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Sabato, 1 Marzo, 2008 - 19:10

11 mila coppie civili con diritti a Pescara

PESCARA. UNIONI CIVILI, IL REGISTRO è PER 11MILA COPPIE
Rifondazione: «La città punta al futuro». Il Pdl: «No, è un’offesa ai cattolici»
venerdì 29 febbraio 2008

www.gaynews.it

di Lalla D’Ignazio

Acerbo: la sinistra ha vinto la battaglia in piena autonomia Melilla: no alle crociate

PESCARA. Dunque è fatta: entro un mese le undicimila coppie di fatto censite a Pescara avranno l’ufficio comunale dove recarsi per iscriversi al registro delle unioni civili istituito nell’ultimo assemblea civica. Basterà che convivano da un anno almeno, e che questo sia provato dalla residenza anagrafica, e uomini e donne che non vogliono sposarsi e gay, lesbiche e transessuali che non possono farlo avranno, volendo, alcuni dei diritti che il matrimonio garantisce.

Eterosessuali così come omosessuali conviventi potranno subentrare, in caso di morte del compagno o della compagna nella titolarità dell’alloggio popolare; godere di sgravi sulle imposte comunali, come Ici e Tarsu, al pari di famiglie con identico reddito. Perderanno i benefici se non vivranno più insieme. Tutto qui quello che stabilisce la delibera votata, a sorpresa e in extremis, da un manipolo di consiglieri incuranti dell’esodo dall’aula, dell’opposizione prima e di parte della maggioranza poi, che ha caratterizzato il finale di consiliatura targata D’Alfonso e la discussione sulle unioni civili: 14 i presenti, 10 i favorevoli 4 i contrari. Pochi, ma sufficienti a rompere il muro che dalla presentazione della proposta, - fatta due anni fa da Maurizio Acerbo e Viola Arcuri del Prc, con Fausto Di Nisio dell’Italia dei Valori, e Carlo Sprecacenere, del Psdi - si era alzato sui registri. La loro istituzione, come l’approvazione del consiglio, è un atto più che altro di forte valenza simbolica. E le reazioni, sul primo e sul secondo aspetto, ne sono la prova. «Si parla tanto di innovazione, bene: questo è nuovo», osserva Acerbo, «degno di una città che punta sull’intelligenza, sul futuro, sullo sviluppo compatibile. Un alto grado di tolleranza è indice di una città competitiva, come Pescara vuole essere, come ripetono amministratori e politici di ogni schieramento. E non si costruisce una città europea con scelte bigotte. Questa vittoria», incalza il rappresentante della Sinistra Arcobaleno, «significa anche che c’è bisogno di una sinistra autonoma, sfata un luogo comune e dimostra che si può stare nella maggioranza, come noi siamo stati in questi 5 anni, e condurre battaglie con determinazione e senza mercanteggiare sulla propria autonomia. Certo, in questi anni non abbiamo fatto assumere nessuno “per favore”, e ce ne scusiamo», ironizza, «ma la nostra forza sta nell’avere le mani libere». Questo vuol dire che non farete alleanze con il Pd alle comunali? «Siamo orientati per presentarci in autonomia al primo turno», risponde Acerbo, «anche perché non vedo il rischio di una vittoria della destra. Ma decideremo in accordo con tutte le forze che compongono la Sinistra Arcobaleno».

I Verdi abruzzesi «plaudono» all’istituzione del registro: «Una battaglia lunga quella portata avanti dalla Sinistra Arcobaleno e da alcuni componenti il Pd in Comune», affermano in una nota, «l’epilogo positivo porta la città adriatica tra quelle più illuminate d’Italia».

Una «conquista importante», la definisce il presidente del consiglio comunale Gianni Melilla. «Non dobbiamo alzare steccati tra laici e cattolici o fare crociate», aggiunge, «ma riflettere sui diritti e cercare di adeguarci a una legislazione viva in molti Paesi europei». «Quell’albo rappresenta un’offesa per il mondo cattolico», tuona invece il candidato sindaco per il Pdl Luigi Albore Mascia. «La nostra coalizione ha sempre visto come principio cardine della società la famiglia intesa come unione naturale di uomo e donna. Il nostro programma prevederà l’abolizione di tale registro».

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