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Venerdì, 13 Aprile, 2007 - 17:24

2.500 firme giustificano il razzismo

2.500 firme giustificano l’ennesimo atto di razzismo?
A Chiaravalle esponenti della Lega raccolgono 2.500 firme dalla cittadinanza per cacciare 80 rom.

 
Lo sgombero è stata la politica predominante, ma non si è rivelato una risposta costruttiva ed efficace e nega i diritti della minoranza più discriminata d’Europa. La sequenza di sgomberi avvenuti a Milano negli ultimi anni, per esempio, ha determinato un nomadismo forzato dei rom costretti a spostarsi all’interno dell’area milanese, in condizioni via via più degradate, pericolose e precarie, che ostacolano l’integrazione con il resto della cittadinanza.
 

Via Adda aprile 2004

250 persone

                 Via Caporizzuto giugno 2005                                                                     

                 700 persone

                 Via De Castilla giugno 2005

                 50 persone

                 Nosedo luglio 2005

                 100 persone

                 Via Lecco dicembre 2005

                 270 persone

                 Area ex-Falck settembre 2006

                 250 persone

                 Via Chiasserini ottobre 2006

                 50 persone

                 Via Ripamonti dicembre 2006

                 100 persone
 
Chiediamo che per Chiaravalle non venga applicata la stessa miope politica e che le istituzioni riconoscano possibilità alternative da progettare insieme alle persone rom direttamente interessate.
 
Viene dato per scontato che i rom debbano abitare in baracche o roulotte all’interno di campi isolati, senza considerare la possibilità e il loro diritto di abitare in case e luoghi dignitosi.
Anche oggi che i rom rumeni sono cittadini europei e non possono essere espulsi, mancano risposte efficaci alternative all’abitare precariamente i campi.
In alcune realtà italiane, compresa la Lombardia, sono stati avviati e condotti progetti di autocostruzione che possono tradursi nell’affidamento di aree dismesse o territori a famiglie rom che si costruiscano le proprie abitazioni, oppure nell’acquisto agevolato di terreno.
Perché non provare almeno per Chiaravalle ora una soluzione sperimentale alternativa, individuando nelle aree limitrofe cascinali abbandonati e/o zone dismesse da rivalorizzare con il contributo dei rom? Potrebbe essere un’occasione di confronto per mettere alla prova un modello abitativo diverso.
 
Per discutere le possibili proposte attuate e attuabili è auspicabile che l’assessorato alle politiche sociali e le istituzioni costituiscano un tavolo di confronto con i rom e con tutte le realtà da anni interessate e impegnate nella questione, per:
Ø      affrontare nell’immediato l’emergenza dei campi a Sud di Milano
Ø      confrontarsi sulle modalità abitative alternative ai campi attuali, ad esempio l’autocostruzione
Ø      decidere e attuare interventi per arginare i fenomeni di discriminazione e favorire una integrazione e un confronto civile all’interno della cittadinanza
Ø      affrontare e discutere un’azione a lungo termine sul territorio di Milano per una politica che prevenga situazioni di emergenza.
 
                        Adesioni

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