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Martedì, 24 Ottobre, 2006 - 15:18

Vi spiego ...

... il perchè della mia candidatura  
 
L'Italia sta marcendo

in un benessere che è
egoismo, stupidità,
incultura, pettegolezzo,
moralismo, coazione,
conformismo: prestarsi
in qualche modo a
contribuire a questa
marcescenza
è, ora, il fascismo.

Pier Paolo Pasolini,
Vie Nuove n. 36,
6 settembre 1962

La necessità oggi che si riscontra a Milano, come in Italia, come in Europa, è quella di dare spazio alla costruzione di un soggetto inclusivo, unitario e di lungo corso della sinistra. Cosa intendo per sinistra: per sinistra intendo l’insieme delle forze sociali, culturali, civili, siano esse partiti, siano essere associazioni, siano esse collettivi, siano esse movimenti, siano esse coordinamenti, che si prospettano l’esigenza massima e ampia, dalla lunga prospettiva di cambiare la società attuale, di superare quelle contraddizioni molteplici che vivono nel contesto neoliberista.   Le ultime elezioni hanno dato prova di un cambiamento radicale nella concezione dell’elettorato, che ha premiato, primo momento nella storia della Repubblica, in modo determinante e forte le aggregazioni di soggetti partitici, la somma dei consensi dei quali, nei contesti in cui si presentavano da soli, è inferiore rispetto al consenso generale ottenuto dall’aggregazione dei medesimi.   L’Ulivo è vincente alla Camera: gli elettori hanno premiato il progetto che prevede un’unità dei valori tra coloro che erano diversi, magari provenienti da storie differenti, contrapposte, ma che oggi può e deve essere possibile, perché esiste unità negli obiettivi, nelle finalità, nella lettura del cambiamento sociale e nella necessità di valorizzare una gestione di questo cambiamento, in senso riformatore. Plaudo, quindi, coerentemente alla realizzazione del progetto de L’Ulivo, pur distaccandomi per sensibilità e per formazione ideale.  Ma a sinistra? Non sono riformista, non sono moderato, ma sono un riformatore radicale nei contenuti. Sono, pertanto, interessato a creare le stesse condizioni a sinistra: ossia costruire una reale aggregazione metaelettorale, ossia non alleanza eseguita solo per superare il quorum, ma unione di valori, di ideali, di proposte, di battaglie comuni, di intenti comuni. Un soggetto che sia laboratorio collettivo di esperienze diverse ma unite dalla finalità collettiva di costruire il cambiamento e il superamento di questa società iniqua, neoliberista, ingiusta.  Portare avanti la purezza ideologica rischia di determinare un’implosione e una marginalizzazione di importanti esperienze politiche che potrebbero concorrere in modo più diretto e incidente per la costruzione del cambiamento della società. Rimarrebbero solo piccole realtà consortili a basso consenso, prive di strumenti per realizzare uno spostamento degli assi della coalizione, in modo più deciso verso sinistra, pesando di più nel rapporto contrattuale interno a L’Unione. Io apprezzo le differenze, apprezzo la storia delle varie culture politiche, e proprio per questo credo che il progetto finale e importante sia quello di saperle valorizzare, di saperle mettere in azione, definendo un contesto unitario forte e coeso, un contesto che dia fattibilità alle linee politiche e progettuali di un programma per il cambiamento, per il superamento delle iniquità del presente. Di un altro mondo possibile perché necessario, di un’altra città possibile perché richiesta, voluta, fortemente sognata.   La proposta della Lista di Dario Fo, che poteva apportare a Milano l'inizio del percorso di unità delle forze della sinistra non è stata esperita fin dall'inizio: questo era e rimane un passo, a mio parere, atto a incidere fortemente da sinistra all'interno della coalizione di centrosinistra, che vede una netta prevalenza di un centro democratico ma non alternativo. Penso, però, che sarà possibile riportare con vigore e decisione questa linea politica e questo percorso di grande rilievo epocale e storico.  Per questo ritengo necessario sottolineare che i rapporti che devono essere intrapresi con tutte le forze partitiche e apartitiche della sinistra milanese e italiana debbano permanere all'interno di un dialogo che ritroverà con determinazione la costituzione di un soggetto politico aggregativo e unitario della sinistra.  La mia candidatura nella Lista Uniti per Dario Fo nelle zone 4 e 5 di Milano non può, né deve essere, a mio parere vista come ulteriore e competitiva con le candidature delle compagne e dei compagni, delle amiche e degli amici nelle liste dei partiti della sinistra presenti nelle circoscrizioni per l’elezione del rinnovo del consiglio di zona: la mia candidatura è al servizio esclusivo di costruzione di un ponte, di un raccordo, di un progetto di costituzione di un percorso che veda quelle finalità come assolute e imprescindibili: l’unità della sinistra per un radicale cambiamento istituzionale e sociale, culturale e civile di trasformazione di una città, preda delle corpor5azioni finanziarie ed economiche, in cui gli interessi aziendali e bancari sopravanzano su quelli generali e politici. Io propongo che in ogni circoscrizione possa costituirsi un gruppo unico delle forze della sinistra de L’Unione, in cui poter dare attuazione a quel necessario e naturale primo passo istituzionale, di forte incisività politica e programmatica, per lavorare in coesione e in un ambito organizzativo universale e comprensivo, tale da dare attuazione e più forza alle proposte radicali di alternativa di governo della zona. Mi faccio latore di questo obiettivo istituzionale rappresentativo, e proprio perché considero questa finalità come una delle principali che possono provenire dalla motivazione di aver scelto di candidarmi nella lista Uniti per Dario Fo, penso che la mia candidatura debba essere vista come candidatura di dialogo e di aiuto ulteriore di costituzione di un laboratorio unitario, in cui le differenze si valorizzino perché coese tra loro, le cui proposte, che convergono su molti temi e su molte analisi, possano avere più peso e preponderanza nel contesto della coalizione di centrosinistra. Sottolineo oggi l’esigenza dell’alleanza tra il centro moderato democratico, le forze liberali sociali con le forze radicali e riformatrici, in quanto primo punto della nostra comune battaglia deve essere quella di liberare la città, e la zona di conseguenza, da una gestione fallimentare e corporativa di una destra affarista e illiberale: il sostegno allo spirito coalizionale pervade con forza la mia persona e la mia sensibilità politica. Coalizzati si vince, uniti a sinistra si crea l’alternativa forte che può contare e pesare.

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