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Domenica, 27 Maggio, 2007 - 14:18

La Russia si scopre omofoba ma nessuno interviene?

Esistono ancora Paesi in Europa che non tollerano le differenze di orientamento sessuale. A Mosca si è messo in scena uno spettacolo indecente e veramente intollerabile per un Paese che da tempo viene considerato come potenza mondiale con cui confrontarsi, componente del G8, e da sempre interlocutore privilegiato soprattutto per accordi di natura economica e commerciale. Parlo della repressione che è stata attuata contro manifestanti nonviolenti e pacifisti di associazioni omosessuali davanti alla sede del sindaco di Mosca a cui intendevano recapitare una lettera a sostegno della causa per i diritti civili e il riconoscimento dei medesimi per gli omosessuali.
Si è chiusa con arresti, tra cui il radicale Marco Cappato, e alcuni esponenti del Parlamento Europeo, si parla di un deputato tedesco, nonchè alcune percosse contro manifestanti che intendevano solamente celebrare e ricordare la data della depenalizzazione dell'omosessualità in Russia. Marco ha parlato a Radio Radicale mentre era trasportato in una camionetta della polizia russa, dopo il fermo che gli è stato imposto. Ha raccontato le pagine tristi di questa vicenda che gettano chiaramente discredito nei riguardi di quella Russia di Putin a cui diversi esponenti occidentali, ricordo Berlusconi in primis ai tempi della sua presidenza del consiglio, guardano con interesse e amicizia, per meri scopi commerciali e di utilità aziendale. Temo che questo precedente porti in Russia una recrudescenza omofoba dalle proporzioni inumane: e questo si aggiunge anche a fatti e atti che sono tollerati, se non promossi dalla stessa autorità russa, di repressione e violazione quotidiana dei diritti civili. Mi viene in mente a propostio la questione cecena, lo stato di assedio di una regione che rivendica autodeterminazione e indipendenza ormai da tempo, ma nel cui territorio esiste un predomonio dai contorni ideologicamente razziali ma dagli interessi economici e affaristici da parte delle autorità russe e delle milizie sanguinarie dello stato. Ma ricordo anche Anna Politoskaia uccisa barbaramente mentre conducenva il proprio mestiere di giornalista impegnata per denunciare le nefandezze e le espressioni violente contro la popolazione cecena per interessi conducibili al controllo sui gasdotti e all'erogazione di questa lucrosa risorsa. La Russia ha decretato ultimamente con questo atteggiamento la sua esclusione da ogni considerazione di stato civile e democratico, all'insegna del rispetto dei diritti umani universali, all'insegna della laicità e del pluralismo. Gli esponenti delle forze di estrema destra, autrici degli ignominiosi atti di violenza perpetrata contro i presidianti, tra cui anche la nostra deputata Vladimir Luxuria, fortemente soggetta a percosse, sono state letteralmente benedette, prima di praticare la loro violenta mobilitazione, da autorità della Chiesa ortodossa, nonchè hanno per breve tempo dialogato con le stesse forze dell'ordine, che dovevano assicurare l'incolumità del presidio e difendere, secondo quanto stabilisce la legge internazionale, e nazionale, le persone che erano presenti.
Oltre al duro e violento intervento della polizia, bisogna sottolineare la gravità del fatto che il sindaco stesso abbia deciso di non concedere il permesso di manifestare liberamente alle associazioni per i diritti omosessuali, contrastando fortemente con l'ordinamento internazionale e quello statale, che riconosce, da poco, il diritto di libera espressione del proprio orientamento sessuale.
Ed è utile anche verificare quali siano stati i comandi e le direttive a cui la Polizia è stata sottoposta, data la gravità dell'assenza di qualsiasi tipo di intervento atto a rimuovere i pericoli di recrudescenze violente contro i manifestanti, perpetrate da militanti di organizzazioni razziste e nazifasciste di estrema destra, autrici di queste ignominiose azioni.
Infine non possiamo non considerare la connessione esistente tra queste ultime organizzazioni e alcuni apparati della Polizia di Stato, data la presenza di momenti di confronto e di concertazione verificatisi poco prima dell'azione e della repressione non placata da chi aveva dovere di farlo.
Come è possibile mantenere rapporti di qualsiasi natura con uno stato che permette, se non sollecita e tollera, atti di tale efferata portata contro nonviolenti manifestanti il diritto di emancipazione sessuale e di eguaglianza tra soggetti di orientamento differente?
La domanda sorge spontanea ma la risposta potrebbe chiaramente evincersi con drammatica portata: interessi mercantili sono gli unici che giustificano la ratio di tale atteggiamento di prosecuzione di rapporti amichevoli con chi reprime i diritti degli omosessuali e dei popoli, nonchè della libertà di espressione di pensiero.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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