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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 6 Gennaio, 2007 - 21:30

Arriva il pedibus!

E' piacevole e se diventa una goccia dietro un'altra di tanti comportamenti virtuosi forse qualcosa si puà cambiare a livello istituzionale: se un comportamento diventa consuetudine l'istituzione deve cercare di rendere questo comportamento normativa regolare, da tutelare, rispettare e garantire.
In Svezia, Norvegia, Danimarca, ma anche nel Benlux e negli USA il piedibus è un mezzo a mille piedi, esattamente a mille piedi e anche più, di piccoli bambini che trottano verso le proprie scuole, ogni mattina, all'entrata e all'uscita. Non importa dove abiti, nè quanto sei distante: importante avere la fermata di riferimento, sapere che a quell'ora ogni giorni arriva il piedibus e che con altre bambine e altri bambini raggiungerai la tua scuola. Il tutto è supervisionato da genitori che, come cordone, garantiscono la percorrenza e la sicurezza del mille piedi fatto di piccoli scolari. Un regolamento detta le norme interne di comportamento, per esempio la responsabilità del tragitto ricade sui genitori, che a turno controllano il passaggio e ne garantiscono la compattezza. E' un comportamento virtuoso, già considerato e incentivato dalla Provincia di Milano, e in città trova la sua applicazione in alcuni contesti, ormai sempre maggiori.
E' un comportamento che contamina, piace ai piccoli, garantisce uno sgravio ai genitori e, soprattutto, determina uno spostamento sostenibile, ecocompatibile, non inquinante, divertente. Si socievolizza, ci si conosce, si parla durante il tragitto: si attende alla fermata come se dovesse passare un vero autobus, ci si vede, ci si incontra, ci si immette nel grande cordone umano, si prende posto nel bus senza ruote e senza motore, ma con la forza e la vitalità di bambine e bambini e genitori attenti, che si dirigono con allegria, più rilassati e con contentezza verso scuola. I piccoli passeggeri attivi sono consapevoli che questo mezzo non fa male alla città e a loro stessi: non emette gas, non emette rumore, non è pieno e sovraccarico, a volte alienante, ma, soprattutto, sono contenti di non dover stare rinchiusi dentro l'abitacolo dell'automobile, stressati dal traffico, dalle autovetture che sfrecciano, si imbottigliano, nell'intasamento drammatico mattutino e alienante, sentendo le imprecazioni del proprio genitore alla guida del mezzo, con un occhio al volante e uno all'orologio per non fare tardi al lavoro e a scuola. 
Il pedibus è una pratica virtuosa che garantisce ai più piccoli l'opportunità di crescere consapevoli che l'amore per la natura può sfociare in azioni piccole e quotidiane, piacevoli e importanti, gocce che insieme creano oceani. Non è difficile fare qualcosa per cambiare la cultura della mobilità: basta solo organizzarsi, coordinarsi e dare conseguenza ai propri propositi di voler collaborare tutti insieme perchè forse si possa diminuire questo inquinamento che affligge la città, i nostri polmoni, i nostri poveri e pochi alberi, le nostre abitazioni. Anche questa è partecipazione consapevole e attiva. E' un atto che proviene, come spesso è, dal basso: forse, però, in alto, se esiste un luogo alto e un luogo basso, qualcuno riesce a comprenderne la portata?

Sabato, 6 Gennaio, 2007 - 15:18

Mamme contro lo smog: occorre una nuova mobilità

Riporto con grande piacere e con forte attenzione e interesse, come richiede il testo stesso, questo dettagliato e puntuale "cahier de doleance" dell'associazione Mamme contro lo Smog di Milano.
La città è veramente in una situazione di insostenibilità e di invivibilità: non sono azioni terroristiche che vogliono incutere paure e angosce, magari apostrofando scenario futuri e prossimi apocalittici. Non ve n'è bisogno di acuire le ansie, già oggi esistenti nella società dello stress sconsiderato e irrazionale. Ma sono doglianze vere e proprie che fotografano esigenze di vita di persone, cittadine e cittadini, che rivendicano uno sviluppo sostenibile e più compatibile di questa grande metropoli. Diverse sono le ricette che vengono dai tavoli di analisi e di apprpofondimento delineate: chi dice chiusura del traffico, le diverse filosofie su come procedere, come applicarle, la sostenibilità economia e finanziaria di alcune misure e provvedimenti, le modalità di attuazione, i tempi, i costi. Molti sono gli slogan elettorali che imperversano anche dopo la chiusura delle urne: le estemporanee battute di questo o di quell'altro amministratore, creando strumentalmente competizioni nella maggioranza per dipingersi come il più ecologista dell'altro, magari cercando, poi, di portare lo scontro internamente alla Giunta per motivi di prevalenza di potere nei diversi ambiti.
La cittadinanza è spettatrice di questa lunga querelle senza poter intervenire e, nel frattempo, si avvertono aumenti considerevoli di forme influenzali, di malattie bronchiali e di forme virali alle vie resèpiratorie, non considerando anche il progressivo aumento delle affezioni patologiche e continue, irrimediabili in molti casi, che si palesano.
Credo che occorra quanto meno, senza nessuna venatura di populismo e strumentalizzazione, discutere e riflettere, analizzare e concepire vie risolutive di questa immensa questione che attanaglia la città, i suoi abitanti, la sua vivibilità: un tavolo permanente di confronto tra amministratori, consiglieri, assessori di competenza, cittadinanza attiva, soggetti associativi, comitati, che sappia partorire proposte chiare, dettagliate e possibili di cambiamento totale e netto del concetto di mobilità e di traffico in una città, promuovendo fasi di conversione della mentalità generale circa tale principio. Le stesse iniziative che l'associazione propone, ossia stimolare il dibattito, costruire processi virtuosi amministrativi pratici, dare l'opportunità reale alla realizzazione di una pratica alternativa di mobilitià e, infine, di invitare la cittadinanza a considerare momenti di conoscenza e di informazione circa le diverse e alternative possibilità nell'ambito della mobilità. Maggiore incremento delle piste ciclabili in un'ottica generale e universale di pianificazione della loro presenza e realizzazione; informazione ed educazione a un'altra mobilità nelle scuole; istituzione e ampliamento dei servizi di trasporto pubblico eco compatibile; facilitazione dello scorrimento delle filovie nelle tratte a esclusivo passaggio delle medesime, le corsie èpreferenziali, e un loro incremento; costituzione di un monitoraggio sullo stato delle autovetture pubbliche di trasporto e una loro rottamazione, revisione, e dismissione nel caso di presenze di elementi di incompatibilità con l'ambiente; chiusura traffico e ticket di ingresso con incentivazioni all'utilizzo dei mezzi pubblici, quindi rendendo questi ultimi compatibili; costruzione di parcheggi nelle zone di interscambio; e, soprattutto, uniformità delle tariffe per l'utilizzo dei mezzi pubvblici su tutta l'area provinciale, con un tavolo di raccoprdo interisituzionale metropolitano di confronto e di condivisione di nuove politiche per la mobilità con gli altri comuni, non di conflittualità e di amministrazione autoreferenziale come finora fatto.
Solo così forse si può iniziare un percorso diverso, una volontà politica manifesta e di partecipazione nelle scelte decisionali, senza ripercorrere gli anni oserei dire di piombo e di assenza di politiche, di totale gestione autoritaria e non condivisa, come richiederebbe il tema della mobilità, interessando da vicino e in primo luogo la cittadinanza e la città nel suo tessuto sociale, la propria vivibilità. la propria esistenza, la soddisfazione del diritto di muoversi liberamente senza gravare in termini di inquinamento acustico, aereo, luminoso e quant'altro. Ricordiamo che agire localmente si può anche incentivare pratiche virtuose a livello globale: il mondo e il pianeta sono in scadenza nel 2050, se tutto procede bene. Occorre invertire la rotta aggravata da una situazione di forte pericolosità per il genere umano: se vogliamo sopravvivere, dico sopravvivere, cerchiamo di innescare amministrativamente scelte politiche che siano applicabili e visioni differenti e diametralmente opposte a quelle attuali di mobilità e di trasporto.
Buona lettura
e diamo a queste esigenze percorsi risolutivi condivisibili e sostenibili, applicabili, ma alternativi a quelli attuali.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
CARO SINDACO, ECCO COSA VORREMMO
Quando si parla di inquinamento, due sono i nemici da combattere: lo smog e il traffico.
Perchè a Milano non si respira e non si circola.
Per questo crediamo che non basti solo 'trasformare' il traffico (l'ossessione degli amministratori è di sostituire il parco auto) ma che sia necessario anche ridurre sensibilmente il numero di auto circolanti, e ciò può avvenire solo incoraggiando una mobilità alternativa.
Il 2006 è l'anno che ha visto il cambio di guardia nell'amministrazione di Milano.
Dall'attuale Sindaco ci aspettiamo un forte segnale di coraggio. Auspichiamo che affronti l'emergenza con misure provvisorie e che inauguri finalmente una seria strategia articolata, con interventi strutturali e una forte campagna di informazione e sensibilizzazione sui danni che l'inquinamento provoca alla salute.
Combattere lo smog significa combattere una mentalità, un modo di amministrare e vivere la città. Difendere la salute dei cittadini e in particolare dei più deboli e dei bambini significa restituire alla città il suo significato di comunità, in cui l’interesse particolare cede il passo al bene collettivo.
COSA CHIEDIAMO:
* MEZZI PUBBLICI
1) aumento delle corse giornaliere
2) riconversione dei mezzi pubblici maggiormente inquinanti
3) creazione di nuove corsie preferenziali per lo scorrimento dei mezzi pubblici e maggiore controllo delle stesse
4) apprestamento di sistemi di salita/discesa per portatori di handicap e passeggini su tutti i mezzi pubblici non già adatti e alle fermate delle metropolitane
5) tariffe agevolate: introduzione di diverse proposte e convenzioni che rendano economicamente competitivo l'uso dei mezzi pubblici
* VIABILITA' CICLABILE
1) realizzazione di piste ciclabili
2) divisione dei marciapiedi ampi (già spesso occupati da macchine in sosta) in una FASCIA PEDONALE e UNA PISTA CICLABILE delimitata con segnaletica orizzontale
3) promozione di una campagna culturale sull'uso della bicicletta
4) istituzione di punti di noleggio delle biciclette in zone nevralgiche della città.
* CHIUSURA CENTRO STORICO E CREAZIONE ISOLE PEDONALI/AMBIENTALI
Chiediamo la CHIUSURA PERMANENTE del centro storico perché pensiamo che il centro storico sia lo scrigno del patrimonio storico ed artistico di una città. A Milano sembra mancare una filosofia legata alla salvaguardia e conservazione del carattere originario del centro, ormai ridotto a deposito di auto, fuoristrada, furgoni.
Ancora una volta: il traffico non è solo smog ma anche forte impatto ambientale, incuria, immagine che peggiora sensibilmente la percezione del luogo in cui si vive, incoraggiando così un approccio sempre più individualistico verso questa città.
Allo stesso tempo crediamo che ogni quartiere abbia pari dignità e che possa essere migliorato con provvedimenti di varia natura (isole ambientali o pedonali) per valorizzarlo e restituirlo all'uso dei cittadini (che devono venire sempre prima dei cosiddetti city users).
* INTRODUZIONE DEL TICKET
L'introduzione del ticket è un provvedimento molto controverso, in quanto si ritiene che possa penalizzare le tante persone che vengono da fuori Milano e che dovrebbero pagare per entrare in città.
Di fatto però l'introduzione di tale provvedimento, seguendo il modello di altre città europee, potrebbe comportare non solo una drastica riduzione di auto circolanti, ma soprattutto un cambiamento del modo di pensare e vivere la mobilità. Naturalmente compito dell'amministrazione è destinare i proventi del ticket al potenziamento del trasporto pubblico e della mobilità leggera.
* TARGHE ALTERNE
E' dimostrato che l'introduzione delle targhe alterne riduce da subito la concentrazione di inquinanti. Riteniamo quindi che sia un provvedimento da adottare ogni qual volta si raggiungano situazioni di criticità allarmanti perché in modo tempestivo può ridurre i danni sulla salute del cittadino. Deve però essere un primo (e provvisorio) passo da adottare in attesa e che vengano realizzate soluzioni più organiche e strutturali.
* TAXI
Il taxi è un servizio che potrebbe contribuire sensibilmente alla riduzione dell'uso dell'auto privata. Chiediamo dunque all'amministrazione di studiare dei sistemi che agevolino l'ulitizzo dei taxi (promuovendo anche l'uso dei taxi collettivi) e di renderli più competitivi.
* RADIOBUS
Chiediamo che il servizio del Radiobus venga migliorato, potenziato (perché non renderlo attivo anche di giorno?) e soprattutto pubblicizzato in maniera capillare, dando l'opportunità alle persone di sfruttarlo molto più di quanto non si faccia oggi.
* PARCHEGGI PUBBLICI E PRIVATI
Non c'è dubbio che la costruzione dei parcheggi in città comporti un aggravio di tutti gli inquinanti, dato che per ogni scavo si movimentano numerosissimi mezzi pesanti in ambito urbano. Perciò è necessario che la costruzione di un parcheggio risponda a logiche strettamente ambientali e non di profitto. L'aumento dei cantieri nel cuore della città, in luoghi particolarmente significativi dal punto di vista storico, lascia molti dubbi sui benefici che tali parcheggi comporterebbero. Noi crediamo che la risposta giusta sia quella di prevedere la costruzione di un maggior numero di parcheggi di interscambio, che aiutino a limitare il flusso dei veicoli in ingresso, laddove i parcheggi in centro - quando non destinati unicamente ai residenti - al contrario lo attirano.
* LAVAGGIO STRADE
E' dimostrato che il particolato viene sensibilmente abbattuto anche dall'acqua, quindi chiediamo un lavaggio delle strade con acqua corrente molto più costante e diffuso.
* RISCALDAMENTO
Come attesta anche l'ARPA regionale, in Lombardia il contributo del riscaldamento all'aumento del PM10 presente nell'aria è pari al 30%. Inoltre va considerato il fatto che la Lombardia risente in particolar modo di un'alta densità edilizia e conseguentemente del numero di impianti di riscaldamento accesi. Per questo motivo riteniamo fondamentale che il problema venga affrontato innanzitutto con provvedimenti a breve termine (imporre la regolamentazione della temperatura nelle case e negli uffici nonché la certificazione obbligatoria delle caldaie) ma anche con provvedimenti lungimiranti che sostengano una diversa cultura del costruire: promuovere una maggiore coibentazione negli edifici, ricorrere a sistemi di raffreddamento che sfruttino la circolazione dell'aria, promuovere l'architettura bioclimatica.
* CAMPAGNA CULTURALE
La battaglia contro l'inquinamento deve essere affrontata con il contributo di tutti. Per questo riteniamo necessaria una sistematica campagna culturale:
NELLA SCUOLA:
- incentivi alle scuole per la creazione di progetti Piedibus
- realizzazione di progetti pilota di accompagnamento dei bambini in bus scolastici
- realizzazione di progetti didattici volti all'educazione ambientale dei bambini e delle loro famiglie
NELLE AZIENDE:
- promuovere il car pooling per i dipendenti e l'uso di mezzi di trasporto alternativi all'auto
VERSO I COMMERCIANTI:
- portare avanti una campagna di sensibilizzazione verso i commercianti (che attualmente percepiscono i divieti contro il traffico come un deterrente ai profitti) sottolineando i vantaggi anche economici che una città meno trafficata e più vivibile apporterebbe all'intero sistema sociale.
Sabato, 6 Gennaio, 2007 - 13:15

AMBIENTE E CIVILTÀ

Corriere della Sera, 23 giugno 2006 
Morti per smog e prevenzione
Non si doveva aspettare il dossier dell'Asl per sapere che a Milano si muore di smog; sono centinaia le vittime riconducibile all’aria che si respira. E suona strano che queste vittime siano sostanzialmente dimenticate, minimizzate, nascoste. Siamo ciò che mangiamo, ha detto Feuerbach poi ripreso dalla cultura popolare e da una medicina moderna che identifica nella alimentazione uno degli elementi chiave della prevenzione. È arrivato da tempo il momento di aggiungere «siamo ciò che respiriamo»; non solo dal punto di vista sanitario, ma da un punto di vista di civiltà, di sviluppo diverso dalla crescita e di maggiore considerazione dei bisogni reali. Purtroppo le tecnocrazie dominanti, il più delle volte in buona fede, faticano ad affrontare i problemi secondo logiche di causa-effetto complessive, che non vedano nella tecnica l’unica risposta al problema.
È vero, l’innovazione tecnologica ci aiuta, ed è delittuoso non utilizzare tecnologie in grado di migliorare la qualità dell’aria che respiriamo (ciò che noi siamo), ma non può essere questa l’unica soluzione. L’effetto rimbalzo, e cioè l’assestamento del sistema su un livello di equilibrio più alto, che richiede maggiori energie e risorse, è sempre in agguato e spesso vanifica gli effetti benefici della tecnologia perché determina un aumento complessivo dei consumi.
Ma probabilmente chi ha governato il nostro sviluppo finora ha un approccio diverso; modificarlo è un percorso lungo. Per ora è necessario accontentarsi di risposte normative e tecnologiche; qualcosa è stato fatto, ma è ancora insufficiente. Le problematiche ambientali cambiano, come i virus; quando si crede di averlo sconfitto questo muta e così mutano le emergenze atmosferiche, prima il benzene, poi le Pm10, ora le Pm 2,5 e l’ozono.
Questo per dire come sia complesso il problema, e quindi come, a fronte di tale complessità, sia necessaria una risposta concreta e ferma, ma anche tanta umiltà che deve spingerci a riconsiderare le leggi fondamentali che regolano la vita sul nostro pianeta: la prima legge della termodinamica sostiene che il flusso di materia che entra nel processo economico coincide necessariamente con il flusso di materia in uscita (beni prodotti ? rifiuti); quindi, più beni, maggior impatto sull’ecosistema. È stata dimenticata, nonostante si continui a blaterare di sviluppo sostenibile. Una società è sostenibile se adatta il proprio modo di vivere all’ambiente circostante, mentre la nostra società non fa altro che continuare a sforzarsi di adattare l’ambiente circostante al proprio modo di vivere.

Sabato, 6 Gennaio, 2007 - 12:44

Alleanza per il Clima

Care colleghe, cari colleghi,

per far seguire alle buone intenzioni per il Nuovo Anno le buone pratiche trovate nella newsletter dell’Alleanza per il Clima alcune proposte di attività a favore del clima come quella di visualizzare il tema dell’efficienza energetica con la scommessa sul blocco di ghiaccio. Vorremmo rivolgere la vostra attenzione in particolare sui prossimi appuntamenti - la conferenza nazionale sull’inquinamento atmosferico e il clima a Verona il 28 febbraio e quella europea il 9/10 maggio a Zurigo.

Un cordialissimo saluto e a presto, Karl-Ludwig Schibel

PROTEZIONE DEL CLIMA IN UNA PROSPETTIVA STRATEGICA

Il passaggio al nuovo anno si presta per riflessioni sulle linee guida del proprio agire, le prospettive e l'orientamento di fondo. Mancano dati empirici, ma vi sono numerose indicazioni che la questione clima, non solo preoccupa sempre più persone, ma provoca anche la domanda: io che faccio di fronte a questa minaccia? Io, assessore all'ambiente, responsabile del settore urbanistica o mobilità, dirigente in una società di servizi energetici, membro del consiglio di amministrazione di un ente pubblico o privato? Negli statuti della mia organizzazione non si legge niente sulla protezione del clima come obiettivo sociale e con gli scopi istituzionali il da fare non manca.
Lo stesso non sembra una risposta adeguata voltare la pagina del giornale che con grandi titoli e foto ancora più grandi configura catastrofi climatiche gravi per i prossimi decenni. Anzi è insoddisfacente. Quale potrebbe essere una giusta risposta che apre percorsi d'azione sostenibili nel tempo, poiché evidentemente la questione clima ci accompagnerà non per qualche anno, ma presumibilmente per i prossimi decenni? Vista una consapevolezza diffusa sull'esistenza dei cambiamenti climatici non possiamo più accontentarci delle azioni simboliche a carattere spettacolare, serve invece una strategia climatica che si muove all'altezza della sfida che ci troviamo di fronte: profondi disequilibri nell'andamento climatico, impatti imprevedibili ma con grande probabilità di dimensioni catastrofiche. Una "strategia del clima" suona un po' vago e nel contempo presuntuoso. Ormai sono in atto dal 1995 i lavori delle Nazioni Unite per elaborare politiche, misure e procedure per una politica del clima. Un Comune, una Provincia, una Regione o un Land, come fanno a pretendere di poter trovare una soluzione, dove la comunità internazionale ha faticato tanto per arrivare ad un accordo, il Protocollo di Kyoto, con obiettivi troppo modesti e con troppi pochi paesi che si impegnano in modo serio? Semplificando: che cosa posso fare io nel mio piccolo dove i grandi non riescono? La risposta altrettanto semplice: molto. Molte cose che certo contribuiranno anche agli obiettivi di Kyoto, ma prima di tutto a uno sviluppo auto sostenibile del territorio.

La salvaguardia del clima a livello locale e territoriale è un'attività sui generis e non un riflesso di un altro processo.
Una parte consistente della politica del clima è genuina politica del territorio. Certo sono necessarie condizioni quadro finanziarie e legislative europee e nazionali a sostegno dei Comuni, delle Province e Regioni, però chi deve fare e chi materialmente ha le conoscenze e le capacità per agire sono questi ultimi. I regolamenti edilizi che favoriscono l'uso delle rinnovabili e in parte lo rendono obbligatorio, la riduzione del traffico motorizzato individuale, una gestione integrata dei rifiuti sono campi d'azione dei comuni, delle province e regioni. Fattualmente all'inizio di questo secolo le politiche più avanzate del traffico (road pricing di Londra) dell'efficienza energetica (CasaClima della Provincia di Bolzano), dell'uso delle energie rinnovabili (obbligo del termosolare a Barcellona), della pianificazione integrata ecologica (Am Kronsberg, Hannover) vengono portate avanti nelle città e nei territori soprattutto dell'Europa.
In Italia, forse per una fissazione sullo stato nazionale che non è il nostro tema, fatica l'idea degli spazi auto ctoni della politica locale e territoriale. Ma, più spesso, il riferimento al governo nazionale o addirittura ai processi internazionali serve, come un muro di nebbia, a nascondere la propria inattività e mancanza di volontà politica.
Dal 1990, da quando i comuni e gli enti territoriali hanno cominciato ad organizzarsi in rete per combattere l'effetto serra, con l'Alleanza per il Clima come l'organizzazione più grande in questo campo, sono cambiate due cose:
1. Sono diventate più chiare le dimensioni della minaccia dei cambiamenti climatici alla base naturale della vita umana su questo pianeta rendendo necessaria una risposta comprensiva e strategica all'altezza del problema. A tale proposito l'Alleanza per il Clima ha elaborato la Bussola del Clima.
2. La crescita degli eventi meteorologici estremi obbliga oggi un amministratore responsabile non solo di agire per la mitigazione del fenomeno ma per mettere in atto programmi di adattamento. L'Alleanza per il Clima sta lavorando su una produttiva sintesi tra mitigazione e adattamento nel progetto Interreg AMICA.

Bussola del Clima
E' arrivato il momento di organizzare l'uscita dal fossile e l'entrata nella seconda epoca solare.
Lo sviluppo tecnologico lo rende possibile, i cambiamenti climatici, l'insicurezza geopolitica, l'inquinamento atmosferico, la limitatezza del metano, del petrolio e, prima o poi, del carbone lo rendono necessario. Uscire dal fossile a favore del solare significa niente di meno che cambiare modello di sviluppo e rivedere profondamente lo stile di vita occidentale. Sarebbe presuntuoso pretendere di poter sapere già oggi come dobbiamo immaginarci una società solare, un'economia solare mondiale e le utopie concretiste facilmente

hanno in questo campo un carattere poco serio. Quello che invece si può fare è indicare la direzione dove andare, e a questo serve appunto la Bussola. La Bussola del Clima ha come variabile guida la riduzione dei gas serra a livello locale nella convinzione che tutto ciò che riduce le emissioni dell'anidride carbonica, del metano e degli altri gas in modo durevole va a favore dello sviluppo sostenibile del territorio. Materialmente consiste di una serie di schede, una per ogni settore degli enti locali e territoriali: energia, mobilità, urbanistica, rifiuti, agricoltura, turismo, strutturate come una matrice che associa i campi di intervento nei vari settori a quattro livelli di ambizione.
La Bussola del Clima serve, in una prima fase, per rendere trasparente agli addetti nell'amministrazione l'insieme delle attività a favore del clima in corso all'interno dell'ente. Elaborando questo profilo emergono anche le sagome di un territorio sostenibile e diventa visibile come le singole azioni - riduzione del traffico motorizzato individuale, gestione integrata dei rifiuti, uso efficiente dell'energia e impiego delle energie rinnovabili - fanno parte di un processo costruttivo di un modello di sviluppo capace di futuro.
In Italia Jesi è stato il Comune pilota per i lavori sulla bussola del clima. Altri Comuni come Lodi, Martinsicuro e Seveso hanno usato lo strumento per la definizione di un quadro di riferimento delle attività in corso. La bussola del clima è al centro del corso che l'Alleanza per il Clima offrirà in una nuova edizione nel maggio/giugno 2007, attribuendo una grande priorità alla formazione di un gruppo di esperti dentro e fuori gli enti pubblici capaci di elaborare una strategia del clima per i Comuni, le Province e le Regioni in Italia.

AMICA - Adaptation &am p; Mitigation of Climate Ch’ange
Continuano con un ricco programma i lavori del progetto Interreg AMICA - la sfida di delineare il terreno comune tra misure di mitigazione e adattamento. Un'impresa impegnativa che incontra, da parte degli esperti, posizioni contrastanti. Richard Tol, titolare di una cattedra su clima e sostenibilità all'Università di Amburgo, ha svolto studi avanzati nella simulazione del clima e ha provocato un dibattito vivace nel gruppo di lavoro europeo di AMICA affermando, in un incontro a Vienna lo scorso maggio, che in linea di massima mitigazione e adattamento sono due campi d'azione largamente separati con una sovrapposizione che secondo lui non costituisce la massa critica per una politica integrata. Manfred Stock, esperto del Potsdam Institut sugli impatti dei cambiamenti climatici non è d'accordo. Mitigazione e adattamento devono essere visti, progettati e attuati insieme. Voler limitarsi alla prevenzione dei danni a livello territoriale non funzionerà, insiste Stock, se le misure di adattamento non vanno insieme alle attività per affrontare le cause della minaccia. Senza mitigazione i cambiamenti climatici assumeranno delle dimensioni che renderanno futili le misure di adattamento per gran parte del pianeta.
Come anche in altri campi del dibattito clima, il lavoro scientifico su mitigazione/adattamento è importante ma gli elementi chiave per agire sono il consenso anche tra gli studiosi: il terreno comune mitigazione/adattamento esiste e a quel punto serve più che altro la creatività e la volontà politica per sviluppare intelligenti programmi e misure che uniscano la necessità di prevenire con la spinta per un modello di produzione e di vita a bassa emissione di CO2. In Italia sono il Comune di Venezia e la Provincia di Ferrara ad essere impegnati con i partner europei, tra di loro Dresda, Stoccarda, Alta Austria e Lione, per portar avanti i lavori dei quali presenteremo i primi risultati nella seconda metà del 2007.
Quali sono quindi le buone intenzioni per la politica del clima del 2007? Stabilire la salvaguardia del clima come elemento guida di un futuro sostenibile del territorio in una prospettiva anche di adattamento in previsione di tempi che cambiano. Gli appuntamenti di Verona, Siviglia e Zurigo saranno occasioni preziose per portare avanti il discorso clima, scambiare idee ed esperienze e portare avanti azioni comuni. A presto!

VERSO UNA SOCIETÀ AMICA DEL CLIMA
15° CONFERENZA INTERNAZIONALE ANNUALE E ASSEMBLEA DEI MEMBRI DELL'ALLEANZA PER IL CLIMA
9-10 Maggio 2007, Zurigo – Svizzera
Dopo Vienna, capitale dell'Austria, tocca a Zurigo - che non è la capitale della Svizzera, ma da anni in prima linea in Europa per la sua politica di mobilità sostenibile - di ospitare l'assemblea annuale europea dell'Alleanza per il Clima. Al centro dei lavori saranno le visioni per una strategia climatica locale a lungo termine. Il comune di Zurigo propone alle cittadine e ai cittadini la società da 2000 Watt. L'idea sarebbe che ogni persona fa uso di "schiavi energetici" per una capacità media pari a circa un terzo degli attual i 6000 Watt di cui oggi ognuno di noi ha bisogno. Una visione di efficienza energetica quindi, mentre un'altro membro dell'Alleanza per il Clima, il Comune di Monaco in Baviera ha elaborato uno scenario di dimezzare le sue emissioni di CO2 entro il 2030. Alcune municipalità dell'Austria invece puntano sull'autonomia energetica - tre visioni diverse per concretizzare l'impegno della salvaguardia del clima a livello locale. Il secondo giorno vedrà un workshop sulle strategie politiche di protezione del clima. Altri temi saranno "biodiesel contro foreste pluviali", quali condizioni potrebbero essere accettabili bio carburanti prodotti con materie prime dal sud del mondo? Naturalmente non può mancare il discorso sul trasporto pubblico e le sua integrazione, per esempio attraverso il car sharing, con l'automobile. Saranno presentati i lavori dei progetti europei AMICA e PRIME e l'assemblea si concluderà con un giro di visite guidate alle molte esperienze d'avanguardia nel campo energetico e della mobilità nel territorio di Zurigo.
Per ulteriori informazioni: coordinamento@climatealliance.it

COMUNI IN TEMPI CHE CAMBIANO
Qualità dell'aria nella Pianura Padana ed effetto serra
CONVEGNO E ASSEMBLEA ANNUALE NAZIONALE ALLEANZA PER IL CLIMA ITALIA
Verona, 28 febbraio 2007
Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra
ore 9.00 - 16,30
Esistono interazioni fisiche ed economiche tra il controllo delle emissioni degli inquinanti atmosferici e la mitigazione dei gas serra. Un'analisi integrata dovrà servire per identificare delle misure concrete vantaggiose che contemporaneamente riducano i costi per la mitigazione dell'effetto serra e il controllo dell'inquinamento atmosferico. I costi delle politiche per ridurre l'inquinamento atmosferico diminuirebbero significativamente con una strategia climatica.
La Commissione Europea ha dimostrato in una valutazione preliminare che nel 2020 gli obiettivi della strategia climatica per l'inquinamento atmosferico potrebbero essere realizzati senza costi aggiuntivi e viceversa i costi delle politiche per la riduzione dei gas serra potrebbero diminuire puntando a degli obiettivi specifici sanitari. Il risparmio dei costi è immediato, "soldi veri" risparmiati degli stessi attori che dovranno investire nella mitigazione se non agiscono adesso.
L'integrazione tra le politiche per il clima e quelle per la qualità dell'aria sicuramente si intensificherà in futuro. L'Alleanza per il Clima promuove questo processo attraverso l'elaborazione di politiche che prendono effetto attraverso l'implementazione di programmi che integrino entrambe le aree d'azione e attraverso uno scambio d'informazione.
La conferenza presenterà lo stato dell'arte nella lotta all'inquinamento atmosferico negli ambiti urbani e nella mitigazione dell'effetto serra e rivolgerà una particolare attenzione alla definizione e attuazione di un campo comune d'azione.

PROGRAMMA

Saluti delle autorità

COORDINA
MAURIZIO CARBOGNIN, Direttore Generale, Comune di Verona
INTRODUCE AI LAVORI
LUCIANO GUERRINI, Assessore all'Ambiente, Comune di Verona

LEGAMI TRA INQUINAMENTO, CLIMA E POLITICA ENERGETICA
STEFANO CASERINI, Politecnico di Milano

INQUINAMENTO, CLIMA E POLITICA ENERGETICA. LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA
ARTUR RUNGE-METZGER, DG Environment, UE (invitato)

GESTIONE DELLA QUALITÀ DELL'ARIA IN ITALIA
MARINA PENNA, Ministero dell’Ambiente

INQUINAMENTO ATMOSFERICO E POLITICA DELL'ARIA IN PIANURA PADANA
ALESSANDRO BRATTI, Direttore generale ARPA Emilia-Romagna

QUALITÀ DELL'ARIA E MISURE PER IL MIGLIORAMENTO A MONACO DI BAVIERA
JOACHIM LORENZ, Assessore all'Ambiente e alla Sanità, Comune di Monaco di Baviera

PRESENTAZIONE ATTIVITÀ E PROGETTI ALLEANZA PER IL CLIMA IN ITALIA
KARL-LUDWIG SCHIBEL, Alleanza per il Clima Italia

MITIGARE L'EFFETTO SERRA E MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL'ARIA IN CITTÀ
GIUSEPPE CAMPAGNARI, Dirigente Settore Ambiente, Comune di Verona

EFFICIENZA ENERGETICA: REALIZZARE IL POTENZIALE
MAURIZIO PALLANTE, esperto energetico e saggista

MULTIMOBILITÀ: NUOVA QUALITÀ DEGLI SPOSTAMENTI
ULRIKE JANSSEN, coordinamento europeo Climate Alliance

DIBATTITO
CONCLUSIONI

CORSO DI FORMAZIONE “BUSSOLA DEL CLIMA”
ESPERTI DI STRATEGIE PER LA PROTEZIONE DEL CLIMA
Seconda edizione - Città di Castello,
23-26 maggio » 20-23 giugno 2007

Il futuro della protezione del clima si giocherà in parte consistente a livello locale. L'individuazione delle misure concrete passa attraverso l'elaborazione di una Strategia Climatica locale che indirizza i settori dell’Energia, dei Trasporti, dei Rifiuti e gli altri campi rilevanti per la riduzione dei gas serra nell’ottica di una loro riduzione. Lo strumento preposto ad elaborare una tale strategia è la BUSSOLA DEL CLIMA, un programma d'azione per gli enti locali e territoriali che offre un percorso alle future attività partendo dal progresso individuale in ogni campo d'azione, informa sulle capacità dello staff e le risorse finanziarie necessarie e suggerisce eventuali campi d'azione non ancora conosciuti.
Il corso si struttura in tre unità, le prime due, teorico-pratiche, in aula (23-26 maggio e 20-23 giugno 2007), la terza un viaggio di studio per vedere da vicino comuni leader che hanno saputo riunire un impegno per il clima globale con una politica di sostenibilità sul luogo (data da stabilire). Il corso mira a sviluppare le competenze professionali per l’elaborazione di una strategia climatica degli enti locali e territoriali.
Si rivolge direttamente ai dipendenti degli enti e a liberi professionisti per una formazione che consenta di offrire consulenze qualificate alle autorità locali e territoriali disposte a mettere in piedi un programma di cambiamento climatico.
I temi affrontati nel corso di formazione:
- Il sistema climatico e i cambiamenti climatici; Gas serra e misure di riduzione
- Politica nazionale e internazionale del clima
- Strumenti e tecnologie di riduzione
- Gestione dell’energia, mobilità sostenibile, urbanistica e politica del clima, gestione integrata dei rifiuti, acquisti verdi
- Struttura istituzionale degli enti e spazi per la protezione del clima
- Metodi di facilitazione
- Fondi finanziari per la politica climatica
- Politiche territoriali e cittadini
- Casi studio di buone pratiche
- Tecnologie rilevanti
- Valutazione economica
- Procedure di attuazione
- Istruzione pratica di come applicare la "Bussola del clima" alla realtà delle amministrazioni locali e territoriali italiane
A conclusione del corso sarà rilasciato ai partecipanti del corso un attestato dell'Associazione Internazionale Klima Bündnis/Climate Alliance/Alianza del Clima e. V. con la qualifica di "Climate Compass Promoter". I possessori della qualifica saranno inseriti nell'elenco - che la rete diffonderà attivamente tra i 1300 Comuni membri – di promotori abilitati ad elaborare una strategia climatica.
Per ulteriori informazioni su programma e costi:
segreteria Alleanza per il Clima Italia, Tel./Fax 075 8554321, coordinamento@climatealliance.it

NAIROBI PRIMA TAPPA DEL POST-2012

Si è svolta dal 6 al 17 novembre a Nairobi la 12° conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Le aspettative erano alte. Pochi giorni prima Nicholas Stern, ex economista capo della Banca Mondiale, aveva presentato il suo rapporto paragonando le conseguenze economiche dei cambiamenti climatici alla grande depressione, Al Gore in giro con il suo documentario "Una Scomoda Verità" incontrava risonanza da gran parte del pubblico americano, il governatore della California, Arnold Schwarzenegger è stato rieletto con una piattaforma che mette al centro la protezione del clima, e non sembrava esagerato aspettarsi un riflesso di questa grande onda di attenzione sui cambiamenti climatici anche da parte di coloro che si guadagnano la vita nella trattative su questa minaccia epocale.
I risultati della 12° Conferenza delle Parti sicuramente non sono all'altezza della gravità della situazione climatica. Pochi, prudenti, vedono "un piccolo passo in avanti" (WWF) o che è stato fatto "qualche progresso" (Greenpeace). Quelle che è successo a Nairobi è che i vari gruppi hanno schierato le loro truppe e stabilito le tappe per un processo che andrà avanti fino al 2009: tre anni di trattative sugli obiettivi Post-2012 con un esito incerto. Le principali formazioni sono quattro:
- I Paesi soggetti già oggi a vincoli di emissione (Annex I) si sono impegnati a discutere modifiche al Protocollo di Kyoto che ne garantiscano la sopravvivenza dopo il 2012. In altre parole, ci sarà un Kyoto-bis sul quale le Parti si ritroveranno a discutere l'anno prossimo. Loro insistono che solo con l'inclusione dei paesi emergenti i nuovi obiettivi del regime post-2012 avranno un senso.
- I Paesi "emergenti" (Cina, India e Brasile), dove le emissioni crescono il più velocemente, si sono impegnati a discutere a partire dal 2008 delle restrizioni . Mentre insistono che prima vogliono vedere risultati veri nei paesi industriali, ci sono sforzi nazionali notevoli in Cina e Brasile.
- Gli Stati Uniti partecipano più che altro come osservatori al processo internazionale, ma i risultati delle elezioni intermedie di fine novembre, l'accordo dei sindaci americani sulla protezione del clima, il grande processo di un gruppo di stati americani contro il governo federale per costringerlo a stabilire dei limiti di emissioni di CO2, le mosse della California - tutti questi sviluppi lasciano intravedere che l'ostilità americana verso la protezione del clima finirà con il governo Bush.
- Il gruppo dei perdenti, i 43 stati isole sotto la minaccia di sparire nei prossimi decenni e i paesi più poveri, soprattutto in Africa, che sono i più vulnerabili e soffriranno di più gli impatti dei cambiamenti climatici, chiedono una protezione del clima seria e fondi per le misure di adattamento. I 250 milioni di dollari che finora sono stati messi a disposizione dai paesi ricchi fino al 2009 non basteranno neanche per le misure di adattamento in uno di questi paesi.
Nairobi ha confermato che il processo internazionale portato avanti dai delegati dei vari paesi e dai ministri all'ambiente non porterà a dei risultati promettenti per risolvere il problema. Le trattative in quest'ambito non svilupperanno le dinamiche politiche necessarie per arrivare a degli impegni veramente utili. Un Kyoto plus che meriti il nome ha solo una chance se nei paesi industrializzati la protezione del clima diventerà un tema centrale a tutti i livelli, a quello locale come a quello territoriale e nazionale. L'Unione europea ha un ruolo chiave in questo gruppo e le reti come l'Alleanza per il Clima dovranno mobilitare nei prossimi anni tutte le loro forze per far entrare i propri obiettivi ambiziosi (ridurre le emissioni dei gas serra di un 10% ogni quinquennio) nella Realpolitik a tutti livelli dell'Unione Europea

PROVINCIA DI ROMA PER KYOTO
La Provincia di Roma sta dando il via ad un "Piano d'azione per la riduzione dei gas serra prevista dal Protocollo di Kyoto". L'obiettivo è di applicare il protocollo di Kyoto, con l'impegno italiano di ridurre le emissioni di gas serra del 6,5%, all'ente stesso con interventi di efficienza energetica sul suo vasto patrimonio edilizio, il proprio parco veicoli e i vari impianti sotto la sua gestione e di estendere l'utilizzo delle energie rinnovabili per la produzione di calore ed energia elettrica.
L'impegno, formalizzato con una delibera del Consiglio provinciale del luglio 2006, prevede la stesura di una "Strategia del Clima" con un bilancio di CO2 che quantifichi le emissioni di anidride carbonica per le quali l'ente è direttamente responsabile come primo passo. Sarà poi redatto sulla base di questo bilancio e di un rilevamento di tutte le azioni della Provincia di Roma già in atto nei campi dell'energia e della mobilità sostenibile un piano d'azione 2006/2008 come strumento attuativo per la riduzione dei gas serra dell'ente. I lavori per l'elaborazione della strategia del clima sono stati affidati a un gruppo di lavoro composto dai rappresentati dei settori interessati (Dipartimento Servizi di tutela ambientale, Dipartimento Governo del territorio e della mobilità, Dipartimento Servizi per la scuola e Osservatorio Ambientale) con il contributo dell'Alleanza per il Clima.
Una decisione politica e strategica fortemente innovativa, un impegno preciso e fattibile che dà un segno tangibile della direzione da seguire.

SEVILLA 2007 QUINTA CONFERENZA EUROPEA DELLE CITTÀ SOSTENIBILI
Avrà luogo a Siviglia dal 21 al 24 marzo 2007, la Quinta Conferenza Europea delle Città Sostenibili sotto il titolo "Portare gli impegni di Aalborg nelle strade", fare cioè il punto su quanto è stato realizzato finora e su quanto ancora le amministrazioni devono impegnarsi a fare per coinvolgere concretamente la comunità locale sulle tematiche della sostenibilità delle città.
La strategia per lo sviluppo sostenibile, adottata in giugno 2006 dal Consiglio dell'Unione Europea, incoraggia le città e le altre autorità locali a firmare e mettere in pratica gli impegni di Aalborg e invita i network a dare supporto a queste iniziative ai vari livelli.
Sevilla 2007 è organizzata in cooperazione con i partner della Campagna delle Città Sostenibili, tra cui il network Climate Alliance/Alleanza per il Clima che in tale occasione presenterà insieme a Enti locali e territoriali pilota la "Bussola del Clima" strumento per attivare una strategia climatica.
Per il programma completo della conferenza: www.sevilla2007.org

LA PROVINCIA DI BOLOGNA PREMIATA A ECOMONDO PER IL PROGETTO MICROKYOTO
Congratulazioni alla Provinc ia di Bologna, membro dell'Alleanza per il Clima, per il premio "Enti locali per Kyoto 2006", assegnato in occasione di Ecomondo, nell'area "Efficienza e energie rinnovabili". La provincia di Bologna, si legge nella motivazione, ha creato un Protocollo, per valorizzare progetti e iniziative per ridurre le emissioni a livello locale.
Il progetto MicroKyoto, nato all'interno di Agenda 21 Locale della Provincia di Bologna, ha l'obiettivo di raggiungere i target di riduzione dei consumi e delle emissioni di gas climalteranti previsti dal protocollo di Kyoto attraverso il coinvolgimento dei Comuni del territorio provinciale (aderiscono attualmente 27 Comuni).
Attraverso la firma del Protocollo di MicroKyoto avvenuta il 18 maggio 2006 si formalizza l'impegno degli Enti aderenti a realizzare ogni anno almeno un'azione per la riduzione dei gas serra. La sottoscrizione del Protocollo di MicroKyoto da parte di Provincia e Enti aderenti è l'atto finale del progetto, ma anche il vero punto di partenza: da ora, infatti, i firmatari si impegnano formalmente ad adottare ogni anno azioni concrete per ridurre l'effetto serra, contribuendo all'obiettivo nazionale.
Per informazioni sul progetto: www.provincia.bologna.it/AG21/microkyoto.htm

LA SCOMMESSA DEL BLOCCO DI GHIACCIO
L'AZIONE PER LA GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE
Il coordinamento europeo dell'Alleanza per il Clima organizza per il 2007 una campagna a favore dell'efficienza energetica, la "scommessa del blocco di ghiaccio". L'Alleanza per il Clima Italia invita alla partecipazione.
La casa del blocco di ghiaccio
Un blocco di ghiaccio della dimensione di due metri cubi viene impacchettato in una piccola casa di legno costruita secondo gli standard di una casa passiva. Per diverse settimane il blocco resisterà al sole e al vento. Vogliamo scommettere quanto ne sarà rimasto il 5 giugno 2007, giornata dell'ambiente?
La scommessa del blocco di ghiaccio dimostra in modo immediato ad un largo pubblico l'efficacia dell'isolamento termico. La casa del blocco di ghiaccio dovrebbe essere collocata in una piazza centrale del centro storico e le cittadine e i cittadini possono scommettere sulla percentuale del blocco che sarà rimasta il giorno della riapertura della casa.
Per i dettagli tecnici contattare l'Alleanza per il Clima Italia

BAMBINI A PIEDI PER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA
Bambini di Austria, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo, Svezia, Svizzera, Olanda e Turchia hanno collezionato anche quest'anno oltre mezzo milione di Impronte Verdi dando il loro contributo alla protezione del clima.
A Nairobi, in occasione della XII conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, l'Alleanza per il Clima ha presentato l'eccezionale risultato conseguito da oltre 100.000 bambini tra i 4 e i 10 anni che hanno partecipato alla campagna "ZOOM - Kids on the move 2006" e che per una settimana sono andati a scuola con un mezzo di trasporto eco-compatibile.
Partita nel 2003 a livello europeo, la campagna ZOOM continua a riscuotere un enorme successo a dimostrazione che i temi della mobilità sostenibile, dell'inquinamento atmosferico e della protezione del clima sono molto sentiti, soprattutto dai più piccoli!
L'impegno dei bambini per affrontare il problema, con un piccolo sforzo quotidiano e in modo divertente, dovrebbe essere di esempio per i "più grandi" e incoraggiarli ad intraprendere misure concrete per la riduzione dei gas serra con il vantaggio di migliorare la qualità della vita sul luogo.
L'Italia, dove la campagna è andata sotto il titolo "Raccogliamo miglia verdi", ha portato avanti l'iniziativa nel 2003 a livello nazionale grazie alla collaborazione della Regione Umbria - CRIDEA e di Primigi, con la partecipazione di oltre 10.000 bambini da 65 scuole. Numerose scuole hanno poi riproposto l'attività negli anni successivi, a dimostrazione della affermazione di un'esperienza che si è rivelata divertente, entusiasmante, e non sottovalutiamo il salutare, sia per i bambini sia per gli adulti.
L'edizione 2006 ha visto protagonista il Comune di Reggio Emilia dove oltre 3000 bambini di 22 scuole primarie hanno partecipato all'iniziativa che è stata poi presentata a Ecomondo nella "Vetrina delle sostenibilità" della Regione Emilia Romagna.
Un sentito grazie e complimenti a tutti i piccoli (e grandi) che si sono adoperati per dimostrare ancora una volta che "si può fare".
L'appuntamento è per il prossimo anno con l'edizione 2007.
Il sito della campagna ZOOM: www.klimaschutz.kbserver.de/index.php?id=186&L=0

Sabato, 6 Gennaio, 2007 - 12:08

Pena di Morte Moratoria all'Onu, Subito!!


5 gennaio 2007: il Presidente di Nessuno tocchi Caino e parlamentare
europeo Marco Pannella, dopo otto giorni di sciopero della fame e della
sete, ha sospeso il 3 gennaio quello della sete.

Con la sua iniziativa nonviolenta, Pannella chiede al Governo italiano,
dal 1° gennaio membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, di
assumere un impegno formale e concreto a presentare una risoluzione per la
moratoria universale delle esecuzioni capitali all'Assemblea Generale
dell'ONU in corso o in una sua sessione speciale che può essere
convocata, anche su richiesta del Consiglio di Sicurezza, in base agli articoli
8 e 9 delle regole di procedura dell'Assemblea stessa. L’iniziativa è
partita il 27 dicembre con la proposta “Nessuno tocchi Saddam” volta a
scongiurare l'esecuzione della condanna a morte dell’ex dittatore
iracheno. Un appello in tal senso, lanciato dall'associazione Nessuno Tocchi
Caino, era stato sottoscritto da oltre 200 parlamentari e 3 premi Nobel
per la pace.
Dopo l'esecuzione di Saddam Hussein e con la moratoria universale delle
esecuzioni capitali, l'azione di Pannella, che prelude al Primo Grande
Satyagraha mondiale per la Pace lanciato dal Partito Radicale
Nonviolento, si propone di evitare che tutto precipiti, in Iraq e non solo, in
altro sangue, ulteriore morte e pene di morte, in una spirale di
violenza e di guerra che può trasformarsi in un conflitto generalizzato dalle
conseguenze incalcolabili.
Il 2 gennaio, il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, e il Governo
hanno dichiarato pubblicamente il loro “impegno ad avviare le procedure
formali perché questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta
all'ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di
morte”. Ma su questo, ad oggi, non è dato sapere cosa stia avvenendo
realmente e ufficialmente a New York: se sia stato depositato alla
Assemblea Generale un testo della proposta di moratoria e quali siano le
procedure regolamentari attivate per metterla all’ordine del giorno e
portarla al voto. Secondo le stime dell'associazione Nessuno Tocchi Caino,
da anni in prima linea nella campagna contro la pena di morte, una
risoluzione proposta all'Assemblea Generale otterrebbe dai 99 ai 106 voti a
favore, mentre sarebbero dai 61 ai 68 i paesi contrari e dai 19 ai 26
quelli che si asterrebbero. Nel 2003 Marco Pannella era stato promotore
della campagna "Iraq Libero" quale unica alternativa alla guerra !
e all'occupazione militare, che comprendeva la richiesta di esilio per
Saddam Hussein e un'amministrazione dell'Onu in Iraq per la transizione
alla democrazia. La proposta aveva ricevuto l'adesione della
maggioranza assoluta dei parlamentari italiani di tutti gli schieramenti, ma
anche in quel caso il governo italiano, allora guidato da Silvio
Berlusconi, non aveva compiuto passi concreti in quel senso.
Nel corso della trasmissione di Radio Radicale "Radio Carcere", nella
serata del 2 gennaio, Marco Pannella ha rivolto un appello a sostenere
il grande obiettivo della moratoria con uno o due giorni di sciopero
della fame. Per aderire allo sciopero della fame vai su
www.nessunotocchicaino.it.

Mercoledì, 3 Gennaio, 2007 - 18:04

revisione regolamento edilizio comunale all'insegna del risparmio energetico

Anticipo un testo di interrogazione che presenterò al prossimo Consiglio di Zona 4, indetto per l'11 gennaio, sul tema della revisione del Regolamento Edilizio del Comune di Milano all'insegna del risparmio energetico e della sostenibilità delle strutture di riscaldamento. 

Alla Cortese Attenzione del Presidente della Commissione Territorio e Urbanistica
Giorgio Tomellini
Al Consiglio di Zona 4 e alle sue componenti

 
Interrogazione: sulla disposizione di canali atti a determinare una proposta di riforma del Regolamento Edilizio Comunale oggi vigente, recependo misure volte al risparmio energetico e allo sviluppo eco sostenibile
 
 
Premesso che
0
il Libro Verde “Verso una strategia europea della sicurezza dell’approvvigionamento energetico” mette in luce tre elementi sui quali riflettere.
 
• In futuro la dipendenza energetica dell’UE dalle fonti energetiche esterne è destinata ad aumentare dal 50% al 70% nel 2030 se non verranno presi provvedimenti.
• Anche le emissioni di gas serra nell’UE sono attualmente in aumento, il che rende ancora più difficile far fronte al cambiamento climatico ed assolvere gli impegni di Kyoto.
• L’UE può influire in modo limitato sulle condizioni dell’offerta mentre può intervenire sul lato domanda, essenzialmente promuovendo risparmi energetici nel settore degli edifici ed in quello dei trasporti.
 
Considerato che
 
il settore civile, residenziale più terziario, assorbono mediamente nell’UE più del 40% delle fonti energetiche. Intervenire sul contenimento dei consumi, riducendo da un lato la domanda attraverso la promozione del risparmio energetico e diffondendo l’uso delle fonti energetiche rinnovabili (in particolare l’energia solare) rappresenta l’unica strategia vincente. La Direttiva comunitaria sull’efficienza energetica degli edifici, approvata dal Parlamento europeo lo scorso dicembre, è lo strumento di riferimento per l’attuazione di politiche di riduzione dei consumi energetici negli edifici.
 
La Direttiva, infatti, invita gli Stati membri ad applicare misure minime di rendimento energetico agli edifici di nuova costruzione e agli edifici in ristrutturazione. Oggi l’importanza dei temi ambientali costituisce uno dei punti focali del dibattito politico e scientifico.
Visto che
 
gli edifici producono una serie di impatti sull’ambiente:
 
• occupano suolo;
• alterano il terreno, eliminando vegetazione e ostacolando il deflusso delle acque meteoriche;
• mutano i cicli di vita naturale nell’area circostante;
• consumano risorse, materiali, energia/combustibili per la loro realizzazione, a partire dai loro componenti, e durante tutta la loro esistenza.
Considerato che a livello procedurale e regolamentare
 
Il concetto di “qualità energetica degli edifici”, per non rimanere un’astrazione, deve essere attuato attraverso strumenti operativi e che, nel contesto nazionale, quello più efficace è il Regolamento Edilizio Comunale.
 
Si chiede
 
alla Commissione competente di verificare l'esistenza presso la Commissione Consiliare Comunale preposta, la Direzione dei servizi centrale del settore, e il Consiglio Comunale, di provvedimenti indirizzati in tal senso e di invitare i medesimi soggetti preposti ad attivare canali e forme di intervento atti a redarre un nuovo Regolamento Edilizio del Comune di Milano, strumento più avanzato a livello nazionale per indirizzare gli operatori verso un’edilizia sostenibile, ossia una edilizia finalizzata a soddisfare le esigenze attuali senza compromettere la possibilità per le future generazioni di soddisfare, negli stessi modi, le proprie. La Commissione consiliare di Zona e il consiglio medesimo potrebbe approvare un documento di indirizzo da proporsi ai soggetti istituzionali comunali dove siano contenuti le misure e le norme da inserire nell'attuale Regolamento Edilizio del Comune, funzionali a introdurre tre criteri noti ma da tempo scarsamente applicati, o inesistenti nello stesso Regolamento vigente, ossia: il risparmio energetico, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e l’impiego di tecnologie bioclimatiche.
Nel redarre il documento, da definire in una riunione di Commissione indetta con ordine del giorno l'analisi della questione, è auspicabile che vengano predisposte valutazioni economiche, in particolare l’incidenza del sovra costo indotto dal miglioramento qualitativo degli edifici dal punto di vista energetico e l’effetto di riduzione del consumo di energia.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
 
 

Mercoledì, 3 Gennaio, 2007 - 17:41

UN 2007 DI PACE ... con la pace

Per un 2007 di PACE
... da costruire con la pace ...

Alessandro Rizzo
capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove hanno fatto il deserto, lo chiamano pace.

Publio Cornelio Tacito
L'intelligenza militare è una contraddizione in termini.
Groucho Marx
Io credo che i bambini nel mondo debbano essere liberi di crescere e diventare adulti, in salute, pace e dignità.
Nelson Mandela
Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire.
Sartre
Se tutti si battessero soltanto secondo le proprie opinioni, la guerra non si farebbe mai.
Tolstoj
Mai pensare che la guerra, anche se giustificata, non sia un crimine.
Hemingway
Non si può prevenire e preparare una guerra allo stesso tempo.
Einstein
Non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell'ultima c'erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertoldt Brecht
La pace non è solo un fine remoto da raggiungere, ma un mezzo per raggiungere quel fine.
Martin Luther King
Un impero fondato sulla guerra deve conservare se stesso con la guerra.
Charles Louis Montesquieu
Fino a quando la guerra sarà vista come una cosa crudele, avrà sempre un suo fascino. Quando sarà considerata come volgare, cesserà di essere popolare.
Oscar Wilde

Mercoledì, 3 Gennaio, 2007 - 15:09

Una cartolina dal Pianeta del Buon Senso

A farsi un giro in lungo e in largo per l'Italia si scoprono progetti
e proposte che hanno molto a che fare con la decrescita, portati
avanti con coraggio e ingegno da amministratori locali illuminati.
Semplici manovali del buon senso, straordinari sacerdoti del buon
governo. Operatori sociali, anche, spericolati politici fuori dagli
schemi, senza velleità di facili carriere a portata di compromesso.

Nell'indifferenza dei grandi network dell'informazione-reality,
abbattono ogni giorno mattoni di quel muro apparentemente
insormontabile del consumo all'ennesima potenza e a qualunque costo.
Ambientale! Sono giovani sindaci, non necessariamente per l'anagrafe
ma nella testa e nel cuore, semplici assessori con deleghe strampalate
e dalle parole aliene per la politica tradizionale: partecipazione,
pace, cooperazione.

Governano dal basso piccoli centri sperduti del nord e del sud, o
grandi agglomerati urbani dove la globalizzazione dello spreco
permanente ha inondato strade, pianerottoli, pensieri.

Che dire ad esempio dell'esperienza di Carugate, un paese che primo in
Italia ha adottato un regolamento edilizio all'avanguardia in Europa:
da loro chiunque voglia costruire un edificio o ottenere un permesso
per ristrutturarne uno già esistente, ha l'obbligo della
certificazione ambientale (che tutti dovranno rispettare dal 2007),
una piccola ma efficace norma che permette a chi acquista
un'abitazione di sapere cosa, quanto e come consumerà da un punto di
vista energetico, ad ogni classe corrisponde un grado di efficienza,
come per gli elettrodomestici. Il tutto reso possibile dalla
coibentazione dei locali, dall'utilizzo di tecnologie ecologiche
(lampade a basso consumo, riduttori di flusso, pannelli
termoriflettenti, ecc.), dall'uso dei pannelli solari e fotovoltaici,
dal recupero dell'acqua piovana. Insomma una proposta fondamentale per
ripensare la gestione di un territorio secondo criteri di
sosteniblità.

E il comune di Trezzano Rosa che ha messo a norma e azzerato gli
sprechi su tutti i punti luce del paese, senza spendere un euro per
gli investimenti strutturali necessari? Semplicemente, l'assessore
all'ambiente Luciano Burro ha introdotto in Italia il sistema delle
ESCO (Energy Service Company), società che fanno del risparmio
energetico la propria ragione sociale, e che per conto di enti locali,
aziende e privati scovano e risolvono gli sprechi abbatendo costi di
gestione, facendo contemporaneamente un favore all'ambiente e ai
bilanci pubblici.

Il Comune di Padova ha invece commissionato un piano di
ristrutturazione energetica degli edifici pubblici per non limitare
l'intervento alla sola pubblica illuminazione, questo ha già
consentito alla città un taglio significativo delle emissioni di Co2
in atmosfera e di risparmiare milioni di euro sulla bolletta
energetica. Si va dal riscaldamento e dall'illuminazione degli edifici
pubblici ai punti luce in giro per le strade comunali, dal risparmio
energetico alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il comune di Follonica è intervenuto sui rifiuti, pensando bene di
ridare corpo e vita ad oggetti che troppo spesso, con grande
leggerezza, trasformiamo da beni di consumo in rifiuti da discarica!
Con il progetto Ecomondo i rifiuti riprendono vita, grazie ad un
mercato a cui tutti i cittadini possono partecipare, con una semplice
tessera magnetica che registra ogni transazione (rigorosamente senza
denaro) in dare e avere. Il punto di riferimento di tutta l'operazione
è la stazione ecologica del posto, un cittadino può conferire oggetti
che non usa più (giocattoli, biciclette, mobili, ecc.), sulla tessera
vengono accreditati punti con i quali potrà recuperare oggetti
lasciati da altri di suo gradimento, in un gioco di scambio in cui chi
ci guadagna, ancora una volta, è l'ambiente.

Poi scopri che una delle cose più belle e comuni di queste storie
incredibili è che quasi sempre sono progetti a costo zero, o poco ci
manca. La loro forza sta nella fantasia di chi li propone, nella
capacità di coinvolgimento della popolazione, nella voglia di mettersi
in gioco sul serio. Quando ho letto la storia del Liceo Ambientale di
Laveno mi sono detto: ecco un'idea semplice ed efficace, che non costa
nulla metterla in piedi e che ogni scuola italiana dovrebbe rilanciare
e proporre il prossimo anno scolastico. "I guardiani della luce", un
progetto che ha riunito insegnanti, studenti, genitori per diverse
settimane, e che ha permesso l'abbattimento dei consumi di corrente
elettrica del 55%. Senza grandi investimenti di una qualche fondazione
magnanima, semplicemente introducendo piccole attenzioni quotidiane,
parlando e parlandosi tra chi la scuola frequenta e vive ogni mattina.
Leggendo i contatori, applicando qualche adesivo "educativo"
all'altezza degli interruttori, spegnendo le luci durante i giorni di
sole...

E cosa accadrebbe domani mattina se i nostri governanti annunciassero
l'obbigo per tutti i Comuni italiani di sostituire le lampade ad
incandescenza dei semafori con quelle a LED, che hanno una durata
media di centomila ore (contro le duemila di quelle tradizionali) ed
un risparmio energetico che si aggira intorno all'ottanta per cento
rispetto a quelle cosidette normali?!? Il Comune di Bressanone lo ha
già fatto, in meno di quattro anni rientra nell'investimento inziale
per l'acquisto dei LED e da lì in avanti risparmia oltre diecimila
euro all'anno su una decina di semafori. Delle volte penso ai semafori
di Roma, o di Milano, e mi chiedo che cosa stiano aspettando i sindaci
di quelle metropoli a fare una roba tanto semplice da non sembrare
vera.

Perché in fondo è questo il vero nemico dell'ambiente e della
decrescita. Prima ancora delle guerre per il petrolio, o i complotti
delle tante case bianche, o la corruzione dilagante delle grandi opere
e dei grandi affari per pochi. La stupidità della classe dirigente
italiana. L'incapacità di afferrare il senso delle centinaia di
progetti in cantiere, possibili perchè già realizzati o in corso di
realizzazione. L'ottusità di certi politici abituati a non vedere
oltre al proprio naso, o al nastro tricolore di una qualche
inaugurazione a due mesi dalle prossime elezioni, unico progetto
improrogabile e imprescindibile, per loro.
Questi politici mestieranti che quando gli parli di certe cose
ribattono sempre le solite sterili scuse: abbiamo cose più importanti
di cui occuparci, non ci sono i soldi, non ti sarai mica messo in
testa di cambiare il mondo!

Non la pensano così gli amministratori del Comune di Rosà, che ha
pensato bene di distruibuire pannolici ecologici alle neomamme del
paese, convincendole a smettere di comprare quelli usa e getta che
inquinano e costano un sacco di soldi. Se pensiamo che ogni bambino ne
consuma in media 5000 nei primi tre anni di vita, non è molto più
sensato e conveniente dotarsi di un piccolo quantitativo di quelli
lavabili?

Sempre in tema di rifiuti sono decine le esperienze fantastiche, come
quella del progetto EcoFeste, introdotto da un paio d'anni dalla
Provincia di Parma e rivolto a tutte le sagre estive organizzate nei
47 comuni del territorio provinciale. Ogni festa è un'occasione di
incontro, una straordinaria opportunità culturale e ricreativa. Ma
quanti rifiuti si lasciano dietro, una volta smontati palco e cucine?
La Provincia ha pensato di dare un contributo economico a quei
soggetti (associazioni, cooperative, fondazioni, ecc.) che,
promuovendo un'iniziativa all'aperto, decidono di diminuire il peso
della propria impronta ecologica, incentivando l'utilizzo di stoviglie
in mater-bi, promuovendo la raccolta differenziata e il recupero degli
avanzi alimentari, sviluppando campagne di sensibilizzazione rivolte
ai partecipanti dei vari eventi e serate, il tutto con costi bassi e
risultati enormi!

Il Comune di Castellarano ha attivato un progetto per l'installazione,
da parte dei privati, di pannelli solari per il riscaldamento
dell'acqua. Il cittadino non deve far altro che rivolgersi all'ufficio
ambiente del Comune, dove troverà un albo degli installatori
convenzinati con l'amministrazione, i modelli della ditta che ha
firmato un accordo pluriennale a prezzi convenzionati con l'ente
locale, e le indicazioni per accedere a finanizamenti agevolati da
parte dell'istituo di credito coinvolto dal comune nel progetto.
Insomma, in un colpo solo sono stati risolti gran parte dei problemi
che oggi un singolo cittadino è costretto ad affrontare per soddisfare
la giusta esigenza di consumare meno e possibilmente meglio: il Comune
garantisce in quanto ad affidabilità della ditta fornitrice dei
pannelli solari, promuove ogni anno corsi di formazione per idraulici
e artigiani locali, incentiva l'acquisto attraverso lo sconto
riconosciuto dalla ditta per i residenti, favorisce forme di
finanizamento agevolati per quei cittadini che non possono investire
troppe risorse subito. Strepitoso!

Infine ci sono progetti esemplari, che racchiudono in sé un'immensa
forza attrattiva: penso ai "Condomini sostenibili" della Provincia di
Ferrara o al "Cambieresti?" di Venezia e al "Vispo" di Piacenza.
In alcuni condomini di edilizia residenziale pubblica,
l'amministrazione provinciale di Ferrara ha pensato bene di
sperimentare sul campo l'introduzione di nuovi stili di vita,
attivando un progetto semplice e al tempo stesso rivoluzionario:
attraverso incontri pubblici, corsi e laboratori manuali, consigli e
opuscoli informativi, visite e uscite di gruppo, sono state coinvolte
le famiglie residenti nei palazzi nello studio dello stile di vita e
delle sue ripercussioni sulla natura e sugli equilibri socio-economici
tra Nord e Sud del mondo. Nella fase successiva si sono illustrate le
possibili strade da percorrere per introdurre nella vita quotidiana
comportamenti sobri e sostenibili. Infine sono stati incentivati i
comportamenti più virtuosi con la distribuzione di piccole tecnologie
ecologiche di impatto immediato (riduttori di flusso per il risparmio
dell'acqua, detersivi alla spina, lampade a basso consumo energetico,
ecc.). Ma la cosa incredibile è che il progetto è stato monitorato
costantemente dal gruppo di lavoro, e tutti i passaggi sono stati
pubblicati e messi a disposizione per altre amministrazioni
interessate a replicare l'idea.
I Comuni Virtuosi
E in fondo è questo lo spirito che anima l'associazione dei Comuni
Virtuosi, fondata dai comuni di Monsano (AN), Colorno (PR), Melpignano
(LE) e Vezzano Ligure (SP), accessibile da chiunque al sito:
www.comunivirtuosi.org.

Scopo dell'associazione è proprio quello di diffondere su tutto il
territorio nazionale buone prassi amministrative orientate alla
sostenibilità ambientale, alla partecipazione dei cittadini e alla
cooperazione dal basso.
Alle difficoltà culturali accennate prima vanno infatti aggiunti altri
elementi che possono condizionare l'avvio della sperimentazione di un
buon progetto: molto spesso mancano le informazioni, se non nella
segnalazione di tre righe degli uffici stampa (il tal comune ha
avviato la tal iniziativa). Di fronte a questo, anche quando si ha la
fortuna di scorgere una qualche buona notizia dai mezzi di
informazione tradizionali, e ammesso che dall'altra parte vi sia un
amministratore sensibile al tema ed interessato ad approfondire la
cosa, il difficile sta proprio nel riuscire a raccogliere informazioni
e documentazione specifica di quel singolo progetto: praticamente
tutto il lavoro che un comune (una provincia, un assessorato
regionale) ha prodotto per l'attivazione e sperimentazione dell'idea:
delibere di consiglio e di giunta, capitolati d'appalto, regolamenti,
bandi, materiale informativo e pubblicitario. Soprattutto nei piccoli
enti locali, con poco personale e con molti problemi di ordinaria
amministrazione, poter contare sul lavoro già fatto e sperimentato con
successo da altri può significare molto per l'attivazione e la buone
riuscita del progetto stesso.

L'associazione mette a disposizione proprio questo, pubblicando sul
sito internet tutti i progetti (e gli allegati) di volta in volta
sperimentati dalle amministrazioni che ruotano intorno alla rete, e
garantendo un contatto diretto anche con gli amministratori e i
tecnici referenti per ogni singola iniziativa da replicare: dal
risparmio energetico agli acquisti verdi, dalla riduzione della
produzione dei rifiuti alla mobilità sostenibile, dai nuovi stili di
vita al consumo critico, sono ormai decine le esperienze concrete
messe in cantiere da altrettanti enti locali, a dimostrazione che
intervenire a favore dell'ambiente conviene sotto tutti i punti di
vista.
I Municipi della Decrescita Felice
Ora, una cosa che ho notato in questi ultimi anni in cui ho avuto il
piacere e il privilegio di entrare in contatto con tantissimi
amministratori virtuosi, è che molto spesso comuni all'avanguardia
rispetto a singole tematiche peccano poi per tutta un'altra serie di
questioni legate all'ambiente. Mi spiego: ci sono comuni che stanno
facendo cose egregie rispetto all'impronta ecologica degli edifici
comunali ma che non hanno inserito nulla nel regolamento edilizio
comuanale per una gestione più sostenibile del territorio che
amministrano! Manca cioè una strategia complessiva, un quadro di
insieme di riferimento. E questo è uno dei compiti più "politici" che
qui ci poniamo. Cercare cioè di delineare insieme, attraverso
convegni, pubblicazioni, iniziative culturali, l'identikit di un
Municipio della Decrescita Felice, nelle sue varie implicazioni e
competenze, in un percorso continuamente suscettibile di modificazioni
e passi in avanti, non avendo la presuzionzione di offrire pacchetti
full-optional o fantomatiche ricette del Comune Perfetto!

A questo proposito, non so se ci avete fatto caso, il computer
sottolinea la parola decrescita come fosse un errore, un elemento
estraneo, sconosciuto. Questo la dice lunga su quanta strada ci sia
ancora da fare concettualmente prima che la decrescita diventi il
paradigma con cui declinare la nostra quotidianità.

Ecco, se dovessi rispondere alla domanda "Cosa dovrebbe fare un
amministratore di un ente locale sensibile alla decrescita per mettere
in pratica buone prassi quotidiane?" proverei ad indicare un percorso
a tappe.

Il primo intervento da fare è quello di rendere efficiente da un punto
di vista energetico la "macchina comunale" (pubblica illuminazione,
immobili come scuole, musei, impianti sportivi, biblioteche, municipi,
ecc.). Attraverso il coinvolgimento delle ESCO (imprese che
sviluppano, finanziano e attuano progetti volti al miglioramento
dell'efficienza energetica e alla riduzione dei consumi) è possibile
risparmiare energia e denaro migliorando al tempo stesso le condizioni
ambientali.

Poi mi muoverei sul piano regolatore, cercando di promuovere una
gestione del territorio partecipata che miri a razionalizzare gli
spazi già occupati, introducendo per le nuove edificazioni criteri di
bio-edilizia, eliminando inutili e insostenibili speculazioni
edilizie, invertendo un'ormai consolidata tendenza all'occupazione di
suolo e alla cementificazione selvaggia. In questo senso, lavorare ad
una seria politica energetica comunale che, partendo dall'abbattimento
degli sprechi arrivi all'autosostentamento energetico, permette di
"liberare" risorse economiche in grado di sottrarre gli enti locali
all'odioso ricatto in atto da qualche anno e a cui anche gli
amministratori più sensibili faticano ad opporsi: meno finanziamenti
dallo Stato, obbligo di svendita di lotti di terreno per mantenere
attivi i servizi alla persona.

Il terzo passaggio è quello relativo all'introduzione degli acquisti
verdi (Gpp, Green Public Procurment, si intende l'introduzione di
criteri ambientali nelle politiche di acquisto di beni e servizi da
parte dell'ente pubblico caratterizzati da una minore pericolosità per
la salute umana e l'ambiente) nella pubblica amministrazione, cioè
come gli enti locali possano introdurre dei requisiti ecologici nelle
forniture dei beni e dei servizi al momento dell'acquisto. E' un
passaggio indispensabile, per una pubblica amministrazione che non si
limiti a predicare bene ma intenda realmente modificare i propri
comportamenti tenendo conto delle implicazioni ambientali e sociali
riducendo la propria "impronta ecologica" attraverso l'acquisto di
arredi, lampade, computer, fotocopiatrici, tessuti per divise, mezzi
di trasporto, materiali da costruzione, carta, ecc.

Il passaggio successivo riguarda la gestione dei rifiuti, con
l'introduzione del sistema porta a porta per spingere la raccolta
differenziata oltre il 70% con l'eliminazione dei cassonetti stradali
e il passaggio da tassa a tariffa con forme di riconoscimento e premio
per i cittadini più virtuosi. Parallelamente al sistema di raccolta,
smaltimento e riciclaggio dei rifiuti è però necessario intervenire
affinché la produzione di rifiuti pro-capite di un territorio
diminuisca di anno in anno, al contrario di quanto accade mediamente
oggi in gran parte dei comuni italiani. Una seria politica dei rifiuti
passa attraverso percorsi concreti di autoproduzione, riutilizzo e
riuso, secondo esperienze consolidate che dimostrano l'efficacia di
certe scelte.

L'altro grosso capitolo riguarda la mobilità di un territorio,
strettamente connesso alla gestione dello stesso per quanto concerne
l'ubicazione dei servizi e delle strutture pubbliche, la gestione e
distrubuzione delle merci, l'esistenza di un trasporto pubblico
efficiente affiancato a nuove progettualità in corso di realizzazione
in varie parti d'Italia: dal car-sharing agli autobus a chiamata, dal
taxi collettivo al potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali,
dall'introduzione del mobility manager al coordinamento degli orari di
ingresso e di uscita da e per il posto di lavoro, dall'istituzione di
percorsi casa-scuola a piedi ai parcheggi scambiatori, ecc.

Fatti questi passaggi, risulta fondamentale incentivare i cittadini
all'introduzione di nuovi stili di vita che consentano il risparmio di
risorse, di energia, la riduzione dei rifiuti e degli inquinamenti,
consentendo contemporaneamente anche un risparmio economico ed un
miglioramento della qualità della vita.

Impronta ecologica della "macchina comunale", gestione del territorio
responsabile, introduzione di nuovi stili di vita nella comunità.
Penso siano questi i punti irrinunciabili di un ipotetico programma
per un amministratore che in campagna elettorale si dichiari vicino
alla descrescita. Purché tutti questi progetti non diventino una scusa
dietro cui nascondere politiche energivore. Mi spiego: la raccolta
differenziata ha un senso solo se alla fine dell'anno sono riuscito a
convincere i cittadini a produrre meno rifiuti; i pannelli solari
servono se prima ho reso efficiente da un punto di vista energetico
l'edificio sul cui tetto ho deciso di installare il pannello; la carta
riciclata negli uffici è ottima ma non ha alcun senso se poi non si
usa il fronte retro e si sprecano una montagna di fogli per niente; il
nuovo quartiere impostato secondo i criteri della bioedilizia sta in
piedi se prima ho verificato la necessità di costruirlo, il quartiere.

Centinaia di amministratori locali stanno, di fatto, costruendo quelli
che potremmo chiamare, con un po' di fantasia, i Municipi della
Decrescita Felice.

Esperienze sul campo, fatte insieme alle famiglie, tra la gente. Un
modo concreto per incentivare i cittadini all'adozione di nuovi stili
di vita, improntati alla sobrietà e alla decrescita, capaci di
trasformare la sensibilità antispreco del singolo da sensazione di
inadeguatezza a occasione di impegno.

Mercoledì, 3 Gennaio, 2007 - 11:43

Appello per il ritiro dei soldati italiani dall'Afghanistan

I primi firmatari : Marco Sodi, Tiziano Cardosi , Doretta Cocchi , Nella Ginatempo , Gigi Ontanetti , Letizia Santoni , Leonard Shaefer , Mirco Tomasi .
Ha aderito all’appello Padre Alex Zanotelli
Ha aderito all’appello Padre Alex Zanotelli
In Afghanistan è in corso dal settembre 2001 una guerra di aggressione , avviata con la legittimazione della vaghissima risoluzione ONU 1.368 e poi dall’ agosto del 2003 condotta dalla Nato .

Una guerra di fatto volta al controllo strategico e allo sfruttamento delle risorse economiche dell’ area e contraria dall’ inizio alla legalità internazionale , alla quale il Governo Italiano ha aderito violando l’ articolo 11 della Costituzione Italiana .Una scelta che è stata decisa per mera subordinazione e viene sostenuta per "non essere esclusi dal governo del mondo" . Come si legge dal sito della difesa del Governo Italiano alla voce "Sviluppo dell’operazione" troviamo esplicitato il vero significato di questa guerra : "l’operazione militare è parte della guerra globale che impegna la grande coalizione nella lotta contro il terrorismo, denominata ’global War against Terrorism’ . La guerra include, per definizione, la distruzione di vite umane e l’accettazione della soppressione dei propri simili come "mezzo di risoluzione delle controversie". Dalla fine del 2001 ad oggi , la guerra in Afghanistan ha causato più di 50.000 vittime.

Questa ci pare una semplice descrizione dello stato di cose: una constatazione, non un’interpretazione. La "guerra al terrorismo" è una realtà insensata poiché si traduce in aggressione armata ad un paese . L’idea d’ instaurare con le armi democrazia e diritti, ha esibito nei fatti il suo fallimento. Anche per chi non la "ripudia", anche per chi la sostiene, la guerra in Afghanistan non riesce a enunciare propri obiettivi condivisibili, realistici, raggiungibili. Né la guerra al terrorismo, né la condizione dei diritti delle donne Afgane , né la lotta al narco-traffico, hanno prodotto dei risultati apprezzabili, anzi assistiamo oggi sotto il governo dell’ Alleanza del Nord , sostenuto dagli Usa , ad un forte peggioramento sia della sicurezza del paese, in mano ormai ai terribili signori della guerra,sia delle condizioni delle donne Afgane, prive di libertà come al tempo del regime Talebano, sia all’ aumento dei traffici illeciti di droga .

L’Italia potrebbe realisticamente essere un soggetto attivo di politica internazionale connotato da una volontà incondizionata di pace, da un assoluto ripudio della guerra .

Confermando la partecipazione alla guerra in Afghanistan, il governo Prodi rinuncia a costruire questa identità per sottomettersi e conformarsi a scelte già risultate devastanti. La disponibilità alla guerra non è "un" tema paragonabile ad altri, ma definisce in maniera essenziale e decisiva la natura culturale fondante dei soggetti politici che compongono il Governo attuale , il quale ha varato una finanziaria che stanzia 1 miliardo e 700 milioni di euro in sostegno alle spese militari.

Il movimento per la pace - e dunque contro la guerra - non ha "governi amici" a priori. Deve in ogni caso sottrarsi a "comprensioni" o "crediti di fiducia".

Il nostro più netto rifiuto degli orientamenti governativi sull’Afghanistan non esprime soltanto coerenza nelle convinzioni. Include una richiesta e una proposta: il ritiro delle nostre truppe dal fronte di guerra e l’assunzione da parte del nostro Paese di un ruolo internazionale di forte discontinuità con la precedente gestione di centrodestra, nel tentativo di porre rimedio agli immani disastri compiuti dalla missione militare.

I primi firmatari :

Marco Sodi, Tiziano Cardosi , Doretta Cocchi , Nella Ginatempo , Gigi Ontanetti , Letizia Santoni , Leonard Shaefer , Mirco Tomasi .
Ha aderito all’appello Padre Alex Zanotelli

Per ADESIONI : Marco Sodi cell.328 / 0339384 mail : anatole2003@libero.it

Giovedì, 21 dicembre 2006

http://www.ildialogo.org/forum/forumRitiroAfga21122006.htm

Martedì, 2 Gennaio, 2007 - 17:33

sulla destinazione dello spazio oggi recintato sito in Via Ravenna all'altezza del numero civico 48

Anticipo testo interrogazione da presentarsi alla prossima riunione del Consiglio di Zona 4

Alla Presidenza della Commissione Urbanistica Giorgio Tomellini
Al Consiglio di Zona 4 e alle sue componenti

Interrogazione: sulla destinazione dello spazio oggi recintato sito in Via Ravenna all'altezza del numero civico 48

In Via Ravenna è sita, all'altezza del numero civico 48, un'area recintata abbandonata di estensione di circa 300 mq, da tempo inutilizzabile e non fruibile da parte della cittadinanza, data l'impossibilità ad accedervi.
Con la presente chiediamo di verificare presso la Direzione Centrale del Settore Demiano del Comune se esiste un appalto per la gestione dello spazio, se esiste da parte dell'assessorato competente un progetto di riqualificazione pubblica dell'area e, in caso affermativo, a quale tipo di destinazione è preposta l'area nel progetto di intervento, i tempi del suo completamento, la portata dei costi previsti e, infine, il coinvolgimento della cittadinanza residente nella definizione della tipologia dell'intervento.
In tal caso occorre destinare un punto dell'ordine del giorno di una delle prossime riunioni della Commissione Territorio di Zona alla verifica e all'analisi del progetto o alla pianificazione di proposte per il suo riutilizzo per utilità pubbliche e civiche.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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