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Giovedì, 12 Maggio, 2011 - 02:31

Confronto Pisapia - Moratti: falsità e calunnie da parte di un sindaco sul finir del mandato

E' incredibile quanto le ingiurie e le falsità espresse dal sindaco uscente e spero non rientrante, Letizia Brichetto, siano di enorme portata. Dico questo in quanto quste sue caratteristiche si aggiungono alle contraddizioni della stessa. Dire a fine incontro e dibattito, attendendo il momento in cui era impossibile ribattere, che Pisapia sia stato considerato responsabile del reato di furto di autoveicolo per effettuare il sequestro di una persona. E' un falso, come evidenziano gli atti processuali. Pisapia non solo non è stato considerato responsabile con sentenza passata in giudicato ma anche ha voluto andare ai due gradi successivi di giudizio, dopo la sentenza di primo grado che prevedeva l'amnistia, per avere una sentenza che certificasse già nella fase di indagine e istruttoria l'insussistenza del reato contestatogli. E' incredibile e assolutamente palesante la pochezza e bassezza politica del centrodestra affidarsi a collaboratori alla ricerca di scoop e di notizie infondate: tali notizie espresse dal sindaco uscente risulteranno un boomerang contro la stessa, tanto che un suo alleato ha subito avvertito come tale manovra di lanciare fango a sproposito e gratuitamente contro l'avversario, sia controproducente ai fini elettorali. Ed è poi assurdo che tale inneggiamento alla moralità e al moderatismo venga da chi ha nella sua coalizione forze politiche estremiste e da colei che ha un figlio accusato di aver costruito ed edificato senza permessi un edificio, così come da chi ha nelle proprie liste un indagato per avere affisso manifesti di dileggio e vilipendio alla magistratura e alla sua indipendenza. Come è assurdo che il sindaco uscente e spero non rientrante veda nuovamente nelle ordinanze, quelle che hanno determinato insicurezza nei quartieri periferici e che "hanno spento luci e luoghi di aggregazione, dove i giovani potevano trovarsi e non andare in giro e trovarsi in situazioni difficili, o dove gli anziani andavano per vivere un senso di comunità". Nella coalizione di centrodestra, che tanto di legalità e di ordine pubblico si fa portavoce, si vede e nota una spaccatura su tale proposta tra un vicesindaco che promette nuove ordinanze coprifuoco e la Lega, che aspira ad avere il secondo vicesindaco, che parla di promuovere più movida notturna. Pisapia, come ha dimostrato nel dibattito, è stato uno degli autori della riforma del codice penale soprattutto sul tema della garanzia della sicurezza e considera controproducente l'insieme delle ordinanze coprifuoco, elemento che ho sempre denunciato e contrastato e che penso sia doveroso rilevare come fossero state considerate illegittime dalla stessa Corte Costituzionale, in quanto il mezzo per contrastare il degrado prevedeva una misura eccessiva rispetto all'obiettivo delle disposizioni. In altre città italiane il problema della sicurezza ha visto risolto la questione: ci sono stati maggiori organici nella funzione di vigili di quartiere, ritornando a una concezione antica della funzione di tale figura: persona indirizzata a promuovere solidarietà, a garantirsi come punto di riferimento e di confidenza per i residenti della zona, punto di informazione e di conoscenza del quartiere, delle sue dinamiche, così come una capacità del medesimo di comprendere le esigenze del territorio e di agire quando qualcosa non funzionava. A Madrid e a Barcellona gli incentivi vengono dati non ai poliziotti che hanno fatto più arresti, ma a quelli che fanno diminuire reati. Cosi come vengono dati incentivi ai vigili che diventano presenze sul terrtitorio e prevengono situazioni di conflittualità, non a quelli che emettono maggior numero di multe. Oggi i vigili di quartiere risultano sottoutilizzati: alcuni negli uffici amministrativi, altri a fare la scorta al vicesindaco. Rimango stupefatto e sconcertato dai dati del sindaco uscente sul tema dell'insicurezza e dei reati, che dice essere calati, così come rimango altrettanto stupefatto difronte alle dichiarazioni del sindaco che considera un grande passo in avanti avere delle pattuglie che circolano nei quartieri a passo d'uomo nelle ore notturne con lampeggianti, dal momento che tale funzione è alquanto risibile e ridotta a presidiare i territori sottoposti all'ordinanza, dal momento che di vigili di quartiere ce ne siano solo 50 in tutta Milano. E', poi, strumentale e demagogico dire che Pisapia chiuderebbe i CIPE sul tema imigrazione, dato che la sua volontà è quella di provvedere a forme di integrazione che diminuiscano e sfoltiscano il sovraffollamento che in quel contesto esiste di persone migranti, spesso clandestine per motivi che esulano da quelli comunemente intesi, dato che esiste una legge assurda e ingovernabile in materia a livello nazionale, contestata anche da uno dei suoi autori, Gianfranco Fini.  L'immigrazione è una risorsa, si ribadisce con Pisapia durante il confronto su Sky di ieri: la scuola pubblica, affossata dalla Moratti ministro dell'istruzione, è un luogo per iniziare questo percorso. La scuola pubblica ha visto il totale disinteressamento anche dell'attuale amministrazione comunale in dirittura di arrivo: tagli poderosi all'organico e mancanza di investimenti in strutture sono stati gli elementi reali degli impegni disattesi della giunta e della maggioranza. Ed è interessante la proposta, presente nel programma, che Pisapia sottolinea nuovamente, ossia partire da un'integrazione che veda "un aiuto supportato da un microcredito comunale volto a creare sviluppo e lavoro per i giovani, garantendo maggiore sicurezza sul e per la ricerca di un lavoro, diritto di tutti". La povertà è aumentata e riguarda diverse fasce generazionali ed etniche. Le perfierie, luoghi dove i flussi miratori sono molto presenti, non hanno dignità, sono ignorate, dimenticate, e il "degrado deriva dalla responsabilità di chi ha il dovere di investire nella manutenzione delle case popolari, dove ci sono situazioni difficili, dove un anziano o un disabile si trova spesso con ascensore funzionante per un giorno e non funzionante per un altro, abitando magari agli ultimi piani e impossibilitato a uscire di casa", ribadisce Pisapia. Il confronto acceso e determinato è giunto, poi, su uno dei punti fondamentali che ritengo essere prioritari per l'inizio di una rinascita della partecipazione sociale e civica a Milano.Occorre garantire maggiori poteri ai consigli di zona, portando gli stessi a essere nuovamente "luoghi dove ci siano dei rapporti tra cittadini e consiglieri che devono essere presenti, non come fatto dal sindaco uscente che si è presentata in consiglio solo il 7% di tutte le sedute in cui c'erano discussioni o votazioni". E' vero il sindaco uscente non ha mai visitato un consiglio di zona, non ha garantito risorse, sostegno alle attività, attenzione alle esigenze: semplicemente sono stati svuotati di potere e di capacità di incidere nelle scelte di governo dei territori. Occorrono, pertanto, "risorse effettive, poteri effettivi, e una parte del bilancio deve essere decisa dagli abitanti della zona: chi meglio può sapere e dare indicazioni se è più urgente tappare buche o dare più verde" chiosa Pisapia. Nel dibattito confronto a Sky si è evidenziato come il sindaco uscente fosse permabile ai poteri forti, alle lobby, che hanno disegnato gran parte del PGT attuale, "un regalo agli immobiliaristi" asserisce giustamente Pisapia. Un altro tema su cui invito a riflettere sono le infiltrazioni mafiose negli affari dell'expo: è, questo, un tema centrale per chi si professa paladino della sicurezza, ed è un tema su cui più volte sono tornato con interrogazioni e istanze in consiglio di zona. I cantieri e gli appalti sollecitano interessi economici della malavita organizzata. Occorre contrastare con forza tale fenomeno, come spinge a fare Pisapia. Ed è stato importante sottolineare come l'opposizione alla commissione antimafia a Milano da parte del centrodestra in maggioranza fosse stata grave. Smuraglia aveva creato una serie di interventi che prevenivano il crimine organizzato, con strumenti politici adottati dalla commissione che aveva presieduto. Molti fenomeni di mafia interessano anche da vicino alcuni consiglieri comunali pdl. Bsigona avere la forza a contrastare tali fenomeni, che vedono società fondersi, sciogliersi e ricostituirsi per riciclare danaro sporco o per garantire appalti diretti alle cosche. Occorre alimentare un rapporto corretto ed equilibrato con le forze dell'ordine e con la Magistratura per indagare politicamente sulle cause di tale fenomeno, arginandolo ed eliminandolo alla radice. Anche questa è sicurezza: soprattutto questa, signor vicesindaco e signori della giunta uscente, spero non rientrante. Mi piace riprendere, esprimendo la solidarietà e l'appoggio a Pisapia contro falsità e menzogne, killeraggio perpetrato e architettato dalla Moratti sul finire del confronto, la conclusione del mio, nostro, candidato sindaco di centrosinistra: è necessaria aria pulita non solo dal punto di vista ecologico a Milano, ma anche intesa come trasparenza, una stagione di legalità e di moralità, riportando Milano capitale morale, dove ci siano strumenti per contrastare infiltrazioni e garantire vigilanza e trasparenza su appalti e subappalti, lavoro a cui il candidato sta investendo insieme a Valerio Onida.

Sono rimasto, a latere, alquanto perplesso sul fatto che non siano stati toccati i temi riguardanti le politiche da prendersi per contrastare reati a sfondo omofobico, alla luce degli avvenimenti che si sono verificati anche ultimamente a Bruzzano, dove squadre di picchiatori e provocatori si sono avvicendate per funzioni punitive e di violenza contro persone a orientamento glbt. Forse sarebbe stato interessante sapere, ci sono e sono notevoli, le proposte del candidato sindaco del centrosinistra, in materia, ed evidenziare, invece, la totale assenza e la totale mancanza di politiche in tale ambito da parte del sindaco uscente e di un'amministrazione che ha emarginato una comunità, non ascoltandola, ma viva ed energica, dato che agisce nella città e si presenta forte e determinata e sostenere proposte chiare e puntuali.

Alessandro Rizzo

Candidato Lista Civica Milly Moratti per Pisapia

Consiglio di Zona 4 Milano

 

Mercoledì, 11 Maggio, 2011 - 21:14

Parole di Giustizia 2011- La Spezia

Mercoledì, 11 Maggio, 2011 - 20:59

Il partito dell'Amore

Letizia al Palasharp si è detta sicura di vincere xché "vincerà l'amore" e subito dopo la coltellata diffamatoria a Pisapia. Il Caimano e i suoi hanno rovesciato tutti i significati, parlano di democrazia e attuano una autocrazia eversiva.

Mercoledì, 11 Maggio, 2011 - 00:46

Ostacoli per carozzine con bambini e per disabili: ma è questa una città europea?

Ci sono delle barriere a Milano. Mi riferisco agli ostacoli che le carozzine dei bambini trovano durante il loro percorso. Ma non solo quelle dei bambini: anche delle persone con disabilità. Vedevo un documentario ripreso dalla redazione del Corriere della Sera di Milano, molto interessante quanto assurdo. Riprendeva il filmato il tragitto che una madre deve fare quotidianamente in città. Prendere un tram su alcune linee dove ci sono i modelli dei primi del Novecento o dove ci sono i jumbo degli anni 80 diventa un'impresa titanica: occorre chiudere la carozzina, portare il bambino in braccio e salire. Come può una madre o un padre fare tutto questo da solo è alquanto assurdo. Per una persona affetta di disabilità tutto questo diventa impossibile, impraticabile, assolutamente impensabile. Mi riferisco anche all'accesso a diverse strutture pubbliche: uffici comunali, servizi municipali, scuole, edifici di distretti scolastici e biblioteche. Alcune stazioni della metropolitana non vedono un ascensore, e a contemplare in questa casistica è la stessa fermata della stazione centrale, che per chi è disabile o trasportatore di una carozzina di un bambino diventa totalmente improponibile. Ma si può anche fare riferimento ad alcuni edifici privati, anche di nuova costruzione, dove non è previsto un montacarichi o un ascensore adeguato. E' anche evidenziabile come il percorso sui marciapiedi diventi tortuoso, spesso pieno di ostacoli fisici: motorini parcheggiati, automobili in sosta vietata, spesso in sosta sulle strisce pedonali al lato di un avvallamento utile per fare accedere le carozzine. Credo che tale situazione sia l'esempio di un nuovo fallimento della giunta e dell'amministrazione uscente, che non ha saputo garantire una mobilità per l'universalità della cittadinanza, a prescindere dalle proprie condizioni fisiche. Se questa è civiltà, e se questa è città europea, occorre fare una riflessione appropriata e pensare di cambiare il vento.

Alessandro Rizzo

Candidato Lista Civica Milly Moratti per Pisapia

Consiglio di Zona 4 Milano

Martedì, 10 Maggio, 2011 - 11:17

Ecologia: Convertirsi e Convertire

La questione ecologica ci ricorda Adriano Sofri è "convertirsi e riconvertire", il primo è un proposito individuale, il secondo implica una relazione/progetto con gli altri: due scelte efficaci se vivono insieme.

Martedì, 10 Maggio, 2011 - 09:01

Si parla di trasporti notturni: ma è tutta propaganda

Scusate ma risulta un po patetica, quasi ridicola la campagna lanciata dal sindaco uscente, Letizia Brichetto, circa il prolungamento del servizio delle linee ATM di superficie per le ore notturne. Si prevede un potenziamento tale da garantire il passaggio ogni 15 minuti di alcune tratte, addirittura anche le sostitutive delle linee 4 e 5 della metropolitana che ancora devono essere realizzate, al fine di coprire tutto l'arco della giornata, anche nella fascia oraria che va dalle 2 alle 6. Sì risulta alquanto inquietante notare che tale annuncio arrivi alla vigilia delle elezioni amministrative dal sindaco uscente stesso. Sabato al Palasharp in stile propaganda del "buon e magnanimo leader" Letizia Brichetto arriva in bicicletta. Mi verrebbe a dire come mai è riuscita a prendere la bicicletta, dato che avrebbe potuto percorrere il breve tratto esistente tra casa sua e Palazzo Marino per presentarsi più volte in Consiglio Comunale, date le sue ripetute assenze nell'assise. E aggiungo forse si sarebbe accorta di come le sue piste ciclabili che tanto esalta come punto realizzato di programma siano ancora tutte da completare. Basta che percorra il perimetro del Parco di Porta Venezia per capirlo. Ed è poco distante da casa sua. Rimango stupefatto dello spirito populista e propagandista del sindaco uscente dal momento che diverse mozioni dell'opposizione in consiglio comunale avevano nel 2009, con approvazione da parte dell'assemblea, approvato l'estensione di orario del servizio anche nella fascia notturna. Si parlava anche di Bus by night che potessero soprattutto nei fine settimana garantire il trasporto continuativo di ragazze e di ragazzi dai locali più frequentati alle proprie dimore. Forse questo servizio avrebbe prevenuto l'aumento di casi di sinistrosità sulle strade milanesi. Finora cosa ha fatto la Giunta e l'amministrazione comunale per garantire l'aumento dell'estensione temporale del servizio di trasporto pubblico? Decisamente agli atti ci sono due precedenti che vanno in direzione opposta a questo impeto di promozione della mobilità sostenibile nelle ore notturne. Guardo al fatto che al sabato la concessione dell'accesso al servizio di trasporto metropolitano fino all'una di mattina fosse stata eliminata da una disposizione solamente 7 mesi dalla sua istituzione. Mi riferisco, infine, al fatto che il servizio Radiobus notturno che coprisse tutta la città sia ormai totalmente svuotato e eliminato da uno spostamento degli autisti verso altre funzioni e che, infine, tale utile servizio fosse stato sostituito dalla disponibilità di radiobus di quartiere, a parere del sottoscritto fortemente circoscritti e ristretti nella loro fascia di azione rispetto al precedente servizio.
Si parla, infine, di una disposizione, quella di garantire il servizio anche nelle fasce notturne solo per alcune linee di trasporto, che avrà effetti a partire da settembre, come era già previsto dal piano aziendale guidato dal direttore Elio Catania, di cui il maggiore azionista è l'attuale sindaco uscente. Quindi la proposta era già prevista ma la sua azionabilità era fuori tempo massimo per poterla strumentalizzare a fini elettoralistici. Dal 2009, anno in cui il Consiglio ha approvato le mozioni che andavano in tale direzione, a oggi che cosa il Comune di Milano ha garantito se non la soppressione di quel minimo di servizio notturno presente in alcune fasce orarie? Niente di niente oserei dire. Ancora più patetico e paradossale risulta il fatto che il sindaco uscente, e spero non più rientrante, abbia sottolineato come il programma di Pisapia candidato sindaco per il centrosinistra sia la copiatura delle sue proposte: quali proposte potrebbero avere efficacia se, poi, al momento di attuarle tale maggioranza sul viale del tramonto risulta puramente incapace o totalmente insensibile? Forse solo cambiando il vento si riuscirà a rendere tali proposte delle vere realtà di fatto.

Alessandro Rizzo

Candidato Lista Civica Milly Moratti per Pisapia

Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 9 Maggio, 2011 - 13:27

Milano, cambia! Incontro/afterdinnersenzaimpegno al Moonshine

GIOVEDI' 12 MAGGIO al MOONSHINE art pub di Via Ravenna 16

ORE 21,30

 

Incontro/

AfterDinnerSenzaImpegno con il candidato per il consiglio comunale Jacopo Muzio a sostegno della lista Milano Civica x Pisapia Sindaco e Alessandro Rizzo, candidato al consiglio di Zona 4 per la Lista Civica Milly Moratti per Pisapia e proiezione collettiva di fotografie a tema Milano, per una riflessione sullo stato attuale della città e le sue prospettive di cambiamento/miglioramento attraverso gli occhi di generazioni diverse. Saranno scelte musiche adatte e coinvolgenti.

 

http//www.jacopomuzio.it/

http://www.partecipami.it/?q=blog%2F172

 

Info sui fotografi presenti:

 

Chiara Balza

Nasce ad Alessandria ma vive e lavora a Milano. Scatta foto da che ha memoria ma in modo più consapevole e serio dal 2007. Scatta solo in analogico. Ha ventisette anni.

http://www.flickr.com/phot os/unoundici/

 

Alessandro Busci

Nasce a Milano nel 1971, dove vive e lavora. Si divide tra pittura e fotografia. Si laurea in architettura nel 1996 presso il Politecnico di Milano. Prende parte a Italian Factory e nel 2007 è tra gli artisti selezionati per la mostra milanese curata da Vittorio Sgarbi “Arte Italiana 1968 – 2007 Pittura”. Lo stesso anno partecipa alla collettiva sulla Nuova Figurazione Italiana ospitata alla Fabbrica Borroni di Bollate (Milano). Nel 2008 presenta il proprio lavoro nella galleria Mark Wolfe di San Francisco e realizza il progetto COR-TEN, che espone a Torino e, a inizio 2009, a Roma.

 

Marco Garofalo

Nasce a Milano nel 1976, dove vive e lavora nel campo della fotografia di reportage sociale, con le principali testate nazionali e internazionali. Ha esposto in numerose collettive e personali. Insegna fotografia presso strutture sociali.

http://www.marcogarofalo.com/

 

Gianni Maffi

Nasce a Milano nel 1957, dove vive e lavora. Studia fotografia presso l'istituto “Galileo Galilei” di Milano e nel 1981 inizia a lavorare come fotografo per la pubblicità e l’editoria. Collabora alla Rivista Fotopratica e dal 1984 dirige lo spazio espositivo del centro culturale “Cascina Grande” di Rozzano. Collabora alle iniziative di diverse gallerie milanesi e ha preso parte al progetto “Archivio dello Spazio”.

http://www.giannimaffi.it/

 

Fabio Martina

Pugliese d'origine e milanese di nascita, ha 38 anni, è laureato in filosofia e da sempre si occupa di cinema. Come autore e regista, ha realizzato documentari e film premiati in importanti festival nazionali e diffusi in circuiti internazionali. Appassionato sin da bambino di fotografia, realizza i suoi scatti con una vecchia macchina analogica.

 

Toni Nicolini

Nasce a Milano nel 1935, dove vive e lavora. Inizia a fotografare professionalmente negli anni sessanta. Collabora al “Centro per la cultura della fotografia” di Luigi Crocenzi, al “Centro studi e iniziative” di Danilo Dolci e alla Fondazione Corrente di Ernesto Treccani. Partecipa alle attività della galleria Il Diaframma di Lanfranco Colombo, realizza numerosi volumi per il Touring Club Italiano e prende parte a importanti iniziative editoriali e all' “Archivio dello Spazio” della Provincia di Milano.

 

Luca Nizzoli Toetti

Nato a Venezia nel 1973, cresciuto a Milano, vive tra viale Monza e via Padova. Fotografo free-lance, realizza reportage e ritratti per testate giornalistiche italiane e straniere, aziende, clienti privati. Cura il Festival della Fotografia Indipendente di Ivrea.

 

Carlo Piro

Carlo Piro nasce nel 1979 e di professione fa il fotografo. Scatta con Canon Eos digitale e due Contax a pellicola 35 millimetri e medio formato.

http://pirocarlo.tumblr.com/

 

Barnaba Ponchielli

Nasce a Milano nel 1973. Si occupa di musica, teatro, cinema e discografia. Guarda foto da quando ha memoria. Fotografa in digitale come in analogico in modo più consapevole dal 2007.

http://barnabaponchielli.tumblr.com/

 

Enrico Savi

Nasce a Milano nel 1976, dove risiede e lavora. Scatta in analogico con una Holga.

http://www.enricosavi.com/

 

Pio Tarantini

Nasce nel 1950 a Torchiarolo, nel Salento. Ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all'Università Statale di Milano dove si è trasferito nel 1973. Ha insegnato Linguaggio Fotografico e Storia della Fotografia presso il centro R. Bauer di Milano, e Fenomenologia degli Stili presso lo I.E.D. milanese oltre che partecipare come relatore a conferenze e seminari sulla fotografia tenuti presso alcuni corsi di Facoltà universitarie di Milano.

http://pio.tarantini.com/

Lunedì, 9 Maggio, 2011 - 09:43

Tanti negozi civici per la città

Parto dall'esperienza di Chiamamilano. Mi si può tacciare di "faziosità" in quanto la presidente di tale associazione che ha uno spazio civico in Largo Corsia dei Servi, Milly Moratti, è la fondatrice della lista, a cui da il nome, in cui sono candidato. Ma quale faziosità? Si tratta di senso civico diffuso. Ho sempre pensato durante questi anni in consiglio di zona a una casa delle associazioni, il progetto c'era ed era fattibile nel vecchio centro civico di zona 13, ma niente si è saputo circa la sua realizzazione, come spesso avviene a Milano da qualche anno a questa parte. Ho sempre pensato a un centro di assistenza e di riferimento per chi usa la bicicletta, un bike center, una stazione di rimessa, di ristorazione, di commercio delle bisogna, ma anche di confronto attivo e culturale sull'utilità ecologica e sociale, economica, nell'utilizzo del mezzo a due ruote e a emissioni zero. Il riferimento poteva essere nelle diverse stazioni che si stanno aprendo a Sesto San Giovanni, a Bergamo, ma anche in altri contesti europei, realtà esistenti ormai da anni. La Svezia insegna. In un'intervista rilasciata da Milly Moratti si evidenziava come il tema del bike sharing e delle piste ciclabili sia stato un lavoro fatto bene a metà: Jacopo Muzio, candidato al comune per Milano Civica, parla di piste ciclabili utili soltanto per rientrare nell'obiettivo di una macchina fotografica, mentre magicamente spariscono appena si gira l'angolo. Ed è vero. Ed è esemplificativo della politica fallimentare di questa amministrazione, spero in scadenza il 15 maggio, che ha solo fatto gli interessi di piccoli potentati edilizi, finanziari. Jacopo parla di una politica prona agli interessi di poteri economici, io parlerei di una politica assente e di una consorteria di poteri forti che dettano direttamente le regole, senza dover "contrattare" le proprie istanze devastanti e a volte illecite con il potere amministrativo. Forse è in questo, lo sottolineava Peter Gomez, la diversità dal periodo dell'affarismo di tangentopoli: un tempo era l'imprenditore che andava a trattare col potere politico; oggi è il potere politico che va a trattare col potere economico. Diversi sono i ruoli e drammaticamente più preoccupanti le conseguenze di tale meccanismo insano. Riprendo l'idea: negozi civici in ogni zona, diffusi sulla città. Chiamamilano offre sportelli di consulenza legale, per famiglie, per nuove coppie, per conviventi, per chi cerca casa, per chi deve fare i conti con l'affitto, ma è anche spazio civico di discussione, confronto aperto tra associazioni, persone attive che investono tempo e risorse per cause ambientali, ecosostenibili, sociali, civili: mi vengono in mente i GAS, comitati per la diffusione del bio, ma anche reti di cittadine e cittadini su temi quali scuola, collettivi studenteschi. Si guarda agli anziani, dando loro opportunità aggregativa e di sostegno e informazione sulla rete dei servizi, scarna a causa dei tagli della giunta, che la città dispone; così come per i più piccoli, spesso in festa o accompagnati dai genitori per momenti di divertimento, così come mi sovviene grandi mostre fotografiche di documentazione, ricche rassegne cinematografiche impegnate, interessanti mostre pittoriche. Un negozio civico deve essere questo: saper parlare alla cittadinanza offrendo alla cittadinanza opportunità di confronto attivo, ma anche crescita collettiva e civile. Il negozio civico in ogni zona può dare una diversa veste a una città spesso delle solitudini, della dispersione, della disperazione e dell'emarginazione. Potrebbe avere una funzione aggregativa e di crescita di una metropoli governata fino a oggi da una giunta che ha interesse ad alimentare fobie e paure, con inutili coprifuoco e ordinanze di asserragliamento di interi quartieri, per spegnere la città, la sua vivibilità, la sua sicurezza di poterla agire, vivere. Mi viene in mente nuovamente la manifestazione in Piazza Fontana, Milano l'è bella!, dove operatori culturali, gestori di locali con funzione culturale oltreche di divertimento e utenti di tali offerte, molti giovani, hanno chiesto di attivare un confronto tra le tre soggettività per disegnare una nuova città della sera e della notte che sappia garantire un'offerta culturale e artistica musicale di grande valore, senza tenere intere zone nel silenzio assordante e pericoloso assoluto. Voglio partire da una città viva e vivace perchè solo da una città così disegnata si può costruire una collettività fatta di persone che agiscono e pensano, interagiscono e apprezzano moti di integrazione e di dialogo. La solitudine e lo spegnimento delle periferie creano insicurezze, solitudini diffuse e disperazione sociale. Forse è questo l'obiettivo a cui una politica della sicurezza civica e sociale dovrebbe tendere, a differenza di quella voluta e imposta da un vicesindaco totalmente avulso dal contesto e dalle esigenze sociali della città, dalla sua trasformazione e dalle sue morfologie. Un negozio civico in ogni zona, anche e soprattutto in periferia, gestito collettivamente, civicamente: dove parlare e agire per il bene pubblico e per la coesione civile. Ne avverto la necessità, Milano l'avverte, la esige. Il vento sta cambiando aiutiamolo a cambiarlo.

Alessandro Rizzo

Candidato Lista Civica Milly Moratti per Pisapia

Consiglio di Zona 4 Milano

Domenica, 8 Maggio, 2011 - 12:42

Milano, cambia! partendo dalla Libreria Scaldapensieri

L'appuntamento con la rassegna fotografica di giovani autori sta facendo il suo giro a Milano. Jacopo Muzio, candidato in Consiglio Comunale di Milano per la Lista Milano Civica per Pisapia Sindaco, è l'ideatore di questi eventi "on the road", circuitanti. E' una buona rassegna: volti di persone vengono abbinate a una morfologia territoriale della città in trasformazione. La trasformazione è urbanistica, ma è anche economica, sociale, culturale, civile. Ieri sera eravamo alla Libreria Scaldapensieri, in Via Don Bosco davanti al civico 39. E', la libreria, sotto la conduzione di Cristina, un punto di incontro culturale e aggregativo di forte valenza in zona. Eravamo presenti alla rassegna Jacopo e il sottoscritto, candidato in Consiglio di Zona 4 per la Lista Civica Milly Moratti per Pisapia. Abbiamo parlato della città, toccando i temi che nella zona hanno una forte importanza, ma con una dimensione glocale: pensare globale agendo localmente, suggerisce Jacopo ripercorrendo motti dei tempi del G8. Si è parlato di Cascina Monluè, un patrimonio pubblico da valorizzare e ridestinare a funzioni utili alla collettività, esiste un progetto dell'ARCI Milano di dedicare la cascina a laboratori musicali sperimentali, formativi, educativi, di indirizzo giovanile, integrativo. C'era un'intesa in Comune tra maggioranza e opposizione di devolvere capitoli di bilancio dell'EXPO 2015 per indirzzarli alla realizzazione del progetto: finora si vede la cascina in stato di abbandono, dopo due estati in cui gli eventi musicali internazionali non vengono più fatti in quanto il Comune non ha più rilasciato i permessi. Jacopo parla di EXPO diffuso sul territorio: esiste un progetto del Politecnico, a cui lui stesso ha lavorato, e credo possa essere il punto iniziale per ripensare un evento che finora ha visto partecipi anche alla distribuzione dei benefici economici appaltanti e appaltatori, le solite ditte, i soliti nomi che tanto hanno devastato la città, il suo tessuto urbano e culturale: Garibaldi, Repubblica, ma io ho aggiunto anche Montecity Rogoredo, dove lo scandalo delle bonifiche truccate ha immobilizzato un quartiere che veniva descritto come "la città nella città". Peccato però senza servizi. Ma l'immobilismo si vede, conveniamo Jacopo e il sottoscritto, sulla cultura, dove i circuiti di operatori culturali che non rientrano in una rete clientelare ufficiale, magari fuori dal coro come la stagione di Liberi Amori Possibili al Teatro Libero, sono oscurati, dimenticati, inascoltati. Cultura è democrazia, così come un'istruzione pubblica e di qualità diventa strumento indirizzato a questo: educatori di sostegno per studenti con varie disabilità sono stati ridimensionati in una struttura, come l'ITSOS di Via San Dionigi, da sempre plesso all'avanguardia strutturale, in cui si vede una madre dover presenziare durante le lezioni per aiutare il proprio figlio studente a muoversi nell'istituto, data la mancanza di personale adeguato. Penso sia l'indice, questo, di una città che palesa inciviltà, forte mancanza di senso di responsabilità di una classe dirigente, spero in dirittura d'arrivo col voto del 15/16 maggio non attenta alle esigenze sociali della metropoli. Ma si può parlare di scuole materne, di tagli corposi avutisi nell'organico, classi che vengono unite, raddoppiando il numero degli alunni e diminuendo la qualità del servizio. Si può parlare del ridimensionamento del tempo pieno, istituzione utile a garantire un'educazione continuativa con metodi anche sperimentali; parlo anche di amianto nelle strutture scolastiche, come nella primaria Morosini. Parlo anche di ciò che Jacopo ha evidenziato: di amianto nelle strutture edilizie popolari, alla luce degli scandali di un dirigente, cognato di La Russa, Osnato, inquisito per turbativa d'asta. Mi soffermerei su questo punto perchè il programma di Pisapia sindaco è totalmente alternativo rispetto a una conduzione amministrativa che ha visto un cedimento verso i poteri forti economici e un abbassamento dei controlli di legalità e di trasparenza in operazioni pubbliche: aste, appalti, concessioni. Jacopo ricorda la commissione consiliare d'inchiesta su affari privati, expo e presenza di organizzazioni illecite, mentre io penso al fatto che un sindaco nega in televisione l'esistenza di un interesse economico delle 'ndrine, come più volte denunciato dal procuratore presidente della commissione antimafia, Vigna, e come più volte evidenziatosi in diverse occasioni. Voglio partire dai contratti di quartiere: complessi residenziali che urgerebbero di interventi sociali, non solo edilizi, per rendere vivibili situazioni di disperazione e abbandono. Mi riferirei anche alla sicurezza in tali quartieri, non la sicurezza d'azione muscolare del vicesindaco, quella di facciata, quella superficiale, quella delle transenne, dei divieti di sedersi sulle panchine, quella fatta di ordinanze e coprifuoco, ne parlerò ampiamente al secondo appuntamento in zona di Milano, cambia!, al Moonshine, l'art pub di alto riferimento culturale nel quartiere: è necessario una sicurezza che porti legalità e trasparenza nella gestione degli alloggi e cerchi di intervenire in quell'intricato mercato illegale di interessi malavitosi che detengono la gestione della compravendita di alloggi sfitti. Gli alloggi sfitti sono molti, diversi a Milano: si parla di esigenza sociale abitativa: ma occorre per forza costruire nuovi complessi edilizi, magari partendo dall'abbattimento di quartieri popolari e introdurre edifici ad alto costo immobiliare, come vorrebbe l'assessore al territorio Masseroli? Jacopo parla di BEIC, si attende questa opera grandiosa, ma il PII Porta Vittoria poco aveva investito in materia, lasciando spazio a complessi commerciali, ora ridottisi nella fase esecutiva nella loro portata per mancanza di soldi, così come di parcheggi non pertinenziali devastanti. Si parla di un'altra Milano: perchè Milano cambia e il cambiamento deve essere vissuto, realizzato partecipando, coinvolgendo. Forse occorrerebbe un altro decentramento, con cosigli di zona che diventino municipalità, con un consiglio comunale che ritorni a fare ciò che in democrazia un consiglio dovrebbe poter fare: decidere. In questi anni solo pochissime volte il sindaco si è presentato in aula, mentre gli affari economici, le intese spartitorie, la gestione dei grandi progetti e delle grandi opere, grandi solo per alcuni, venivano condotti fuori dal consiglio, in un altro contesto, magari privato. Convergiamo anche su questo con Jacopo, convergiamo su una mobilità sostenibile, sull'esigenza di realizzare piste ciclabili in una rete continuativa e non interrotta, come accade a Porta Venezia, dove l'obiettivo fotografico riprende l'intera pista ciclabile che, poi, girato l'angolo, scompare magicamente. Insieme credo si possa realizzare un'altra Milano possibile, che cambia, che si trasforma: ma che trova nella trasformazione una ragione di rinnovamento sociale e culturale, attento alle sensibilità diverse. Le sensibilità sono varie e si riversano in scelte e voti: non si chiede di votare Jacopo o il sottoscritto per convenienza, ma perchè insieme si può dare a Milano quella milanesità, descrive Jacopo, fatta di sensibilità sociale e di forte attenzione alla persona. E' questa milanesità che oggi è stata soffocata e vilipesa da affarismo e individualismo, grettezza e villica provincialità.

Alessandro Rizzo

Candidato Lista Civica Milly Moratti per Pisapia

Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 6 Maggio, 2011 - 11:14

viviamo un paradosso/incubo energetico

I Decreto approvato dal Governo per “non rinnovare le rinnovabili” fa ampio ed esplicito riferimento a normative e percentuali attuate da molti paesi europei, per altro mai citati, sugli incentivi. Non vengono citati perché risulterebbe evidente che gli indirizzi adottati in quei paesi, sia sul piano della produzione energetica, che su quello delle norme per l’edilizia, piuttosto che per l’agricoltura, la relazione tra efficienza, risparmio e produzione di energia da fonti rinnovabili è strettissimo. Si sono cioè create le condizioni per un mercato basato su una domanda diffusa di innovazione qualitativa per la produzione di energia. Questo e solo questo giustifica e spiega la scelta di portare ad una tendenziale diminuzione gli sgravi e gli incentivi per le rinnovabili. L'Europa ha proposto come soluzione al riscaldamento globale il "Pacchetto Clima 20-20-20", più 20% nell'efficienza energetica, meno 20% delle emissioni di gas serra e più 20% della quota di energie rinnovabili entro il 2020. E’goffo e irresponsabile l'ecoscetticismo di chi fa affari con metodologie industriali energivore ed inquinanti. Nel 2009 gli investimenti in energia pulita hanno superato, per la prima volta, quelli nelle fonti tradizionali. La scelta politica di favorire lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili ha consentito lo sviluppo delle loro potenzialità. La Germania con la fuoriuscita programmata dal nucleare ha acquisito un vantaggio competitivo di know-how tanto tecnologico quanto nell'organizzazione architettonica e urbana degli edifici, così negli Stati Uniti, con gli investimenti dell'amministrazione Obama e così stava accadendo in Italia, grazie agli incentivi erogati dal Conto Energia.  Di fronte alla catastrofe nucleare giapponese, che sta già interessando l'atmosfera con le emissioni radioattive, il Governo ha messo in atto minimizzazioni, riflessioni con pause e proroghe dei termini, con l'evidente atteggiamento di chi vuole fare passare il peggio per poi riprendere come se nulla fosse accaduto. Magari con la mancanza del quorum al referendum di metà giugno. Ha approvato un Decreto pasticcio, che conferma il disimpegno sul fotovoltaico e lo smantellamento delle condizioni di relazione tra politica pubblica, banche, produttori ed installatori di pannelli, ricerca, utenti/produttori finali di energia pulita, che stavano dando corpo ad un mercato di qualità e di intensità occupazionale. Con eccesso di zelo o di sfrontatezza questo atteggiamento viene esercitato anche nella comunicazione istituzionale e dove non coincide con la legislazione vigente basta trascurarla o raccontarla altrimenti.  Dalla Home Page del sito del Ministero della Salute non è stato possibile raggiungere alcune pagine  del Decreto del marzo 2010  relativo al piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche e prevede delle misure d'urgenza in caso di rischio nucleare. Le pagine contenevano le indicazioni per la  distribuzione territoriale della dose equivalente alla tiroide  di iodio stabile (ioduro di potassio) perché venga somministrato prima dell’esposizione al rilascio radioattivo  laddove si verificasse l’arrivo della nube radioattiva. 

Le fonti rinnovabili non sono più un elemento accessorio nella politica energetica del nostro Paese, per questo necessitano di superare l'episodicità, l’inconcludenza ed il boicottaggio dell'intervento pubblico, sia sul piano normativo, che nell'edilizia pubblica (e privata), che sul piano delle incentivazioni. Più che la verniciata di verde ai manufatti ed ai servizi tradizionali, la GREEN ECONOMY dovrebbe costituire un nuovo approccio alla analisi econometrica della produzione, capace di mettere in relazione la dimensione economica e quella sociale con condizioni di sostenibilità e di qualità dentro ai cicli dell'aria, dell’acqua, dell'energia e del diritto delle attuali e delle future generazioni di avere un ambiente salubre e vivibile, vista la disponibilità di risorse limitate e non rinnovabili.  Significa tenere conto dei consumi di energia per i prodotti e i servizi, della natura dell'energia utilizzata, quindi rinnovabile o no. Occorre una politica pubblica organica che armonizzi e renda coerenti gli interventi delle istituzioni pubbliche locali e centrali. La Corte Costituzionale ha chiesto di colmare un vuoto normativo per utilizzare le enormi potenzialità espositive dell’Italia. Il coordinamento di analisi e valutazione degli edifici nei condomini, per l'efficienza e l'efficacia energetica, dell'offerta tecnologica e delle diverse soluzioni finanziarie, incentivi compresi, risulterebbe positivo per la bilancia energetica, per i bilanci familiari e per l'ambiente. La qualità delle relazioni sociali tra i condomini e tra i cittadini e la pubblica amministrazione ne risulterebbe migliorata e con essa il senso civico, premessa per buone politiche e buoni politici. Ecco perché la Germania fa 10 volte più fotovoltaico di noi che siamo il “Paese del Sole”. Invece ci troviamo di fronte ad un paradosso, ad un incubo e non siamo su “Scherzi a parte”:

è stato sospeso il nucleare, è stato azzoppato il fotovoltaico, non è stato presentato alcun Piano Energetico Nazionale, siamo nel pieno di una guerra in Libia per salvare il salvabile dei contratti ENI dalla competizione francese, inglese e statunitense. Siamo l’unico paese del G8 ad encefalogramma piatto nella politica energetica. Per questo tutti gli interessi in campo nella filiera/sistema delle rinnovabili devono agire come un blocco sociale dell’innovazione, coniugando pratiche imprenditoriali e sociali con l’azione verso la politica pubblica, per pretendere che sia tale.

 

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