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Venerdì, 16 Marzo, 2007 - 02:51

Car pooling: uno sguardo normativo

Riporto a supporto del mio intervento sulla necessità di adottare il car pooling, insieme alla pratica del car sharing e della sua implementazione, un quadro normativo più dettagliato in cui si fa riferimento espressivo a procedure, modalità amministrative di attuazione e di attivazione di queste pratiche virtuose, che decongestionano il traffico privato cittadino, diminuiscono le emissioni di CO2 e di polveri sottili, determina un risparmio energetico e un risparmio economico per la cittadinanza che usufruisce di queste disposizioni e di questi particolare servizio. La pratica del car pooling ha avuto ottimi risultati negli USA, ma anche in Europa, e ha determinato una diminuzione netta di macchine circolanti, con l'utilizzo collettivo e non individuale dell'automobile. Molte persone si spostano ogni giorno nella stessa direzione, giungono alla stessa destinazione, fanno nello stesso momento e compiono azioni in piena sincronia organizzativa: sarebbe opportuno che ognuna di queste persone decida di consorziarsi e provvedere a utilizzare insieme la macchina, magari prelevata da un parcheggio in cui è attiva la convenzione con il servizio di car sharing.
Il primo articolo del D.M. 27/3/98 sulla mobilità sostenibile indica le procedure che potrebbero consentire la diffusione su territorio nazionale, nei rispettivi municipi, di servizi di car sharing e di car pooling, atti e finalizzati a migliorare la qualità della vita cittadina e dell'ambiente, dell'aria, risparmiando risorse energetiche e riducendo l'inquinamento e la superfetazione di veicoli privati utilizati individualmente. Istituisce la cosidetta ICS, Ininziativa Car Sharing, che altro non è che un coordinamento in rete di città e municipi che attuano con diverse modalità e procedure amministrative questo servizio agevolante la collettività.

Articolo 1.
Finalità e aree di intervento 
1 - Con il presente decreto si promuove l'integrazione ed il completamento del progetto per la realizzazione di un sistema coordinato ed integrato di servizi locali di carsharing, finalizzato, insieme ad altri interventi, alla riduzione strutturale e permanente dell'impatto ambientale derivante dal traffico urbano tramite l'attuazione di politiche di mobilità sostenibile, già previsto e finanziato nel quadro del progetto nazionale realizzato attraverso ICS - Iniziativa Car Sharing, con capofila il Comune di Modena.
2 - Per la realizzazione del progetto nazionale carsharing, ICS ha già adempiuto agli impegni previsti dal decreto di finanziamento e sta provvedendo alla attivazione del servizio nelle città aderenti. Va inoltre evidenziato che il Protocollo di Intesa del 26/1/2000 è stato sottoscritto, oltre che dalle otto città che avevano presentato progetti ai sensi del D.M. 27/3/98, anche da sei città, che hanno proposto l'istituzione di servizi locali di carsharing.
3 - Dopo la firma del Protocollo di intesa, inoltre, anche altre città hanno chiesto di poter aderire a ICS ed utilizzare i servizi messi a disposizione da ICS attraverso l'utilizzo dei fondi del Ministero dell'Ambiente.

L'articolo 22 della legge 24 novembre 2000, n. 340 “Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi – Legge di semplificazione 1999”, parla di procedure amministrative di programmazione e di integrazione dei provvedimenti di costituzione di servizi di car sharing e car pooling finalizzati a incrementare l'efficenza dei trasporti e la loro sostenibilità, tramite il cosidetto PUM, Piani Urbani di Mobilità, che hanno la finalità di armonizzare amministrativisticamente la programmazione del terrtiorio in piena sintonia con le esigenze di trasporto della collettività e di rispetto dei parametri ambientali ed ecosistemici non danneggianti la qualità dell'aria e della vita.

Art. 22.
(Piani urbani di mobilità)
1. Al fine di soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurare l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’automobile privata e la moderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto, l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane, sono istituiti appositi piani urbani di mobilità (PUM) intesi come progetti del sistema della mobilità comprendenti l’insieme organico degli interventi sulle infrastrutture di trasporto pubblico e stradali, sui parcheggi di interscambio, sulle tecnologie, sul parco veicoli, sul governo della domanda di trasporto attraverso la struttura dei mobility manager, i sistemi di controllo e regolazione del traffico, l’informazione all’utenza, la logistica e le tecnologie destinate alla riorganizzazione della distribuzione delle merci nelle città. Le autorizzazioni legislative di spesa, da individuare con il regolamento di cui al comma 4, recanti limiti di impegno decorrenti dall’anno 2002, concernenti fondi finalizzati, da leggi settoriali in vigore, alla costruzione e sviluppo di singole modalità di trasporto e mobilità, a decorrere dall’anno finanziario medesimo sono iscritte in apposito fondo dello stato di previsione del Ministero dei trasporti e della navigazione.

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