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Martedì, 26 Giugno, 2007 - 19:53

Sostenere Barack Obama per un cambiamento necessario

Sempre più Obama. E' assolutamente importante sostenere questo candidato per la candidatura alla Casa Bianca per il Partito Democratico. E' necessaria una svolta negli Stati Uniti d'America. Barak ha sconfessato anni e anni di legittimazione, da parte di deputati e senatori democratici, della guerra di aggressione in Iraq: ha detto, giustamente, che occorre ridare agli Stati Uniti d'America quella autorevolezza internazionale che fanno di questa potenza non uno stato propenso alla colonizzazione, all'esportazione della guerra preventiva, a quella guerra di espansione senza fine e senza termine, perchè globale, perchè permanente, ma occorre ridare agli USA quella sua caratteristica storica, che si legge nella Dichiarazione d'Indipendenza, dove chiaramente si enucleano diritti civili e umani contro l'oscurantismo feudalistico e medioevale. Sono, questi, presupposti dimenticati da parte della superpotenza, abbandonati in nome di un profitto e della ricerca di un profitto depredando le risorse naturali presenti in molti territori indipendenti di stati autodeterminati. E' giunta definitivamente l'ora di dire basta a una politica estera e internazionale assolutamente fallimentare che aumente le spese militari, tagli lo stato sociale, aumenta l'incertezza di un contingente la cui finalità è insensata come operazione bellica in Iraq, senza soluzione, senza termine. E' giunta l'ora di dire: ritiro immediato del contingente dall'Iraq, e promozione di un'autodetemrinazione di quel popolo, martoriato e angariato da mesi e mesi di occupazione e di tensione bellica civile distruttiva. E' giunta l'ora di irportare una nuova politica estera che sappia promuovere le grandi battaglie dei grandi ideali lungimiranti: l'ambiente, un nuovo sviluppo globale, la promozione dei diritti umani, inalienabili, la promozione dei diritti dei popoli. Questi sono gli intenti nelle diverse dichiarazioni espresse da Barak nei suoi comizi, comizi fatti tra le persone, tra lòe cittadine e i cittadini in una campagna elettorale sentita, avvertita, dei grandi sogni possibili, degli echi che ancora risuonano di quel mitico annuncio "I have a dream" risuonato nelle strade di New Orleans nella grande battaglia per l'emancipazione della popolazione e minoranza nera in America, espressa da Martin Luther King, a cui Barak spesso si riferisce. Obama potrebbe cambiare il volto di uno stato sanguinario, di uno stato che si è macchiato di ignominia con le diverse azioni belliche che hanno mietuto vittime innocenti nei vari angoli di questo pianeta. Ripartire come la grande tradizione liberale, democratica, pacifista americana vorrebbe e vuole. Quella dei cortei contro la guerra in Vietnam, quella delle mobilitazioni per i diritti civili, quella per i diritti delle minoranze, degli omosessuali, delle donne per l'aborto e per la loro emancipazione. Esiste un'altra America che è quella della mamma del soldato inviato in Iraq per combattere a nome di non si sa chi e per conto di non si sa chi, ma morto, sacrificato per nessun valore e nessun obiettivo, ammesso che si possa considerare una guerra avere obiettivi e finalità auliche. Esiste un'altra America che è quella della grandi mobilitazioni contro la pena di morte, ancora presente in gran parte degli stati, esiste un'altra America che è quella della convivenza, della fratellanza, dell'eguaglianza, dei diritti sociali, che vengono espressi ogni giorno da chi contesta le scelte scellerate di un'amministrazione irresponsabile; esiste l'America delle denunce alla Al Gore e alla Gugghenaim, che nel film documentario "An Incredible Truth", parlano scientificamente del futuro prossimo di un mondo ostaggio di coloro che per il profitto e per il lucro non considerano i cascami che questo sviluppo può determinare sull'intero sistema geoclimatico e umano. Esiste un'America della tolleranza, della laicità, che è quella in cui si denuncia la presenza di sette religiose che per interessi politici e di potere, nonchè di profitto, si autopromuovono come detentrici della verità assoluta, che si autoeleggono come le uniche assolute verita, dividendo la comunità, la collettività, individuando falsi nemici, acuendo con azioni di terrorismo psicologico gli scontri e le avversioni, mietendo odio, deviando l'attenzione delle persone frustrate verso obiettivi errati, che non sono i gangli di un potere causanti il loro malessere diffuso e generale, ma, bensì, sono quelli falsi, ideologici, inesistenti, incomprensibilmente immateriali. Barak parla di laicità, vuole eliminare la legge federale e l'emendamento costituzionale che vieta i matrimoni tra omosessuali. Sostiene la Chiesa Unionista, che da sempre viene considerata di tradizione culturale liberal e che già nel 1972 aveva ordinato un prete omosessuale in modo dichiarato e che celebra da due anni matrimoni tra gay. Eì ora di voltare pagina, America: il sogno americano deve ricominciare a essere visibile, percepibile. Altrimenti tutto il mondo ne risentirà: ricordate la lettera di alcune studentesse e di alcuni studenti che si scusavano per la rielezione dell'oscurantista e guerrafondaio Bush Jr, in cui loro dicevano che avevano votato per l'alternativa, ma che il dato elettorale era una vergogna per gli USA nei riguardi davanti al mondo intero? Non vorrei dare a queste sane persone una nuova opportunità di avvertire la sofferenza e la tristezza di una sconfitta, che sarebbe sconfitta per il mondo intero. Rinasci America.

Alessandro Rizzo

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