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Sabrina Triola , Assoc.ne Radicale Enzo Tortora – MI
Eleonora Cirant, OSA Donna
GIOVEDI' 17 MAGGIOAlle ore 20,30
pressoCHIAMAMILANO Largo Corsia dei Servi
Il 26 aprile 2007 l' Europarlamento, riunito in seduta plenaria, ha approvato una risoluzione che invita gli stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni sofferte da coppie dello stesso sesso. La risoluzione condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi e istituisce per il 17 maggio una giornata internazionale contro l'omofobia.
Che cosa è l'omofobia?
L'omofobia è l'odio, la diffidenza, l'attitudine a discriminare coloro che preferiscono avere rapporti sessuali e affettivi con persone dello stesso sesso. Nella storia del genere umano l'omofobia ha caratterizzato alcune civiltà e non altre. In società diverse dalla nostra l'omosessualità non ha suscitato scandalo ed è stata considerata solo una variante del comportamento umano. Le ragioni dell'omofobia sono storiche, culturali e politiche.
Perché il 17 maggio?
Il 17 maggio 1990 l' Organizzazione Mondiale della Sanità ha depennato l'omosessualità dall'elenco delle malattie per considerarla ciò che effettivamente è, appunto una variante del comportamento sessuale. L'omofobia non è stata sempre uguale a se stessa. Nel medioevo l'omosessualità poteva essere punita con il rogo e il nazifascismo le riservò le camere a gas, ma al di là delle persecuzioni estreme l'omofobia continua a vivere in forme meno feroci: lo scherno, il disprezzo, la calunnia, l'obbligo a nascondersi e a tacere.
L'esistenza di ragazze lesbiche e di ragazzi gay può essere distrutta dal clima omofobico di un ambiente. Alcune settimane fa un ragazzo di sedici anni ha ritenuto che il suicidio fosse l'unica alternativa all'onta di venire considerato omosessuale. Tra le forme diverse dell'omofobia si deve ricordare anche quella che inseriva l'omosessualità nell'elenco delle malattie mentali e a cui la decisione del 17 maggio 1990 ha posto rimedio.
Perché ritorna l'omofobia?
L'omofobia non ha solo ragioni storiche e culturali complesse, a cui non è possibile nemmeno accennare in un volantino. Ha anche evidenti e semplici ragioni politiche. Leggi che riconoscono i diritti delle coppie omosessuali sono state approvate in quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale, preferibilmente da governi di sinistra, ma non di rado anche da governi di destra.
In Italia le forze politiche, con poche eccezioni, resistono anche alle forme di riconoscimento più blande per ragioni non difficile da capire.
La Chiesa cattolica ha da sempre proprio nel nostro paese un forte potere di condizionamento sul piano elettorale e la conseguenza è che pochi partiti trovano il coraggio di compromettere il numero dei loro seggi in parlamento promuovendo iniziative politiche sgradite al Vaticano.
La Chiesa cattolica è omofoba?
Quando si denunciano le responsabilità degli ambienti religiosi nel ritorno dell'omofobia, sarebbe meglio distinguere tra Chiesa e burocrazia vaticana. La Chiesa è la comunità dei fedeli e non pochi cattolici hanno un atteggiamento aperto e non persecutorio nei confronti dell'omosessualità, del lesbismo e del trasgenderismo.
A proposito della burocrazia vaticana vale la pena di ricordare alcuni particolari. In primo luogo è tutta rigidamente maschile. Il Vaticano è l'unico Stato del mondo occidentale in cui dalle cariche politiche sono escluse le donne, che non hanno accesso al sacerdozio e quindi ai ruoli nei quali si esercitano forme specifiche di potere.
La libertà e la dignità delle donne sono quindi le prime a essere negate di fatto. Non per caso il femminismo è stato spesso alla testa delle lotte per la laicità qui come in Iran o in Afghanistan.
Negli anni '70, per esempio, furono soprattutto movimenti di donne a mobilitarsi per il divorzio, l'aborto, la riforma del diritto di famiglia e a sviluppare la critica della famiglia patriarcale e coatta.
Bisogna anche ricordare che il rifiuto di riconoscere un'esistenza vivibile alle persone omosessuali non è l'unica caratteristica delle alte gerarchie cattoliche.
La burocrazia vaticana è contraria a tutte le forme di contraccezione che non siano la pura e semplice astinenza. In continenti come l'Africa in cui milioni di persone sono morte e continuano a morire di AIDS, l'opposizione delle istituzioni religiose all'educazione all'uso del preservativo ha contribuito non poco alla diffusione della malattia.
E' contraria ai rapporti prematrimoniali e anche a tutti i rapporti coniugali che non abbiano come obiettivo la procreazione, al divorzio, all'aborto , all'eutanasia o anche solo alla libertà di rifiutare l'accanimento terapeutico, come nel caso di Piergiorgio Welby, a cui sono poi stati rifiutati i funerali religiosi.
L'opposizione al riconoscimento delle cosiddette coppie di fatto va interpretato all'interno di questa logica e di questo insieme di norme. La difesa della famiglia non c'entra nulla. Che cosa mai toglierebbe alle persone eterosessuali il fatto che siano riconosciute anche le unioni di lesbiche e di gay? Il Family Day, cioè la manifestazione del 12 maggio, è in realtà solo una mobilitazione contro il riconoscimento di diritti alle persone omosessuali.
Abbiamo ancora il diritto di criticare la burocrazia vaticana ?
Criticare la burocrazia vaticana sta diventando in questo paese assai pericoloso. Per averlo fatto il conduttore del concertone romano del primo maggio si è beccato nientedimeno che l'accusa di terrorismo.
Noi vogliamo credere di essere ancora (ma per quanto?) in uno Stato laico e moderno e non confessionale e integralista.
Facciamo perciò due tipi di critica.
La prima è la pressione ininterrotta sulle forze politiche perché facciano di quelle norme leggi e divieti dello Stato laico. La seconda è la convinzione che in nome della religione tutto sia lecito.
Non è invece giusto rendere invivibile l'esistenza di milioni di esseri umani e alimentare un pregiudizio portatore spesso della peggiore violenza. Bersaglio della polemica non sono infatti solo i diritti, ma le persone stesse. I loro comportamenti sessuali vengono infatti considerati "disordinati" per definizione, cioè portatori di disordine e immoralità. Ora la sessualità è parte integrante della persona stessa e non c'è alcuna ragione laica per considerare "disordinato" il sesso tra persone adulte e consenzienti.
Non dimentichiamo che per molte centinaia di anni prima della Shoah gli ebrei sono stati coperti di insulti e calunnie e che fino a qualche anno fa la liturgia cattolica aveva una preghiera "per i perfidi ebrei". Era giusto? Evidentemente no, visto che Wojtila ha trovato poi il coraggio di chiedere scusa.
Le organizzazioni lesbiche, gay e trans attendono anch'esse le scuse per gli insulti ricevuti.
CONTRO L'OMOFOBIA: GIORNATA INTERNAZIONALE
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