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Giovedì, 4 Maggio, 2006 - 20:21

Bobby Sands, martire laico

E' difficile definire "martire laico" Bobby Sands, l'indipendentista di Belfast che si lasciò morire 25 anni fa (il 5 maggio 1981) in carcere, dove scontava una condanna per "terrorismo" (venne rinvenuta un'arma da fuoco nell'auto in cui viaggiava), dopo 66 giorni di sciopero della fame.
E' difficile definirlo così perché in Sands era fortissimo il sentimento religioso cattolico, come si evince dagli scritti che ci ha lasciato (era giornalista e poeta).

Ma Sands è essenzialmente un martire laico perché il suo impeto non era simile al terrorismo contemporaneo italiano (quello delle Brigate Rosse, infarcito di parole d'ordine violente e velleitarie) né a quello che conosciamo oggi (infarcito, anch'esso, di ideologie di guerra). L'impeto di Sands e dei suoi amici era pacifico. Era un anelito di libertà nell'Irlanda del Nord, un anelito di riscoperta della Patria e soprattutto di giustizia.

Sands e gli altri detenuti infatti chiedevano lo status di prigionieri politici: non solo questo status veniva loro negato, ma sia all'interno del carcere sia, fuori, per mano della ora disciolta Royal Ulster Constabulary, i cattolici nazionalisti delle "Sei Contee" subivano angherie di ogni tipo, che un governo democratico-liberale considererebbe normalmente degno di Paesi autoritari o totalitari.

Il fatto eclatante è che, in seguito alla morte di Sands, si spianò la strada al successo interno e internazionale dei nazionalisti: il partito più vicino alla protesta, il Sinn Fein, gradualmente conquistò maggior consenso fino a diventare, oggi, il sesto partito del Regno Unito e il secondo in Irlanda del Nord; e in tutto il mondo (Vaticano compreso) vi furono manifestazioni di simpatia per la causa di questi ventenni ancora in grado, sul finire del XX secolo, di compiere gesti per la libertà e la democrazia.

E' chiaro che i metodi violenti non vanno mai accettati; sarebbe auspicabile che qualunque piattaforma programmatica resti sempre nell'alveo delle regole democratiche, soprattutto dove esse esistono. Ma non era esattamente così in Irlanda del Nord, se la R.U.C. oggi è disciolta dopo documentate accuse di collaborazione con le forze paramilitari protestanti e se il protestante nord-irlandese David Trimple, premio Nobel per la pace, ha ammesso che gli anni '70 sono stati "difficili" per i suoi connazionali cattolici.

Il ricordo di Bobby Sands a 25 anni dalla morte è quindi doveroso; è il ricordo di un ragazzo che, per affermare la sua dignità di uomo, di cattolico e di irlandese, ha subìto un processo sommario e condizioni carcerarie durissime: e che ha voluto portare fino al punto estremo la propria coerenza ideale.

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