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Lunedì, 29 Gennaio, 2007 - 19:08

Il popolo dell'antimafia si organizza

Un “contro” e tanti “per”. Un “contro” scandito a chiare lettere, quello contro tutte le mafie, al quale si legano parimenti tanti piccoli e coraggiosi “per”, percorsi di libertà e cittadinanza, legalità e giustizia, esperienze e proposte che il popolo dell’antimafia civile convocato da don Luigi Ciotti ha elaborato e messo in rete nella tre giorni degli Stati generali dell’antimafia conclusisi formalmente a Roma domenica, ma  che di fatto continueranno ad essere portati in tutta Italia con la Carovana nazionale antimafia, giunta ormai alla sua undicesima edizione e che quest’anno ha avuto come prima tappa la città di Latina.

Contromafie. Anche noi ragazzi di Locri e di tutta Italia abbiamo contribuito attivamente a scrivere quella che di certo passerà alla storia come una delle più importanti pagine della rivolta morale e civile contro le mafie.
I numeri. 6 mila partecipanti in 3 giorni, 50 relatori in due sessioni plenarie, circa 500 contributi ed interventi nel corso dei gruppi di lavoro; 200 testate accreditate e 40 giornalisti stranieri, oltre 2 mila giovani per la notte bianca dell'Antimafia.
Tra i temi centrali della tre giorni organizzata da Libera notevole risalto hanno avuto l’informazione e la legislazione in tema di lotta alle mafie, punti forti, secondo gran parte dei partecipanti, di una concreta ed efficace azione di contrasto al potere mafioso. Quanto all’informazione, nel corso dei lavori è emersa l'esigenza di più informazione sui problemi riguardanti l'antimafia, perché da un'analisi anche superficiale della questione, è facilmente riscontrabile che le notizie sull'antimafia il più delle volte non fanno notizia.
Ecco quindi l’idea di creare un organismo di controllo, un osservatorio sull'informazione in tema di lotta alle mafie che funga al tempo stesso da rete di protezione per quei giornalisti di frontiera che da anni sono costretti a subire censure su censure non appena si trovano ad affrontare, che sia sulla carta stampata o nelle redazioni dei telegiornali, tematiche delicate quali quelle della connivenza tra mafia e politica. Ed al tempo stesso occorre puntare sulla qualità dell’informazione antimafia, regione per regione,
si avverte la necessità di garantire approfondimenti costanti sul tema.
Altro nodo cruciale da sciogliere secondo il popolo degli Stati generali è una nuova legislazione, un testo unico magari, in materia di antimafia. Confisca dei beni, arricchimenti facili, voto di scambio, lotta al racket, dovrebbero esserne i pilastri.
A tal proposito durante la prima giornata di lavori il Premier Romano Prodi  ha promesso l’impegno del governo affinché sia istituita un’Agenzia nazionale per  i beni confiscati, richiesta con forza da don Ciotti al fine da rendere più agile l’iter di assegnazione ed il riutilizzo sociale dei beni.
Infine, tra le priorità venute fuori da Contromafie quella di dare risposte alla domanda di legalità che viene dai familiari delle vittime e garantire sostegno ai testimoni di giustizia, troppo spesso lasciati soli a combattere una battaglia che non riesce a far sentire loro il calore della gente prima che la protezione dello Stato.
Si riparte da qui. Chiusi gli Stati generali e consegnatone il Manifesto al Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, la battaglia di civiltà percorrerà ora le strade di tutta Italia nel corso della Carovana antimafia, partita da Latina il 20 novembre.
Anche qui, la bellissima risposta della gente, donne, uomini, giovani e bambini ad inondare con la loro valanga di onestà le strade del centro della città a dimostrazione che le mafie non sono solo un problema delle regioni meridionali ma, al contrario, allungano i loro tentacoli in tutto il territorio nazionale. Un esempio? Nettuno, comune sciolto per condizionamento mafioso. E purtroppo non siamo né a Locri, né a Napoli, né a Palermo, ma alle porte della Capitale.
Aldo Pecora

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