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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Venerdì, 9 Febbraio, 2007 - 14:35

ostaggi italiani in Nigeria"" abbandonati""

Gli ostaggi italiani in Nigeria: «Ci avete abbandonati»
Articolo pubblicato il: 2007-02-07

ROMA - Prima la rabbia e l'angoscia degli ostaggi italiani in Nigeria
che
irrompono dalle pagine del Manifesto, poi le rassicurazioni dell'Eni e
la
cautela della Farnesina, infine l'appello della moglie di uno dei
rapiti e
la notizia della telefonata imprevista e tranquillizzante di Cosma
Russo.
È pieno di colpi di scena il film della giornata sulla vicenda dei due
tecnici dell'Agip italiani e di un libanese, rapiti il 7 dicembre
scorso
dal Mend, il Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger. (nella
foto da sinistra il libanese Saliba Amad e gli italiani Damiano Russo e
Franco Arena).
«Siamo delusi. Delusi dal governo italiano, che non sta facendo nulla
per
tirarci fuori da qui. Delusi dalla nostra compagnia, che ci ha lasciati
a
marcire in questa giungla. Delusi da questa situazione, in cui ci
troviamo
incartati», hanno detto Francesco Arena, Cosma Russo e Imad Saliba
all'inviato del Manifesto che, dopo lunga attesa a Port Harcourt e un
viaggio in barca nella notte sul Delta del Niger, è riuscito ad
incontrarli e intervistarli.
Nella foto pubblicata dal Manifesto che li ritrae a bordo di
un'imbarcazione, guardati a vista da tre uomini armati e mascherati, i
tre
appaiono in buona salute, anche se stanchi.
Arena e Russo hanno dichiarato di non poterne più di una «situazione di
abbandono» e accusato il governo italiano e l'Agip di non fare
abbastanza
affinché il governo nigeriano «accetti le richieste dei rapitori», il
cui
accoglimento porterebbe alla loro liberazione.
Sulle trattative, ieri in mattinata, è intervenuto un portavoce
dell'Eni:
«Stiamo lavorando - ha detto - e continueremo a farlo in stretta
collaborazione con l'Unità di Crisi della Farnesina e le Autorità
nigeriane». Da parte sua la Farnesina ha rilevato che la situazione
permane «estremamente delicata» e ha ribadito che il governo «non
trascura
alcuna pista ed alcun elemento che possa portare alla liberazione» dei
tre
tecnici «nel più breve tempo possibile» e che si ha «piena comprensione
della forte preoccupazione e dell'angoscia delle famiglie».

Fonte: http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=59301

Venerdì, 9 Febbraio, 2007 - 14:32

10 febbraio 2007 presidio a Monza

 

Vi segnalo che sabato 10 febbraio, dalle ore 14.00 alle ore 18.00 in P.zza San Paolo a Monza
è stato concordato un presidio antifascista per protestare contro il corteo fascista.
Vi giro di seguito i comunicati.

Al Sindaco di Monza, Michele Faglia
Al Presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati
Ai Deputati e ai Senatori dell’Unione eletti in Brianza

Abbiamo appreso da manifesti affissi in città che sabato 10 febbraio ’07 un gruppo di associazioni legate all’estrema destra vorrebbe fare un corteo nel centro di Monza, strumentalizzando il giorno del ricordo della tragedia delle Foibe. Sotto sigle diverse si nascondono le organizzazioni neonaziste di forza nuova che già in dicembre e  in gennaio hanno cercato di fare manifestazioni in chiave razzista e xenofoba contro ambulanti ed immigrati. VERE  E PROPRIE MANIFESTAZIONI DI ODIO RAZZIALE. Inoltre le organizzazioni che promuovono e aderiscono a questo sfilata sono di chiara matrice neofascista e neonazista, per questo motivo manifestazioni di questo tenore nella MONZA CITTA’ PER LA PACE non vanno tollerate. L’associazione “Lorien” promotrice di questa gazzarra è l’associazione che nel 2004 in una iniziativa (al chiuso) faceva cantare persone che inneggiavano al fascismo, all’odio contro Ebrei ed Immigrati. Monza proprio in questi giorni ha ricordato i deportati non più tornati dai campi di sterminio e tutti i Monzesi che si sono immolati per dare al paese la democrazia. Oggi negazionisti, fascisti e nazisti vorrebbero usare lo strumento democratico per garantirsi il diritto a manifestare.  Inoltre le forze democratiche ed antifasciste di Monza manifestano la loro preoccupazione perché questo proliferare di iniziative di stampo neonazista avviene con insistenza a Monza, città dove fra breve si andrà a votare, e questo  assume un carattere di vera provocazione. Per questo insieme di questioni le forze democratiche ed Antifasciste di Monza, chiedono al Sindaco e alla Giunta di Monza una presa di posizione autorevole verso le autorità competenti affinché, per motivi di ordine pubblico e di opportunità politica, il corteo di Sabato non venga effettuato. Nel caso questo venisse confermato le scriventi forze si mobiliteranno per un presidio democratico e pacifico del centro di Monza. Di questa grave situazione ne faremo oggetto di iniziative Parlamentari nei confronti del Ministero degli Interni.

ANPI di Monza
Partito della Rifondazione Comunista
Associazione per l’Ulivo
Democratici di Sinistra
Margherita
Partito dei Comunisti Italiani
SDI
Verdi

Monza,  4 febbraio ’07

Venerdì, 9 Febbraio, 2007 - 14:25

16 febbraio 2007 risparmio energetico

Oggetto: M'illumino di Meno - 16 febbraio 2007 Giornata Internazionale del risparmio energetico

Cari amici,

Vi invitiamo ad aderire all'appello "M'illumino di meno" lanciato dal noto programma di Radio 2 "Caterpillar" in occasione della Giornata internazionale del Risparmio Energetico  del 16 febbraio 2007. 
La Tavola della pace sostiene "M'illumino di meno" e invita tutti a partecipare: donne  e uomini, ragazze e ragazzi, associazioni, enti locali,  scuole, aziende, musei, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, univesità,   negozianti e artigiani...
Il 16 febbraio diminuiamo i consumi in eccesso e dimostriamo all’opinione pubblica come un altro utilizzo dell’energia sia possibile.  L’invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 16 febbraio 2007 alle ore 18!
In particolare moltissimi ristoranti organizzeranno cene a lume di candela, mentre le amministrazioni locali forniranno il colpo d’occhio più spettacolare all’iniziativa effettuando, a partire dalle 18 del 16 febbraio, spegnimenti simbolici delle grandi piazze italiane e dei monumenti più importanti (come l’Arena di Verona, il Duomo di Milano, la Mole Antonelliana di Torino, Palazzo Vecchio a Firenze, le piazze di Catania, Bari, Bologna e Palermo).
Nelle due precedenti edizioni “M’illumino di meno” ha contagiato centinaia di migliaia di persone impegnate in una allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Lo scorso anno si risparmiò, nella sola ora e mezza di durata della trasmissione, l’equivalente del consumo medio quotidiano di una regione come l’Umbria. La campagna di “M’illumino di meno” inizierà il 15 gennaio e si protrarrà per un mese fino al 16 febbraio (anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto). 
Caterpillar racconterà giorno per giorno le iniziative più originali, la preparazione delle piazze e dei comuni in Italia e all’estero, le idee più innovative di chi propone soluzioni per abbattere il grafico dei consumi energetici. Mettete in moto la Vostra fantasia e il Vostro ingegno  per dare vita a delle  iniziative originali di risparmio energetico.
Sul sito internet del programma www.caterueb. rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte dagli altri aderenti. Quest’anno la campagna “M’illumino di meno” è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero delle Politiche Agricole. 
Buon risparmio a tutti!
Tavola della pace
Venerdì, 9 Febbraio, 2007 - 14:21

rete scuola e pace parlano la stessa lingua

Milano , 08/02/2007
La Scuola e la Pace parlano la stessa lingua
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----------
di Retescuole

ReteScuole, coordinamento di genitori ed insegnanti delle scuole di
Milano e provincia, in sintonia con il coordinamento delle scuole di
Vicenza e provincia aderisce alla manifestazione di Vicenza del 17
febbraio, indetta dal Presidio Permanente e dal Coordinamento dei
Comitati Cittadini contro il Dal Molin.

La Scuola e la Pace parlano la stessa lingua. Come genitori ed
insegnanti impegnati per una scuola improntata al dialogo e
all'incontro, alla convivenza civile e alla valorizzazione delle
diversità, portatrice di una cultura di pace tra i popoli, rifiutiamo
totalmente qualsiasi scelta funzionale alle politiche di guerra e di
servitù militari che contrastano con tali principi e con l'articolo
11 della nostra Costituzione, tanto bistrattato, che sancisce il
ripudio alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali.

Vorremmo che decisioni così importanti venissero prese dopo aver
ascoltato le popolazioni sulle quali tali scelte ricadono.
Così, come per la base del Dal Molin non si vuole tener conto della
volontà delle comunità locali, altrettanto, per la nostra esperienza
e per la scuola in generale, non si vuole tener conto delle istanze e
delle proposte per una buona scuola per la Repubblica che giungono da
chi nella scuola vive e lavora.
In solidarietà con la stragrande maggioranza dei cittadini vicentini,
rifiutiamo l'ampliamento della base di Vicenza anche perchè questa
nuova servitù militare deprimerebbe ulteriormente il territorio dal
punto di vista ambientale e lo renderebbe più povero, sottraendo le
risorse idriche ed energetiche necessarie ai bisogni delle
popolazioni locali.

Nella Finanziaria il Governo ha deciso un aumento complessivo delle
spese militari che ammontano a 20,354 miliardii di euro. Inoltre il
41% delle spese per il mantenimento della base statunitense in
questione, come per tutte le altre sul territorio nazionale, sono a
carico dello Stato italiano.
Riteniamo questo un incredibile spreco di risorse economiche che
potrebbero essere destinare ad altri servizi essenziali per la
collettività.
Tanto per rimanere solo nel campo della scuola, il settore della
Pubblica istruzione viene sottoposto ad un taglio complessivo di 3
miliardi di euro in tre anni di cui 448 milioni nel 2007, che portano
a peggiorare le già critiche condizioni della scuola pubblica di
tutte e di tutti, per tutte e per tutti.

A chi ci chiede: ma cosa c'entrate voi di ReteScuole con la base di
Vicenza noi diciamo: la scuola c'entra sempre con la pace e vorremmo
che i soldi delle nostre tasse fossero impiegati più saggiamente
nell'educazione e non nell'acquisto e nel mantenimento di macchine da
guerra.

Sabato, 3 Febbraio, 2007 - 11:29

basi in Italia...

Italia
Aviano Administration Annex Group, Aviano, US Air Force
Aviano Air Base, Roveredo In Piano, US Air Force
Aviano Ammunition Storage Annex, Roveredo In Piano, US Air Force
Aviano Bachelor Hsg Annex No 2, Aviano, US Air Force
Aviano Bachelor Hsg Annex, Aviano, US Air Force
Aviano Family Hsg Annex, Aviano, US Air Force
Aviano Maintenance Annex, Aviano, US Air Force
Aviano Storage Annex, Aviano, US Air Force
Camp Darby, US Army
Camp Ederle, Vicenza, US Army
Coltano Troposcatter Site, US Army
Comiso Family Hsg Site, Comiso, US Air Force
Dal Molin Airfield, Vicenza, US Army
Livorno, US Army
Livorno Supply & Maint Area, 409 US Army
Livorno Training Area, US Army
Longare Comm Site, Vicenza, US Army
Sigonella, Sigonella, US Navy
NAVHOSP Naples, Neapel, US Navy
NAVSUPPACT Maddalena, La Maddalena, US Navy
NAVSUPPACT Naples, Neapel, US Navy
NCTAMS Eurcent Naples, Neapel, US Navy
Pisa Ammo Stor Area, Pisa, US Army
San Vito Dei Normanni Air Station, Brindisi, US Air Force
Vicenza, Vicenza, US Army
Vicenza Basic Load Stor Area, Vicenza, US Army
Vicenza Fam Hsg, Vicenza, US Army
Vigonovo Storage Annex, Vigonovo, US Air Force
23 Basi, senza altri dettagli

Sabato, 3 Febbraio, 2007 - 11:21

dimostranti occupano binari stazione

   17/1/2006

DIMOSTRANTI OCCUPANO BINARI STAZIONE, Alcune centinaia di persone dei comitati che si battono per il 'no' alla nuova base Usa a Vicenza occupano i binari della stazione ferroviaria. Il traffico dei treni e' al momento sospeso. Ai manifestanti, circa 600 che stasera avevano preso parte al corteo per le vie del centro storico, se ne sono aggiunti altre centinaia, che si sono diretti verso la stazione, per bloccare il traffico ferroviario. La situazione e' di grande confusione ma, secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, non e' al momento degenerata.Nessun problema lungo l'asse Roma Washington. Ma Prodi, sulla questione della base americana, deve sciogliere due nodi. Il primo è politico: il dissenso della sinistra radicale. Il secondo è legato al dialogo con i comitati locali, contrari all'ampliamento del Del Molin per ragioni, più che politiche, territoriali e ambientali

 
«Un passo avanti nelle relazioni bilaterali» - dice Ronald Spogli, ambasciatore americano. «L'Italia onora i suoi impegni internazionali» - ribadisce il Dipartimento di Stato. «I nostri rapporti non hanno mai registrato increspature d'acqua, come descritto dai media» - conferma Romano Prodi. Il disco verde del governo all'ampliamento della base americana di Vicenza - utilizzando l'area dell'aeroporto civile «Dal Molin», dove sorgeranno alloggi e infrastrutture per ospitare 1750 soldati oltre ai 2750 già presenti in loco - apre una falla, non tanto con l'alleato americano o con l'opposizione (favorevolissima), quanto con le componenti radicali della coalizione. Un altro tema che va ad aggiungersi - oltre a quello sulla Tav e sull'eventuale alleggerimento dello «scalone» - alla lunga lista di problemi politici del governo, sempre più diviso tra un'ala di «ancien gauche» coagulata attorno al PdCI, a Rifondazione e ai Verdi e la componente cosiddetta «riformista» dell'Ulivo, nocciolo duro del nascituro, e mai nato, Partito democratico.

LINK

  • Comitato anti-ampliamento
  • La posizione di Cinzia Bottene
  • No al Dal Molin

    DIVERGENZE POLITICHE
    «I cittadini sono stati traditi» - attacca il verde Alfonso Pecoraro Scanio, preoccupato delle ricadute ambientali ed urbanistiche dell'allargamento della base (che tra l'altro dovrebbe ospitare un megaparcheggio per quasi 2000 autovetture). E mentre Oliviero Diliberto, PdCI, invoca «il coinvolgimento della popolazione», e Franco Giordano, segretario di Rifondazione, si dice pronto a scendere in piazza con i pacifisti perché «le servitù militari devono essere rinegoziate, non ampliate», i più duri nei toni sono i deputati veneti dell'Unione, preoccupati soprattutto delle ricadute urbanistiche della decisione di ampliare la base statunitense. «Una decisione gravissima» - attaccano Fincato, Trupia, Zanella, Valpiana e Galante.

    REFERENDUM
    La quadratura del cerchio, per evitare che un dissenso profondo si trasformi in un problema politico che metterebbe in crisi la stessa tenuta del governo, risiede in una parola su cui tutti - da Piero Fassino a Fausto Bertinotti - si dicono d'accordo: «Referendum». Una parola che non divide la coalizione, ma divide governo centrale e amministrazione locale. A chi spetta indirlo? Il gioco del rimpallo delle responsabilità è avviato.

    Il sindaco Enrico Hullweck (Forza Italia) - incassato il sì del Consiglio comunale e storico pasdaran dell'ampliamento (anche per le sue ricadute occupazionali) - ha le idee chiare. Non è materia locale: «La parola spetta al Governo. Lo stesso discorso vale per il referendum locale che per legge può esserci solo su una materia di competenza locale. Questa non lo è». Di tutt'altro avviso - naturalmente - Romano Prodi che, oltre a circoscrivere il dissenso in un ambito puramente territoriale-urbanistico, ha risposto in questo modo: «La trattativa sul progetto con gli americani spetta al comune di Vicenza». E sul referendum? «Materia locale. Non sono mica il sindaco» - dice.

    PROTESTA LOCALE
    Il problema non è solo un problema politico di tenuta della coalizione. E nemmeno - esclusivamente - una questione che apre un conflitto istituzionale di competenza tra consiglio comunale e governo centrale. Il problema è anche legato al fatto che l'ampliamento della base di Vicenza avverrebbe in un'area, il «Dal Molin», che sorge in piena Vicenza.
    «700 mila metri cubi di cemento che cancelleranno un polmone verde della città» - accusa la signora Cinzia Bottene, agit-prop antiampliamento. Sono già dodici i comitati cittadini sorti a Vicenza per protestare contro quella che è apparsa, a molti cittadini vicentini, come una scelta inopportuna, soprattutto per motivi di vivibilità. Il timore di molti, a Vicenza, è che, alla fine, questioni più grandi finiscano per scaricarsi su una comunità locale già carica di problemi.
    Sono comitati che rappresentano un disagio reale. Sono trasversali, non «ideologicamente antiamericani». E' anche a loro che il governo dovrà una risposta.

  • Sabato, 3 Febbraio, 2007 - 11:18

    iIl fututro è nelle nostre Mani


    NOTE ORGANIZZATIVE MANIFESTAZIONE NAZIONALE 17 FEBBRAIO
    “IL FUTURO è NELLE NOSTRE MANI: DIFENDIAMO LA TERRA PER UN DOMANI SENZA BASI
    DI GUERRA”

    In questi giorni abbiamo ricevuto numerosissime adesioni per la
    manifestazione nazionale del 17 febbraio a Vicenza. Di questo vi vogliamo
    ringraziare.

    Quella che si prospetta è una manifestazione molto partecipata, dalle
    dimensioni che la nostra città non ha mai vissuto. Proprio per queste
    ragioni vi chiediamo di fornirci alcune informazioni al fine di organizzare
    al meglio l’iniziativa.

    Vi chiediamo di indicarci al più presto il numero approssimativo di
    partecipanti dalla vostra realtà, il mezzo di trasporto con cui arriverete a
    Vicenza (se pullman indicateci anche il numero) e un referente da poter
    contattare.

    Tutto ciò al fine di poter organizzare al meglio il vostro arrivo e la
    vostra partecipazione al corteo; ulteriori informazioni (luogo di sosta dei
    pullman, parcheggi ecc) vi saranno segnalati con email successive.
    Riceviamo, inoltre, numerose richieste da tutta Italia per sapere come
    giungere a Vicenza e a chi rivolgersi nella propria città: la completezza
    delle informazioni, dunque, è fondamentale per favorire la massima
    partecipazione possibile.

    Il concentramento del corteo è fissato per le 14.30 di fronte alla stazione
    dei treni di Vicenza. Il corteo, dopo aver fatto un giro della città, si
    concluderà con un happening presso Campo Marzo, nei pressi della stazione
    FS.

    Pubblicheremo tutte le informazioni anche nel sito www.altravicenza. it.

    Il 17 febbraio tutte e tutti a Vicenza! NO Dal Molin!

    Presidio Permanente NO DAL MOLIN

    Recapiti:
    nodalmolin@libero. it

    Sabato, 3 Febbraio, 2007 - 11:00

    ammazzateci tutti

    Reggio_Calabria_17-2-07.jpg

    Una lettera dalla Calabria di Rosanna del Movimento Ammazzateci Tutti. Il 17 febbraio a Reggio Calabria i nostri ragazzi sfileranno contro la mafia. Non lasciamoli soli.

    Caro Beppe,
    mi chiamo Rosanna, ho 23 anni e sono la figlia di un giudice di Cassazione calabrese ucciso poco prima di Falcone e Borsellino. Ma non è per parlare di me che ti scrivo.
    E’ trascorso più di un anno dalle grandi manifestazioni di Locri scaturite dalla rabbia per l’omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale Francesco Fortugno, ciliegina sulla torta dopo decine di delitti impuniti perpetrati nella Locride ed in tutta la Calabria.
    Dopo un anno e mezzo in Calabria si continua a morire, a pagare la mazzetta, a sopravvivere soggiogati dalla ‘ndrangheta.
    Dopo un anno e mezzo noi ragazzi siamo ancora qui a combattere per contrastare ogni forma di mafia, da quella di strada a quella dei Palazzi, e riprenderci la nostra terra.
    ...
    Molto spesso ci si sente immuni al problema ‘ndrangheta, finché non ci troviamo a doverne affrontare la prepotenza. Ce ne accorgiamo al momento di aprire un’attività, quando ‘qualcuno’ bussa alla tua porta chiedendo un ‘contributo’ per lasciarti lavorare, poi il ‘contributo’ diventerà un quarto, metà, tre quarti del guadagno dell’attività e sarai costretto o a scendere a compromessi o a chiudere ed andare via. Tutto normale, preventivato, anche se completamente assurdo. Tutto consumato in silenzio.
    Come quando ammazzano qualcuno a te caro e sai chi è stato, ma quel nome è troppo pesante da dire, così come diventa troppo rischioso chiedere che sia fatta giustizia, perché certi nomi sono impronunciabili. E allora si ingoiano bocconi amari e si continua la solita vita.
    Oppure può succedere che un giorno un ragazzo si senta umiliare dai compagni perché non ha la maglia firmata e non l’avrà mai perché in famiglia si fanno i salti mortali per arrivare a fine mese e allora, per dare una mano, per sentirsi qualcuno e farsi rispettare eccolo rivolgersi al ‘capetto’ di turno, eccolo ipotecare la sua vita, vendere la sua dignità per diventare ‘qualcuno’. Che importa se poi rischia di finire in carcere per spaccio o per aver ucciso un uomo? Che importa se avrà buttato nel fango la sua coscienza?
    Perché, sia chiaro, alla fine chi ci rimette è la povera gente, non ‘lorsignori’.
    No, quelli guardano dall’alto delle loro ville al Nord, sicuri ed al calduccio! C’è chi paga per loro.
    In Calabria è rimasta solo la spietata manovalanza, quella che si occupa di tenere sotto controllo il territorio e soggiogare, sostituendosi allo Stato, i calabresi. E’ quella a cui ci si rivolge per comprare i propri diritti, quella che alimentiamo con l’ignoranza e la paura.
    ...
    Ed è proprio questo il senso della manifestazione che noi ragazzi del Movimento Ammazzateci tutti stiamo promuovendo per il prossimo 17 febbraio a Reggio Calabria.
    Noi vogliamo mettere in pratica le parole del Giudice Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”
    Perché se continueremo a rivolgerci al ‘capobastone’ per ottenere i nostri diritti, se lasceremo che la ‘ndrangheta continui ad interferire nelle nostre vite con arroganza e prepotenza, se ci faremo ingannare dai suoi diabolici sorrisi, non riusciremo mai a liberarci dal suo giogo.
    ...
    E’ la prima manifestazione auto-convocata che organizziamo a Reggio Calabria, la prima completamente auto-finanziata, anche se non nascondo che vorremmo fare appello a tutti i calabresi, commercianti, imprenditori, mamme e papà, perché ci aiutino anche economicamente nell’organizzazione della manifestazione, vorremmo infatti chiedere una sorta di ‘pizzo legalizzato’, ovvero un contributo economico con tanto di certificato di acquisizione da parte loro di una ‘azione antimafia’ dal nostro virtuale pacchetto azionario.
    ...
    Le mafie non sono un problema solo del Sud, ma sono il cancro dell’Italia intera e, finchè si continuerà a fare il loro gioco ignorando e girandosi dall’altra parte, non potremo mai estirpare questa malattia. Per questo il nostro appello non vuole fermarsi solo ai calabresi, ma vuole essere un richiamo per TUTTI gli italiani onesti, perché c’è sempre, in ogni regione, qualcosa che prende il nome di ‘mafiosità di comportamento’. E’ il pensare di poter essere diversi rispetto agli altri, il pretendere di poter comprare e vendere dei diritti, il curarsi esclusivamente del proprio bene anche a scapito degli altri.

    Abbiamo attivato un blog per la manifestazione, lì potrete trovare tutte le informazioni utili “work-in-progress” fino al 17 febbraio. L’indirizzo è http://17febbraio.ammazzatecitutti.org
    Un mio, seppur virtuale, abbraccio.”

    Rosanna Scopelliti
    figlia del giudice Antonino, ucciso da Cosa Nostra a Campo Calabro (RC) il 9 agosto 1991.
    Movimento "E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI"
    giovani uniti contro tutte le mafie
    www.ammazzatecitutti.org

    Mercoledì, 31 Gennaio, 2007 - 21:46

    CTPC..comitato trasporti puntuali civili Milano


    Comunicato stampa

    A nome del Comitato Trasporti Puntuali e Civili (CTPC) condividiamo appieno le perplessità attribuite di un cospicuo numero di dipendenti ATM in relazione al sempre crescente scostamento fra gli indirizzi e le azioni intraprese dai dirigenti dell’ATM e le reali necessità e le legittime aspettative dei cittadini.
     La Dirigenza di ATM appare sempre più interessata agli aspetti amministrativo-economici della loro attività, lasciando in un piano sempre più marginale, l’attenzione a coloro che fruiscono dei servizi.
    Condividiamo il senso di sgomenta sofferenza che si avverte nel loro tanto civilissimo quanto convinto appello al Sindaco di Milano, Letizia Moratti, affinché dia un chiaro segnale di attenzione e di consapevolezza del fatto che ATM è una protagonista fondamentale dell’anima e dell’identità civile della città, e che, quindi, tanto più che ATM è vicina ai suoi cittadini, tanto più ne benefica tutta la città.
      Al Signora Letizia Moratti Sindaco chiediamo di cogliere gli ormai prossimi avvicendamenti aziendali per dimostrare di avere il coraggio di andare ben oltre i vincoli di legge: anche se nessuna norma, nessun protocollo, lo richiede, proponga che nel Consiglio di Amministrazion e di ATM entri una vera e adeguata rappresentanza della città, almeno un membro, non diciamo rappresentante della cittadinanza organizzata, ma che, almeno, ne riceva, con dichiarazione a tutti conoscibile, la fiducia.
    Sarebbe un vero, fortissimo, segnale di attenzione e rispetto agli occhi di tutti i cittadini, inclusi quelli che non fruiscono, se non sporadicamente, dei servizi di quella grande protagonista della vita di Milano che è sempre stata ATM.
    X  il COMITATO TRASPORTI PUNTUALI E CIVILI
    Alberto Ricci 

    Mercoledì, 31 Gennaio, 2007 - 21:43

    Nucleare ad Aviano......

    Comunicato Stampa:
    Ecco le prove della presenza nucleare ad Aviano

    Nell'edizione di domenica 28 gennaio 2007, il quotidiano "Libero" ha
    dedicato un'intera pagina ad un'inchiesta di Francesco Ruggeri, nella
    quale vengono fornite importanti prove a sostegno della tesi, più
    volte
    avanzata, della presenza di armi atomiche nella Base Usaf di Aviano
    (così come in quella italiana di Ghedi).

    L'autore è riuscito ad entrare in possesso di foto scattate da alcuni
    soldati statunitensi nel corso di un'esercitazione sulla sicurezza
    nucleare, svoltasi ad Aviano nel 2002, nonché di documenti contenenti
    i
    regolamenti interni sulle operazioni con materiale nucleare.

    Il testo completo dell'articolo è pubblicato sul sito
    www.vialebombe.org, da dove è possibile scaricare anche una copia PDF
    ad
    alta definizione della pagina in questione.

    Finora, i vari Governi che si sono succeduti, hanno sempre rifiutato di
    confermare la presenza di ordigni militari sul nostro territorio. È
    tempo invece che i cittadini siano adeguatamente informati e che
    l'Italia si adoperi affinché tutte le armi nucleari presenti nel
    nostro
    paese siano smantellate al più presto, come primo passo verso la
    completa abolizione delle armi atomiche.

    Allegato Descrizione
    libero2801piccolo[2].jpg
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