza volto e senza volti ma, bensì, proporre un'alternativa possibile partendo da quella rivoluzione culturale, come diceva Mao, che sia innovativa e meticcia e che permetta alle diversità di esprimersi liberamente, cosa che non avviene in un sistema dove la logica del mercato sopravvale e prevale.
La Sinistra, L'Arcobaleno: l'immaginazione al potere forse è possibile. Ma è anche possibile dare il consenso a quella sinistra che oggi rischia di essere relegata a condizione marginale da un bipartitismo indotto e coatto che tende a semplificare in modo banale il dibattito politico e a restringere i canali di partecipazione politica. L'affermazione della sinistra potrebbe pesare un condizionamento di chi oggi considera più importante la spettacolarizzazione mediatica della politica e mette nomi e candidate candidati di facciata o roboanti come se la formulazione delle liste sia un mercato calcistico tra giocatori più abili e preziosi: la politica non è fatta solo di nomi ma di programmi e di progetti. La Sinistra ancora ha progetti perchè parte da ideali e valori, come scriveva Bobbio nella differenza tra destra e sinistra. Il Pd e il PdL vivono momenti di omologazione sia metodologica, le grandi kermesse di piazza che esibiscono una rappresentazione e non una rappresentanza nuova, sia di merito, ascoltando la confindustria e  rappresentanti del liberismo a discapito di un progetto di costruzione di un cambiamento di unaione. Il PD dice: non esistono, parliamo al Paese. Ma quale Paese? Se nelle liste abbiamo le vittime di uno sviluppo indegno, gli operai della Tyssen Kroup, costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno, come nel fordismo ottocentesco, da una parte, e Colannino, uomo dell'alta finanza, oppure Calearo, il fautore della "scioperata" proposta dello "sciopero fiscale", difensore a Vicenza nel marzo 2006 della creatività tremontiana. Come fare coestistere precari da una parte ed esponenti di quella confindustria che ha osteggiato l'accordo di ieri sulla sicurezza sul lavoro, giustamente considerati dal Ministro Damiano come coloro che ostacolavano le norme relative, oppure quelle federmeccanica che ha contrastato la contrattazione collettiva dei metalmeccanici?
Oggi sostenere La Sinistra, L'Arcobaleno è un impegno per dire che noi non stiamo a guardare, non stiamo alla finestra, non giochiamo più ma, anzi, vogliamo fare sentire la nostra voce e dire che cambiare si può. E si deve per noi, per i giovani e per le nostre future generazioni.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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