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Venerdì, 5 Ottobre, 2007 - 19:16

L'omosessualità non è una malattia!

L'omosessualità non è una malattia!
PROPOSTA DI ATTUAZIONE DELLA DELIBERA CONGRESSUALE che al XII Congresso nazionale Arcigay ha accolto l'ODG presentato dal Comitato provinciale Arcigay Roma Web Staff, 28 settembre 2007 In esecuzione della delibera con cui il XII Congresso nazionale ha accolto l'Ordine del giorno del Comitato provinciale Arcigay di Roma, avente ad oggetto la richiesta al Ministro della Salute e agli Ordini degli psicologi e dei medici di assumere una posizione chiara sull'omosessualità, e sulle teorie distorte che la ricostruiscono come "patologia" suscettibile di cure mediche e psicologiche, e, in considerazione del mandato che il Congresso ha affidato al Consiglio nazionale di istituire nella sua prima seduta un tavolo tecnico che elabori un documento, come determinato dal medesimo ODG;

si propone al Consiglio nazionale di istituire un tavolo tecnico così composto:

FEDERICA DE SIMONE - psicologa - Responsabile Gruppo psicologi Arcigay Roma e GayHelpLine;

LUCA PIETRANTONI - psicologo - Docente di Psicologia sociale;

PAOLO RIGLIANO - psichiatra e psicoterapeuta - componente della Commissione AIDS del Ministero della Salute.

Bologna, 23 settembre 2007
Approvata dal Consiglio nazionale Arcigay

Ordine del Giorno - XII Congresso nazionale Arcigay

Teorie che sono in pieno contrasto con quanto indicato dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV), in cui si afferma che l’omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993.

Negli ultimi tempi, a causa del dibattito aperto sulla questione dei Dico, vi sono settori del mondo medico, politico ed ecclesiastico che comunicano all’opinione pubblica attraverso dibattiti pubblici, televisivi e su carta stampata teorie secondo le quali gli omosessuali sono persone malate e bisognose di cure finalizzate a convertire questi soggetti in eterosessuali.

Si fa presente inoltre che, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che il comportamento omosessuale non corrisponde ad un disturbo mentale, ma debba essere considerato come una variazione dei comportamenti sessuali e quindi rientrare nell’oscillazione della normalità.

Tali teorie o dichiarazioni, a nostro parere, oltre ad offendere la popolazione omosessuale che da anni lotta per la piena integrazione, producono sul piano sociale forti elementi di esclusione delle persone omosessuali, soprattutto, dei più giovani adolescenti. Essi, subendo tale sofferenza morale possono essere condotti a forti stati depressivi reattivi ai comportamenti discriminatori dovuti a tali teorie.

Si fa presente che in tali condizioni, il forte vissuto di solitudine, disperazione, può culminare in condotte di tipo suicidario, come accaduto di recente al giovane adolescente di Torino. E’ implicito anche che queste condizioni favoriscono la ghettizzazione e l’esclusione sociale e che una disinformazione di questo tipo può solo essere legata ad interessi di parte che nulla hanno a che vedere con i bisogni personali e di comunità delle persone. Per quanto sopra esposto e al fine di evitare che tali teorie producano danni anche di natura irreversibili alle persone si

decide di dare mandato al Consiglio nazionale

affinché istituisca nella sua prima seduta un tavolo tecnico composto da professionisti di rilievo a cui delegare la preparazione entro sei mesi di un documento, da presentare al Consiglio stesso, volto a rispondere all'esigenza che l'Onorevole Ministro e gli Ordini degli psicologi e dei medici prendano una posizione che produca chiarezza in merito alla questione omosessualità e patologia, al fine di neutralizzare le sopra-menzionate distorte teorie e salvaguardare la vita delle persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale.

Approvato dal XII Congresso nazionale Arcigay - 12 maggio 2007

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