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Domenica, 19 Novembre, 2006 - 20:25

CTPC consiglio provinciale e comitato per la città Metrpolitana

CONSIGLIO PROVINCIALE E COMITATO PER LA CITTA’ METROPOLITANA
Il 14 novembre si è svolta l’audizione del comitato per la città metropolitana con la prima commissione del Consiglio provinciale di Milano.
I promotori del comitato che dalla sua costituzione nel Luglio del 2005 ha prodotto iniziative e documenti, tra cui la proposta di una bozza di Statuto al riguardo, hanno infatti richiesto al Consiglio provinciale, titolare di precipue funzioni di indirizzo politico, una verifica sullo stato dell’attuazione del Titolo V° della Costituzione, dopo 2 (dicasi due) Referendum popolari confermativi.
Va per altro notato che il termine “città metropolitana”, tabù sino all’ultima campagna elettorale amministrativa di Milano compresa, di recente è invece echeggiato nelle dichiarazioni di autorevolissimi esponenti delle istituzioni, dallo stesso presidente Penati ai ministri Bersani e Lanzillotta. Anche Letizia Moratti si è definita, in alcune trasmissioni televisive, “sindaco della Milano metropolitana”!
Bisogna allora capire se alla “politica dell’annuncio” farà seguito una concreta volontà, oppure  se fra il dire ed il fare si interporrà il solito mare di chiacchiere. Eppure questa sarebbe un’ottima occasione, per la Provincia, di uscire da un permanente stato di minorità, dalla condizione di vaso di coccio (con accanto il vasetto della futura provincia di Monza) schiacciato tra i vasi di ferro Comune di Milano e Regione.
Com’è possibile affrontare infatti i gravi problemi che incombono (vedi crisi della mobilità-intasamento-inquinamento) o le importanti incombenze che attendono (vedi Expo 2015) senza un assetto istituzionale adeguato, paragonabile all’organizzazione delle principali metropoli europee con le quali si è chiamati inevitabilmente a competere?
Veramente qualcuno può ancora pensare di affrontare le sfide della globalizzazione con i “tavoli” ed i convenevoli fra istituzioni anacronistiche, frantumate e pletoriche? In realtà o si riesce a “fare sistema”, e pertanto a governare il sistema, oppure il rischio di declino è più che probabile.
La discussione citata, nella quale sono intervenuti, oltre ai promotori (Ballabio, Targetti, Natale e Boatti) ben 10 consiglieri provinciali (Pozzati, Dapei, De Nicola, Guerra, Buschi, Greco, Meroni, Tranquillino, Modugno, e Mele in rappresentanza dell’Assessore Gasparini) si è conclusa con l’impegno di Ortolina, Presidente del Consiglio Provinciale, a riprendere a breve la discussione e di considerare il Comitato un interlocutore utile e positivo.
I promotori presenti si sono naturalmente dichiarati disponibili, augurando che non trascorra a vuoto un altro anno e mezzo, come avvenuto da analoga audizione tenutasi il 1° febbraio 2005 con le Associazioni ArcoResiste, Al Sole e Dialoghi Necessari. (Valentino Ballabio)

Le proposte di Fiab CICLOBBY sulla mobilità sostenibile Alcune riflessioni sul dibattito in corso Sintesi (in allegato il testo integrale del documento)

La proposta di una pollution charge, all'interno di un'area della città di Milano, e solo entro alcune fasce orarie, presta il fianco ad obiezioni abbastanza rilevanti: cioè di costituire una risposta parziale e di
limitata efficacia al problema "pollution".

Proprio in relazione ai limiti sopra ricordati sembrerebbe poter avere un maggiore impatto un sistema di road pricing (la cd. congestion charge), accompagnato da una tariffazione della sosta estesa all'intera città (cd. park pricing).

Volenti o no, solo le amministrazioni pubbliche (Regione e Comune, innanzitutto, ma anche la Provincia e fatta salva la residua competenza statale) sembrano dotate dei necessari poteri di intervento.

Occorre allora partire da un ragionamento che integri e non escluda proposte anche diverse, purché razionalmente e coerentemente tese al raggiungimento di un obiettivo comune, chiaro e condiviso, in tempi non biblici; tali proposte possono essere:

1) ripensare complessivamente le scelte di mobilità, agevolando innanzitutto quelle a minore impatto;
2) modifica di abitudini individuali che non può passare attraverso soluzioni necessariamente diluite nell'arco di molti anni (tale sarebbe ad es. subordinare l'attuazione di interventi più incisivi solo a seguito
della costruzione di nuove linee metropolitane);
3) rafforzamento dei trasporti pubblici. Alcuni interventi, oltre ad essere sostenibili sul piano dei costi, possono essere attuati nell'immediato o nel breve periodo; eccone alcuni su cui sarebbe opportuno
avere risposte pubbliche e ufficiali:
a. Semafori asserviti ai mezzi pubblici;
b. Corsie preferenziali;
c. Integrazione tariffaria;
d. Mezzi di superficie di nuova generazione: da favorire attraverso opportuni provvedimenti che ne agevolino la circolazione protetta, fermo restando che servono anche mezzi snelli, numerosi e frequenti, ben
distribuiti nell'arco della giornata, in grado di soddisfare al meglio la domanda di mobilità; e. Combustibili ecologici e filtri antiparticolato sui mezzi pubblici;
f. Prolungamento orari apertura della metropolitana ed ampliamento
dell'offerta del servizio Radiobus;
4) interventi sulla logistica delle merci;
5) nuovi parcheggi "a rotazione" unicamente di interscambio, meglio se di cintura, con i mezzi di trasporto pubblico;
6) approvazione e realizzazione del Piano della Mobilità Ciclistica.

I punti che sembrano irrinunciabili in un sistema di tariffazione sono i seguenti:
I. finalizzazione: i proventi del sistema di tariffazione (siano essi derivanti da pollution charge, congestion charge, park pricing) devono essere finalizzati esclusivamente alla mobilità;
II. residenti vs. pendolari? Anche i residenti a Milano devono essere soggetti alle misure destinate a creare un deterrente all' abuso dell'auto privata. Inoltre si deve tendere al confronto e alla condivisione più
ampia con i Comuni esterni alla città e con Regione Lombardia e Provincia di Milano.

Con affetto
Anna Celadin
Presidente Dialoghi Necessari

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