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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 9 Marzo, 2007 - 09:12

Appello. ROM: CONTRO IL PATTO DI LEGALITÀ

ROM: CONTRO IL PATTO DI LEGALITÀ PER LA CITTADINANZA  COMPIUTA

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana». (Costituzione italiana art. 3)
«Davanti alla legge tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri»
(George Orwell, La fattoria degli animali)
A Milano si è celebrato il ricordo dello sterminio dei campi di concentramento nazisti. Raramente si ricorda che in quei lager vennero uccisi anche più di mezzo milione di zingari, giudicati dal nazismo criminali e asociali per definizione.
A Milano e Opera ai rom e ai sinti, che a tutt’oggi continuano troppo spesso a essere considerati delinquenti per vocazione, è stato imposto uno speciale “patto di legalità” per poter avere diritto a un ricovero in un container o in una tenda.
C’è una legge per tutti, ma per questi uomini, per queste donne c’è una legge in più, un trattamento differenziale, sintetizzato con queste parole: «Dovete comportarvi bene perché il primo che picchia, che ruba, che sporca, insomma, il primo che sgarra al regolamento, viene sbattuto fuori».
Un patto che rende questi cittadini, europei a tutti gli effetti, diversi dagli altri: ancora una volta ufficialmente proclamati portatori di "asocialità" e "criminalità", chiusi in ghetti, nei quali loro stessi per poter entrare devono esibire un “pass”.
E’ preoccupante che questa nostra città diventi una città di ghetti.
La recinzione fisica invocata dai cittadini “benpensanti” e applicata dalle istituzioni è indegna quanto i muri che ci sono già nel linguaggio, nei gesti, nei pre-giudizi: quasi archetipi culturali verso i Rom, barriere insormontabili e lugubri quanto se non di più di una recinzione.
E’ preoccupante che  i Rom siano costretti a firmare questo patto come il male minore.
Come cittadini di serie B che non hanno un’alternativa. Rassegnati a subire il rapporto del più forte viene loro sottratta la capacità di autogoverno, si rendono soggetti passivi di interventi assistenzialistici e di ordine pubblico.
E’ preoccupante soprattutto che questo patto, frutto di un accordo istituzionale tra Provincia e Comune di Milano, non abbia sollevato molte obiezioni nella politica e nella società milanese più sensibile.
Eppure questo patto è un mostro giuridico perché viola tutti i principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, non affronta i nodi strutturali dell’emergenza abitativa, impone una politica “emergenziale” che produce solo nuovi ghetti sociali e infine, se le istituzioni usano la discriminazione e l’umiliazione, puntando il dito contro quelli che non sono criminali ma comunque considerati di fatto potenziali delinquenti, si istiga all’odio razziale e si legittima conseguentemente coloro che bruciano le tende, buttano molotov tra le roulotte. Fatto − questo sì evidentemente illegale − che, peraltro, non ha provocato la riprovazione politica e la censura pubblica che avrebbe meritato.
Con questo appello rifiutiamo un patto che attribuisce ai rom una “cittadinanza imperfetta” e ci impegniamo perché il rapporto tra la nostra società e quella rom venga portato nell’ambito di una dialettica sociale che riconosca e rispetti i valori culturali e umani di ciascuno.
I “campi nomadi” per il solo fatto di esistere producono malattia, disoccupazione, devianza, induzione alla criminalità, conflitti sociali: effetti tipici del disagio sociale diffuso. Nati negli anni settanta del secolo scorso, da contenitori di umanità per l’emergenza si sono trasformati in campi di concentramento istituzionali, nuovi “Zigeunerlager” dove non c’è bisogno di “soluzione finale” perché i Rom e Sinti vi muoiono lentamente di diritti negati, di esclusione continua dal lavoro, dalla casa, dalle cure sanitarie, dall’istruzione, di induzione alla devianza ed alla criminalità. Va quindi assunta la prospettiva di smantellarli sostituendoli con soluzioni abitative idonee alla cultura rom.
In più: ciò che oggi si vuole applicare a Rom e sinti rischia di diventare un pericoloso precedente applicabile un domani a chiunque venga predefinito pericoloso per il potere costituito.
Lo smantellamento dei "campi" è la conquista di libertà e giustizia nell’eguaglianza dei diritti e dei doveri per una cittadinanza compiuta almeno a livello europeo se non mondiale.
AceA onlus, Maria Grazia Amorese Molteni, Associazione Aven Amentza, Associazione culturale Punto rosso, Associazione liberi, Associazione NAGA, Associazione osservAzione, Associazione Unaltralombardia, Associazione Afroitaliani/e, Associazione Todo Cambia, Arianna Ballotta, Banda degli ottoni a scoppio, Francesco “baro” Barilli, Piergiulio Branca, Gabriella Benedetti, Edda Boletti, Paolo Cagna Ninchi, Sandra Cangemi, Flora Capelluti, Fabrizio Casavola, Grazia Casagrande, Federico Ceratti, Umberto Ceriani, Eleonora Cirant, Enzo Colombo, Comitato per le libertà e i diritti sociali, Alex Corlazzoli, Dario Cusani, Sergio Cusani, Bianca Dacomo Annoni, Aurelia D'Andrea, Claudia De Cesaris, José Luiz Del Roio, Antonella Fachin, Nunzio Ferrante, Enrico Fletzer, Dario Fo, Grazia Paola Fortis, Gabriele Gabrieli,  Mario Gaeta, Massimo Gentili, Patrizio Gonnella, Nazzareno Guarnirei, Adriana Leonardo, Alessandra Maiocchi, Marina Mariani, Adriano Martellosio, Elisabetta Masciadri, Maria Grazia Meriggi, Luisa Motta, Luciano Muhlbauer, Elena Murdaca, Mario Napoleoni,  Giuseppe Natale, Giorgio Nobili, Officina società cooperativa, Tatiana Olear, Opera Nomadi, Stefano Panigada, Michele Papagna, Dijana Pavlovic, Alessandro Pesci, Guido Piccoli, Monica Pizzo, Patrizio Ponti, Roberto Prina, Alessandro Rizzo, Basilio Rizzo, Gabriella Sacchetti, Biagio Santoro, SDL intercategoriale, Sergio Segio, Giovanni Semi, Sabina Siniscalchi, Anita Sonego, Angela Teichner Accardi,  Roberto Traverso, Davide “Atomo” Tinelli, Angelo Valdameri, Roberto Veneziani
Per adesioni: nopattodilegalita@fastwebnet.it

Giovedì, 8 Marzo, 2007 - 16:00

Biblioteche rionali: rilanciamo il servizio

Biblioteche rionali
ampliamo il servizio
per gli utenti, per la zona, per la città
Il valore imprescindibile, sotto il profilo culturale e aggregativo, del servizio offerto dalle biblioteche milanesi, è riscontrabile soprattutto in contesti periferici, quale la zona 4 di Milano: è chiaro, quindi, il grave danno che ha determinato la decisione di chiudere le biblioteche civiche rionali, da sempre frequentate soprattutto da studentesse e da studenti aventi diritto di usufruire di un servizio civico insostituibile per poter reperire uno spazio dove poter studiare e consultare libri appartenenti al patrimonio bibliografico, negli orari serali, soprattutto per studenti lavoratori che possono beneficiare solo di questa fascia oraria per poter studiare e consultare libri.
Per discutere il rilancio delle molteplici funzioni della struttura bibliotecaria attraverso un’attività di riconsiderazione in senso qualitativo delle offerte di impiego del tempo libero per i cittadini residenti nelle rispettive zone, vi invito a contattare il sottoscritto, Alessandro Rizzo, per organizzare una riunione affinché si possa ridefinire il ruolo e la funzione di questo servizio utile per tutta la cittadinanza e per una politica culturale di ampio respiro sia nel metodo che nel merito.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4
cell. 3939573094
email: alessandro.rizzo@email.it

Giovedì, 8 Marzo, 2007 - 13:42

Ordine del Giorno su apertura serale biblioteche


Oggetto : riorganizzazione servizio bibliotecario
I sottoscritti Consiglieri di Zona
CONSIDERATO
  • Il valore insostituibile, sotto il profilo culturale nonché sociale ed aggregativo, del servizio offerto dalle biblioteche milanesi, in particolar modo quelle rionali di periferia;
  • che lo stato attuale del servizio bibliotecario, nel suo complesso, non garantisce una fruizione del servizio qualitativamente sufficiente alla cittadinanza;
  • che la scarsità del personale presente nelle biblioteche è la prima causa della disfunzione di tale servizio;
  • la mozione approvata all’unanimità in data 12 ottobre 2006, presentata dal sottoscritto titolata “PER IL RIPRISTINO DELL’ORARIO DI APERTURA SERALE DELLE BIBLIOTECHE RIONALI DI ZONA 4”;
VALUTATO
  • che tale servizio non ha una organizzazione unitaria, con conseguenze deleterie per l’utenza: la difformità dell’orario di apertura delle biblioteche ne è l’esempio più evidente;
IMPEGNANO  IL CONSIGLIO DI ZONA:
  • ad uniformare il servizio bibliotecario rionale con quello della biblioteca Sormani invertendo un trend negativo che ha visto quest’ultima trasformarsi in una biblioteca di conservazione sempre meno aperta al pubblico;
  • ad applicare progressivamente e uniformemente in tutta la rete bibliotecaria cittadina l’orario di apertura continuativo protratto fino alle ore tardo serali, nonché una effettiva offerta culturale diversificata, dalle postazioni audio-video collegate ad internet alle manifestazioni culturali organizzate in sede;
  • a rilanciare le molteplici funzioni della struttura bibliotecaria attraverso un’attività di riconsiderazione in senso qualitativo delle offerte di impiego del tempo libero per i cittadini residenti nelle rispettive zone, realizzabile attraverso una politica culturale di ampio respiro sia nel metodo che nel merito;
  • ad aumentare l’organico comunale destinato alle biblioteche lungo tutto l’orario di apertura, assicurando la professionalità della mansione lavorativa e della sua funzione non ascrivibile a semplice e mera custodia del patrimonio bibliografico presente.
Proponente: Alessandro Rizzo – Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano

Giovedì, 8 Marzo, 2007 - 13:30

Decentramento: quali proposte dal Settore?

Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio di Zona 4
Paolo Zanichelli

 
 
 
 
Interrogazione: richiesta di informazioni sulla riunione avutasi tra i Presidenti di Circoscrizione e il Responsabile del Servizio Coordinamento Centrale Decentramento, Federico Bordogna
 
 
 
 
In riferimento alla comunicazione di una riunione indetta da Federico Bordogna, Responsabile del Servizio Coordinamento Centrale Decentramento, rivolta ai Presidenti dei Consigli di Zona di Milano per discutere della questione riguardante le linee organizzative della gestione dei servizi del decentramento in generale e le proposte in merito al tema medesimo, volevo avere informazioni circa quanto discusso a proposito. A proposito faccio espresso riferimento all’oggetto dell’interrogazione, da me presentata nell’ultima seduta consiliare del giorno martedì 20 febbraio, concernente il futuro gestionale dei Centri di Aggregazione Multifunzionale, in vista di una possibile esternalizzazione del medesimo e riguardante le diverse conseguenze, economiche e organizzative, da esso derivanti. Colgo l’occasione per richiedere una delucidazione più generale e complessiva sulla questione del decentramento, in vista di un’opportuna valutazione delle proposte presentate dall’assessorato competente, di una loro analisi da parte del Consiglio di Zona, predisponendo una riunione di consiglio straordinario sul tema specifico con la presenza dell’assessore di riferimento e responsabile, al fine di concludere una discussione che, vista l’entità del provvedimento, non prescinda dal coinvolgimento degli organismi direttamente interessati.
 
 
 
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
 
 
 

Giovedì, 8 Marzo, 2007 - 13:28

monitoraggio aree di demanio pubblico di zona 4

Alla cortese attenzione del
Presidente della Commissione Territorio
Giorgio Tomellini
Alla cortese attenzione del
Presidente della Commissione Edilizia
Bruno Bernardi

 
 
 
 
Interrogazione in merito alla richiesta di una commissione congiunta per valutare progetti di intervento e di riqualificazione nelle aree di proprietà comunale e di demanio pubblico presenti in circoscrizione
 
 
In riferimento
 
All’elenco specifico, effettuato dall’amministrazione, delle aree pubbliche di proprietà demaniale comunale presenti nella circoscrizione, dove si evincono informazioni utili dal punto di vista logistico, urbanistico e ambientale;
 
Vista
 
La presenza di diverse aree di demanio pubblico oggi abbandonate e non soggette a interventi immediati di riqualificazione urbanistica e territoriale
 
Considerata
 
L’interrogazione presentata dal sottoscritto nella seduta consiliare del giorno martedì 20 febbraio u.s. sulla verifica di provvedimenti esistenti presso il settore demanio pubblico e urbanistico del Comune di Milano di riqualificazione dell’area presente in Via Presolana 6, nonché sull’indizione di una commissione congiunta di valutazione di provvedimenti proponibili in merito da parte del Consiglio di Zona 4
 
Chiedo
 
con la presente al Presidente della Commissione Territorio, Giorgio Tomellini, e al Presidente della Commissione Edilizia, Bruno Bernardi, di indire una riunione congiunta per monitorare le aree di demanio pubblico oggi presenti in circoscrizione e di provvedere a inserire nella programmazione dei rispettivi lavori di commissione la valutazione di provvedimenti esistenti presso il settore centrale competente, nonché l’assessorato, o proponibili da parte del Consiglio di Zona, in merito alla riqualificazione delle aree suddette, magari predisponendo all’uopo, con la partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza residente, criteri atti a valutare interventi utili socialmente e urbanisticamente.
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4

Giovedì, 8 Marzo, 2007 - 13:26

Graduale applicazione di software open source

 
 
MOZIONE IN TEMA DI UTILIZZO DEL SOFTWARE OPEN SOURCE (OSS) NELL’AMBITO DEL DECENTRAMENTO SETTORE ZONA 4
 
Premesso che
 
il software open source (a codice aperto) è utilizzabile liberamente e garantisce libertà e autonomia di aggiornamento, senza pesare ulteriormente nei costi delle licenze previste dai software oggi utilizzati nell’ambito della pubblica amministrazione;
 
Considerati
 
i problemi che si sono presentati in passato in merito all’utilizzazione e alla gestione dell’attuale rete comunale, nella fattispecie di interruzioni dei servizi di rete, con le gravi conseguenze subite dall’utenza (interruzione dei servizi al cittadino) e dalla stessa amministrazione (danno di immagine)
 
Considerato che
 
i sistemi operativi a codice aperto, nati e sviluppati in ambito accademico, sono sempre più utilizzati, soprattutto in ambito server, per l’affidabilità tecnica che garantiscono
 
l’utilizzo dell’OSS nella pubblica amministrazione risponde ai requisiti di economicità, sicurezza, ricusabilità e interoperabilità, e, data l’adattabilità e il numero elevato dei software disponibili, permette di fare fronte alle esigenze amministrative specifiche degli uffici e dei servizi consentendone contestualmente la modernizzazione dei sistemi informatici
 
Viste
 
le norme introdotte nella legge finanziaria 2007 relative all’istituzione del “Fondo per il sostegno agli investimenti per l’innovazione negli enti locali”, che danno priorità ai progetti “che utilizzano o sviluppano applicazioni software a codice aperto”
 
Visto che
 
esiste e sussiste la libertà piena di eseguire il programma per qualunque scopo, senza vincoli sul suo utilizzo,
 
Considerato di fatto che
 
in base alle applicazioni software libero, open source, si deduce la piena libertà di studiare il funzionamento del programma, e di adattarlo alle proprie esigenze, da parte del personale preposto al servizio informatico e in base alle necessità e utilità del settore di zona
 
Visto che
 
sussiste la libertà, in base all’adozione del software open source, di migliorare il programma, e di distribuirne i miglioramenti
 
 
 
considerato di fatto
 
che esiste l’opportunità che la correzione di un errore in un programma da parte di un soggetto renda disponibile la correzione applicabile anche agli altri soggetti fruitori e gestori del servizio
 
si delibera
 
-         di utilizzare il software open source presso il settore decentramento di zona 4, introducendo da subito sui P.C. in ambiente Windows l’utilizzo di software alternativi agli applicativi più diffusi (ad es. la suite OpenOffice per la videoscrittura, i fogli di calcolo, le presentazioni e i database; Firefox per la navigazione web; Nvu per la creazione e l’aggiornamento di siti web, Gimp per la grafica, etc.) e valutando nel contempo la possibilità tecnica (compatibilità hardware) di aggiornare il vecchio hardware con sistemi operativi open source di comprovata sicurezza (quale Linux), prevedendo soprattutto per quelle apparecchiature utilizzate all’interno della struttura comunale come semplici terminali di rete sistemi operativi aperti e browser analoghi;
-         di destinare i conseguenti futuri risparmi sui costi delle licenze dei software utilizzati nel settore al finanziamento di corsi di formazione del personale funzionali a fornire le conoscenze opportune e fondamentali per la gestione e l’utilizzo della nuova tipologia di software impiegato
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
 
 
 
 

Giovedì, 8 Marzo, 2007 - 09:11

Via San Marchetto:abuso edilizio?

In via San Marchetto, alla Barona, nei pressi dei Laghetti di Assago, hanno costruito negli ultimi giorni dei muraglioni e un basamento in cemento armato che non si capisce bene a cosa preluda. Il cartello apposto sopra la staccionata di ingresso riporta tutti i dati dell'impresa costruttrice, della società mandataria, ma non evidenzia il numero di permesso a costruire o la D.I.A., dichiarazione inizio attività. Preoccupati che ciò possa significare una ripresa dell'attività estrattiva della ex cava - ora laghetto per la pesca sportiva- o nella peggiore delle ipotesi usata come discarica, abbiamo segnalato la questione alla Polizia Municipale, ai C.C. della Barona,alla Provincia di Milano nella persona dell'ass.ra Brembilla (Parco Agricolo Sud) e al Consiglio di Zona 6. Da tempo all'interno del Parco Sud si realizzano nuove edificazioni come in via Bardolino 31, si spianano terreni che vengono usati come deposito di inerti, senza alcun controllo degli organi preposti.A. Valdameri consigl. di zona 6 Lista Fo

Martedì, 6 Marzo, 2007 - 14:59

Patto di Legalità: occorre proseguire

Cercare di ragionare sulle politiche locali nei confronti delle comunità stanziali di rom e sinti significa spesso inoltrarsi in un labirinto di pratiche discriminatorie striscianti, talvolta anche da parte di poteri pubblici che dovrebbero essere invece garanti dell’universalismo dei diritti.
Dopo un lungo periodo in cui rappresentanti delle istituzioni milanesi e della casa della carità hanno parlato sui media, in una sorta di monologo, della necessità di stipulare un “patto di legalità e socialità” con i rom rumeni dei campi di via Triboniano ed Opera, eccoli ora proporre di estendere nel prossimo futuro questo ipotetico “modello” di comportamento agli altri insediamenti abitati dai rom e sinti italiani, serbi, bosniaci, kosovari.  
Ce lo aspettavamo.
Il fastidio e l’irritazione un po’ scomposta che hanno accompagnato la reazione di alcuni politici e opinion leaders alle nostre critiche e argomentazioni, non hanno peraltro offerto una risposta convincente nel merito di politiche che rischiano di essere discriminanti sul piano del diritto o fin troppo logore e condizionate da interventi di solo carattere emergenziale.
Cioè senza prospettive di più ampio respiro.
Difficile dunque capire perché non si debba continuare a discutere sulle conseguenze e le implicazioni della varie possibili scelte senza sottostare alla spada di Damocle di un’accusa davvero ingiusta che ci siamo sentiti rivolgere, cioè di “indebolire” la sinistra impegnata a difendere le politiche per i Rom del centro destra al governo a Milano.

 
Opera Nomadi Milano

Sabato, 3 Marzo, 2007 - 19:19

Il prezzo della benzina non trova riduzioni

Francesco Piccioni
Tanto rumore per nulla. Il primo incontro intorno al «tavolo» tra il ministro dello sviluppo, Pierluigi Bersani, e i rappresentanti di petrolieri e benzinai, era stato annunciato come foriero di grandi decisioni in materia di prezzi dei carburanti. Vero è che l'incontro era stato convocato con all'ordine del giorno solo il decreto sulle liberalizzazioni e le sue conseguenze sulla struttura delle rete di distribuzione. Ma gli aumenti decisi dalle compagnie nei giorni scorsi - a partire dall'Agip, costola dell'Eni e quindi controllata direttamente dall'azionista di maggioranza (il governo stesso), avevano preparato un'atmosfera diversa.
Di prezzi, pare, quasi non si è parlato. Eppure Bersani aveva in mattinata lamentato lo scarto incomprensibile tra i prezzi praticati in Italia (al netto del peso delle «accise», ovvero le tasse) e quelli europei, «auspicando che la forbice si stringa». Gli avevano risposto le compagnie petrolifere, invocando da un lato «il cattivo esempio» dato dallo stesso governo, che ha già approvato due aumenti delle accise (uno a ottobre 2006, l'altro a partire dal prossimo maggio), senza peraltro curarsi dell'escalation dei prezzi avviata dalla «sua» Agip (solo la Erg si è mossa in controtendenza, facendo scendere il listino di 5 millesimi). Alle associazioni di consumatori non era rimasto altro che chiedere un «osservatorio dei prezzi» (per controllare le mosse dei petrolieri) e una «sterilizzazione delle accise» (pastrocchio tutto italiano: noi paghiamo l'Iva sul totale del prezzo industriale del carburante più le tasse; paghiamo una tassa sulla tassa).
Il costo industriale dichiarato dalle compagnie in Italia (44-45 centesimi di euro al litro) si discosta alquanto dalla media europea (poco sotto i 40). Dato decisamente sospetto, anche perché il nostro paese raffina più greggio di quanto non ne consumi, al punto che le esportazioni di «prodotti petroliferi raffinati» sono una delle voci più attive della nostra scalcagnata bilancia commerciale. Come è possibile, quindi, che il prezzo della benzina che noi raffiniamo e vendiamo all'estero sia più alto qui che non dove viene esportata?
I petrolieri glissano con eleganza sulla domanda, sparando numeri come una cortina fumogena. Il prezzo internazionale sarebbe arrivato a 600 dollari la tonnellata, che corrispondono però a 0,345 euro al litro. Meno (9 millesimi) di quanto non costasse sei mesi fa, nonostante l'aumento del petrolio - denominato in dollari - a causa della rivalutazione dell'euro rispetto alla moneta Usa. Insomma: le compagnie starebbero lucrando sul differenziale euro/dollaro per mettersi in tasca qualcosina in più. Nemmeno poco, se si pensa che un centesimo sulla benzina equivale a quasi 20 milioni di euro al mese.
Il governo, si diceva, non può fare la parte del «virtuoso», visto quello che fa sul fronte tasse (il 60% del prezzo alla pompa). In questo clima di accuse reciproche, l'incontro di ieri risulta communque «avvenuto in uno spirito di collaborazione» che ha lasciato ogni partecipante sulle posizioni di partenza. L'unanimità è stata raggiunta solo su un punto: il confronto va allargato alle Regioni e ai Comuni. Il motivo ufficiale sta nel fatto che la ristrutturazione della rete distributiva dei carburanti richiede la loro partecipazione. Ma qualcuno deve ancora dimostrare che, aumentando il numero dei dialoganti, il dialogo stesso diventi «più operativo».

Sabato, 3 Marzo, 2007 - 19:08

Oil for “know how”: Londra per un nuovo mondo

 
Il municipalismo può diventare teatro di nuovi scenari politici: e quando tra municipi si costruiscono ponti di solidarietà e di cooperazione forse a livello globale si inizia a definire una nuova dimensione internazionale di unità tra i popoli per uno sviluppo più umano, sostenibile, socialmente equo. Parlo di Ken Livingstone, il “rosso”, da tempo in rotta di collisione con il New Labour di Tony Blair, ormai inneggiante i valori del libero mercato e della guerra globale al terrorismo, e della sua nuova proposta, ormai diventata operativa, di comprare a prezzi scontati del 20% petrolio dal Venezuela per poter ridurre della metà i costi del biglietto per accedere ai mezzi pubblici di trasporto per circa 250000 londinese indigenti e sotto la soglia della povertà. A suggellare questo accordo sono stati il sindaco londinese, da anni ormai amministratore della capitale inglese e da anni impegnato a promuovere una mobilità nuova e alternativa, il Ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, e Alejandro Gonzalez, vicepresidente di Pdvsa, la compagnia petrolifera statale, direttamente interessata alla fornitura commerciale del greggio e del combustibile. In cambio, come in un buon contratto, Ken fornirà al Paese latino americano consulenze di ambientalisti, climatologi e di urbanisti che apporteranno il loro “konw how” in merito alla promozione del riciclaggio dei rifiuti, della pianificazione urbana delle grandi città, dell’organizzazione della rete infrastrutturale per i trasporti, della riduzione delle emissioni di carbonio per contenere i disastri ambientali legati all’aumento della temperatura e ai cambiamenti bioclimatici.
Il progetto è ormai operativi nella city britannica e diverse sono state le voci che si sono levate a difesa del medesimo o in aperto contrasto: certamente la positività dell’accordo senza precedenti consiste nel garantire un mutualismo reciproco tra città e paesi in un’ottica di abbattimento delle povertà e di incentivazione di misure finalizzate a contrastare il disastro ambientale oggi presente, mettendo in relazione e in comune le risorse rispettive e le capacità di due popoli a confronto, ma uniti dalla determinata esigenza di contrastare un modello di sviluppo iniquo e pericoloso per il futuro dell’umanità. Il “Titanic” sta affondando e noi stiamo ballando nelle sue sale da ballo: questa immagine descrive quale destino ci attenderà nel prossimo futuro se non si inverte la rotta. Ma spazi per farlo, nonostante l’assenza degli organismi internazionali e la loro incapacità a fare fronte comune contro questa deriva distruttrice, ci sono ancora: e questo ne è un esempio. Oil for know how, possiamo dire: ossia petrolio in cambio della conoscenza e dell’esperienza professionale di attenti studiosi che possono mettersi a disposizione per un Venezuela in fase di ricostruzione, dopo anni di governi che hanno svenduto a poco prezzo il Paese agli Stati Uniti d’America, sia economicamente, sia culturalmente. In questo percorso si inseriscono i provvedimenti di rinazionalizzazione decretati da Chavez della compagnia telefonica nazionale, Cantv, e della compagnia elettrica, Eds, per garantire una ripresa di due patrimoni nazionali economico produttivi assolutamente fondamentali per lo sviluppo sociale e civile del Paese. Ken ha aperto con questa intesa commerciale, ma dalla finalità sociale di progresso internazionale, un precedente che può essere “introdotto” anche da altri municipi: in Italia Firenze ha accolto il messaggio e ha provveduto a siglare un accordo simile con il Venezuela in cambio di “esperti” in materia di architettura e di ingegneria civile. Nella città toscana di La Pira, maestro di intese internazionali tra città all’insegna dello sviluppo sociale globale e della cooperazione mondiale per il progresso dei popoli e per la pace, tra qualche mese l’Ataf, l’azienda municipale dei trasporti, avrà mezzi che saranno alimentati da combustibile venezuelano, pagato a costi ridotti, beneficiando, così, il prezzo del biglietto. Speriamo che kin questo caso a Firenze succedano altre amministrazioni “virtuose” interessate a fare lo stesso passo in nome del mutualismo e del sostegno allo sviluppo reciproco e all’abbattimento delle povertà, in un’ottica tutta internazionale. Perché il locale può diventare globale.
 
 
Alessandro Rizzo
 
 

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