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Martedì, 31 Ottobre, 2006 - 19:16

ALTRO CHE MISSIONE DI PACE!!!!!

Afghanistan - 25.10.2006
Afghanistan, signornò!
I reduci si ribellano: "Lì è peggio dell'Iraq", "Troppe perdite e troppe  bugie", "Un suicidio"
       
I soldati Isaf britannici, canadesi e olandesi di ritorno dalla guerra in  Afghanistan raccontano le loro verità. Verità scomode per i governi che  continuano a parlare di "missione di pace".
Gran Bretagna. "Dopo sei mesi di missione in Iraq sono venuto volontario  in Afghanistan. Non avevamo capito che qui sarebbe stata così dura. E'  stato uno shock! In confronto con la situazione afgana, quella irachena  era tranquilla". Sono le parole di Michael Diamond, 20 anni, soldato del  1° Battaglione del Reggimento Reale Irlandese dell'esercito britannico. E'  appena tornato dal fronte, da Musa Qala, nella provincia di Helmand, dove  i talebani hanno tenuto sotto assedio le forze Isaf per mesi, fino a  costringerle alla ritirata, avvenuta pochi giorni fa. "I loro attacchi  iniziavano ogni giorno intorno alle 4 di mattina e proseguivano per sei,  sette ore", racconta il suo comandante, Paul Martin, 29 anni, gravemente  ferito da una granata lanciata dai talebani su una postazione  d'artiglieria britannica. "Sono tenaci, coraggiosi e addestrati. Ci  stavano addosso senza sosta. E' stata molto dura".
Canada. Simili racconti vengono fatti dai soldati canadesi che nelle  scorse settimane hanno combattuto a Panjwayi e Zhari, nella provincia di  Kandahar. L'operazione "Medusa" è stata segnata da violente battaglie che  hanno lasciato sul terreno 43 soldati canadesi e 231 feriti, molti dei  quali - un numero molto maggiore di quelli dichiarati dal governo di  Ottawa - paralizzati e mutilati. Proprio sui feriti gravi è in corso a  Ottawa una durissima polemica tra governo e opposizioni: queste ultime  accusano il ministero della Difesa canadese di fornire cifre false,  ampiamente sottostimate, sul numero dei ragazzi che tornano  dall'Afghanistan senza gambe, braccia o costretti per tutta la vita su una  sedia a rotelle. Ma l'accusa più dura è quella di aver mentito alla  nazione, usando la menzogna della "missione di pace" per mandare i ragazzi  canadesi a morire in guerra.
Olanda. Anche le truppe olandesi impegnate sul fronte nord del "triangolo  talebano", quello della provincia centrale di Uruzgan, stanno pagando le  conseguenze di mesi di battaglie. Soprattutto dal punto di vista  psicologico. Molti soldati inviati a combattere i talebani in Afghanistan  si sono trovati in una situazione così dura che hanno perso la testa. Chi ,  secondo la stampa olandese, dandosi ad atti di violenza gratuita, chi  suicidandosi, come ha fatto lo scorso 11 ottobre il sergente Dijkstra.  L'esperienza afgana deve essere stata davvero dura se i reduci, pur di non  essere rimandati al fronte, preferiscono la galera. Come il soldato  ventunenne Wegenaar, afflitto da disturbi psichici dovuti alla sua ultima  missione in Afghanistan e ora finito davanti alla corte marziale come  disertore per essersi rifiutato di tornare al fronte. "Quella è una  missione suicida", ha dichiarato davanti ai giudici in divisa.
Enrico Piovesana
Peacereporter

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