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Lunedì, 10 Settembre, 2007 - 16:37

UOMO CAVIA: esperimenti nei lager su omosessuali

UOMO CAVIA

 

Esperimenti su omosessuali nel Lager di Oranienburg

 

Rome Gay News”, N. 465, 25 febbraio 2006
Dopo la distruzione del movimento omosessuale tedesco operata dal nazismo, e la catastrofe della seconda guerra mondiale, negli anni Cinquanta ripresero alcuni timidi tentativi di ricostruzione. Una delle prime pubblicazioni ad apparire fu “Der Weg” (“La Strada”), che nel sottotitolo si presentava come giornale per “l’amicizia e la tolleranza”. Nel 1953 vide la luce “Humanitas”, organo ufficiale della "Società per i Diritti Umani" ("Gesellschaft für Menschenrechte"). Fu su questo mensile che, nel corso dell’anno successivo, apparve una serie di articoli considerati il “primo, autentico rapporto sulla detenzione degli omosessuali nei campi di concentramento“ (Rector, “The Nazi Extermination of Homosexuals”, Stein and Day, New York, 1981). Quello che segue è l’articolo iniziale di questa serie; quello che fece conoscere a chi non sapeva, o non voleva sapere, la triste sorte degli omosessuali nei campi di concentramento. Non era mai apparso prima in italiano: grazie a Enrico Oliari per la traduzione. (Massimo Consoli)
Da “Humanitas”, 2.Jahr Nr. 7 – Hamburg / Juli 1954
UOMO CAVIA

 

di Classen von Neudegg
traduzione dal tedesco di Enrico Oliari
Dal mio diario del 1939 – 1945  Campo di concentramento di Oranienburg
Il lettore di “Humanitas” mi deve scusare se ogni tanto ricordo i fatti e gli avvenimenti del III Reich, e se con insistenza chiedo di non ripetere e di non approvare i metodi di quel tempo. Solo preservando la conoscenza si può proteggere il futuro dal continuare gli errori e dalle conseguenze del passato.
Allora, in Germania, l’uomo non era più un corpo con uno spirito e il prodotto dell’amore del Creatore, ma veniva giudicato solo come prodotto di un valore o di un non valore razziale, e veniva classificato come segue:
a)      Superuomo, cristallizzato dall’elite del partito: il Fuehrer.
b)      Uomo, suddiviso in seguaci di questa corrente e quelli che potrebbero diventare seguaci.
c)      Sottouomo, la feccia dell’umanità: pederasti ed ebrei.
Con questi ultimi gruppi elencati venivano riempiti i bidoni dell’immondizia della nazione, cioè i campi di concentramento, e usati per essere spremuti e ricavarvi ancora qualcosa.
Per questo scopo c’erano alcune possibilità...
Posso ricordare una di queste? Intanto luogo e tempo del fatto:  il campo di concentramento di Oranienburg-Sachsenhausen, estate 1944.
Una mattina c’era nuovamente tanta agitazione fra i pazienti della mia baracca dell’ospedale dovuta alla paura e alla incertezza per le regole imposte dall’amministrazione delle SS. L’impiegato della divisione politica aveva richiesto e ritirato certe cartelle cliniche da parte dell’istituzione di controllo. Cosa avrebbe potuto significare? Pericolo di trasferimento? Squadrone delle iniezioni letali? Le curve della febbre si alzavano rapidamente. Gli ammalati erano pieni paura e paralizzati dallo spavento. Dopo alcuni giorni venne rivelato il brutale segreto delle carte richieste: erano stati richiesti esperimenti col fosforo su persone vive, cioè dovevano essere ricercati e provati dei metodi per guarire le ferite da fosforo. Agli “oggetti” dovevano essere inferte ustioni da fosforo e poi medicati secondo il protocollo. Per tali esperimenti erano da utilizzare:
-         ebrei
-         omosessuali
Gli esperimenti dovevano essere fatti in modo spontaneo, eseguiti con cura e sorvegliati continuamente. Il medico del lager responsabile doveva consegnare personalmente i rapporti del reparto di sperimentazione all’Ufficio della Sicurezza di Berlino.
Questi esperimenti vennero eseguiti con tutte le cautele per quanto riguardava l’igiene e la precisione, ma devo tacere sugli effetti collaterali, che si sono verificati con indicibile dolore, paura, sangue e lacrime, perché ciò è impossibile da esprimersi con le parole.
Ma posso e devo gridare: non dobbiamo mai più uccidere!

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