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												FROM 	users u LEFT JOIN candidati_pagine cp ON u.uid = cp.uid 
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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 14 Luglio, 2008 - 16:09

E' Estate e riparte la Movida notturna dalle diverse conseguenze

E' strano che a Milano si ripetano annualmente, stagionalmente, le stesse situazioni, con le stesse problematiche, le stesse circostanze, le stesse reazioni. Mi sembra di vedere una pubblicità di inizio estate, dove ogni giugno si apre il ciclo degli spot dedicati alle creme solari o ai gelati confezionati. Per, poi, arrivare a fine ottobre per aprire la stagione degli spot dedicati ai profumi o ai cioccolatini in attesa degli acquisti di Natale. E' un ennesimo deja vue che si ripete costantemente: se riprendessi le cronache milanesi delle pagine dei maggiori quotidiani della città, di un anno fa, leggerei gli stessi articoli, le stesse testimonianze, le stesse doglianze, le stesse vicende. Mi riferisco al dibattito, spesso abbastanza animato, che si presenta sulle conseguenze derivanti dalla Movida notturna milanese. I residenti si lamentano del rumore elevato fino a notte tarda e della presenza di rifiuti di vario tipo e genere prosenti l'indomani mattina, domenica o sabato, per le strade dei propri quartieri. Gli esercenti si lamentano dell'assenza dell'amministrazione, in quanto scarseggiano le risorse adibite alla sicurezza e alla repressione di violazioni del codice della strada, garantendosi, così, la possibilità di esercitare la propria attività commerciale per tutta la serata. I clienti dei locali, maggiormente appartenenti a una fascia di età molto giovane, rivendicano il diritto a rimanere per strada fino a notte tarda e liberamente divertirsi all'aperto, magari accompagnati da allegre note di musica. Tre diversi interessi che si ripresentano ogni inizio estate. Tra interessi che costantemente sono evasi e non discussi preliminarmente, al fine di prevenire ogni forma di contrasto e conflittualità, spesso poco piacevole e sostenibile dal punto di vista sociale e culturale.
La mappa delle zone che sono interessate dal dilagare della Movida milanese notturna si estende sempre di più: prima si parlava solamente della cerchia dei Navigli, oggi si parla anche di Viale Papiniano, Viale Monte Nero, Corso Como, il quartiere Isola, le storiche Colonne di San Lorenzo.
Il fenomeno aumenta di portata e coinvolge zone differenti, spesso lontane le une rispetto alle altre. Ma il Comune di Milano che cosa propone? De Corato ha deliberato per motivi di ordine pubblico il divieto di vendere bottiglie in vetro o versare bevande in bicchieri di vetro da parte dei locali ai clienti che si fermano lungo la strada nelle ore serali e notturne. Ma come bene si può comprendere se a delibera avanzata, o a disposizione emanata, o a provvedimento urgente emesso, non conseguono misure e criteri di applicazione e attuazione, difficile pottrebbe esserne l'amministrazione e l'eseguibilità della stessa disposizione. Dai criteri generali devono seguire provvedimenti esecutivi particolareggiati, di natura amministrativa. Penso che se non sussistono le risorse umane utili a garantire la prevenzione dei fenomeni che mettono a rischio la quiete pubblica, l'ordine pubblico, la pace civile, utili a garantire, pertanto, la perseguibilità di reati e violazioni del codice della strada, del regolamento per l'orario di apertura degli esercizi pubblici, di varia natura e tipologia, anche penali, lo stesso provvedimento adottato diventa vano. Come testimonia il caso specifico in questione. Il divieto di vendere bottiglie di vetro per gli esercizi commerciali ha favorito, come era pensabile, l'aumento di un commercio illegale diffuso che si avvantaggia della proibizione per assicurarsi un mercato lasciato libero dalla disposizione. E' utile avere vietato il commercio di bottiglie in vetro o di bevande in bicchieri di vetro? Io credo che ci si debba domandare se è stato utile non disporre armonicamente di un disegno strutturale che avesse previsto ogni forma di prevenzione di situazioni di disagio e di forte pericolo per la quiete pubblica. Ancora sabato sera, presso le Colonne di San Lorenzo, si è avuto il lancio della bottiglia di vetro contro la folla da parte di un giovane. Quale strada sarebbe necessario perseguire? La partecipazione e il coinvolgimento delle persone interessate per disegnare un nuovo disegno di città che valorizzi i propri spazi e dimensioni lo spazio pubblico all'utilizzo da parte di tutte e di tutti, in una visione di "bene comune" fondato sulla non rivalità come definito dal Premio Nobel per l'economia, Paul Samuelson.
E' possibile che il Comune si faccia interprete dell'istituzione di un tavolo di concertazione dove rappresentanze della clientela, rappresentanze delle associazioni dei commercianti e i comitati dei residenti si trovino, si confrontino e dialoghino per rendere questa città vivibile, usufruibile e pubblica. Vorrei una città che sappia convogliare la bellezza della vitalità, della creatività, dello stare insieme, del condividere iniziatrive ed eventi, dell'aggregazione culturale e non meramente "commerciale" con la vivibilità, la sostenibilità, il rispetto delle libertà altrui, delle dignità altrui, dei diritti di tutte e di tutti. Il Comune appronta interventi che riguardano solo la cerchia dei Navigli: oltre ad avere una dimensione un po' ristretta di campo d'azione per solvere la questione, siamo in presenza di una ristrettezza nel campo di applicazione e interessamento della stessa disposizione. Il problema non riguarda solo i Navigli e ha radici più profonde. Avevo tempo fa lanciato la proposta da queste pagine di creare agorà pubbliche, dove l'aggregazione culturale, il piacere di stare insieme, il rispetto civico, che conseguentemente deriva se si creano condizioni di arricchimento civile e sociale delle iniziative e dei motivi del condividere spazi e tempi della città, abbiano ampio diritto di cittadinanza. Oggi come oggi, invece, siamo in presenza di una esasperante rincorsa al consumerismo fin a sè stesso, senza finalità alcune e senza obiettivi collettivi. Abbiamo una logica del rapporto individuale di consumatrici e consumatori di beni e non di servizi. Bisogna agire con la concertazione e con la partecipazione, rendendo interagibili e convergenti interessi che, apparentemente, sembrano oltremodo divergenti.
Questa è la prospettiva politica che potrebbe arricchire questa città, rendendola vera capitale europea della cultura e dell'aggregazione, del senso comune e collettivo degli spazi ubani. Perchè invece di mettere nuove barriere, nuove transenne, nuovi divieti non si parla di serate culturali, dove compagnie giovanili teatrali e musiali possano esibirsi per un interesse collettivo. Perchè non si procede a deroghe da assicurare nei mesi estivi per garantire concerti e kermesse teatrali e musicali che sono patrimonio di una città vitale e vivace, comune in senso letterale e reale, sociale. Il Comune, nella fattispecie, ha valutato i livelli di emissioni acustiche presenti nelle zone interessate dalla presenza dei locali? Quale livello si è riscontrato? Si è predisposto un provvedimento di accertamento degli orari di apertura dei locali, nel rispetto del regolamento comunale per gli esercizi commerciali notturni? Si sono adeguatamente penalizzate le infrazioni a riguardo? Quante risorse umane, in termini di agenti di Polizia Locale, sono state disposte per garantire forme di controllo dei territori al fine di prevenire forme e situazioni di violazione del codice della strada? Quale programma generale il Comune ha predisposto nei mesi estivi, e come è stato predisposto, secondo quali canali, strumenti, modalità, per garantire l'arricchimento sociale e culturale degli spazi pubblici e municipali presenti in città? Leggo manifesti che promuovono la città considerandola occasione estiva per chi rimane nei mesi estivi, ormai appartenente a una popolazione sempre più numerosa, tramite titoli invoglianti e allettanti, giochi di parole simpatici: E-state a Milano. Ma la programmazione come è avvenuta? Come vengono disposti i siti dove dare ospitalità a questi importanti eventi? E' possibile che vediamo grandi eventi e manifestazioni nelle zone centrali o, spesso, nelle stesse consuete zone già beneficiate da una ricca programmazione cultuale pubblica annuale. Perchè non coinvolgere in modo completo i vari attori sociali e istituzionali consiliari circoscrizionali nel predisporre, in fase preparatoria e in fase esecutiva e applicativa, una programmazione compiuta e coerente di manifestazioni culturali e artistici? Il Comune è bene comune, un patrimonio inalienabile, non rivale e non esclusivo. Rendiamolo tale già nel disporre misure e modi di intervento risolutivi di questa annosa disputa poco conveniente per l'immagine della nostra città. Provvederò a partire dal consiglio di zona dove sono consigleire a recepire le questioni qui formulate predisponendo una parte dispositiva della stessa interrogazione che proponga vie alternative di partecipata gestione degli spazi pubblici nelle ore serali e notturne nei mesi estivi, coinvolgendo residenti, commercianti, clienti, utenti cittadini, istituzioni locali e zonali.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 14 Luglio, 2008 - 11:16

IL SAPORE DELLA CENERE - SPEAK TRUTH TO POWER

http://www.centropecci.it/

testo di Ariel Dorfman

ispirato al libro speak truth to power di Kerry Kennedy (Umbrage ed.)
traduzione di Alessandra Serra

regia di Juan Diego Puerta Lopez

con
Ilenia Caleo, Piergiuseppe Di Tanno, Lydia Giordano,
Giada Prandi, Maria Noemi Regalia, Alessandro Riceci,
Ulisse Romanò, Antonio Spadaro, Chiara Tomarelli

e con la partecipazione di Enrico Lo Verso

musiche di German Arrieta e Giuliano Lombardo
video di Andrés Arce Maldonado e Stefania Bonatelli
scenografia di Francesco Scandale
disegno luci di Luca Storari
suono Alfredo Papa
assistente alla regia Marcella Lorenti
ufficio stampa Nicola Conticello
foto di scena Paolo Porto
coproduzione di Centro culturale mobilità delle arti e Centro per l'Arte Contemporanea "L. Pecci" (Prato)
un progetto promosso dalla Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus
organizzazione e produzione esecutiva Corrado Russo
collaborazione organizzativa Marco Martorelli e Francesco Papa

Il libro Speak truth to power, difensori dei Diritti Umani che stanno cambiando il mondo, presenta una rosa di personaggi straordinari, eroici, provenienti da più di trentacinque paesi. Le interviste condotte dall'attivista per i diritti Kerry Kennedy, figlia di Robert, ci colpiscono e coinvolgono, poiché il tema dei diritti umani ha la voce di coloro che li vivono in prima persona: parlano di libertà di espressione, di bambini in guerra, di impegno per l'ambiente, di libertà religiosa, di diritti delle minoranze e di schiavitù sessuale. Alcuni di questi personaggi hanno vissuto sulla propria pelle l'esperienza della violazione dei diritti umani, che li ha segnati profondamente. Eppure il libro è ben lontano dall'essere un elenco di vittime, è piuttosto l'affermazione che esiste la possibilità del cambiamento, che si evince dall'estremo coraggio che accomuna tutti loro. La loro determinazione, il loro valore e la loro dedizione di fronte al pericolo costante e apparentemente insormontabile, ci sfidano a prendere il testimone e a far parte della corsa verso una società più giusta. Sono maestri che ci mostrano come essere pienamente umani.

Il testo teatrale è stato scritto dal celebre drammaturgo cileno Ariel Dorfman. L'edizione italiana è stata tradotta da Alessandra Serra. Le storie che i protagonisti narrano sono di per sé molto forti. Questo testo non dà una facile risposta alle domande poste nel libro di Kerry Kennedy, ma mette in scena il conflitto in sé stesso, girando la domanda al pubblico, proprio attraverso i suoi personaggi.
La messa in scena dello spettacolo è stata affidata al regista e coreografo colombiano Juan Diego Puerta Lopez, da anni in Italia, che per una coincidenza di percorsi da tempo sta lavorando su tematiche molto vicine a quelle contenute nel libro della Kennedy. La scelta di Puerta Lopez come regista è stata determinata dalla certezza che avrebbe saputo utilizzare una forma di linguaggio scenico "universale" in grado di arrivare, in maniera più semplice e diretta, ad un pubblico eterogeneo, riuscendo a toccare anche l'immaginario dei più giovani. Il cast vede la partecipazione dell'attore Enrico Lo Verso, e quella di un gruppo di giovani talenti, professionisti della scena nazionale.

"Il sapore della cenere" è uno spettacolo che intende regalare emozioni in grado di scuotere da quel torpore che ci ha resi sonnolenti di fronte al dolore, all'orrore, alla crudeltà e all'ingiustizia.
È una messinscena nella quale non vi sono personaggi. Gli attori presteranno la loro voce e la loro emotività per restituire le esperienze di uomini e donne che hanno conosciuto la violenza, la tortura, la guerra. Pertanto, le loro "interpretazioni" saranno solo uno strumento di mediazione tra la parola (che evoca, che suscita, che sprona) e le suggestioni dello spettatore.
Lo spazio visivo sarà un luogo astratto e spettacolare, uno scenario feroce dell'animo, che prevede l'interazione tra testo, musica e proiezione di immagini toccanti su un grande schermo scenografico. La musica appare là dove la parola diventa respiro, in un susseguirsi di situazioni che stimolano fortemente l'immaginario del pubblico.
"Il sapore della cenere" è un momento di riflessione sui diritti umani, che vuole coinvolgere e appassionare ma anche sensibilizzare contro gli abusi in atto nel mondo.
È uno spettacolo che non ha l'ambizione di trarre alcuna conclusione prestabilita, ma vuole soprattutto portare l'attenzione su delle tematiche che ormai appartengono a tutti. E' un'occasione importante per tratteggiare nell'aria gesti, movimenti che richiamano alla memoria quelle ferite che un conflitto, qualsiasi conflitto, lasciano nel cuore dell'essere umano.

Lo spettacolo debutterà, in prima mondiale, il 12 Luglio 2008 (con replica il 13) al Centro per l'Arte Contemporanea "L. Pecci" di Prato. Saranno presenti la Sig.ra Kerry Kennedy, l'autore Ariel Dorfman, oltre ad alcune autorità dello Stato e personalità del mondo della cultura.

Tournèe stagione 2008/09: dal 12 al 14 maggio 2009 - Piccolo Teatro di Milano; dal 19 al 21 maggio 2009 - Teatro Eliseo di Roma

Venerdì, 11 Luglio, 2008 - 19:20

ZUCCOLI, IL SINDACO E LA TRUFFA DEL GAS

COMUNICATO DEL CONSIGLIERE BASILIO RIZZO

ZUCCOLI, IL SINDACO E LA TRUFFA DEL GAS

Ancora una volta di fronte ai problemi che riguardano la sua competenza di
Sindaco, la dott.ssa Letizia Moratti si finge “estranea” e chiede conto,
come se non c’entrasse per nulla, facendo dichiarazioni combattive ed
indignate.
Sui derivati, da due anni di sua competenza come assessore al bilancio, di
fronte all’esplodere del caso dichiara “mi costituirò parte civile”. Contro
chi? Contro se stessa?
Sulla vicenda delle bollette “gonfiate” del gas convoca d’urgenza il
presidente Zuccoli e chiede spiegazioni.
Ma perché ha riconfermato al vertice di A2A lui ed altri pur sapendo che
erano coinvolti nel caso?
Certo l’ing. Zuccoli ha fatto ieri dichiarazioni soavemente stupefacenti
“la società è serena, confermo la fiducia nei miei collaboratori” (anche in
chi al telefono diceva: “su cento mila lire di fatturato, sedicimila
vengono come …… rubacchiate?”).
E sull’ipotesi di risarcimento ha detto :“ci sono le regole del gioco e noi
le seguiremo” (tuttavia ricorda o meglio minaccia A2A che l’utente che
chiede un controllo –e l’azienda appura che nulla è fuori norma- deve
pagare tra i 5 e 40 euro!).
Ma il Sindaco dopo la convocazione e il colloquio di Zuccoli non ha
dichiarato nulla: che cosa pensa? Le sono bastate le spiegazioni? Ha preso
qualche provvedimento?
Non ci è dato di sapere. Resta il fatto che il sindaco debitamente
avvertita prima delle nomine dello scorso gennaio, con la comunicazione che
allego, ha proceduto egualmente a designare/nominare nel vertice di A2A più
di un candidato già da allora notoriamente sottoposto ad indagini.
Troppo comode oggi le lacrime (e gli strepiti) da coccodrillo!

Milano, 11 luglio 2008

Giovedì, 10 Luglio, 2008 - 18:18

Ricordare Genova ... importanti appuntamenti

Per ricordare Genova

Genova, 15-22 luglio 2008 - PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE
Martedì 15 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
17.30 - 20.30 Inaugurazione della mostra Al lavoro - Genova chiama
Allestita da Progetto Comunicazione in collaborazione con CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Mercoledì 16 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Presentazione del libro Cosa cambia di Roberto Ferrucci: Checchino Antonini ne parla con l'autore. Video-lettura e dibattito.
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Giovedì 17 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Presentazione del libro Lavorare uccide di Marco Rovelli: Marco Sommariva ne parla con l'autore. Interventi musicali di Alessio Lega da il Canzoniere del lavoro
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Venerdì 18 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Filmdocumentario In Fabbrica di Francesca Comencini: ne parliamo con la regista
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Sabato 19 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
10.30 - 13.00 e 15.30 - 18.30 Parliamo di G8 - Riflessioni su Genova '01 e su La Maddalena '09
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Domenica 20 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 13.00 Mostra
10.30 - 13.00 Convegno sulla tortura in Italia con Mauro Palma (presidente del Comitato Europeo per la prevenzione della tortura), Riccardo Noury (portavoce della Sezione Italiana di Amnesty International), Gennaro Santoro (coordinatore nazionale di Antigone), Ettore Zerbino (medici contro la tortura)
Organizza CVeGG - http://www.veritagiustizia.it
Palazzo Tursi
Al termine del convegno sulla tortura, incontro delle parti civili Diaz e Bolzaneto con Marta Vincenzi, Sindaca di Genova
Organizza CVeGG - http://www.veritagiustizia.it
Piazza Alimonda
16.00 Musicisti di strada
17.15 - 17.45 La memoria nella memoria
17.45 Il microfono ad Andrea Rivera
18.15 Musicisti di strada
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Lunedì 21 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
Circolo ARCI Zenzero
18.00 "Io che nel 2001 non c'ero..." conversazioni con i ragazzi e le ragazze che nel 2001 avevano 15 anni, e che il G8 l'hanno sentito solo raccontare.
Organizza ARCI Genova - http://www.arcigenova.it
19.30 Cena per la Diaz
A seguire, fiaccolata alla Diaz
Organizza CVeGG - http://www.veritagiustizia.it
22.30 Proiezione Video Diaz nei locali della scuola
Organizza - http://www.processiG8.org
Martedì 22 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Parliamo di repressione
Organizza - http://www.gipfelsoli.org
Ti aspettiamo!
Comitato Piazza Carlo Giuliani
Per informazioni:
email: piazzacarlogiuliani@tiscali.it

presentazione libro "inferno Bolzaneto"

COMUNICATO STAMPA
LE TORTURE DI BOLZANETO. Nei giorni della sentenza,
in libreria l'atto d'accusa dei magistrati di Genova
Nei giorni dell'annunciata sentenza del processo per le torture di
Bolzaneto e nel settimo anniversario dei fatti di Genova, esce in libreria
"INFERNO BOLZANETO. L'ATTO D'ACCUSA DEI MAGISTRATI DI GENOVA" del
giornalista Mario Portanova, con la prefazione di Giuliano Pisapia.
Lunedì 14 luglio il libro verrà presentato a Milano, alle ore 21 presso lo
Spazio Melampo di via Tenca 7.
Ne parleranno insieme all'autore Vittorio Agnoletto, Nando dalla Chiesa e
Massimo Rebotti.
-----------------------------------------------------------------------------------------
Vicende accadute nel Cile di Pinochet? O forse nell'Argentina dei
generali? Vicende
passate, i cui ricordi sono ormai scoloriti? No. Storie d'Italia. E
storie recenti.
Fatti accaduti a Genova tra il 20 e il 22 luglio del 2001.
Questa è la storia dei tre giorni senza legge. è la storia reale di
diritti calpestati e
di garanzie, individuali e collettive, annullate e fatte a pezzi. Ecco
perché non è
possibile dimenticare. Ecco perché questo libro, che racconta Genova e
il dopo Genova,
le piazze e le aule dove si è cercato di fare giustizia, è un
ulteriore, importante,
lucido, documentato tassello per evitare che si possa dimenticare
quanto sembrava anche
solo impossibile immaginare.”
(dalla prefazione di Giuliano Pisapia)
LUNEDÌ 14 LUGLIO
ore 21
Spazio Melampo
via Carlo Tenca, 7 - Milano
(MM Repubblica)
sarà presentato il libro:
INFERNO BOLZANETO
------------
L'atto d'accusa dei magistrati
di Genova
di
Mario Portanova
Ne parlano con l'autore:
Vittorio Agnoletto
Nando dalla Chiesa
Massimo Rebotti
Tutti gli orrori di Bolzaneto raccontati attraverso
la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia
Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo
contro 45 uomini e donne delle forze dell’ordine. Tra
il 20 e il 22 luglio 2001, nel “carcere provvisorio”
del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi
subirono botte, manganellate, ustioni, insulti,
umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di
terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal
piazzale d'ingresso ai bagni, all’infermeria.
Questo libro racconta per la prima volta i risultati
dell’inchiesta giudiziaria e gli atti del processo.
L’accusa dei magistrati genovesi è durissima: «A
Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti
deliberatamente inumani, crudeli e degradanti»,
scrivono. «Non c'è emergenza che possa giustificare
quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché
si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella
caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva
rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei
diritti per ogni detenuto».
In Italia non esiste il reato di tortura.
Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso.
Giovedì, 10 Luglio, 2008 - 18:06

presentazione libro "inferno Bolzaneto"

COMUNICATO STAMPA
LE TORTURE DI BOLZANETO. Nei giorni della sentenza,
in libreria l'atto d'accusa dei magistrati di Genova
Nei giorni dell'annunciata sentenza del processo per le torture di
Bolzaneto e nel settimo anniversario dei fatti di Genova, esce in libreria
"INFERNO BOLZANETO. L'ATTO D'ACCUSA DEI MAGISTRATI DI GENOVA" del
giornalista Mario Portanova, con la prefazione di Giuliano Pisapia.
Lunedì 14 luglio il libro verrà presentato a Milano, alle ore 21 presso lo
Spazio Melampo di via Tenca 7.
Ne parleranno insieme all'autore Vittorio Agnoletto, Nando dalla Chiesa e
Massimo Rebotti.
-----------------------------------------------------------------------------------------
Vicende accadute nel Cile di Pinochet? O forse nell'Argentina dei
generali? Vicende
passate, i cui ricordi sono ormai scoloriti? No. Storie d'Italia. E
storie recenti.
Fatti accaduti a Genova tra il 20 e il 22 luglio del 2001.
Questa è la storia dei tre giorni senza legge. è la storia reale di
diritti calpestati e
di garanzie, individuali e collettive, annullate e fatte a pezzi. Ecco
perché non è
possibile dimenticare. Ecco perché questo libro, che racconta Genova e
il dopo Genova,
le piazze e le aule dove si è cercato di fare giustizia, è un
ulteriore, importante,
lucido, documentato tassello per evitare che si possa dimenticare
quanto sembrava anche
solo impossibile immaginare.”
(dalla prefazione di Giuliano Pisapia)
LUNEDÌ 14 LUGLIO
ore 21
Spazio Melampo
via Carlo Tenca, 7 - Milano
(MM Repubblica)
sarà presentato il libro:
INFERNO BOLZANETO
------------
L'atto d'accusa dei magistrati
di Genova
di
Mario Portanova
Ne parlano con l'autore:
Vittorio Agnoletto
Nando dalla Chiesa
Massimo Rebotti
Tutti gli orrori di Bolzaneto raccontati attraverso
la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia
Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo
contro 45 uomini e donne delle forze dell’ordine. Tra
il 20 e il 22 luglio 2001, nel “carcere provvisorio”
del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi
subirono botte, manganellate, ustioni, insulti,
umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di
terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal
piazzale d'ingresso ai bagni, all’infermeria.
Questo libro racconta per la prima volta i risultati
dell’inchiesta giudiziaria e gli atti del processo.
L’accusa dei magistrati genovesi è durissima: «A
Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti
deliberatamente inumani, crudeli e degradanti»,
scrivono. «Non c'è emergenza che possa giustificare
quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché
si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella
caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva
rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei
diritti per ogni detenuto».
In Italia non esiste il reato di tortura.
Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso.

Giovedì, 10 Luglio, 2008 - 17:54

Per ricordare Genova

Genova, 15-22 luglio 2008 - PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE
Martedì 15 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
17.30 - 20.30 Inaugurazione della mostra Al lavoro - Genova chiama
Allestita da Progetto Comunicazione in collaborazione con CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Mercoledì 16 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Presentazione del libro Cosa cambia di Roberto Ferrucci: Checchino Antonini ne parla con l'autore. Video-lettura e dibattito.
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Giovedì 17 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Presentazione del libro Lavorare uccide di Marco Rovelli: Marco Sommariva ne parla con l'autore. Interventi musicali di Alessio Lega da il Canzoniere del lavoro
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Venerdì 18 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Filmdocumentario In Fabbrica di Francesca Comencini: ne parliamo con la regista
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Sabato 19 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
10.30 - 13.00 e 15.30 - 18.30 Parliamo di G8 - Riflessioni su Genova '01 e su La Maddalena '09
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Domenica 20 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 13.00 Mostra
10.30 - 13.00 Convegno sulla tortura in Italia con Mauro Palma (presidente del Comitato Europeo per la prevenzione della tortura), Riccardo Noury (portavoce della Sezione Italiana di Amnesty International), Gennaro Santoro (coordinatore nazionale di Antigone), Ettore Zerbino (medici contro la tortura)
Organizza CVeGG - http://www.veritagiustizia.it
Palazzo Tursi
Al termine del convegno sulla tortura, incontro delle parti civili Diaz e Bolzaneto con Marta Vincenzi, Sindaca di Genova
Organizza CVeGG - http://www.veritagiustizia.it
Piazza Alimonda
16.00 Musicisti di strada
17.15 - 17.45 La memoria nella memoria
17.45 Il microfono ad Andrea Rivera
18.15 Musicisti di strada
Organizza CPCG - http://www.piazzacarlogiuliani.org
Lunedì 21 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
Circolo ARCI Zenzero
18.00 "Io che nel 2001 non c'ero..." conversazioni con i ragazzi e le ragazze che nel 2001 avevano 15 anni, e che il G8 l'hanno sentito solo raccontare.
Organizza ARCI Genova - http://www.arcigenova.it
19.30 Cena per la Diaz
A seguire, fiaccolata alla Diaz
Organizza CVeGG - http://www.veritagiustizia.it
22.30 Proiezione Video Diaz nei locali della scuola
Organizza - http://www.processiG8.org
Martedì 22 luglio
Munizioniere di Palazzo Ducale
10.30 - 20.30 Mostra
17.30 Parliamo di repressione
Organizza - http://www.gipfelsoli.org
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Comitato Piazza Carlo Giuliani

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Giovedì, 10 Luglio, 2008 - 12:50

Berlusconi si faccia processare, subito

Berlusconi si faccia processare. Adesso, con dignità, rispetto delle istituzioni. Se è sicuro della sua non colpevolezza a maggiore ragione dovrebbe essere indotto a farlo. Una persona innocente e accusata di un reato è più che mai portata a sottomersi a giudizio. Per chiarire la propria posizione con la giustizia ed eliminare serenamente cause pendenti e sospetti sulla propria persona. Berlusconi prenda esempio da Andreotti che ha accettato sia il verdetto della Giunta Parlamentare per l'autorizzazione a procedere, sia la sottoposizione a ogni grado e istanza del procedimento a suo conto. Le sentenze sono abbastanza singolari, ma il rispetto del verdetto della Magistratura è stato garantito e osservato. Non si è ingegnato, Andreotti, a procedere a incidere sul dibattito parlamentare per dare carattere di urgenza a leggi che gli assicurassero impunità, bloccando l'azione di una legislatura che dovrebbe promuovere provvedimenti che vadano nell'interesse generale. Berlusconi ha paralizzato l'attività del Parlamento per approvare norme che non hanno nessun tipo di connessione con l'esigenza di dare alla giustizia una riforma che possa alleggerire i tempi dei procedimenti, assicurando, così, una più efficente attività. Il Lodo Alfano, che lodo non è, dato che è un provvedimento voluto e stabilito autoritariamente e solamente dal governo, e che trova imbarazzi in alcune componenti della stessa maggioranza, garantisce al premier di assicurarsi la totale esenzione dal procedimento penale che è a suo carico: la non perseguibilità, per qualsiasi tipo di reato futuro che potrà commettere e anche pregresso. Il pregiudizio di incostituzionalità, questione sollevata dall'opposizione, è evidente e naturale è stato sollevarlo: l'applicazione pregressa e retroattiva della norma, la funzione che rende un impari trattamento della cittadinanza davanti alla legge, che diventa ineguale. E' inconcepibile l'urgenza che si attribuisce alla norma: dov'è se non nel garantire un'unica persona al riparo dalla giustizia? Dove è la ratio se non quella di bloccare alcuni procedimenti penali a carico del premier attuale? E dove si giungerà quando il procedimento potrà ritornare a decorrere, se dopo alcuni anni si è bloccato l'iter, creando vulnus e forti lacune nell'azione di investigazione e di istruttoria? Forse da proscrizione si giunge alla fatidica formula della prescrizione, data la difficoltà elevata di proseguire nel dibattito procedimentale, a conclusione del periodo di sospensione del procedimento fino a quando la carica si esaurisce? E, poi, quando la carica di presidente del consiglio potrà essere certamente considerata esaurita, se è reiterabile il periodo e se il soggetto è ancora presentabile alle elezioni con i propri conflitti d'interesse e le proprie pendenze giudiziarie? Berlusconi si faccia processare, condivido l'invito espresso da Massimo D'Alema, ieri, in aula parlamentare. Non costringa altre cariche dello Stato a sottoporsi a questa umiliante funzione di soggetto avente diritto alla sospensione del procedimento a proprio carico, in quanto non perseguibile, in quanto immune, per ammantare la norma Alfano di una lieve caratteristica di essere generale e non solo personale. Non solo ad personam. Napolitano ha interesse a essere immune? Forse l'unico che potrebbe benenficiarne è il suo collega alla Camera, Fini, che nei fatti del G8 di Genova 2001, aveva collaborato nell'azione inurbana e cruenta della Polizia nel soffocare e reprimere i diritti di libertà e umani dei manifestanti, creando fatti e misfatti utili a incolpare la moltitudine di giovani e persone, giornalisti, presenti alla Scuola Diaz e alla Caserma di Bolzaneto, nella famosa e cilena notte del 21 luglio. Ma tant'è che grazie all'altra norma di sospensione dei processi per reati commessi prima del 30 giugno 2002, la ratio della disposizione e la data prefissata è alquanto dubbiosa e fortemente insensata, se non per assicurare la sospensione di un altro procedimento in cui Berlusconi è interessato, anche il processo per i fatti oscuri di Genova 2001 rischia di essere sospeso per un anno, con tutti i cascami e i gravami che deriveranno dalla quasi impossibilità di portarloa  termine, una volta scaduto l'anno fatidico.
E' ancora opportuno attendere ottobre per manifestare la propria indignazione verso chi assoggetta la politica istituzionale per soddisfare questioni private? E' ancora possibile temporeggiare vista l'emergenza democratica verso cui andiamo a incorrere, destabilizzando le istituzioni e le autonomie dei vari poteri dello Stato, silentendo la magistratura e offendendone la propria indipendenza, garanzia di legalità in uno stato di diritto e di eguali? Occorre attribuire a Berlusconi ancora oggi la patente di "statista" con cui dialogare, dopo che si evidenzia per la quarta volta, dico quarta, il suo carattere di un imbonitore istrionico attento a privatizzare la politica e a generare un sistema di autoritarismo regressivo, con forme irriverenti verso le istituzioni repubblicane, oltre che oltraggiose?

Alessandro Rizzo

Mercoledì, 9 Luglio, 2008 - 11:58

Ieri una grande mobilitazione di popolo

Possiamo intitolare oggi "The day after", il giorno dopo l'accaduto, come il titolo del film scritto da Edward Hume per la televisione statunitense. Sembra di essere al giorno dopo di un terribile evento, di una catastrofe, di un tornado che ha spazzato via tutto, che ha trasportato con sè ogni cosa, che ha creato il deserto, ripristinando la pace dovuta all'annientamento.
Mi riferisco agli editoriali di alcuni giornalisti di Repubblica, soprattutto, che accusano la manifestazione di ieri, tenutasi in Piazza Navona, lo storico "tempio" del movimento di opposizione civile, quello nato nel febbraio 2002 e che giustamente accusava il governo in carica, che purtroppo ci ritorviamo oggi, di essere l'artefice dell'abbattimento della cultura civile e non solo il sovvertitore delle conquiste sociali: il propugnatore di una logica affaristica del privato che diventa affare pubblico, della legittimità dell'illecito, della legge fatta su misura del potente, di una limitazione del potere autonomo della magistratura come terzo potere indipendente di uno stato liberale. Al tempo c'erano in discussione le leggi vergogna famose, oltre alle normative che precarizzavano il lavoro, che emarginavano e perseguitavano i migranti, xenofobe razziste, che aumentavano i divari tra Nord e Sud, che parcellizzavano la società, che dichiaravano guerra entrando come alleati fedeli vassalli del potere omologante e imperante degli Stati Uniti pronti a conquistare, come predatori ammantati da spirito salvifico, nuove terre per assicurarsi nuove risorse a danno di vite umane.
Oggi come un deja vieux si ripresenta la stessa situazione, ma qualcosa è cambiato. E' cambiato il panorama parlamentare delle forze politiche presenti, non esistendo più in Parlamento una sinistra di alternativa che coerentemente dichiarava opposizione istituzionale ma corroborata da quella sociale nel Paese al governo della destra xenofoba e truffaldina, e avendo una parte del vecchio centrosinistra che è convinto di poter intessere un dialogo dai grandi respiri riformisti con il centrodestra. Le riforme per le riforme: quali siano non è dato sapere nè comprendere. Importante è dichiararsi pronti al dialogo e a condividere un percorso di riforma dello stato e della società, in un rapporto di forza congiunturale, quale quello presente, a livello istituzionale, in cui la destra ha una maggioranza schiacciante e il centrosinistra, se così possiamo definirlo semplificandone il concetto per opportunità, si trova diviso sulle strategie da seguire per fare opposizione. L'unica opposizione coerente presente in Parlamento è quella dell'Italia dei Valori, che da subito, nella stagione dell'amore perduto, in cui, all'inizio di legislatura, tutti si caratterizzavano per avvallarsi la patente del migliore interlocutore affidabile nei riguardi del premier attuale, denunciò che "il lupo aveva perso sì il pelo, ma non il vizio" e redarguiva le colleghe e i colleghi del PD che difronte si ritrovavano lo stesso Berlusconi del 2001, intenzionato a paralizzare l'attività politica di legislatura per assicurare sè stesso e i suoi commilitoni amici dalle "angherie" del magistrato cattivo, rosso e comunista di turno.
Così si è verificato puntualmente. La stagione che doveva iniziare col dialogo sulle riforme, che ancora non sono definibili a livello concettuale, essendo divenute entità astratte e metafisiche, velleità adolescenziali, ha esordito con il rendere improrogabili i procedimenti di approvazione di lodi e leggi che assicurassero la sospensione dei processi, retrodatati e con efficacia retroattiva, l'impunibilità delle alte cariche dello stato, legge, questa, che interessa solamente a Berlusconi, affinchè la prescrizione diventi proscrizione, e, infine, l'inutilizzabilità a fini di prova processuale delle intercettazioni telefoniche, norma, questa, che se fosse stata varata prima del 1991 non si sarebbe potuto aprire nessun tipo di istruttoria contro il malaffare della pubblica amministrazione, non avremmo avuto tangentopoli.
Ieri migliaia di persone, di ogni età, di ogni estrazione sociale, di ogni appartenenza ideale e politica, sono scesi in piazza, non solo a Roma, per dichiarare la propria opposizione sociale a questa infamia governativa che continua a perdurare nel nostro Paese: a questa corruzione delle coscienze, che si esemplifica nell'accettazione passiva delle angherie e delle prevaricazioni del potente che diventa primus inter impares anche all'interno, come scriveva giustamente Ida Dominianni su Il Manifesto, dello stesso rapporto intraistituzionale.
E' vero, chiaro, che occorre una mobilitazione più completa ai temi che riguardano la vità sociale del Paese, e non solo agli affari personali del premier attuale, seppure di gravità inaudita e intollerabile in normali ordinamenti liberali ed europei: ma è un primo passo, questo, che potrà dire con forza che esiste un'altra Italia ancora e che questa altra Italia si propone di opporsi a una volontà di rendere passiva ogni accettazione di prevaricazioni e devastazioni dello stato di diritto, nonchè ogni eliminazione di garanzie civili, oltre che sociali.
Ritornando agli editoriali di alcuni giornalisti apparsi oggi sulla stampa giornalistica. Non avrei usato toni di dileggio e di attacco alla figura del Presidente della Repubblica, chiaramente mi sarei sentito imbarazzato, e mi sono sentito tale, al momento in cui sono state pronunciate frasi di poco rispetto nei riguardi di Giorgio Napolitano, che rimane la figura che detiene il compito di tutelare la nostra Costituzione, in tempi bui e difficili quali quelli attuali. Come anche credo che un affondo di questo tipo sia stato poco funzionale ad accentrare la mobilitazione civile su una seria e coerente opposizione al governo attuale: si è trasferito, così, l'attacco contro il Presidente, accettando quasi come se fosse "male materiale e inoppugnabile" l'anomalia reazionaria di un premier che assomma su di sè conflitti d'interesse e che soggioga l'ordinamento alla propria dimensione personale. Ma questo era pensabile se tra i presenti ci sono anche gli organizzatori dei famosi V-Day, che hanno portato tante persone in piazza in settembre, non scordiamocelo e valutiamo il perchè, ma che hanno solamente denunciato situazioni reali chiaramente denunciabili, senza proporre costruttivamente alternative possibili e soluzioni, a volte assumendo toni generalizzanti e qualunquisti. Ma ieri, caro Berselli, non si è esaurita la grande mobilitazione di piazza, in ogni angolo d'Italia, anche a Milano si è avuta nella Loggia dei Mercanti, in un sequestro delle oneste ragioni che hanno portato in piazza un'opposizione presente nella nostra società e poco o per nulla rappresentata nelle istituzioni politiche da parte degli organizzatori. Le oneste ragioni sono rimaste e rimane la volontà, ne è stato un dato confermativo quello di ieri, data l'elevata partecipazione, oltre ogni aspettativa, di proseguire in una mobilitazione che spero, come auspica Ida Dominianni sulle pagine de Il Manifesto, si realizzi in una opposizione sociale politica completa, che denunci e che si ribelli, anche e perchè no, alla degenerazione verso il baratro del regime, come giustamente accusa Di Pietro. Non credo che la satira abbia il potere di annientare e ombreggiare l'intentio politica della mobilitazione contro questo governo. Le persone presenti sono coscienti e valutano con la propria autonomia e autodeterminazione i vari interventi. Ma, poi, le cose dette da Travaglio, dalla Guzzanti, dallo stesso Camilleri, che lei, Berselli, dice di essere stato l'autore di interessanti poesie, seppure "incivili" solo perchè denunciano le nefandezze della classe presente a Palazzo Chigi, sono totalmente aberranti, infondate, insensate? Non credo proprio che criticare la mancanza dell'abrogazione delle leggi della vergogna, come fatto da Travaglio, da parte del centrosinistra, uno degli errori per cui siamo stati penalizzati dal nostro elettorato, sia insensato. Come anche non credo che dire che avere certe ministre al governo che esprimono il peggio della sottocultura dell'accettazione della logica paternalista e maschilista, come fatto dalla Guzzanti, e che hanno testimoniato la propria incapacità, fallimentarietà e inadeguatezza ai propri compiti istituzionali, sia errato.
E quindi dov'è il problema? Il problema forse consiste nel volere a ogni costo giusitifcare il comportamento del Partito Democratico, maggiore espressione dell'opposizione come consistenza politica, che ha deciso di non aderire alla mobilitazione? Tante e tanti ieri nelle piazze erano elettrici ed elettori del PD, e hanno espresso una certa obiezione alle volontà temporeggiatrici del proprio "leader", che ancora suppone di poter addivenire a una stagione del dialogo, nonostante i pregressi comportamenti irresponsabili e incivili dell'attuale premier. Attendere che cosa? Ottobre? Come se avessimo la casa che brucia e intanto ci industriassimo a pensare alla lista della spesa da fare per il giorno dopo. La casa brucia, gentile Berselli. Devono capirlo che se non si agisce oggi si legittima passivamente una deriva autoritaria che è ormai in uno stadio avanzato nel Paese attuale, nelle istituzioni attuali. Si deve attendere che sia troppo tardi? Sarebbe un altro errore, mi permetta di dirlo Berselli, commesso dall'attuale linea politica del PD. Ieri, lei dice sulle pagine di Repubblica, si è voluto considerare "più colpevoli ancora, secondo una lista inesorabile di concatenazioni, ... i rappresentanti della sinistra moderata, coloro che hanno accettato di trattare con il Cavaliere, che hanno creduto nel "dialogo" e ancora adesso non si sono accorti di essere diventati complici della malattia, soci di un virus". Non è una gara alla ricerca del capro espiatorio possibile e alternativo, tanto per differenziarsi. E', invece, una critica che è stata espressa in modo giusto ed equilibrato, chiedendo, anzi, al PD di rivedere le proprie strategie e la propria impostazione politica di opposizione che, fino a oggi, non ha portato a nessun risultato, se non quello di legittimare ulteriormente, come nel 1998 con la Bicamerale, un istrione brigante a rendere il Parlamento "un organo" al proprio servizio. Dov'è il Berlusconi statista, così disegnato dal discorso di espressione del voto di sfiducia all'insediamento del Berlusconi quater da parte di Veltroni, di Fassino, della Finocchiaro? Semplicemente non è mai esistito e mai esisterà. Ed è questo il senso di proseguire in un'opposizione coerente e ferma, convinta e pronta a essere sentinella e informatrice, come detto ieri bene da Colombo, che è del PD, ma che ieri era in piazza, di uno stadio sempre più declinante della nostra cultura civile e democratica. Come ha detto Pancho Pardi: l'opposizione non si fa solo nei Palazzi cercando di giocare a un ruolo inesistente, magari inventandosi di essere il primo ministro ombra. L'opposizione si fa anche nella società civile, formando e informando, rendendo conoscenti le persone che quello in atto è un attacco vile e ancora una volta presente alle fondamenta del proprio vivere e della convivenza sociale e repubblicana. Un po' di sana autocritica non fa mai male. Senza incorrere nei colpevolismi, ma con senso di razionalità e di trasparenza.

Alessandro Rizzo

Martedì, 8 Luglio, 2008 - 15:46

La Roma di Alemanno copia Milano

La Roma di Alemanno copia Milano
Sandro Medici
Il Manifesto 6 luglio 2008

Sono stati necessari anni e anni per ribaltare lo storico primato di Milano su Roma. Per scrollarsi il complesso d'inferiorità, quest'ultima aveva dovuto valorizzare al massimo le proprie qualità culturali, con le scuderie del Quirinale, l'auditorium, i concerti al Colosseo e al Circo Massimo, i nuovi teatri, la notte bianca, i tanti musei, la festa del cinema, le mille e mille attività dell'estate romana. Ma non era stato sufficiente. Per ribaltare il confronto, la capitale doveva intensificare il proprio dinamismo anche in ambiti non proprio favorevolissimi, come per esempio l'efficienza dei servizi o lo stesso sviluppo dell'economia locale. Eppure, anche lì, aveva fatto registrare progressi niente male. In alcuni settori dei servizi sociali, per esempio, perfino le città emiliane avevano attinto ispirazione. Per non parlare dei record di crescita del prodotto interno lordo cittadino che, per quanto ingannevole, segnalava in ogni caso una confortante vivacità produttiva.
Di certo l'immagine della capitale, la sua impronta più slanciata, il suo magnetismo hanno finito per prevalere su Milano, che al contrario registrava un generale incupimento, un ristagno, un desolante appassimento. Nel suo piccolo, insomma, il sorpasso di Roma sul capoluogo lombardo era apparso come un fatto storico.
Ora succede che la nuova giunta di Gianni Alemanno, nelle sue prime improvvisazioni amministrative, con il piglio demolitorio di chi sta consumando una vendetta e non ragionando nel merito, pezzo per pezzo sta liquidando le scelte del passato e avviando nuove iniziative. Il problema è che sono tutte estratte dal modello milanese. Un copia-e-incolla pigro e anche un pochino grottesco.
Niente più menù etnici nelle scuole comunali, espulsione scolastica per i figli degli immigrati clandestini, eliminazione della notte bianca e infine pedaggio automobilistico per chi vuole entrare nel centro storico. Tutte misure già attive a Milano.
Non sfugge che queste decisioni derivino da un'impostazione politica, un'omologazione cioè tra la destra romana e quella milanese, entrambe reazionarie, entrambe razziste. Ma è anche il ritorno a un'avvilente subalternità del sud nei confronti del nord. Guai ai vinti, insomma.
Quando i Beatles vennero in Italia, a Milano si riempì il Vigorelli mentre a Roma a stento il teatro Adriano. Allora era indiscutibilmente Milano la capitale dell'innovazione. C'era il rock al Derby e il teatro al Piccolo, la Zanzara e la Comune, il Parco Lambro e Radio popolare, Cuore e Smemoranda, lo Zelig e il Leoncavallo. Poi pian piano quella città regredì, modaiola e affarista, culturalmente desertificata. E molti milanesi, se volevano far qualcosa di interessante e divertente, venivano a trovarci a Roma. Dubitiamo che in futuro succederà ancora: ce ne andremo tutti a Parigi o a Berlino.
Resta quest'amarezza tutta romana di ritrovarsi di nuovo sotto l'egemonia milanese. Che peraltro, scusate l'irriverenza, va ad aggiungersi al fatto che è già da due anni che l'Inter vince lo scudetto e la Roma arriva seconda.

Lunedì, 7 Luglio, 2008 - 19:11

E' Festa della Sinistra Zona 4

SABATO 12 LUGLIO
E’ FESTA
della Sinistra Zona 4
Coop. Consumo Ponte Lambro – via E. Vittorini 24 – Milano
 
Ore 17.30 - Dibattito con la cittadinanza
IL CENTRO MONZINO DEVE RESTARE A PONTE LAMBRO!
 
Ore 18.30 - RIPARTIAMO DAL TERRITORIO!
I Comitati di quartiere della Zona 4 incontrano la cittadinanza e i Consiglieri di Zona e Comunali per mettere in rete le loro esperienze.
Sono stati invitati i Comitati: Molise/Calvairate/Ponti – Salomone –
 Feltrinelli – Gabrio Rosa 9/11
 
ore 20.30
CENA FREDDA
 
ore 22.00
OSCARWHITE & BIG BOSS (ODK)
concerto hip-hop (con i brani del suo nuovo cd)
 
a seguire, si balla con DJ FOURLEFT
 


LA SINISTRA ZONA 4 è un laboratorio politico al quale fanno capo
cittadini iscritti ai partiti della Sinistra (Partito della Rifondazione
 Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Sinistra Democratica,
 Socialisti Democratici Italiani e Lista Fo), militanti di movimenti,
comitati e liberi pensatori,che hanno deciso di lavorare insieme
per mettere in comune idee e dare forza ed incisività
 all'agire politico e sociale della Sinistra nella Zona 4  di Milano.
www.sinistrazona4.altervista.org

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