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Venerdì, 9 Novembre, 2007 - 12:27

Lettera al Preside del Liceo Parini

Si infervora la campagna elettorale per il rinnovo dei consigli di istituto al Liceo Parini di Milano. E come ogni anno diversi collettivi, uniti elettoralmente in accordi politici dalla portata programmatica interessante, nello spirito unitario formulano richieste, ,istanze e proposte atte a rendere più democratico il sistema di condivisione della gestione amministrativa e didattica, nonchè sociale delle scuole. E' dal 1968 che la scuola apre le proprie porte di condivisione di linee di indirizzo e strategiche a una concertazione tra gli attori sociali che vivono la stessa: al Parini in tutta legittimità le studentesse e gli studenti di alcune liste chiedono distributori di preservativi all'entrata dei servizi, dei bagni scolastici. Il preside, Pedretti, risponde negativamente a questa richiesta e provvede a instaurare un forte clima di tensione tra la popolazione studentesca e le volontà direttoriali dell'istituto. Perchè i preservativi a scuola? L'esigenza di esprimere attività sessuali è naturale nelle giovani generazioni: è un bisogno fisiologico che non può essere represso e silentito da atteggiamenti di genere "confessionalista", "ideologici" e direi alquanto ipocriti. Non è l'astinenza l'antidoto contro la contrazione di malattie a trasmissione sessuale di diversa entità: ma è la consapevolezza di una vita sessuale responsabile e cosciente che fa del soggetto una persona con cognizione delle conseguenze derivabili da un atto che non può essere represso o evaso, in quanto questa risulta essere una richiesta innaturale e inconcepibile in una visione laica della centralità della persona.
La richiesta delle ragazze e dei ragazzi è esempio di grande senso di responsabilità, di grande senso di rispetto per sè e per gli altri, di grande coscienza etica e maturità: rispondere con una chiusura alquanto ideologica è un comportamento inadeguato e fortemente controproducente non solo perchè rischia di alterare un clima che deve essere di collaborazione e di tutela della vita delle adolescenti e degli adolescenti, ma anche perchè rischia di diventare un comportamento che genera un precedente deleterio per la struttura educativa e formativa delle persone.
La vita sessuale, la componente sessuale della persona non può essere soffocata o silentita come "tabù" culturale nella fase di crescita adolescenziale della ragazza e del ragazzo: tale comportamento rigido rischia di compromettere uno sviluppo completo e armonico della persona, con complessi psicologici e deformazioni devianti fortemente compromettenti l'autodeterminazione responsabile della persona.
Ci ripensi Professor Pedrotti: non è con la logica illogica delle proibizioni che si genera uno spirito libero e civile consapevole delle future generazioni ma, bensì, è attraverso lo spirito di condivsione, dialogo e comprensione che si riesce a formare la base caratteriale di un individuo maturo e fortemente consapevole del proprio ruolo e della propria funzione in un contesto collettivo e sociale generale, diffuso, in un equilibrio dei rapporti con sè e con le altre persone.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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