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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Lunedì, 24 Aprile, 2006 - 10:06

La Democrazia Formale e la Democrazia Reale

Cosa diciamo noi Umanisti a proposito di:

 

L’edificio della Democrazia si è gravemente deteriorato per l’incrinarsi dei pilastri sui quali poggiava: l’indipendenza dei poteri, la rappresentatività e il rispetto delle minoranze.
La teorica indipendenza dei poteri è un assurdo. Ed in effetti basta svolgere una semplice ricerca sull’origine e sulle articolazioni di ciascun potere per rendersi conto degli intimi rapporti che lo legano agli altri. E non potrebbe essere altrimenti visto che tutti fanno parte di uno stesso sistema. Quindi, le frequenti crisi dovute al predominio di un potere sull’altro, al  sovrapporsi delle funzioni, alla corruzione e alle irregolarità, sono il riflesso della situazione economica e politica globale di un dato paese.
Per quanto riguarda la rappresentatività, c’è da dire che all’epoca in cui fu introdotto il suffragio universale, si pensava che ci fosse un solo atto, per così dire, tra l’elezione dei rappresentanti del popolo e la conclusione del loro mandato. Ma, con il passare del tempo, si è visto chiaramente che oltre a questo primo atto con il quale i molti scelgono i pochi,  ne esiste un secondo con il quale questi pochi tradiscono i molti, facendosi portatori di interessi estranei al mandato ricevuto. E questo male si trova ormai in incubazione nei partiti politici che sono ridotti a dei puri vertici separati dalle necessità del popolo. Ormai, all’interno della macchina dei partiti, i grandi interessi finanziano i candidati e dettano la politica che questi dovranno portare avanti. Tutto ciò evidenzia una profonda crisi nel concetto e nell’espressione pratica della rappresentatività.
Gli umanisti lottano per trasformare la pratica della rappresentatività dando la massima importanza alle consultazioni popolari, ai referendum, all’elezione diretta dei candidati. Non dimentichiamoci che in numerosi paesi ancora esistono leggi che subordinano i candidati indipendenti ai partiti politici, oppure requisiti di reddito e sotterfugi vari che limitano la possibilità di presentarsi davanti alla volontà popolare. Qualsiasi Costituzione o legge che limiti la piena capacità del cittadino di eleggere e di essere eletto è una beffa nei confronti del fondamento stesso della Democrazia reale, che è al di sopra di ogni regolamentazione giuridica. E se si vorrà dare attuazione pratica al principio delle pari opportunità, i mezzi di comunicazione di massa dovranno mettersi al servizio della popolazione nel periodo elettorale, durante il quale  i candidati pubblicizzano le loro proposte, dando a tutti esattamente le stesse opportunità. Oltre a questo dovranno essere emanate leggi sulla responsabilità politica in base alle quali quanti non manterranno le promesse fatte agli elettori rischieranno l’interdizione, la destituzione od il giudizio politico. Questo perché il rimedio alternativo, che attualmente va per la maggiore e secondo il quale gli individui e i partiti inadempienti saranno penalizzati dal voto nelle elezioni successive, non pone affatto termine a quel secondo atto con cui si tradiscono gli elettori rappresentati. Per quanto riguarda la consultazione diretta su temi che presentano carattere d’urgenza, le possibilità tecnologiche di metterla in pratica crescono di giorno in giorno. Non si tratta di dare priorità a inchieste od a sondaggi manipolati, si tratta invece di facilitare la partecipazione ed il voto diretto attraverso mezzi elettronici ed informatici avanzati.
In una Democrazia reale deve essere data alle minoranze la garanzia di una rappresentatività adeguata ma, oltre a questo, si devono prendere tutte le misure che ne favoriscano nella pratica l’inserimento e lo sviluppo. Oggi le minoranze assediate dalla xenofobia e dalla discriminazione chiedono disperatamente di essere riconosciute e, in questo senso, è responsabilità degli umanisti elevare questo tema a livello di discussione prioritaria, capeggiando ovunque la lotta contro i neofascismi, palesi o mascherati che siano. In definitiva, lottare per i diritti delle minoranze significa lottare per i diritti di tutti gli esseri umani.
Ma anche all’interno di un paese esistono intere province, regioni o autonomie che subiscono una discriminazione analoga a quella delle minoranze come conseguenza delle spinte centralizzatrici dello Stato, che è oggi solo uno strumento insensibile nelle mani del grande capitale. Questa situazione avrà termine quando si darà impulso ad un’organizzazione federativa grazie alla quale il potere politico reale tornerà nelle mani di tali  soggetti storico-culturali.
In definitiva, porre al centro dell’attenzione il tema del capitale e del lavoro, il tema della Democrazia reale e l’obiettivo della decentralizzazione dell’apparato statale, significa indirizzare la lotta politica verso la creazione di un nuovo tipo di società. Una società flessibile ed in costante cambiamento, in sintonia con le necessità dinamiche dei popoli che oggi sono soffocati dalla dipendenza.

Lunedì, 24 Aprile, 2006 - 09:57

Marcia per la pace 20 Maggio 2006

 

20 MAGGIO 2006 - DISARMIAMO LA PACE - MARCIA PER LA PACE

Per il 20 maggio alcune associazione e persone della zona di Varese stanno organizzando una marcia per la pace che toccherà due pilastri  dell'apparato bellico presenti in Lombardia: la BASE NATO di SOLBIATE OLONA e l'AZIENDA AUGUSTAWESTLAND di SAMARATE.

Crediamo che questo momento riguardi tutti noi che abitiamo e viviamo in Lombardia.
Ci sembra quindi importante impegnarci per far assumere un rilievo regionale a questa manifestazione.

 

PROGRAMMA

ore 14.00 presidio a Solbiate Olona presso Comando Nato

ore 15.30 concentramento a Gallarate presso II deposito dell'aereonautica militare

(via ranchet)
ore 16.00 partenza della marcia

Arrivo previsto per le 18.00 a Samarate presso stablimenti di AgustaWestland.

Verso le 18.30 a Samarate, presso parco comunale, saluto ai partecipanti, piccolo punto di ristoro (panini e bibite) e concerto finale.

E' previsto un servizio per il rientro a Gallarate per i partecipanti alla marcia.

 

Rete Regionale contro la guerra -  www.disarmolombardia.org

Lunedì, 24 Aprile, 2006 - 09:35

DISARMO in Lomabardia

ANCHE NOI PER DISARMARE LA PACE
In questi anni abbiamo manifestato molte volte contro la guerra "senza se e senza ma", perchè siamo profondamente convinte/i che siano possibili e necessarie politiche di pace e di cooperazione internazionale e che queste siano l'unica strada che il mondo debba intraprendere per avere un futuro.

Queste politiche di pace devono affermarsi attraverso scelte concrete, che vadano oltre la testimonianza, la protesta, la denuncia: per questo siamo convinte/i che si debba prendere una strada opposta a quella della militarizzazione, e questa strada è quella del DISARMO, della riduzione delle spese militari, della smilitarizzazione dei territori (a partire dal rifiuto di possedere armi nucleari)

Queste politiche hanno bisogno di leggi ma anche di un consenso che nasce dai territori, in particolare da quelli in qualche modo "coinvolti" nel sistema
della militarizzazione. Parliamo dei luoghi della produzione bellica, delle località dove esistono basi militari, porti nucleari, ecc. La nostra proposta per disarmare
i territori è una grande occasione per costruire uno sviluppo diverso di questi stessi luoghi, per orientare alternative produttive e sociali.

L’ottusità e l’arroganza del centro desta offendono e umiliano la volontà di 15.000 cittadine/i lombarde/i  che chiedevano una legge civile per la riconversione e il disarmo.
Dopo circa due mesi  di approfondimenti , discussioni e audizioni la maggioranza di centro destra della IV commissione  ha sostanzialmente affossato  la  proposta di legge di iniziativa popolare sull’Agenzia per la riconversione industriale e il disarmo.
La maggioranza attraverso la votazione di un ordine del giorno che da un lato esprime un giudizio negativo sul pdl e dall’altro  rifiuta l’ espressione del voto  decidendo il non passaggio agli articoli, uccide il pdl nascondendo la mano.
L’odg  votato in Commissione  non solo  affossa il pdl  di iniziativa popolare ma chiude  qualsiasi possibilità di riattivare, con le opportune modifiche, la vigente  legge del  ‘94.
L’Unione, ad eccezione della Margherita,  coerentemente  agli impegni assunti  con  i promotori della proposta di legge,  ha chiesto inascoltata che la Commissione votasse il testo nel suo insieme.
Alla fine la Margherita si  è astenuta sul documento del centro destra mentre  le altre forze dell’Unione hanno espresso un voto contrario.
E’ opportuno sottolineare la gravità della posizione assunta dalla maggioranza del centro destra che a parole   sostiene la pace ma nei fatti  contrasta  quelle proposte  tese a favorire  cultura di pace e processi di disarmo.
Prima  dell’inizio della riunione  il Presidente della Commissione ha proposto giustamente un minuto di silenzio per i  gravi fatti di Nassirya .  Fatti che dimostrano che bisogna spezzare la spirale perversa guerra/terrorismo  ritirando le truppe di occupazione dall’Iraq.
 Ma se si vuole per davvero  costruire la pace è necessario contrastare anche attraverso il favorire la riconversione dell’industrie belliche.
La proposta di legge di iniziativa popolare e l’odg votato in Commissione arriveranno in aula del Consiglio regionale  ( il cui calendario sarà definito nei prossimi giorni) dove,per quel che ci riguarda, continuare la nostra azione  coerentemente con gli impegni assunti  con il movimento.
Riteniamo però importante  che siano promosse iniziative pubbliche  di pressione  affinché la maggioranza possa modificare i suoi comportamenti.
Osvaldo Squassina
Milano,27.04.2006

Sabato, 15 Aprile, 2006 - 17:31

Degrado insopportabile del trasporto pubblico

BASTA!
ABBIAMO RICEVUTO TANTE LAMENTELE E PROPOSTE.
E’ ORA DI REAGIRE.
 

 

E’ nato “Comitato Trasporti Puntuali Civili per Milano” per aprire un vero confronto pubblico con l’ATM e mettere l’Amministrazione della città di fronte alle sue responsabilità.

Il dovere e’ di pagare il biglietto ma il nostro diritto e’ di avere un servizio pubblico degno.

 

AIUTIAMOCI A CAMBIARE!
 

 

Ci offrono:

  •     posti in piedi già al capolinea (nelle ore di punta);
  •     convogli delle 3 linee metropolitane e delle linee urbane troppo affollate;
  •     manutenzione e pulizia scarse;
  •     corse saltate e lunghe attese;
  •     scarsi collegamenti con le periferie.

Chiediamo:

  •     aumento di mezzi pubblici;
  •     mezzi puliti e una manutenzione efficiente;
  •     collegamenti frequenti con le periferie.
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