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Giovedì, 20 Luglio, 2006 - 16:40

Le commissioni consiliari non sono un bottino da spoil system

In chiusura della seduta consiliare di ieri, abbiamo espresso soddisfazione per la nomina del cinque Saggi: si completa finalmente la composizione di un organo fondamentale per il funzionamento dell’Amministrazione.
Tuttavia, oggi, non possiamo passare sotto silenzio il fatto che queste nomine siano arrivate con due settimane di ritardo rispetto al ruolino di marcia – che non è poco, per i problemi irrisolti della nostra città -, ritardo dovuto unicamente al pervicace ostruzionismo condotto nell’aula di palazzo Marino da una parte di Forza Italia, ossia dal gruppetto di consiglieri esclusi dall’attribuzione degli assessorati. I quali hanno levato l’assedio alla Giunta soltanto quando sono stati accontentati con l’ulteriore distribuzione di cariche, le presidenze delle commissioni consiliari.
Cosa rappresentano questi organismi? Sono lo strumento "istruttorio" delle delibere che saranno sottoposte al Consiglio comunale, sono composte in modo rappresentativo dei gruppi consiliari e proporzionale alla loro consistenza. E anche nelle cariche dovrebbero anche essere rappresentativi dell’intero corpo elettorale, sia di quello che ha votato per la maggioranza che per la parte che ha votato per l’opposizione, tanto più dopo un risultato come quello uscito dalle urne il 28 maggio in cui il 48% degli elettori ha votato per i partiti del centrosinistra.
Proprio per questo, dal canto nostro, noi dell’Ulivo e dell’opposizione tutta – nell’intento di avviare la consigliatura del mandato Moratti nel migliore dei modi e nell’interesse di Milano – avevamo avanzato la proposta che la presidenza di alcune commissioni consiliari (2 su diciassette!) fosse affidata a esponenti dell’opposizione. Intendiamoci: commissioni di puro indirizzo e controllo: Bilancio, Affari Istituzionali – come avviene in molte altre amministrazioni.
Invece no, ha prevalso una concezione proprietaria che considera gli organi dell’Amministrazione pubblica bottino da dividere tra i vincitori e gli avversari politici degni al massimo di una noncurante alzata di sopracciglio, se non dei nemici da cancellare.

Marilena Adamo

Capogruppo dell’Ulivo

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