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Mercoledì, 6 Ottobre, 2010 - 22:04

Diffida al Provveditore per il taglio dei docenti (soprattutto di sostegno)

Comunicato stampa

Siamo un gruppo di 34 mamme e papà di bambini con disabilità della scuola Primaria "Ferrante Aporti"  di Milano.
I nostri 17 figli hanno iniziato l'anno scolastico il 13 settembre e sono stati inseriti in classi con l’assegnazione di insegnanti di sostegno in numero  nettamente inferiore al bisogno “certificato”: 7 cattedre e mezzo contro le 15 richieste all’Ufficio Scolastico Provinciale dal Dirigente scolastico, sulla base della documentazione sanitaria e della programmazione educativa e didattica.

Esistono situazioni di disabilità molto diverse tra loro e il sostegno è richiesto alla “classe” e non al bambino. A nessun alunno con disabilità, neppure a quelli con attestazione di gravità, sono state assegnate le ore di sostegno richieste, comunque di gran lunga inferiori alle ore di tempo scuola (se ad ogni alunno con disabilità grave fosse affiancato un insegnante di sostegno, il supporto didattico sarebbe di 22 ore contro 40 ore di frequenza!).

A questi massicci tagli di sostegno si aggiungono le ore di compresenza venute meno in tutte le scuole, comprese la nostra, con la “riforma”:  maestre che, da sole, oltre a non poter più svolgere le normali attività di laboratori e uscite, non possono certo affiancare gli alunni più fragili e svantaggiati.

 

Abbiamo inoltrato una diffida il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, sulla base della sentenza della Corte Costituzionale n.80/2010, che ha dichiarato incostituzionale il tetto al numero degli insegnanti di sostegno, ribadendo che il criterio di assegnazione delle ore di sostegno deve essere fondato sulle “effettive esigenze rilevate” caso per caso.

Ad oggi l’Ufficio Scolastico Regionale non ci ha dato risposta. Ci sentiamo discriminati: non è giusto che i nostri figli siano inclusi solo se il bilancio del Ministero dell’Istruzione lo consente!

Il mancato riconoscimento del diritto all'educazione e all’istruzione dei nostri figli è un’aperta violazione degli artt 2, 3, 34, 38 della Costituzione, nonché della Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità e della Convenzione ONU dei diritti del fanciullo.

In una società, che si definisce civile, tali diritti inalienabili devono essere garantiti a tutti, nessuno escluso. Oggi, invece, noi genitori siamo costretti a lottare, anche in sede giudiziale, perché ai nostri figli siano riconosciuti dignità, rispetto e pari opportunità.

 

E' dovere di noi tutti creare i presupposti perché i bambini di oggi acquisiscano le capacità e competenze indispensabili a partecipare attivamente alla società di domani.

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