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No al giornalismo asservito ai poteri più perversi
di Paolo Serventi Longhi
Il fatto che alcuni giornalisti siano stati perno di un sistema di criminalizzazione politica nei confronti di esponenti dell’opposizione ai tempi del governo Berlusconi e di magistrati e personalità definite “pericolose” per l’allora maggioranza, è di una gravità assoluta. Da mesi chiediamo che sia fatta pulizia, purtroppo è una pulizia che non vediamo; c’è al contrario una timidezza estrema da parte dell’ordine della Lombardia che non affronta seriamente i problemi. E’ evidente che il verminaio che si è determinato attorno al Sismi di Pollari e alla Telecom degli spioni coinvolge il mondo dell’informazione. Abbiamo giornalisti spiati e giornalisti spioni. Occorre saper discernere e sapere colpire gli spioni. La nostra è una categoria a rischio di indipendenza e di autonomia. Nel momento forse peggiore per il sistema giornalistico negli ultimi 50 anni, l’asservimento ai poteri più perversi, la connivenza la “strizzatina d’occhio” sono soluzioni sbagliate e da rimuovere. Nel caso alcune istituzioni del giornalismo italiano non siano capaci di fare questo dovrebbero tirarne le conseguenze.
No al giornalismo asservito ai poteri più perversi