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.: Il Blog di Lista l'Ulivo -> Gruppo Consiliare dell'Ulivo
Lunedì, 24 Luglio, 2006 - 18:33

Appello al Presidente Prodi......Firma Petizione

INDULTO SI
COLPI DI SPUGNA NO

Appello al Presidente Prodi, ai capigruppo parlamentari e a tutti i parlamentari della coalizione di governo.

Noi, firmatari di questo appello, non siamo affatto contrari a un indulto che serva ad alleggerire la condizione di migliaia di detenuti che affollano le nostre carceri, pur restando in attesa di provvedimenti più organici che risolvano il problema in modo più definitivo depenalizzando reati e promuovendo forme alternative alla detenzione.

Riteniamo tuttavia grave e inaccettabile che nel provvedimento dell’Indulto siano compresi i reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato ecc.) e i reati finanziari e societari (falso in bilancio, frode fiscale, aggiottaggio, bancarotta, insider trading ecc.) .

Non si tratta in questo caso di un atto di «clemenza» ma di un vero e proprio «colpo di spugna» che neppure la Casa della libertà, nella passata legislatura era riuscita a realizzare grazie anche all´opposizione delle forze politiche di centro sinistra, della società civile e della stessa magistratura che si sono battute contro le sciagurate leggi «ad personam» dalla legge sul legittimo sospetto , alla depenalizzazione del falso in bilancio, alla legge Pecorella.

Su temi di così alta rilevanza sociale e politica non si possono accettare accordi scellerati fra Unione e Cdl ! Non ci può essere «do ut des», voto di scambio! Si assumano eventualmente i parlamentari della Cdl la responsabilità di affossare ancora una volta l’indulto, ma non si accettino compromessi indecenti da parte dell’Unione.

Noi facciamo appello alla coerenza dei singoli parlamentari : non c’è disciplina di gruppo che possa prevalere rispetto al mandato direttamente ricevuto dagli elettori , quello di un profondo risanamento del mondo politico ed economico-finanziario.

Né può sfuggire a nessuno il fatto che un provvedimento di questa natura, assunto da un parlamento in cui purtroppo ancora una volta sono numerosissimi gli inquisiti e addirittura i condannati per quegli stessi reati, costituisce il più grave e clamoroso «conflitto d´interessi» della storia della nostra repubblica, un autocondono in piena regola per se stessi e per i propri amici che ripugna alla coscienza di ognuno di noi.

Noi invitiamo tutti i parlamentari ad evitare una rottura profonda con i propri elettori e con il mandato ricevuto, con effetti che potrebbero pesare in modo grave in tutti i prossimi appuntamenti elettorali.

Lunedì, 24 Luglio, 2006 - 12:20

Dite 3 " SI " Alla Pace

COMUNICATO STAMPA
Alla  vigilia del vertice di Roma la Tavola della pace  lancia un nuovo appello
Dite 3 “Si” alla pace
Si al cessate il fuoco. Si ad una forza di pace dell’Unione Europea. Si al negoziato politico con tutti.
L’incontro di Roma è un fatto importante, segno tangibile dell’avvio di una nuova politica estera dell’Italia. Non sarà la pace ma deve essere almeno un passo nella direzione giusta.
L’Italia deve continuare ad agire, insieme all’Onu e al resto della comunità internazionale per imporre alle parti l’immediato cessate il fuoco.
Questo è e resta il primo e più urgente obiettivo.
Tutto il mondo lo chiede. Solo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna continuano a sostenere la continuazione della guerra impedendo all’Onu di imporre alle parti l’immediato cessate il fuoco e l’invio nella striscia di Gaza e nel sud del Libano  di una propria forza di interposizione. L’Italia deve agire con fermezza e determinazione per impedire la paralisi delle Nazioni Unite e della comunità internazionale. Non possiamo tollerare che si ripeta la vergogna dei Balcani e del Ruanda.
Perché sia realmente una “Forza di pace”, la forza di interposizione e di stabilizzazione dell’Onu deve essere autenticamente “sopranazionale”. Il comando sul campo, sempre sotto diretta autorità delle Nazioni Unite, deve essere assicurato dall’Unione Europea e non dalla NATO. L’UE è a ciò legittimata dal Trattato sull’UE e dagli accordi sottoscritti con le Nazioni Unite e ha strutture e capacità operative idonee per assolvere a questo compito.
L’aiuto umanitario è indispensabile ma non basta a coprire l’inazione politica. L’Italia e l’Europa devono assumersi la responsabilità di agire in modo incisivo con un proprio piano di pace, globale e lungimirante.
L’incontro di Roma deve aprire la strada al negoziato politico con tutte le parti coinvolte, inclusa la Siria e l’Iran. Solo un negoziato serio e credibile, basato sul rispetto e l’applicazione di tutte le risoluzioni dell’Onu, della legalità e del diritto internazionale dei diritti umani, contro la prassi devastante dei due pesi e delle due misure può costruire le basi del rispetto reciproco e della convivenza in Medio Oriente.
L’incontro di Roma non deve dimenticare la guerra in corso a Gaza e nella Cisgiordania. Sarebbe un gravissimo errore.
Domenica, 23 Luglio, 2006 - 12:35

In trecentosedici per il ritiro dall' Afghanistan


Con l'adesione dell'Associazione MOndo Senza Guerre, le sottoscrizioni
all'appello da me lanciato il 28 giugno scorso hanno raggiunto quota
TRECENTO. Questo il giorno dopo che alla Camera si è votato a favore del
decreto di rifinanziamento alla missione in AFghanistan.
Noi sosteniamo il gesto del compagno Paolo Cacciari che ha avuto il
coraggio di dimettersi per difendere le proprie idee ed i propri valori,
mentre siamo sconcertati dalla condanna fatta dal compagno Giordano che,
in nome di un 73% che ha votato a favore della mozione nel comitato
politico nazionale, intende far tacere il 27% del partito che non è
d'accordo. E poi andiamo a sostenere gente come il senatore De Gregorio
che vota con la Casa della Libertà, io lo chiamerei il forzitaliota dei
valori!!! C'era un certo signore pelato, di media statura, che spesso
usciva su un balcone famoso e urlava slogan per la guerra e che poi è
finito appeso in Piazzale Loreto, che diceva "NOn c'è peggior nemico
della pace dei malpancisti pacifondai". Bene, le parole di certa parte
della sinistra di oggi mi sembrano tanto quelle di quel signore che si
chiamava Benito Mussolini.
Ovviamente noi non possiamo fermarci al voto di ieri, dobbiamo
continuare la nostra battaglia, anche perché voci interne ai DS dicono
che prima di cinque anni dall'Afghanistan non ce ne andiamo, e questo
per noi non è assolutamente tollerabile, altro che exit strategy!!! Ecco
perché il nostro appello continuerà, sperando che il movimento pacifista
non si divida più fra chi vuole e chi non vuole far cadere il Governo,
non è questo in discussione e non è questo il nostro compito. E' invece
nostro compito sostenere le battaglie per la Pace e la
nonviolenza, affinché nessun essere umano abbia più a soffrire per mano
di un altro essere umano.
Grazie,
Ettore Lomaglio Silvestri
promotore

Domenica, 23 Luglio, 2006 - 12:32

Appoggio del Partito Umanista : Appello ai parlamentari dell'Unione : Via Dall'Afghanistan





Vorremmo, se ci consentite, dire la nostra sulla questione Afghanistan.
La pace è spesso stata considerata un valore, quindi un fine, un
qualcosa da raggiungere, e per cui qualsiasi mezzo è consentito. Per
questo motivo esiste, nel campo militare, il motto "si vis pacem para
bellum", ossia "se vuoi la pace prepara la guerra", considerando la
guerra come deterrente e quindi come mezzo per raggiungere una pace.
Per
Gandhi e per tutti i veri pacifisti, tra cui ci sono anche io, la pace
è
un principio, ossia un metodo di vita, un modo di essere che
naturalmente porta alla pace. Quindi vale il principio "si vis pacem,
para pacem", se vuoi la pace prepara la pace. Si dice anche che si è in
guerra non solo quando la guerra è in atto, ma anche quando la guerra è
in potenza, ossia quando si lavora per prepararsi alla guerra. Per
questo motivo noi viviamo in uno stato di perenne guerra, in quanto
determinate ed istituzionalizzate parti dei nostri popoli sono
addestrate per andare in guerra. Ponendo dette premesse e per
sintetizzare, posto come dovuto ed indiscutibile il ritiro delle nostre
truppe dall'Iraq, teatro di guerra che non ci appartiene, oggi si
discute se bisogna continuare a permanere in Afghanistan. Si giustifica
tale presenza come necessaria ponendo la questione che gli afghani
hanno
bisogno del nostro aiuto non militarmente ma civilmente. Ma questo non
comporta assolutamente la presenza dell'esercito in Afghanistan. Come
dice Gino Strada, se gli afghani hanno bisogno di ospedali, perché
mandargli carri armati? Allora, invece di mandare militari, mandiamo
personale civile, medico, infermieristico, strutture mediche, esperti
politici o quant'altro, ma non militari in armi. A questo punto
sentiamo
il dovere morale e il diritto civile di chiedere a chi abbiamo eletto a
rappresentarci al Parlamento e che è pacifista per principio, di non
votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan, ma a porre le
basi per un finanziamento o un sostegno a quelle missioni civili già
presenti, come appunto quella di Emergency.


IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE
1)Ettore Lomaglio Silvestri - promotore
2)Norma Bertullacelli
3) Massimo Dalla Giovanna
4) Comitato per la pace “Rachel Corrie”
5) Social Forum Valpolcevera
6) Maria Teresa Morresi
7) Associazione culturale Sconfiggiamo la mafia
8) Piero Cannistraci
9) Serena Pisano
10) Associazione Regionale Lazio per la lotta contro le illegalità e le
mafie "Antonino Caponnetto" 11) Elena ROMA CIRCOLO L. CIMINELLI P.R.C.
Amendolara
12) Ivano Dalla Giovanna ­ Genova
13) Fabio Eboli
14) Albino Garuti
15) Fabrizio Fiorilli
16) Andrea Manganaro
17) Matteo Lotario (?)
18) Sergio Ruggirei
19) Rossana Montecchiani
20) Giacomo Alessandrini
21) Stefania Volonghi
22) Roberto Stoppini
23) Francesca Piemonte
24) Roberto Barison
25) Vincenzo Caldarola
26) Antonia Valeria (?)
27) Alfonso Navarra - Lega per il disarmo unilaterale
28) Marco Rivarolo
29) Silvia Nerini
30) Paolo Ivaldi
31) Lucia Altemura
32) Clara F. (?)
33) Tiziana Leoni
34) Rita Filippo
35) Martina Zampieri
36) Gennaro Variale
37) Luca Galvani
38) Simona Pinna
39) Claudia Di Tommaso
40) Giovanni Intini
41) Franco Fuselli
42) Marina Criscuoli
43) Carla Dalla Pozza
44) Marisa Cesarano
45) Giorgia (?)
46) Doriana Goracci ­ Donne in Nero Tuscia
47) Ezio Scavazzini ­ segretario ANPI sezione di Lainate
48) Caterina Morgantini
49) Vincenzo Carnazzo
50) Antonietta Ermacora
51) Dante Bedini ­ Treviso
52) Agnese Ginocchio ­ cantautrice per la Pace
53) Roberto Ferrario ­ http://bellaciao.org/it
54) Anna Lise Nicolodi
55) Stefano Polo
56) Daniele Aprile
57) Elena Cavallone
58) Andrea Caminati
59) Vittorio Paolo Fasciani
60) Gianna Tirondola ­ Padova
61) Gianfranco D'Angelosante
62) Virginia Agliata
63) Norma Naim - Centro Studi Educazione alla Pace
64) Luca Sardi
65) Barbara Pianta Lopis
66) Tullio Cipriano
67) Maria Nicolina Papa
68) Matteo Mosna
69) Alberto Sipione
70) Franca Maria Bagnoli
71) Hermann Barbieri
72) Giancarlo Nonis
73) Nadia De Luzio
74) Maria Nina Posadinu
75) Paola Manduca
76) Luigi Fusco
77) Antonella Mangia ­ Coordinamento salentino contro la guerra
78) Ettore Zerbino
79) Maria Luce Graziadei
80) Rosa Pia Bonomi
81) Comitato Claudio Miccoli
82) Massimo Petrucci
83) Nella Ginatempo ­ Bastaguerra
84) Lidia Maria Cirillo
85) Antonella Sapio
86) Pino De Stasio Consigliere P.R.C. seconda Municipalita' NAPOLI
87)
Tesfai Selamawit
88) Giuseppina Catalano
89) Gianfausto De Dominicis
90) Vania Santolini
91) Roberto Pinzi
92) Gianni D’Errico
93) Giorgio Vinciguerra
94) Giuseppe Reitano
95) Elena Van Westerhout
96) Mario di Francesco
97) Elisabetta Romanelli
98) Flavio Minisini
99) Sara Nutricato
100) Maria Nicoletti
101) Paola Cirio
102) Pino Parisi ­ Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
103) Chiara Parisi ­ Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
104) Claudia Tessaro
105) Antonella Raddi
106) Fulvia Candeloro
107) Agnese Fiducia
108) Marco Righi
109) Ugo Beiso
110) Comitato Attac Firenze
111) Marino Tambuscio
112) Ornella Morez
113) Adriana De Mitri
114) Paolo Fierro
115) Flavio Mobilia
116) Franco Casagrande
117) Massimiliano Bazzana
118) Massimo Marco Rossi
119) Francesco Cannizzaro
120) Paola Schiavon
121) Umberta Biasoli
122) Giorgio Morelli
123) Maria Antonietta Rossi
124) Olivia Pastorelli
125) Mauro Castagnaro
126) Eugenia Regis
127) Guido Ratti
128) Giusy Cuccia
129) Valentina Franchi
130) Noemi di Leonardo
131) Paola Merlo
132) Marco Zerbino
133) Isa Brunetti
134) Marco Staffoli
135) Bastaguerra
136) Gabriella Bianchi
137) Andrea Montagner
138) Lucia De Faveri
139) Marco Zanatta
140) Alma Re Fraschini
141) Ivan Rossi
142) Michela Pitturi
143) Gianni Trez
144) Michele Citoni
145) Valentina Signorile
146) Luigi Pirelli
147) Francesco Mason
148) Mirko Mazzetto
149) Remo Caretti
150) Roberto Feletto
151) Riccardo Carraio
152) Fabio Gatto
153) Adelise Midolli
154) Miriam Silvestri
155) Michele Quaini
156) Fulvio Boccardo
157) Loris Donazzon
158) Elisabetta Gueli
159) Pasquale di Lalla
160) Adriano Battisti
161) Margherita Granero
162) Carmine Esposito ­ Coordinamento Tacciano le Armi
163) Antonio Oliati
164) Giovanni Marchi
165) Luca Vannetiello
166) Mattia Sciarrotta
167) Giacomo Piccioni
168) Angela Andruccioli
169) Lucio Cozzolino
170) Elena Mazzarano
171) Massimo Paghi
172) Maria Grazia Saracco
173) Gaetano Velotto
174) Giovanna Guandalini
175) Roberto Vassallo
176) Liliana Armocida
177) Giovanni Pasella
178) Antonio Pisano
179) Silvia Nardi
180) Enza Longo
181) Carla G. Razzano
182) Alessandra Martiniello
183) Agnese Palma
184) Rino Sanna
185) Valeria Tuv
186) Emergency ­ Gruppo di Pessano con Bornago (MI)
187) Mariangela Mozzone
188) Alice Bonavida
189) Fabrizio Bianchi
190) Dario Mariani
191) Beppe Orlandi
192) Cinzia Martini
193) Giuseppe Puleo
194) Simone Mestroni
195) David Gianetti
196) Edvino Ugolini
197) Anna Polo ­ Partito Umanista
198) Partito Umanista
199) Stefano Cera
200) Gian Luigi Bettoli ­ Spilimbergo (PN)
201) Serenella Angeloni
202) Davide Barillari
203) Eva Melodia
204) Luca Marra
205) Ernesto Pedrini
206) Marilisa Pierabella
207) Marika Malanca
208) Ornala Jurinovich
209) Renato Bossi
210) Francesco Fortinguerra
211) Floriana Lipparini
212) Goretta Bonaccorsi
213) Sara Bellandi
214) Davide Morano
215) Giuseppe Concione
216) Andrea Anselmi ­
217) Barbara Bianchi
218) Antonella Visintin - commissione globalizzazione e ambiente
-Federazione chiese evangeliche in Italia (Fcei) 219) Maria Paola
Pussetto
220) Alessandra Sica
221) Giuliana Fuggetta
222) Agnese Manca
223) Giovanni Pigozzo
224) Maria Del Vento
225) Tiziana Marchese
226) Cristina Zadra
227) Daniela Taglianetti ­ Agenzia per la Pace
228) Giorgio Cordini
229) Rosa Calderazzi
230) Valentina Bongi
231) Valentina STamerra
232) Alessandra Nassuato
233) Marco Sacchi
234) Luca Brogioni
235) Donatella Camatta
236) Alice Bastianoni
237) Simona Signorelli
238) Marialuisa Paroni
239) Mario Enrico Gottardi
240) Marina Costa
241) Associazione Progetto Gaia
242) Cristina Puppis
243) Elvira Corona
244) Luciana Sossi
245) Laura ERizi
246) Francesco Tassi
247) Marco Barbato
248) Rosa Maria Albino
249) Evelina Savini
250) Enea Guarinoni
251) Melania Leone
252) Valeria Giuffrida
253) Riccardo Minisola
254) Alessio Ariotto
255) Dino Venanzi
256) Alberto Agresti
257) Veronica Giuffrida
258) Sara Pinti
259) Claudia Pretto
260) Silvia Maria Esposito
261) Francesca Mazzoni
262) Silvia Cirenei
263) Valentina Cremona
264) Silvia Rossi
265) Silvia Fenaroli
266) Daniele Politi
267) Pierpaolo Riboli
268) Fabio Bottini
269) Francesca Arici
270) Pasquale Francese
271) Paolo Righetti
272) Stefano Angelone
273) Enrica Lobina
274) Ermanno Baldassarri
275) Pino Canale
276) Sonia Centro
277) Lorella Lari
278) Beppe Pavoletti
279) Edisetta Pozzati
280) Enza Panebianco
281) Paolo Sangiorgio



--
IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

Per sottoscrivere la petizione:
http://www.petitionspot.com/petitions/outAfghanistan



--
IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

Per sottoscrivere la petizione:
http://www.petitionspot.com/petitions/outAfghanistan

visita il mio blog:
http://blog.alice.it/peaceistheway

Appello pubblicato su:
http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_17058.html
http://www.bellaciao.org
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outafghanistan@googlegroups.com

Sabato, 22 Luglio, 2006 - 13:17

Guerra in Medio Oriente

 

Comunicato stampa della Tavola della pace
Guerra in Medio Oriente
Non possiamo tollerare che si ripeta 
la vergogna dei Balcani e del Ruanda
In questi giorni si sta ripetendo in Medio Oriente quanto già accaduto all’inizio degli anni ’90 nei Balcani e in Ruanda, quando i più potenti fra gli stati membri dell’ONU ne ritardarono l’indispensabile ruolo e, successivamente, lo resero inefficace incrinando la credibilità della massima organizzazione mondiale.
Mentre in Medio Oriente si sta consumando una strage di civili e di ora in ora si aggrava una nuova catastrofe umanitaria, nonostante la corale invocazione della società civile e di alcune leadership politiche illuminate, alcuni Stati stanno impedendo la rapida messa in opera di una forza di interposizione e stabilizzazione delle Nazioni Unite.
L’Italia e l’Unione Europea devono rompere gli indugi e adottare subito una decisione formale di “azione comune” ai sensi dell’art.14 del Trattato sull’Unione Europea, con la quale mettere a disposizione delle Nazioni Unite le sue capacità militari e civili da impegnare per la forza di interposizione delle Nazioni Unite da inviare nel sud del Libano e nella Striscia di Gaza.
Questa decisione dovrebbe porre i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di fronte alle loro responsabilità e far cessare l’attuale pretestuoso, scandaloso tergiversare di cui stanno dando prova alcuni stati.
L’Italia e l’Europa non possono tollerare che si ripeta la vergogna dei Balcani e del Ruanda. L’Europa non può tollerare il ritorno alla barbarie.
L’Italia e l’Europa debbono agire con determinazione per mettere l’Onu, una volta per tutte, nella condizione di esercitare con tempestività ed efficacia il ruolo di garante della pace, dei diritti umani e della sicurezza internazionale.
Confidiamo nel coraggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale, dopo aver denunciato la mancata assunzione di responsabilità dell’UE negli anni passati, ne reclama oggi il ruolo attivo di operatrice di pace e sicurezza nel quadro delle Nazioni Unite e della legalità internazionale dei diritti umani.
Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace 
Perugia, 21 luglio 2006

 

Sabato, 22 Luglio, 2006 - 12:15

Italia, Governo sosterrà all'ONU moratoria delle esecuzioni



21 luglio 2006: ''Se dovessi scegliere un parametro per indicare il
cammino dell’uomo verso una società più giusta, certamente direi la
battaglia contro la pena di morte''. Lo ha detto il Presidente del Senato
Franco Marini partecipando alla presentazione del Rapporto 2006 di Nessuno
tocchi Caino. ''E' anche una battaglia di civilta' - ha proseguito
Marini - che e' stata formalmente e concretamente percorsa dal Presidente
messicano Vicente Fox, premiato con il riconoscimento “L'Abolizionista
dell'anno”.
Dopo aver consegnato il premio al viceministro degli Esteri messicano,
Maria Del Refugio Gonzales Dominguez, il Presidente del Senato ha
voluto anche elogiare Marco Pannella, che di 'Nessuno Tocchi Caino' è il
Presidente. "Sono convinto – ha sottolineato - che non è obbligatorio
andare sempre d'accordo con Pannella. Però voglio dire che nella storia
positiva, seppure nelle sue contraddizioni, del nostro Paese nessuno potrà
dimenticare che nell'avanzamento della nostra società e nelle battaglie
per i diritti civili lui abbia veramente conquistato un posto di
rilievo di cui voglio dargli atto".
Sergio D’Elia, Segretario di NtC e deputato della Rosa nel Pugno, ha
annunciato che il prossimo 26 luglio la Camera dei Deputati discutera'
una mozione "ampiamente condivisa" dalle forze di maggioranza e
opposizione, che impegna il Governo italiano a presentare all'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite, che si terra' in autunno, "una proposta di
risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali in vista
dell'abolizione completa della pena di morte".
“Sono certo – ha continuato D’Elia - che ci sara' un’ampia convergenza
in Parlamento e sono sicuro che questa volta all'Assemblea Generale la
proposta di una moratoria passera' con 100-110 voti a favore sui 192
voti disponibili dei paesi membri".
Il Sottosegretario agli Affari Esteri Bobo Craxi, con delega al
multilaterale, ha assicurato che il Governo italiano sosterra' all'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite la risoluzione per la moratoria sulle
esecuzioni.
"Anche su questo tema – ha detto il Sottosegretario - non si puo'
prescindere dal multilateralismo e la pena di morte non puo' essere una
questione lasciata alla singola sovranita' dello stato".
Per Marco Pannella, "Solo una battaglia seria puo' far superare
all'umanita' la pena di morte. Il
diritto alla vita si conquista se si conquista e si difende la vita del
diritto, e questo e' molto difficile. E l'onesta' mi obbliga a dire che
la vita del diritto per esempio nel nostro Paese e' sempre meno
assicurata e sempre piu' colpita".
E’ stato inoltre presentato un appello di numerose personalità del
mondo della politica e della
cultura, italiane ed internazionali, affinché sia evitato il ricorso
alla pena capitale nei confronti di Saddam Hussein e dei suoi coimputati,
se verranno condannati per i gravi crimini di cui sono accusati.
L'appello è indirizzato alle autorità irachene ma anche al Governo italiano e
al Presidente della Commissione europea.

Sabato, 22 Luglio, 2006 - 12:13

Italia, presentato rapporto 2006 di Nessuno Tocchi Caino



21 luglio 2006: si è svolta a Roma la presentazione del Rapporto 2006
di Nessuno tocchi Caino “La pena di morte nel mondo”, che evidenzia come
anche nel 2005 e nei primi sei mesi del 2006 sia cresciuto il numero
dei paesi a vario titolo abolizionisti, che sono oggi 142.

Di questi, i paesi totalmente abolizionisti sono 90; gli abolizionisti
per crimini ordinari sono 10; 1 paese, la Russia, in quanto membro del
Consiglio d’Europa è impegnato ad abolirla e, nel frattempo, attua una
moratoria delle esecuzioni; quelli che hanno introdotto una moratoria
delle esecuzioni sono 5; i paesi abolizionisti di fatto, che non
eseguono cioè sentenze capitali da oltre dieci anni, sono 37.
A far aumentare il numero degli abolizionisti per ogni reato sono
stati, nel corso di questo periodo, il Tagikistan, la Liberia e le
Filippine, mentre Saint Vincent e Grenadine, Santa Lucia e Lesotho sono divenuti
abolizionisti di fatto.
La Grecia e il Messico, già abolizionisti per crimini ordinari, hanno
abolito la pena di morte in tutte le circostanze.
I paesi mantenitori della pena di morte si sono ridotti a 54, e ancor
minore, rispetto agli anni precedenti, è il numero di quelli che vi
hanno fatto effettivamente ricorso: 24.
Di conseguenza, è diminuito anche il numero delle esecuzioni nel mondo,
che nel 2005 sono state almeno 5.494, avvenute per il 98,7 % in paesi
totalitari e per il 98,5% in Asia.
Contrariamente a quanto si pensa, gli Stati Uniti, unico paese del
continente americano che continua a praticarle, sono responsabili con le 60
esecuzioni del 2005 di circa l’1% del totale mondiale.
In Africa la pena di morte è caduta ormai in disuso: nel 2005 è stata
eseguita in soli quattro paesi – Uganda (8), Libia (6), Sudan (4) e
Somalia (1) – dove sono state registrate almeno 19 esecuzioni.
In Europa vi è una sola macchia che deturpa l’immagine di continente
altrimenti totalmente libero dalla pena di morte: la Bielorussia, che nel
2005 ha effettuato almeno 2 esecuzioni.
Sul triste podio dei primi paesi boia del 2005 sono saliti la Cina
(almeno 5.000), l’Iran (almeno 113) e l’Arabia Saudita (almeno 90) seguiti
poi da Corea del Nord (almeno 75); USA (60); Pakistan (42); Vietnam
(almeno 27); la Giordania (15); Mongolia, Uganda e Singapore (8); Kuwait e
Yemen (almeno 7); l’Uzbekistan (2).
Cifre queste per lo più sottostimate, tenuto conto che molti di questi
paesi non forniscono statistiche ufficiali sulla pratica della pena di
morte e che dimostrano come in questi paesi la soluzione definitiva del
problema, più che alla lotta contro la pena di morte, attiene alla
lotta per la democrazia, l’affermazione dello stato di diritto, la
promozione e il rispetto dei diritti politici e delle libertà civili.
A riprendere la pratica della pena di morte dopo anni di sospensione
sono stati, l’Autorità Palestinese, la Libia, l’Iraq, la Guinea
Equatoriale e il Botswana.

Venerdì, 21 Luglio, 2006 - 12:56

Il vero volto della sinistra di guerra

Negli ultimi giorni abbiamo assistito al plateale tradimento delle promesse e degli impegni presi con i milioni di italiani che hanno votato la “sinistra” anche per farla finita con la sporca guerra, come diceva un manifesto elettorale.
Sui pochi (purtroppo) deputati e senatori che hanno osato anteporre la coerenza con le proprie scelte alla logica di fedeltà al governo sono piovuti insulti, minacce e ricatti di ogni tipo, con toni che andavano da un cupo richiamo all’ordine di sapore stalinista al compatimento sprezzante per le “anime belle” o i “gruppetti anacronistici”.
In realtà, la cosiddetta “sinistra radicale” avrebbe la forza e i numeri per imporre al resto della maggioranza scelte opposte a quelle ipocrite e guerrafondaie culminate nel sì al rifinanziamento della missione in Afghanistan (dopo aver votato no per otto volte sullo stesso argomento… ma quando era all’opposizione). Non averlo nemmeno tentato comporta una responsabilità enorme e una indegna falsificazione dei reali rapporti di forze.
La realtà è che non si vuole mettere in discussione non solo la missione in Afghanistan, ma anche e soprattutto l’asservimento agli Stati Uniti, alla Nato e alla loro politica criminale. Non si vogliono affrontare questioni di enorme importanza come il disarmo e la necessità di una politica estera basata sul ripudio della guerra come mezzo per risolvere i conflitti internazionali e sul riconoscimento della pace come diritto fondamentale di popoli e individui.
Il caso italiano dimostra ancora una volta che non saranno i governi da soli a imboccare questa strada. Tocca ai popoli, ai milioni di persone che in questi anni hanno manifestato contro la guerra e ogni tipo di violenza imporre una svolta a coloro che pretendono di decidere il destino di tutti.
Partito Umanista
Giovedì, 20 Luglio, 2006 - 16:40

Le commissioni consiliari non sono un bottino da spoil system

In chiusura della seduta consiliare di ieri, abbiamo espresso soddisfazione per la nomina del cinque Saggi: si completa finalmente la composizione di un organo fondamentale per il funzionamento dell’Amministrazione.
Tuttavia, oggi, non possiamo passare sotto silenzio il fatto che queste nomine siano arrivate con due settimane di ritardo rispetto al ruolino di marcia – che non è poco, per i problemi irrisolti della nostra città -, ritardo dovuto unicamente al pervicace ostruzionismo condotto nell’aula di palazzo Marino da una parte di Forza Italia, ossia dal gruppetto di consiglieri esclusi dall’attribuzione degli assessorati. I quali hanno levato l’assedio alla Giunta soltanto quando sono stati accontentati con l’ulteriore distribuzione di cariche, le presidenze delle commissioni consiliari.
Cosa rappresentano questi organismi? Sono lo strumento "istruttorio" delle delibere che saranno sottoposte al Consiglio comunale, sono composte in modo rappresentativo dei gruppi consiliari e proporzionale alla loro consistenza. E anche nelle cariche dovrebbero anche essere rappresentativi dell’intero corpo elettorale, sia di quello che ha votato per la maggioranza che per la parte che ha votato per l’opposizione, tanto più dopo un risultato come quello uscito dalle urne il 28 maggio in cui il 48% degli elettori ha votato per i partiti del centrosinistra.
Proprio per questo, dal canto nostro, noi dell’Ulivo e dell’opposizione tutta – nell’intento di avviare la consigliatura del mandato Moratti nel migliore dei modi e nell’interesse di Milano – avevamo avanzato la proposta che la presidenza di alcune commissioni consiliari (2 su diciassette!) fosse affidata a esponenti dell’opposizione. Intendiamoci: commissioni di puro indirizzo e controllo: Bilancio, Affari Istituzionali – come avviene in molte altre amministrazioni.
Invece no, ha prevalso una concezione proprietaria che considera gli organi dell’Amministrazione pubblica bottino da dividere tra i vincitori e gli avversari politici degni al massimo di una noncurante alzata di sopracciglio, se non dei nemici da cancellare.

Marilena Adamo

Capogruppo dell’Ulivo

Giovedì, 20 Luglio, 2006 - 15:46

La Liberalizzazione della vendita dei farmaci favorisce i consumatori

Il dibattito che sta accompagnando i provvedimenti varati dal Decreto Bersani trascura troppo spesso l’elemento di fondo: che è rappresentato dai vantaggi che possono derivarne per i consumatori, la stragrande maggioranza della popolazione.
Per esempio, la levata di scudi delle organizzazioni di categoria dei farmacisti (e dei loro difensori come l’assessore De Albertis) vorrebbe far passare inosservate alcune questioni evidenti a qualunque interlocutore in buona fede, nell’ordine:

1. il settore farmaceutico è stato finora regolato da una legge corporativa del 1931: in forza di quelle norme anche la vendita dei prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione (SOP) e da banco (OTC – Over the Counter) resta appannaggio esclusivo dei farmacisti
2. la liberalizzazione di questo canale spezzerà un ormai anacronistico oligopolio e potranno determinarsi diminuzioni di prezzo oscillanti tra il 20% e il 45% confronto a quelli attuali, con sicuro sollievo per i bilanci familiari, sui quali la spesa farmaceutica incide notevolmente. Che la diminuzione dei prezzi sia possibile è dimostrato dal fatto che negli altri Paesi europei gli stessi prodotti costano quasi sempre di meno.
3. i supermercati che decideranno di attrezzarsi per la vendita dei farmaci SOP e OTC dovranno allestire all’interno dei supermercati aree attrezzate e affidate alla responsabilità di farmacisti professionisti allo scopo di consigliare gli utenti nella scelta dei farmaci da banco e impedire eventuali abusi.

Il dibattito che sta accompagnando i provvedimenti varati dal Decreto Bersani trascura troppo spesso l’elemento di fondo: che è rappresentato dai vantaggi che possono derivarne per i consumatori, la stragrande maggioranza della popolazione.Per esempio, la levata di scudi delle organizzazioni di categoria dei farmacisti (e dei loro difensori come l’assessore De Albertis) vorrebbe far passare inosservate alcune questioni evidenti a qualunque interlocutore in buona fede, nell’ordine:1. il settore farmaceutico è stato finora regolato da una legge corporativa del 1931: in forza di quelle norme anche la vendita dei prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione (SOP) e da banco (OTC – Over the Counter) resta appannaggio esclusivo dei farmacisti2. la liberalizzazione di questo canale spezzerà un ormai anacronistico oligopolio e potranno determinarsi diminuzioni di prezzo oscillanti tra il 20% e il 45% confronto a quelli attuali, con sicuro sollievo per i bilanci familiari, sui quali la spesa farmaceutica incide notevolmente. Che la diminuzione dei prezzi sia possibile è dimostrato dal fatto che negli altri Paesi europei gli stessi prodotti costano quasi sempre di meno.

Siamo certi che questo provvedimento potrà portare a una reale diminuzione del costo dei farmaci, così come ne eravamo certi quando, nel corso del precedente mandato in Consiglio comunale, avevamo proposto all’aula di Palazzo Marino una mozione che impegnava il sindaco a sostenere la proposta di liberalizzazione dei canali di vendita di questi farmaci. Peccato che i consiglieri della maggioranza si siano rifiutati di discuterla in aula.
Ciò non fa che confermare quanto già risaputo: il centro-destra preferisce difendere l’interesse di piccole categorie a discapito dei consumatori.
Aldo Ugliano
Consigliere comunale dell’Ulivo

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