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Sabato, 17 Marzo, 2007 - 13:10

Università greche contro privatizzazione

Università greche in rivolta contro la privatizzazione
Il governo conservatore usa la mano pesante e tenta di criminalizzare la protesta. Atene: scontri e provocazioni
Pavlos Nerantzis

www.ilmanifesto.it

Atene
Universita al collasso, scontri tra polizia e gruppi di giovani incappucciati, manifestazioni di massa di studenti e docenti, arresti a catena. È il tragico bilancio del tentativo del governo di Kostas Karamanlis di far passare una riforma universitaria che pochi giorni fa è stata votata dal parlamento. Ieri gli scontri si sono trasferiti a Salonicco, città con il piu alto numero di studenti, mentre ad Atene sfilava ancora un altro corteo di protesta.
Tutto comincia poco prima di Natale, quando i conservatori entrano nel dibattito sulle riforme costituzionali con l'intenzione di cambiare l'articolo 16 e dare così via libera alla fondazione di università private. La prospettiva fa parte di un progetto governativo piu ampio per la riforma degli atenei, che, a sentire il ministro dell'istruzione, Marietta Koutsikou, prevede la riduzione di anni a disposizione degli studenti per completare i corsi e rende gli atenei piu antagonisti e indipendenti anche sotto il profilo economico.
«Con la privatizazione delle università, senza toccare i gravi problemi dell'istruzione fin dalla scuola elementare, la situazione peggiorerà», sottolineano docenti e rappresentanti del movimento studentesco, che hanno reagito unanimi. Una dopo l'altra tutte le facoltà nel paese sono state occupate, mentre il leader del Pasok, Jorgos Papandreou, inizialmente a favore della privatizzazione, ha dovuto fare marcia indietro anche perché la maggioranza dei socialisti si è espressa contro. Al centro dell'attenzione il carattere pubblico delle università e il diritto all'istruzione gratuita. «Il diritto costituzionale non si tocca» affermano gli studenti. «È un mito» sostengono i conservatori, viste le migliaia di studenti che ogni anno vanno all'estero a causa del numero chiuso nelle universita greche. Il sogno di ogni famiglia di vedere i propri figli laureati e non operai, obbliga i genitori a spendere ogni anno migliaia di euro in istituti privati che preparano gli esami di ammissione alle università. Secondo una ricerca della Confederazione Generale dei Lavoratori (Gsee), ogni anno le famiglie greche spendono complessivamente 4,3 miliardi di euro per l'educazione dei loro figli. A livello mondiale, tenendo conto dei 10 milioni di abitanti, la Grecia ha il maggior numero di studenti all'estero (piu di 50 mila).
Che gli atenei greci siano in crisi non lo nega nessuno. Lo senti nelle facoltà occupate, dove la partecipazione nelle assemblee è massiccia. Preoccupati i giovani per un avvenire incerto, preoccupati i docenti per il futuro dell'università. Poca ricerca, lauree sempre meno qualificate, scarsi finanziamenti. Nessuno, però, nemmeno i rettori degli atenei sono a favore di questa riforma, che «comunque sarà votata dal parlamento», come aveva fin da febbraio annunciato il governo, lasciando pochi margini di dialogo. «La riforma non potrà essere applicata». è stata la replica di studenti e docenti.
Dal quel momento in poi lo scontro è aumentato. Ogni settimana un corteo sempre piu di massa sfila per le vie di Atene. Ogni settimana la polizia in tenuta antisommossa si scontra con gruppi di giovani «ignoti» e comunque estranei al movimento studentesco. Lanci di candelotti lacrimogeni da una parte e di molotov dall'altra. Allo stesso tempo è partita una campagna di diffamazione. «La sinistra copre atti di vandalismo», ripetono ogni sera i notiziari delle otto, nonostante che testimoni dicevano di aver visto poliziotti discutere con giovani a volto coperto.
Una settimana fa i nodi sono arrivati al pettine. Nel parlamento cominciava il dibattito sulla riforma e nella capitale piu di 30 mila studenti manifestavano per esprimere pacificamente il loro dissenso. Quando il corteo ha raggiunto la centralissima piazza Syntagma, dove sorge il parlamento, gruppi di giovani incappucciati hanno cominciato a scagliare bottiglie incendiarie. Le fiamme hanno avvolto una vicina garritta in legno, a pochi passi dal monumento del milite ignoto sulla facciata del parlamento, simbolo di libertà e resistenza per tutti i greci. Gli Euzones, i caratteristici soldati presidenziali con il gonnellino e gli zoccoli di guardia al monumento sono stati allontanati in fretta, come i pochi turisti. Gli agenti della polizia, però, non hanno arrestato nessuno degli aggressori che stavano a pochi passi da loro, creando ancora maggiori sospetti sul ruolo delle forze dell'ordine. Hanno invece attaccato duramente i manifestanti. Lacrimogeni a pioggia, scariche di gas chimici in faccia, manganellate in testa. Molti i feriti, alcuni anche gravi, e piu di 60 studenti arrestati. Saranno processati mercoledi prossimo con accuse pesanti.
Un dibattito forte è partito anche al seno dei sindacati della polizia, dove il presidente della federazione nazionale ha accusato il ministro dell'ordine pubblico di fare dei «giochi politici». Il governo, pero, non vuole sentire ragioni. Intanto piu di 250 facoltà continuano a rimanere occupate, il semestre è quasi certo che andrà perso e c'è già chi dice che ci saranno presto elezioni anticipate.

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