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"Peccato che non profumino di mirtillo". Così esordisce un giornale parlando di queste nuove celle fotovoltaiche "organiche". La promessa è quella di una rivoluzione nel mondo dei pannelli solari.
Dai mirtilli Questi utilizzano come elemento attivo i "pigmenti presi dai frutti di bosco" e a differenza dei normali pannelli solari oggi in commercio hanno eliminato del tutto il silicio: costerà meno produrli e installarli, ma soprattutto avranno la forma di fogli flessibili e potranno essere "stesi" sopra i palazzi, funzionare come copertura delle tende eccetera.
Dagli spinaci I primi a pensare alla fotosintesi clorofilliana per produrre energia furono gli scienziati del MIT: nel 2004 il team di Shuguang Zhang, del Massachusetts Institute of Technology, ha presentato una cella che immergeva i cloroplasti degli spinaci (le molecole che danno alle foglie il colore verde e permettono la fotosintesi) nell'alluminio. "La natura lo fa da miliardi di anni - ha spiegato il ricercatore al "New scientist" - ma questa è la prima volta che noi siamo stati in grado di replicarlo".
Come i parabrezza Ma quella che "copia le piante" non è l'unica via. Ve ne diciamo altre. Alle porte di Milano, ad Arese, apre nel 2008 uno stabilimento che produrrà pannelli fotovoltaici con una nuova tecnologia "thin film" (simile a quella per produrre i parabrezza delle auto) usando il cadmio: il quale è oggi un materiale "di scarto" del riciclo di stereo, pc e telefonini.
Nella plastica, e con le nuvole I ricercatori dell'Università di Toronto hanno presentato un nuovo materiale plastico con cristalli semiconduttori in sospensione che è in grado di catturare l'energia solare nella banda a infrarossi: caratteristica che permetterebbe di avere dispositivi 5 volte più efficienti di quelli di oggi e l'enorme vantaggio di avere pannelli solari a pieno regime anche in caso di tempo nuvoloso: gli infrarossi arrivano sempre.
Insomma: se le ricerche proseguono, avremo celle solari che funzionano come spinaci e mirtilli, vetri alle finestre che fanno energia, telefonini e auto di plastica che generano elettricità con la scocca anche se c'è nuvolo. Buon futuro a tutti…
dai mirtilli e dai spinaci elettricità
"Peccato che non profumino di mirtillo". Così esordisce un giornale parlando di queste nuove celle fotovoltaiche "organiche". La promessa è quella di una rivoluzione nel mondo dei pannelli solari.
Dai mirtilli
Questi utilizzano come elemento attivo i "pigmenti presi dai frutti di bosco" e a differenza dei normali pannelli solari oggi in commercio hanno eliminato del tutto il silicio: costerà meno produrli e installarli, ma soprattutto avranno la forma di fogli flessibili e potranno essere "stesi" sopra i palazzi, funzionare come copertura delle tende eccetera.
I primi a pensare alla fotosintesi clorofilliana per produrre energia furono gli scienziati del MIT: nel 2004 il team di Shuguang Zhang, del Massachusetts Institute of Technology, ha presentato una cella che immergeva i cloroplasti degli spinaci (le molecole che danno alle foglie il colore verde e permettono la fotosintesi) nell'alluminio. "La natura lo fa da miliardi di anni - ha spiegato il ricercatore al "New scientist" - ma questa è la prima volta che noi siamo stati in grado di replicarlo".
Ma quella che "copia le piante" non è l'unica via. Ve ne diciamo altre. Alle porte di Milano, ad Arese, apre nel 2008 uno stabilimento che produrrà pannelli fotovoltaici con una nuova tecnologia "thin film" (simile a quella per produrre i parabrezza delle auto) usando il cadmio: il quale è oggi un materiale "di scarto" del riciclo di stereo, pc e telefonini.
I ricercatori dell'Università di Toronto hanno presentato un nuovo materiale plastico con cristalli semiconduttori in sospensione che è in grado di catturare l'energia solare nella banda a infrarossi: caratteristica che permetterebbe di avere dispositivi 5 volte più efficienti di quelli di oggi e l'enorme vantaggio di avere pannelli solari a pieno regime anche in caso di tempo nuvoloso: gli infrarossi arrivano sempre.