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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Mercoledì, 11 Giugno, 2008 - 17:47

12 giugno presidio associazioni ROM con conferenza stampa

COMUNICATO STAMPA
12 GIUGNO ORE 12 LE ASSOCIAZIONI ROM PROMUOVONO UN PRESIDIO CON CONFERENZA STAMPA DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO CONTRO I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI VERSO ROM E STRANIERI
Giovedì 12 giugno alle ore 12 le associazioni rom – Opera Nomadi, OsservAzione, Federazione Rom e Sinti insieme, Romanodrom – promuovono un presidio davanti alla prefettura per protestare contro i gravissimi atti discriminatori nei confronti di cittadini italiani di etnia rom e una caccia ai diversi che favorisce spinte xenofobe e razziste nel nostro paese.
Contestualmente chiedono un incontro con il prefetto di Milano, nominato commissario straordinario per la “questione rom” per avere informazioni sui compiti e sugli obiettivi del suo incarico, per chiedere certezza del rispetto dei diritti e delle libertà civili delle persone di qualunque etnia siano, per impedire occasioni di strumentalizzazione e conflitto come il raduno dell’estrema destra previsto presso il campo di via Triboniano.
Molte sono le adesioni, di persone e di associazioni questa iniziativa che ha l’obiettivo di avviare una campagna pacifica per costruire un percorso insieme con tutti coloro - forze politiche e sociali, cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono necessario riportare il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non lasciare soli gli esclusi, confrontarsi con le radici del disagio sociale e insieme costruire le ragioni e i valori di una cittadinanza che considera la legge uguale per tutti e protegge chi cerca accoglienza e dignità.
Promuovono:
Opera Nomadi, OsservAzione, Federazione Rom e Sinti insieme, Romanodrom
Aderiscono:
Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Alfredo Alietti, ALJ onlus, ANED Milano e Torino, ARCI Milano, Associazione Enzo Tortora, Associazione Peppino Impastato, Associazione UnaltroMondo onlus,  Associazione"Watching The Sky, Aven Amentza, Fulvio Bella, Giulio Bonali, Paolo Cagna Ninchi, Ionit Calderaru, Camera del Lavoro di Milano, Sandra Cangemi, Flora Capelluti, CDEC, Guido Ciappino, Eleonora Cirant, Udila Ciurar, Comitato per le libertà e i diritti sociali, Coordinamento nazionale per la Jugoslvia, Rebecca Covaciu, Stelian Covaciu, Bianca Dacomo Annoni, Paola Ferroni, Elena Gaetti, Steed Gamero, Nico Grancea, Gruppo EveryOne Ivana Kerecki, Alessandro Iosa, Roberto Malini, Corrado Mandreoli, Adriano Martellosio, Graziella Mascia, Manilio Mele, Stefano Menzio, Mondo Senza Guerre, Luciano Muhlbauer, NAGA, Moni Ovadia, Partito umanista, Luigia Pasi, Fabio Patronelli, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Leonardo Ragozzino, Alessandro Rizzo, Glenys Robinson, Ernesto Rossi, SDL intercategoriale, Sergio Segio, Sinistra critica, Sucar Drom, Raffaele Taddeo, Laura Todisco, Unaltralombardia, Unione delle comunità ebraiche italiane, Pino Vanacore, Roberto Veneziani, Tommaso Vitale, Daniela Zucchi
Grazie per l’attenzione
Per informazioni: Dijana Pavlovic   339.7608728
                               Maurizio Pagani  339.3684212

Mercoledì, 11 Giugno, 2008 - 16:08

Piste ciclabili in Corso Lodi

Chi volesse percorrere in bicicletta, mezzo sostenibile ed ecologicamente compatibile, il tratto da Piazzale Lodi per dirigersi verso Piazzale Corvetto, impatterebbe certamente con un tratto dove la pista ciclabile è letteralmente interrotta. Mi riferisco alla parte di strada del corso che intercorre tra Piazzale Lodi e Viale Brenta. In questo percorso di strada il ciclista dovrebbe percorrere il tratto della carreggiata, rischiando non solo di avere un corso tempestato da un alto flusso di autoveicoli privati, ma anche di cadere dalla bicicletta a causa dei continui sussulti dettati dal manto stradale costituito da sampietrini. L'altra opzione consisterebbe nel percorrere questo tratto di strada sul marciapiedi, rischiando di essere soggetti a multe e pene pecuniarie in quanto non consentito dal codice della strada. La situazione per i ciclisti è davvero pericolosa nonchè difficile nell'ambito della mobilità cittadina. Il Consiglio di Zona 4, nella consliatura precedente, aveva approvato all'unanimità una mozione che richiedeva il completamento della pista ciclabile nel tratto in cui essa è sospesa. E' paradossale che per un certo percorso essa sia presente, venendo meno in un altro tratto, obbligando, così, il ciclista a muoversi in modo discontinuo e disagiato.
Nessuna risposta è stata data dall'amministrazione comunale: molti asseriscono, dato di fatto, che la competenza gestionale e la proprietà del tratto in cui la pista ciclabile è ancora potenziale e non in atto, ossia nel tratto da Piazzale Lodi a Via Tagliamento, sia delle Ferrovie dello Stato, e che, pertanto, qualsiasi intervento sia necessario eseguirlo con preventivo permesso dell'ente proprietario.
E' possibile, quindi, prevedere una forma di coordinamento tra amministrazione comunale ed ente ferroviario al fine di garantire uno stanziamento di fondi utile a rendere eseguibile il lavoro di intervento per il completamento della pista ciclabile nel tratto suddetto? Utilizzo questo importante portale, sicurezza stradale di partecipami, per rendere pubblico il disagio e per richiedere all'amministrazione comunale di provvedere a disporre misure e progetti, con relativi finanziamenti, per fare fronte a questo intervento urgente. Provvederò a sollecitare a livello istituzionale l'amministrazione comunale medesima tramite interrogazione in consiglio di zona 4, organo competente territorialmente e in cui sono consigliere in qualità di capogruppo della Lista Uniti con Dario Fo per Milano.
Attendendo risposte, un cordialissimo saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 11 Giugno, 2008 - 15:39

Recensioni e visioni del XXII Festival MIX

Dai nostri corrispondenti "nero rosa" ... alcune recensioni interessanti dei film della XXII edizione del Festival Gay Lesbico e Culture Queer

Buona lettura

fonte: http://noirpink.blogspot.com

Cinema - Otto; or Up with Dead People

Ora non so voi come vi immaginiate una recensione cinematografica. Io questa me la immagino così, come un esperimento. Allora, iniziamo. Su, dico su serio.
Fase numero uno. Mano sul petto. In alto a sinistra. Sì, la vostra sinistra, non la mia. Sentite battere qualcosa? Ok, ok... Aspettate ancora un attimo.
Fase numero due. Inspirate bene. Allora, percepite qualche odore penetrante, rancido, sgradevole, nauseabondo? Come di un topo morto? No, eh?
E allora passiamo alla fase numero tre. Specchio. Osservatevi attentamente. Vedete nulla di strano? No, quella nuova ruga al lato dell'occhio non conta. Tesoro, è la vecchiaia e il botulino mica te lo puoi permettere. Quello che volevo dire è: non vedete nessun grumo di sangue o qualche interiora schizzata fuori da chissà dove? Neppure un angolino di carne in putrefazione?
Carissim*, la diagnosi non è buona. Eccessivo adattamento a questa società consumistica, che tutto produce e tutto trasforma in rifiuto, in spazzatura: la carta, la plastica, la carne dei polli e delle persone, i sentimenti. Avete fatto talmente tanta abitudine alla puzza della decomposizione di questa società da non sentirvela più addosso, da percepirla come un odore cosmico di sottofondo. E la putrefazione di questo mondo malato è penetrata così profondamente in voi che non riuscite più a leggervela in faccia.
E allora resuscitate dal mondo dei vivi, entrate nel regno dei non-vivi (e non-morti)! Seguite il cammino che vi indica Bruce LaBruce, lo scandaloso, geniale, sgradevole e sorprendente regista, attore, scrittore, fotografo e guru della pornografia gay indipendente e underground!
Dopo “Super 8 1/2” (1993), dopo “Hustler White” (1996) e dopo il pluripremiato “The Raspberry Reich” (2004), ecco a voi “Otto; or Up with Dead People”, la storia di Otto (interpretato da un giovane attore, Crisfar Jeremy, scelto tramite un provino su MySpace), zombie diciottenne e gay in crisi di identità reclutato dalla regista lesbica dark Medea (Katharina Klewinghaus) per realizzare il suo capolavoro: un film porno-politico in cui una banda di non-morti omosessuali ribelli scopa, uccide e assolda (“non necessariamente in questo ordine”) altri uomini in opposizione alla società eterofascista.
Lo zombie diventa simbolo di tutti gli oppressi del mondo, ma anche di chi ha “venduto l'anima” alla società dei consumi. È proprio il capitalismo consumistico a svuotare la vita delle persone, a rendere tutti omologati e conformisti, a imporre silenziosamente nuovi limiti alla fantasia e alla sessualità. Insomma, siamo diventati tutti un po' dei morti viventi. Vaghiamo senza meta e senza consapevolezza per gran parte della nostra vita: nei supermercati, alla ricerca di merci; nelle discoteche e nelle chat, alla ricerca di corpi ridotti a merce; in manifestazioni politiche svuotate di senso, alla ricerca di ideali mercificati. In questa realtà vischiosa, non offre salvezza né la cultura né la contro-cultura. Il disadattamento è l'unica via di fuga.
Insomma, un film che ha molto da dire, sebbene sia stato creato con pochi mezzi (si vede, e va benissimo così), ma con tanta fantasia (come dimostrano anche gli inserti di animazione, di danza, di cinema muto inseriti qua e là). “Otto” rappresenta una tappa perfetta di quel percorso delirante intrapreso con “The Raspberry Reich”, anche se, rispetto a quest'ultimo, pare più una tappa precedente che una successiva. La “intifada omosessuale” (perché "non esiste rivoluzione senza la rivoluzione sessuale, e non esiste rivoluzione sessuale senza la rivoluzione omosessuale") annunciata nel 2004 raggiungeva incisività, linearità e potenza rivoluzionarie e sovversive qui purtroppo non eguagliate.

Cinema - Gay... et aprés?

Identità post: post gay? O postmoderno? Anche postcapitalista. Oltre che postesistenziale. Una serie di post, lunghi lunghissimi. Scene di vita come post it, lungo la linea del globo, che si intrecciano attraverso un'unica domanda: qual è l'identità gay che si affaccia alla finestra del nuovo Millennio?
Il documentario "Gay... et aprés?" di Jean-Baptiste Erreca (Francia 2007) è tecnicamente molto affascinante, con una inquietante predilezione per le scene notturne, capaci di fondersi: dalle luci al neon di una New York festaiola, al fascio illuminato roteante sopra una Parigi stanca, oltre che i lampioni di una Pechino troppo impegnata a parificarsi con l'Occidente ma incapace di risolvere i conflitti con i propri fantasmi. Ma non solo queste città: anche Madrid, Berlino e L'Havana hanno qualcosa da offrire e da far scoprire. Forse troppo: una nudità che spinge verso la ricerca di un pudore, o di una risoluzione attraverso la concettualizzazione della propria identità.
Perchè, alla fine, quello che emerge non è altro che la contraddizione esistente all'interno del fantomatico (e reale?) movimento gay, lesbico transgender. Tante voci, tante opinioni, una sola realtà: l'identità nominata diventa l'unico mezzo per evitare di perdersi nella miriade di vite ed esistenze che l'epoca postmoderna ha prodotto. Nella paura di perdersi, e nell'angoscia della solitudine, l'unica possibilità risulta quindi l'immedesimazione totale in quel modello che, nato come rivoluzione alla costrizione sociale, diventa anch'esso norma. Risulta quindi emblematica la posizione di Emmanuel Blanc: fondatore di Gaylib in Francia, strenuo sostenitore di Sarkozy e, nello stesso tempo, incapace di rendersi conto che il suo appoggio viene totalmente ignorato. O forse non lo vuole ammettere, specie se la sua vita non diventa altro che quella posizione.
Ma l'accento globale del documentario non viene posto, o interpretato, solo su un piano esistenziale, ma, soprattutto, su un piano economico. Il mondo cambia, cambia in fretta: il mercato e le sue regole si impongono come centro d'attrazione per le generazioni e, nel contempo, nelle identità. Il postgay non può che intrecciarsi nel postcapitalismo: il consumismo dei beni come consumismo delle rivendicazioni. La discriminazione come strumento tecnocratico per sfuggire, ancora una volta, alla paura della solitudine, provocata anch'essa dal new marketing. La discriminazione come oggetto per sentirsi se stessi. Una svendita: e nelle parole di Amanda Lepore, storica trans vip-festaiola nella scena newyorkese (nella foto in alto con il rapper Cazwell), si ritrova il senso stesso di un pensiero ora troppo perseguito. Ossia la generazione di una lobby economica, non solo sociale. I soldi che comprano tutto: la vita, i corpi, la libertà. Venghino signori venghino.
Stessi pensieri, città diversa: Madrid. Epoca zapateriana, la conclamata era della libertà. Una coppia. Trans. Entrambi. Lui scappato dal suo paese. Lei non si capisce nulla di cosa vuole dalla sua vita. Prosegue a vivere cucinando per il suo boy. Lavoricchia qua e là. Non si sa se è felice oppure no. Sa solo che è donna. Con i documenti a posto. Evviva la libertà... se questo è il massimo che il transgender ci offre. A quando il post transgender?
Per questi motivi, gli emblemi del documentario si ergono su due personaggi. Il primo, Cui Zi'en, insegnante di cinema a Pechino esonerato dalla sua attività, fa emergere la sua solitudine senza colpe o senza inganni. Nudo: attorno il mondo. L'altro, Philip Tanzer, il leather man di Berlino (vedi foto a lato), corazzato dai suoi tatuaggi, uno scudo contro la rivendicazione e un processo di postnormalizzazione. Una solitudine suadente, affascinante e tremendamente sexy. Un giorno, dice, ci sarà sulla scena un nuovo movimento gay, ma anche quello non mi piacerà.
Chissà a chi piacerà?

Cinema - Vivere

No tranqui boyz & gals, non è la recensione della soap. Anche se, forse, ci si potrebe divertire di più.
Antonietta, Francesca e Gerlinde sono tre donne. Sole. Sperdute nei meandri della vita in cerca di chissà cosa: l'amore, una ragione per esistere o un modo per sentirsi meno in colpa? Chissà.
Angelina Maccarone prepara un film in cui le storie delle tre protagoniste si intreccano e si modificano. Quest'ultimo aspetto, la modifica delle storie a mano a mano che l'intreccio viene raccontato da diversi punti di vista, è stato poco sfruttato, preferendo comunque una situazione più realistica rispetto a una totalmente surreale. Ed è proprio questo a rendere il film piatto.
La storia di tre persone che non sanno più come vivere è qualcosa di già visto e sentito, specie in ambito lesbico, come se ci fosse una gara a fare il film più deprimente possibile. Forse, una visione più surreale avrebbe reso di più, soprattutto considerando le location, Rotterdam una città in continuo sviluppo e inviluppo, e la preferenza ad usare scene notturne.
Insomma, non un film da buttare. Ma da poter sviluppare.

Mercoledì, 11 Giugno, 2008 - 15:32

MANIFESTO FORUM MILANO 2016: Oltre la città occasionale

MANIFESTO FORUM MILANO 2016: Oltre la città occasionale

 

Siamo donne, uomini, associazioni, forze politiche, movimenti, comitati, centri sociali, impegnati in questi anni nel sociale, nel mondo del lavoro, per la difesa del territorio e una diversa politica urbanistica, per una migliore qualità della vita, per la mobilità sostenibile, per l’inclusione sociale, per la cooperazione e la pace, per la cultura.

Con l’assegnazione dell’EXPO alla città di Milano, nei prossimi sette anni nell’area metropolitana milanese si attueranno scelte e realizzeranno opere in grado di segnare durevolmente il destino del capoluogo, di tutta la nostra area metropolitana e anche oltre.
Secondo noi, scelte, opere e interventi dovranno essere ispirati un’idea di città socialmente, ambientalmente ed economicamente sostenibile, decise e realizzate mettendo in campo un grande concorso di idee, un ampio processo partecipativo, capace di coinvolgere tutte le forze vive dell’area metropolitana, valorizzando sia le competenze culturali e scientifiche, sia l'autorevole rappresentanza delle tante soggettività impegnate nel vivere civile. A queste forze vive l'amministrazione pubblica dovrà riferirsi, accogliendone le proposte e dando loro spazio in termini decisionali e di controllo.
In questi anni si deciderà se avremo una città più bella, meno inquinata, più inclusiva, meno chiusa, più solidale, di quella attuale. Perché ciò diventi realtà sarà necessario abbandonare scelte segnate dall’assenza di programmazione pubblica e dalla subordinazione agli interessi privati, come, purtroppo, dimostrano quelle che sono già state realizzate o in dirittura d’arrivo - Fiera/Citylife, Centro Direzionale/PortaNuova, quartiere Isola, grandi opere autostradali, ecc. -, con procedure che escludono l’apporto partecipativo della collettività ed esposte al rischio di illegittimità amministrativa, contabile e penale, come segnalano le indagini in corso da parte della magistratura. 

Di fronte a questi scenari costituiamo il FORUM MILANO 2016: oltre la città occasionale, un organismo democratico e partecipato, aperto a tutte le soggettività che hanno a cuore i temi posti, un luogo e uno strumento in grado di promuovere iniziative politiche, culturali e d’informazione, campagne di mobilitazione con i cittadini e le tante soggettività con le quali sapremo relazionarci, in ogni ambito territoriale e sociale.

 

L’EXPO va dunque inquadrato in una visione strategica più ampia, capace di perseguire dieci obiettivi fondamentali:

1.      PARTECIPAZIONE E NON POTERI SPECIALI: impedire che la gestione delle scelte sia sottratta a ogni forma di partecipazione e controllo democratico, e soprattutto che l’accelerazione dei tempi sia l’alibi per deroghe e stravolgimenti delle procedure e delle norme in campo urbanistico, ambientale, trasportistico, istituzionale. Attivare da subito forme di coinvolgimento di tutti i cittadini, amministratori, istituzioni che vivono in quest’area vasta, con procedure e strutture partecipative che manifestino alle istituzioni le proposte delle tante rappresentanze sociali e territoriali, e con la costituzione di un Osservatorio composto da personalità riconosciute nell’area metropolitana per la competenza e la qualità culturale, scientifica e morale.
2.      TRASPARENZA E LEGALITÀ: attivare speciali controlli sui giganteschi flussi di denaro che si muoveranno intorno all’evento, in particolar modo negli appalti e nei subappalti, per verificarne la provenienza, l’utilizzo ed impedire l’infiltrazione della finanza criminale. Prevedere forme di controllo adeguate sui flussi di finanziamenti pubblici, per verificarne l’effettivo utilizzo per interventi di interesse generale ed evitarne ogni spreco.
3.      QUALITÀ E SICUREZZA DEL LAVORO: garantire diritti e qualità del lavoro contro ogni precarietà, ogni sfruttamento, attraverso un sistema di controlli che imponga condizioni di sicurezza, regolarità dei contratti e contrasto del lavoro nero. Vanno quindi escluse agenzie, misure o provvedimenti speciali sul mercato del lavoro che legittimino il dumpig sociale nei confronti dei contratti nazionali di categoria. Al termine della manifestazione, promuovere possibili opportunità di ricollocazione dei lavoratori, per impedire che si infoltisca l’esercito degli invisibili.
4.      IL CONSUMO DI SUOLO: contenere ogni ulteriore consumo di suolo e il connesso fenomeno della dispersione abitativa, preservando le aree verdi e agricole ancora esistenti da ogni ulteriore sviluppo urbanistico e infrastrutturale, senza proseguire nella densificazione di una città tra le più edificate d’Europa.
5.      AGRICOLTURA E SOVRANITÀ ALIMENTARE: “Nutrire il pianeta”, lo slogan dell’evento, per noi significa rilanciare l’agricoltura urbana e metropolitana, a partire dalla valorizzazione del Parco agricolo Sud Milano, e difendere la sovranità alimentare e la biodiversità. L’EXPO parli al mondo di agricoltura di qualità, equa, naturale, multifunzionale, e non geneticamente modificata; di produzioni locali, di filiera corta, di mercati locali, di reti solidali.
6.      BENI COMUNI: avviare una nuova politica di tutela e governo pubblico dei beni comuni, come opportunità per garantirne a tutti la fruibilità e come occasione di una diversa economia legata alla valorizzazione del territorio. Garantire proprietà e gestione pubblica partecipata del ciclo integrato dell’acqua. Sperimentare una nuova politica energetica, fondata sul binomio riduzione del consumo/diffusione delle fonti rinnovabili. Investire da subito in interventi per la riduzione dei rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata e un migliore sistema di gestione e riciclo.
7.      MOBILITÀ SOSTENIBILE: investire sulla realizzazione di un sistema metropolitano della mobilità sostenibile, soprattutto su ferro, per ridurre le emissioni inquinanti, la congestione del traffico e garantire la salute dei cittadini. Per questo dovrà seriamente essere affrontato il problema dei flussi radiali da e verso il centro dell’area metropolitana e quelli circolari tra comuni, con l’obiettivo di ridurre il traffico privato su gomma, potenziando le aree di interscambio e la rete del trasporto pubblico con mezzi adeguati per frequenza, portata e comfort. Dovranno inoltre essere adottate tutte le strategie necessarie per potenziare la mobilità ciclabile. 
8.      UNA CITTÀ METROPOLITANA DELLA QUALITÀ DEL VIVERE, DELL’ABITARE E DEL LAVORARE: costruire insieme un disegno complessivo e unitario di città che, al centro come in periferia, sia un luogo della qualità di vita delle persone: dai bisogni quotidiani, alla qualità della formazione, al diritto alla cultura e allo svago, rifiutando un’idea di città come pura sommatoria delle spinte al consumo opulento, alla speculazione ed agli affari. Valorizzare la rete delle associazioni e degli spazi pubblici autogestiti presenti nel territorio metropolitano milanese, la loro produzione culturale e di servizi specificamente rivolti alla popolazione giovanile.
9.      UNA CITTÀ METROPOLITANA SOLIDALE, DEI DIRITTI E DELL’ACCOGLIENZA: riqualificare la città, destinando consistenti risorse la costruzione di alloggi popolari, per case in assegnazione e in affitto e per interventi di risanamento urbanistico e sociale delle periferie. Destinare ingenti investimenti per interventi di inclusione sociale e di accoglienza, di contrasto delle vecchie e nuove povertà, per costruire una ricca rete di servizi sociali di qualità, che garantiscano i diritti di tutti alla salute, a una maternità libera e consapevole, all’istruzione, alla formazione, alla cultura.
10.  L’EXPO DOPO L’EXPO: impedire da subito che le aree e le strutture realizzate per la manifestazione vadano ad ingrossare l’elenco degli ecomostri e che si costruiscano nuove inutili e dannose “cattedrali nel deserto”: occorre che le aree destinate ad EXPO, ex Scalo Farini e Centro Direzionale, già ora connesse tra loro da un asse ferroviario, siano progettate come un sistema urbano unitario funzionalmente integrato alla città, a partire dalla ricollocazione delle attività commerciali del quartiere Sarpi.
 

Mercoledì, 11 Giugno, 2008 - 15:14

Il Governo taglia ICI e Fondo sostegno vittime reati sulle donne

Governo: copertura del taglio dell’Ici grazie ai tagli del Fondo per il sostegno alle vittime e la prevenzione dei reati sulle donne

“Vorrei capire cosa intende fare la ministra Mara Carfagna”. Lo dice la senatrice Vittoria Franco, ministra ombra delle Pari Opportunita’ commentando i dati riportati oggi dal Sole 24 ore sulla copertura del taglio dell’Ici.
“E’ davvero molto grave che per coprire il taglio indiscriminato dell’Ici a vantaggio anche delle fasce piu’ abbienti il governo abbia tagliato i fondi a tutta una serie di politiche sociali - sottolinea Vittoria Franco - Tra queste c’è il fondo, istituito con la Finanziaria 2008, che stanziava 20 milioni di euro per il sostegno alle vittime della violenza di genere e la prevenzione contro i reati sulle donne. Si tratta di un fondo molto importante, istituito in risposta ai dati drammatici sulla violenza contro le donne che vedono 14 milioni di vittime in Italia. Appare comunque chiara la visione del governo Berlusconi su questa questione. Si vuole ricondurre il problema della violenza contro le donne all’immigrazione, quando il fenomeno è molto più complesso e riguarda per lo più la violenza familiare”. Franco h annunciato che presenterà oggi stesso un’interrogazione parlamentare rivolta alla ministra Carfagna, al ministro dell’Economia Giulio Tremonti e al Presidente del Consiglio sulla vicenda.
- Fonte: www.asca.it

Martedì, 10 Giugno, 2008 - 21:39

Circolo Mieli LE PAGLIACCIATE DI FAMIGLIA CRISTIANA

LE PAGLIACCIATE DI FAMIGLIA CRISTIANA
 
Da Famiglia Cristiana giungono nuovi attacchi alla comunità GLBT e al
 
Circolo Culturale Mario Mieli
comunicato stampa
 
Il settimanale Cattolico, preoccupato della presenza dei Radicali e di qualche voce laica all'interno del PD, richiama il leader Veltroni all'ordine, invitandolo a mettere alla porta i radicali e a ritrovare una linea di ortodossia cattolica poco percepibile, pena la fuoriuscita dal partito della componente cattolica e il fallimento del progetto originario del partito.
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli respinge al mittente la scontata e abusata definizione di pagliacciata e invita il settimanale cattolico a maggiore sensibilità e rispetto verso le manifestazioni civili e pacifiche di centinaia di migliaia di cittadini, anche cattolici, in cerca di diritti, parità e laicità.
Ovunque nel mondo occidentale questi sono i valori che reggono la convivenza democratica. Come anche il rispetto per i diversi ambiti e spazi di competenza fra la politica e la religione.
Noi non ci permettiamo di definire pagliacciate le alabarde svizzere, le sottane vescovili e le folkloristiche feste patronali o espressioni di devozione, consapevoli del valore e del significato che questi possono avere per i credenti. E neppure definiamo contro natura pur discutibili aspetti della cattolicità, come invece continuano a fare vescovi e cardinali per le nostre relazioni.
Pretendere il medesimo rispetto per le nostre identità e rivendicazioni, è chiedere troppo? Rispondere a questi attacchi è insulto?
Andrea Maccarrone
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
 

Martedì, 10 Giugno, 2008 - 08:39

ROM. L’AVEVANO GIA’ PENSATO

ROM. L’AVEVANO GIA’ PENSATO

 

“Prima di tutti, vennero a prendere gli zingari

e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto

perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali

e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti

ed io non dissi niente perché ero comunista.

Un giorno vennero a prendermi

e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

 

Così con questi versi Bertold Brecht

descriveva nel 1932 la nascita del nazismo.

Martedì, 10 Giugno, 2008 - 08:17

Mozione su AMSA

Presentata dalla Lista Fo - in Consiglio di Zona 6 - la mozione sull'AMSA.

E'stata sottoscritta dalla maggioranza dei consiglieri di maggioranza ed opposizione .

In sintesi si chiede:

-di completare e rendere più efficente la raccolta differenziata dei rifiuti da parte del Comune di Milano mediante un'estensione della tipologia dei rifiuti da separare e un potenziamento del servizio AMSA. 

-che sia diffusa su tutto il territorio comunale la raccolta differenziata dell'umido;

-una maggiore informazione sulla raccolta differenziata;

-la sistemazione delle diciture sui cassonetti del vetro (le lattine vanno con la plastica) affinchè i cittadini non siano indotti in errore;

-il potenziamento dei mezzi di raccolta;

-una maggiore  e periodica informazione volta alla diffusione della pratica del riuso, del riciclo e della raccolta differenziata dei rifiuti. Lo scopo è quello di aumentare la raccolta differenziata e diminuire quello che va in discarica. Da ultimo tolleranza zero nei confronti di tutti i produttori di rifiuti che non provvedono alla corretta separazione dei loro rifiuti.

Lunedì, 9 Giugno, 2008 - 15:43

Bob Dylan scommette su Barack

Il caso Il menestrello del rock non aveva mai appoggiato un candidato

Bob Dylan scommette su Barack
«Cambierà l’America dal basso»

In una rara intervista al Times di Londra, il 67enne mito della musica dà per la prima volta il suo endorsement

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

www.corriere.it

NEW YORK — Quando snobbò i tour «Rock the Vote» di Bruce Springsteen per sostenere i candidati democratici Al Gore e John Kerry — entrambi poi perdenti—i critici gli dettero del «solito qualunquista». Ma se in mezzo secolo di leggenda Bob Dylan non ha mai pubblicamente appoggiato un candidato, neppure lui ha saputo resistere al trascinante fascino di Barack Obama. In una rara intervista al Times di Londra, il 67enne mito della musica dà per la prima volta il suo endorsement. Ad Obama. «L’America è in una fase di tumultuoso cambiamento — spiega Dylan —. La povertà è demoralizzante. Non ti puoi aspettare che la gente abbia la virtù della purezza quando è povera ». «Però — aggiunge — ora abbiamo un uomo che sta ridefinendo la natura della politica partendo dal basso: Barack Obama».

Dylan si dice ottimista: «Si, spero che le cose possano cambiare. Alcune cose devono cambiare ». E conclude: «Dovresti sempre prendere il meglio dal passato, lasciarti alle spalle il peggio, e andare avanti nel futuro». Parole ricche di potere simbolico se è vero che, come ricorda il Times, «Dylan è il simbolo della generazione degli anni 60 e, insieme, l’architetto dietro il magico slogan "obamiano" all’insegna del cambiamento». Il suo inno di protesta The Times They are A-Changin’, del ’64, sembra rivolgersi all’«era Obama» quando si appella a «critici e scrittori, senatori e deputati, madri e padri»; «non state sulla porta, non bloccate il passaggio »; «non criticate quello che non potete capire», perché «La vostra vecchia via sta decadendo molto in fretta » e «i tempi stanno per cambiare» (da Bob Dylan Lyrics 1962-2001, Feltrinelli).
La notizia dell’endorsement è subito rimbalzata sul sito ufficiale BarackObama.com. Tripudio per i fan del senatore dell’Illinois, che dal suo profilo personale su Facebook avevano già appreso che Dylan è il suo musicista preferito, insieme a Miles Davis, John Coltrane, Bach, Stevie Wonder e The Fugees. Barack, dopotutto, è cresciuto ascoltando Only a Pawn in Their Game e The Lonesome Death of Hattie Carroll, entrambi ispirati a due delitti razzisti del 1963, rimasti impuniti, contro neri innocenti: l’omicidio da parte di un white supremacist di Medgar Evers, attivista per i diritti civili e quello di Hattie, cameriera 51enne madre di 11 figli, uccisa dal 24enne proprietario di una piantagione di tabacco. La mattina del 28 agosto 1963 Dylan eseguì Only a Pawn ai piedi del monumento a Washington, poche ore prima che Martin Luther King pronunciasse il suo discorso «I Have A Dream» davanti al Lincoln Memorial. Quarantacinque anni più tardi, suo figlio Jesse Dylan ha prodotto insieme ai Black Eyed Peas il cliccatissimo video musicale pro Obama con Kareem Abdul-Jabbar, Herbie Hanckock e Scarlett Johansson. Sarebbe stato Jesse a «convertire» il padre, insieme a Joan Baez, la sua ex. Anche per lei è il primo endorsement ufficiale.
Alessandra Farkas
07 giugno 2008

Lunedì, 9 Giugno, 2008 - 15:33

InfoDiscriminazione n. 7/2008 - breaking news

Cari amici, egregi colleghi
ancora qualche notizia sulla discriminazione, che mi auguro troviate di vostro interesse. In particolare
  • Il Parlamento approva definitivamente le modifiche ai decreti legislativi nn. 215 e 216 del 2003 contro le discriminazioni
In risposta alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea contro l’Italia, il Parlamento ha modificato entrambi i decreti di recepimento delle direttive anti-discriminazione del 2000. Le novità approvate definitivamente nella seduta di ieri 4 giugno, sono molteplici:
  • MOLESTIE: all’articolo 2, comma 3, del decr. 215 e parole: “umiliante e offensivo“ sono sostituite dalle seguenti: “umiliante od offensivo;
  • ONERE DELLA PROVA: il comma 3 del decr. 215 è sostituito dal seguente:
        “3. Quando il ricorrente fornisce elementi di fatto, desunti anche da dati di carattere statistico, idonei a fondare, in termini precisi e concordanti, la presunzione dell’esistenza di atti, patti o comportamenti discriminatori, spetta al convenuto l’onere di provare l’insussistenza della discriminazione“;
  • PROTEZIONE DELLE VITTIME: nuovo articolo Art. 4-bis aggiunto al decr. 215: “1. La tutela giurisdizionale di cui all’articolo 4 si applica altresì nei casi di comportamenti, trattamenti o altre conseguenze pregiudizievoli posti in essere o determinate, nei confronti della persona lesa da una discriminazione diretta o indiretta o di qualunque altra persona, quale reazione ad una qualsiasi attività diretta ad ottenere la parità di trattamento“;
Più nutrite ancora le modifiche introdotte al decr. 216, tra cui si segnalano:
  • REQUISITI ESSENZIALI E DETERIMINANTI: aggiunto il riferimento alla finalità legittima
  • FORZE ARMATE, SERVIZI DI POLIZIA, PENITENZIARI O DI SOCCORSO: abrogato il riferimento all’idoneità allo svolgimento delle funzioni
  • ETA’: specificati i casi in cui è ammessa la disparità di trattamento
  • ONERE DELLA PROVA: nuova formulazione dell’art. 4, c. 4:     “4. Quando il ricorrente fornisce elementi di fatto idonei a fondare, in termini gravi, precisi e concordanti, la presunzione dell’esistenza di atti, patti o comportamenti discriminatori, spetta al convenuto l’onere di provare l’insussistenza della discriminazione“ – SI NOTI LA DIFFERENTE FORMULAZIONE RISPETTO AL TESTO DEL 215
  • PROTEZIONE DELLE VITTIME: idem come sopra
  • LEGITTIMAZIONE AD AGIRE: superato la restrizione posta alle sole organizzazioni sindacali, possono agire anche “le associazioni e le organizzazioni rappresentative del diritto o dell’interesse leso”
Documento del Servizio studi del Senato, che riporta le censure della Commissione europea: http://www.senato.it/documenti/repository/dossier/studi/2008/Doss_010.pdf (in particolare da p. 117 a p. 128)
(ringrazio Giuseppe Polizzi per aver seguito i lavori parlamentari)
  • Convegno “Tutela della persona e orientamento sessuale. Strumenti, tecniche e strategie contro la discriminazione”
Bologna, 13 giugno 2008 , h. 14:00
Facoltà di Giurisprudenza – Via Zamboni 22
Patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna e attributivo di 5 crediti formativi per avvocati e patrocinatori, il convegno organizzato dal Centro Europeo Studi sulla Discriminazione e Avvocatura per il diritti LGBT – Rete Lenford, ospiterà le riflessioni di costituzionalisti (Andrea Morrone e Diletta Tega), esperti di diritti umani (Robert Wintemute), giuslavoristi (Laura Calafà), magistrati (Maria Acierno), e organismi di parità (significativa la presenza dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e dell’Ombudsman svedese contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale).
Esso costituirà l’occasione per continuare a riflettere sulle coordinate teoriche della discriminazione basata sull’orientamento sessuale, le sue manifestazioni concrete, le strategie di contrasto sulla base della normativa esistente. Costituirà inoltre momento di scambio di buone pratiche e di aggiornamento sulle novità giurisprudenziali e legislative, in particolare per quanto concerne le recenti proposte di legge contro l’istigazione a discriminare e la violenza omofoba.
Programma dell’iniziativa, informazioni e iscrizioni: www.cesd.eu
Registrazione: gratuita per il pubblico, 40€ per gli avvocati che intendano ottenere i crediti formativi.
  • Due nuovi bandi della DG Occupazione e affari sociali:
Call for tender VT/2008/003 - Mapping Study on the Trade Unions practices in fighting discrimination & promoting diversity
The purpose of this study is to identify significant/innovative initiatives taken by trade unions to combat discrimination at the workplace on the grounds of race and ethnic origin, religion or belief, age, disability, sexual orientation, and/or to promote diversity in the working environment across the 27 Member States, as well as the EFTA/EEA and candidate countries. It should also help in suggesting how best practices can be made more visible and used, and how the Commission can better support the awareness of trade unions' activities in that field.
Call for tender VT/2008/007 - Establishment of a Network of socio-economic experts in the anti-discrimination field
The purpose of this contract is to establish and maintain a network of socio-economic experts in the field of discrimination on the grounds of race and ethnic origin, religion or belief, age, disability, sexual orientation as well as on multiple grounds. The network shall provide the Commission with independent expertise and advice.
Cordialmente,
Matteo Bonini Baraldi, PhD
EU Research Adviser - Legal & Political Sciences
Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Settore Ricerca Europea
Via Zamboni 33 - 4126 Bologna (I)
tel.: +39.051.209.8835 - fax: +39.051.209.8115
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