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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Domenica, 11 Giugno, 2006 - 12:44

La Data del Referendum

                        Il Referendum si svolgerà il 25 e il 26 giugno 2006
Il quesito referendario
Il quesito referendario che si troverà sulle schede reciterà:
<<Approvate il testo della legge costituzionale recante: “Modifiche alla parte II della Costituzione”, approvata in seconda votazione dalla Camera dei Deputati nella seduta del 20 ottobre 2005 e dal Senato della Repubblica nella seduta del 16 novembre 2005, il cui testo è stato pubblicato nella “Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana” – Serie Generale – n.269 dek 18 novembre 2005?>>

Il voto
Trattandosi di un referendum confermativo della legge, si avrà che:
Se vinceranno i NO: la modifica alla Costituzione sarà respinta.
Se vinceranno i SI: la modifica alla Costituzione sarà promulgata; le novità entrerebbero in vigore secondo i tempi indicati nelle nuove disposizioni transitorie.

Il Quorum
Per i referendum Costituzionali, a differenza dei referendum legislativi previsti dall’art.75, non è necessario il raggiungimento di nessun quorum. La votazione sarà valida indipendentemente dal numero di votanti.

Venerdì, 9 Giugno, 2006 - 21:47

REFERENDUM 25/26 giugno 2006 SCEGLI NO!

               AL REFERENDUM PER L’APPROVAZIONE DELLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE
                                                       VOTIAMO E FACCIAMO VOTARE NO
Anziché avanzare verso il decentramento del potere e della democrazia partecipativa, siamo in presenza del tentativo di cancellare anche quel poco di democrazia, limitata e formale, di cui godiamo oggi.
La riforma della Costituzione attuata dal centrodestra è stata propagandata sotto il nome di “devolution”. Ma se con questo termine si intende un processo di riduzione delle competenze dello Stato e la loro attribuzione alle Regioni e agli enti locali, bisogna sottolineare che, di tutto ciò, nella riforma non vi è traccia. Anzi, è vero il contrario: si tratta di un passo indietro rispetto alla riforma del realizzata nel 2001 dal centrosinistra. Molte delle competenze allora attribuite alle Regioni, con quest’ultima riforma ritornano allo Stato; mentre si introduce un non meglio definito “interesse nazionale”, in difesa del quale le decisioni degli enti locali e delle Regioni possono venire annullate dal Parlamento.
La verità è che questa riforma, spacciata come un importante passo nella direzione del decentramento, accentra i poteri nello Stato e in particolare nelle mani di una sola figura: il primo ministro. È questa la parte davvero importante e pericolosa della riforma.
Impediamo questo slittamento in senso autoritario delle nostre istituzioni dicendo NO alla riforma costituzionale.
Ma non fermiamoci qui: continuiamo a costruire e a fare pressione perché aumentino gli spazi di partecipazione e si vada verso la creazione di una democrazia partecipativa, in cui  i cittadini siano autenticamente coinvolti nella gestione della cosa comune e nelle scelte che li riguardano.
Perché siamo contrari alla riforma della Costituzione:
- Il Presidente del Consiglio (che si chiamerà primo ministro) avrà poteri smisurati rispetto agli altri organi della Repubblica: Potrà essere sollevato dal proprio incarico solo in caso di morte, impedimento grave, o sostituzione da parte della sua maggioranza alla Camera. Potrà scavalcare il Senato federale imponendo il proprio parere su una legge.
- Si indebolisce la separazione tra potere legislativo (parlamento) ed esecutivo (governo) fondamentale per il buon funzionamento di una democrazia.
- Con la fine del bicameralismo viene meno la garanzia di bilanciamento dei poteri tra le due camere.
- Il Presidente della Repubblica perderà gran parte delle sue funzioni di controllo e bilanciamento.
- Si ridurrà l’autonomia della Corte Costituzionale dagli altri poteri, aumentando l’ingerenza politica nella nomina dei giudici.
- Si tratta di una finta devolution, perché di fatto le materie di competenza dello Stato verranno aumentate nel campo economico e delle politiche monetarie, nella tutela della salute, qualità alimentari, sicurezza del lavoro, grandi reti strategiche di trasporto, ordinamento delle professioni intellettuali, ordinamento sportivo nazionale, produzione strategica, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia.
- Accentrando i poteri nel governo e contemporaneamente devolvendo altri poteri alle Regioni, aumenteranno i conflitti di competenza che rischiano di paralizzare le istituzioni del paese, gettandole nel caos.
- Non rappresenta l’intero paese, ma solo gli interessi arroganti di alcuni partiti che hanno dato l’assalto alla Costituzione. Da una Costituzione scritta con l’accordo di tutte le forze politiche, quella del ’48,  si passa ad una Costituzione voluta da poco più della metà del Parlamento.
Per saperne di più:

Allegato Descrizione
referendum.pdf
152.33 KB
Martedì, 6 Giugno, 2006 - 14:38

Una Devolution che accentra i poteri.

 

La Nuova  Riforma  ha  un' anima autoritaria:occorre fermarla Votando NO!!!

 

Lo  scorso 16  Novembre,  con i  soli voti del centrodestra, la  Costituzione Italiana è  stata

stravolta. Approvata nel dicembre  del" 46  pressochè all'unanimità  (  solo 62 "no"

su  556 eletti) la Costituzione è legge fondamentale della  Repubblica italiana.

Troppe bugie e luoghi comuni accompagnano questa controriforma. 

Vediamoli:

-  Non  c'e'  nulla  di male a  fare qualche  modifica alla  Costituzione...Ma L'attuale riforma tocca Oltre un  Terzo

degli articoli (  57 su  139 complessivi), e  dunque più di  una riforma si  tratta di  un  vero  e  proprio stravolgimento.

Infatti,definita  addirittura " incostituzionali" .

B -  Che  la  riforma  velocizzerà la " Funzione Legislativa". Ma, in realtà essa  diventa un labirinto,  per  cui

risulta difficile stabilire  anche  solo  chi è competente a  legiferare su  una  materia,  se di  una Camera,  se  dell'altra

se  entrambe,  se  delle  Regioni. E' ragionevolmente prevedibile un  alto livello di

conflittualità istituzionale,  che  bloccherà,  anzichè rendere più  efficiente,  il  nostro sistema politico.

C - Che  le  funzioni di  garanzia sono preservate. Ma nel  caso della  Corte Costituzionale si  interviene pesantemente alterando l'equilibrio nella  composizione dei  giudici, tra  i  quali  aumentano quelli di  nomina politica.

Il  che  vuol dire minarne l'autonomia complessiva. Il Presidente della  Repubblica, poi, si  vede anch'esso togliere alcune importanti prerogativa.

 
Per  questo  chiediamo di  impedire questo slittamento in  senso autoritario delle  nostre  istituzioni dicendo NO a questa riforma costituzionale e, non  fermandoci qui, continuiamo ad agire nella direzione di  costruire spazi di aggregazione al  fine di  creare una  Democrazia partecipativa,  in cui i  cittadini siano autenticamente coinvolti nella gestione della  cosa  comune e  nelle scelte che  li  riguardino. 

Al  Referendum per  l'approvazione della  riforma della  cosituzione votiamo e  facciamo votare NO,perchè vogliamo avanzare dalla Democrazia formale verso  la Democrazia  reale e non, al  contrario, retrocedere  verso l'autoritarismo!!               

 

      

 

 

Venerdì, 26 Maggio, 2006 - 11:24

Un cambiamento Politico" Vota Partito Umanista"

                   PROGRAMMA   CAMPAGNA   ELETTORALE

                                     Zona  5               

              Gratosoglio-    Porta TicineseVigentino ( Ripamonti)
                                 Questo programma si ispira ai seguenti punti:                                   
- l'essere umano come valore centrale
- la non-violenza come metodologia per arrivare a un mondo di pace
- la solidarietà con chi è discriminato
- i diritti umani, tra cui il diritto alla salute, educazione, casa, retribuzione
- la democrazia diretta e la sovranità dei cittadini
- la ricerca dell'equilibrio tra l'uomo e l'ambiente naturale
Un  Cambiamento  Politico bisogna farlo,  ma  non  da  soli..è  Difficile  e  poco Utile,
se  lo facciamo Insieme  sarà più Semplice .......

    Un  Grazie  a Tutti  Voi!
    Pace forza  e  allegria
                                                Donatella  Elvira   Camatta

Giovedì, 25 Maggio, 2006 - 17:11

PARTITO UMANISTA OSCURATO

Comunicato stampa 25-05-2006
Il Partito Umanista oscurato, si mostrerà in bici
Venerdì, 26 maggio 2006
Ore 19.00 Stazione Garibaldi
A chiusura della campagna elettorale il Partito Umanista organizza un Tour in bici dalla Stazione Garibaldi ai Bastioni di Porta Nuova.
Itinerario: Stazione di Porta Garibaldi  - Corso Como – Moscova – Via Statuto – Via Pontaccio – Lanza – Via Mercato – Via Pontevetero – Via Cubani - Cairoli – Dante – Cordusio – Via dei Mercanti – Corso V. Emanuele – San Babila – Corso Manforte – Via F. Meda – Via Verdi - Pza della Scala – Via Manzoni – Via Montenapoleone – Turati – Via della Moscova – C.so Garibaldi – Bastioni P.ta Nuova -Teatro Smeraldo.
Il candidato sindaco Valerio Colombo e i candidati della lista e delle 9 circoscrizioni denunciano il fatto che ci hanno oscurato: pochi "centimetri" nei giornali, pochi "minuti" in televisione e anche gli spazi che ci spettavano di diritto per i manifesti elettorali ci sono stati coperti. L’Italia non è uno stato di diritto e lo si vede dalla voce concessa a tutte le minoranze.
A questa censura si è persino aggiunta la diffamazione relativa ai costi della costi della campagna elettorale: ci è stata imputata una spesa di 310.000 euro, quando alle attività di diffusione sono stati destinati solo circa 1.000 euro a zona.
I candidati e i sostenitori gireranno, quindi, la città in bici, per le strade di Milano perché l'unico appoggio su cui si può contare per cambiare radicalmente le cose è il contatto e la vicinanza della gente comune, l'attività di strada, il sostegno e la rivendicazione di chi è discriminato e pertanto la strada è l’unica maniera degna di chiudere la campagna elettorale.
Alla fine della campagna elettorale non si potrebbe fare niente di più concreto che trovarsi dove si continua a stare prima e dopo le elezioni: nei quartieri con un grande numero di attività e iniziative rivolte al cambiamento e alla ricostruzione del tessuto sociale.
Per informazioni:
Ufficio Stampa Partito Umanista Milano
Mercoledì, 24 Maggio, 2006 - 16:28

Saia alla Bindi "" Lesbica!!""

Dev´essere venuto del tutto spontaneo al molto onorevole senatore Maurizio Saia, di An, dare della ´´lesbica´´ al Ministro della Famiglia, Rosy Bindi. Si capisce: una donna non sposata, non inquadrabile nei canoni della bella oca, con idee proprie, e che addirittura ha dimostrato, lei cattolica praticante, un´attenzione verso realtà umane diverse dalla propria... qualcosa che non funziona deve pur averla. Anzi, molto. Anzi, troppo. Il peggio. E cosa c´è di peggio, per gli uomini come Saia, dell´omosessualità, anzi, del lesbismo? Quest´ultimo, se possibile, il peggio del peggio. E´ la cultura della destra moderna, quella che si definisce "liberale".
Qualcuno minimizzerà: battutina folcloristica, come la simpatica barzelletta di Berlusconi sui malati di Aids, qualche anno fa. Sbagliato. Saia è semplicemente il frutto, ovvio e avvelenato, di più di un decennio di disprezzo, odio, insofferenza per le regole, machismo, volgarità e violenza sparso a piene mani da quella destra clerico-berlusconiana che si pretende liberale. Saia è l´equivalente delle barzellette maschiliste-aziendali di Berlusconi, dei ´´culattoni´´ di Tremaglia e di Calderoli, dei ´´froci´´ della Mussolini, dei ´´peccatori´´ di Buttiglione (e dei cardinali loro simpatizzanti).
Il Partito umanista esprime piena solidarietà all´onorevole Bindi e manifesta nel contempo la sua totale indignazione per l´ignoranza virulenta di una classe politica che considera ancora l´omosessualità un insulto e che deride le minoranze.
Esortiamo inoltre l´attuale maggioranza a smettere gli atteggiamenti vittimistici e a non cercare a tutti i costi il dialogo con personaggi di questo stampo, o che sommergono con bordate di fischi i senatori a vita (tra cui Rita Levi Montalcini, Ciampi e Andreotti, questi ultimi due l´ex presidente amato da tutti e il candidato della CdL per la presidenza del Senato), o che definiscono Enzo Biagi ´´un vecchio rancoroso´´ (Silvio Berlusconi). In democrazia il confronto è doveroso, ma solo dove non si mettano in discussione diritti umani fondamentali o, semplicemente, elementari regole di educazione. Se, come sosteneva Gandhi, il livello di civiltà si valuta da come si trattano le minoranze, non osiamo pensare a quale livello si trovi l´Italia in questo momento.
 
Daniela Tuscano
Area Pari Opportunità
Segreteria Programmatica Partito umanista

Martedì, 23 Maggio, 2006 - 13:46

Loro giocano alla guerra

 

 

Collisione in volo di due caccia militari ieri verso le 22,30 davanti alle coste della Sardegna, tra Muravera e San Vito. I due piloti sono riusciti a salvarsi grazie al seggiolino eiettabile.
Gli aerei dell'aeronautica italiana, due F-16, si sono scontrati mentre erano impegnati nell'esercitazione internazionale "Spring Slag 2006" nella base aerea di Decimomannu, nel cagliaritano. I piloti sono stati recuperati subito dopo l'incidente e stanno bene. Sono in corso gli accertamenti per scoprire le cause della collisione.

Loro giocano alla guerra, ma non lo fanno con i soldatini di piombo, di stagno o di plastica, come facevamo noi da bambini. Loro alla guerra giocano davvero. Non sono passati molti anni da quando la nostra Aeronautica militare, giocando alla guerra, massacrò un'intera scolaresca a Casalecchio di Reno. Ieri è andata meglio, e ci rallegriamo che i due piloti siano usciti vivi da un incidente che non doveva accadere. Ma tra le righe non possiamo non notare che un F16 costa, a secondo dell'allestimento, tra 500 milioni e un miliardo di Euro. Tra 1.000 e 2.000 miliardi di lire.

Ovvero, per capirci, ieri nel cielo della Sardegna il bilancio dello stato ha avuto un danno pari fino alla metà del costo del fantomatico ponte sullo stretto di Messina o pari allo stipendio annuale di 150.000 operai o comprare dosi di vaccino antitubercolosi per tutti i bambini del mondo e mi si scusi l'ingenuità. Ma loro preferiscono giocare alla guerra. E' ora di capire cosa vuol fare il neo-ministro Parisi. Un buon inizio sarebbe NON sostituire i due F16 distrutti ieri per giocare alla guerra.

 

 

Gennaro  Carotenuto 

Domenica, 21 Maggio, 2006 - 11:21

CONTRO TUTTE LE GUERRE

              Contro  tutte  le  guerre    Contro  tutti  gli  eserciti

 

Siamo contro tutti  gli eserciti perchè disprezziamo la gerarchia, la subordinazione che  annienta la libertà dell'individuo e  il cinismo di cui è impregnato ogni  potere.

Denunciamo le prduzioni di  morte, il  mercato delle  armi, prima  causa di  sfruttamento e  ricatto del lavoratori, poi strumenti per  continuare ad esercitare l'oppressione.

E'  necessario delegittImare la  guerra, sabotarne gli  ingranaggi, scardinare il  ricatto

dei  signori delle  armi.

Quella che  Bush ha  battezzato " Guerra al  Terrorismo" è invece un terrorismo di  Guerra. 

Nel Mondo che  vogliamo non c'è posto per  questo  orrore quotidiano, sabbia  e  non  olio nel motore del militarismo!!!!

LA   GUERRA E'  NEMICA DELLA  LIBERTA' NOI  SIAMO NEMICI DELLA  GUERRA 

Domenica, 21 Maggio, 2006 - 10:30

2 Giugno Vera Festa della Costituzione

 

 

GIORGIO BERETTA
UNO DEI PIU' IMPORTANTI STUDIOSI DELLE QUESTIONI DEL DISARMO
ADERISCE ALL'APPELLO RIVOLTO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
PERCHE' IL 2 GIUGNO SIA FESTA DELLA COSTITUZIONE
E NON ABBIA PIU' LUOGO L'ABUSIVA PARATA MILITARE

Ad alcuni mezzi d'informazione
ad alcune persone e associazioni
impegnate per la pace, la legalita', la democrazia e i diritti umani.

Signor Presidente della Repubblica,
insieme ai nostri vivi auguri per il Suo alto compito, Le rivolgiamo
una
calda richiesta, che viene dal popolo della pace, di festeggiare il
prossimo
2 giugno come vera festa della Costituzione, come festa del voto
popolare
che ha voluto la Repubblica e eletto la Costituente, e niente affatto
come
festa militare.
Ammessa, per amore di dialogo, e non concessa la necessita'
dell'esercito -
che noi come tale discutiamo (tra esercito e polizia democratica la
differenza e' essenziale, come tra la violenza e la forza, la forza
omicida
e la forza non omicida) - esso non e' assolutamente il simbolo piu'
bello e
vero della patria, non e' l'esibizione giusta per il giorno della festa
della Repubblica: nell'ipotesi piu' benevola, e' soltanto una triste
necessita'.
La parata militare e' brutta tristezza e non e' festa. La parata delle
armi
non festeggia la vita e le istituzioni civili del popolo, non dimostra
amicizia verso gli altri popoli, non e' saggezza politica. Non e'
neppure un
vero rispetto per chi, sotto le armi, ha perso la vita.
Rispettando le diverse opinioni, e' un fatto inoppugnabile che
l'esercito
non ha avuto alcuna parte nell'evento storico del 2 giugno 1946, quando
unico protagonista e' stato il popolo sovrano e l'azione democratica
disarmata: il voto.
Nella festa del 2 giugno l'esercito e' fuori luogo, occupa un posto che
non
e' suo.

*

 

Sabato, 20 Maggio, 2006 - 07:46

IL PASSATO CHE RITORNA

AHMADINEJAD: IL PASSATO CHE RITORNA
Il presidente dell'Iran, Mahmoud Ahmandinejad, ha le idee chiare. Noi non combattiamo l'Occidente perché cristiano - aveva scritto pochi giorni fa in una lettera a Bush - ma perché "poco" cristiano o, peggio, miscredente; perché ha rinnegato la legge di Dio e dei suoi profeti per cedere alle lusinghe del materialismo e dell'immoralità. E del sionismo, naturalmente. Si vocifera voglia scrivere anche al Papa.
Toni pressoché identici a quelli usati poco tempo fa da az-Zarqawi: anche secondo il famigerato terrorista, gli occidentali vanno combattuti perché, al posto di Gesù, si sono messi ad adorare "l'Olocausto e l'omosessualità". Tutto quanto nel colpevole silenzio di certa sinistra, dove anzi alcuni dei suoi giornali pubblicano senza vergogna (e con la scusa di contestare, essi pure, l'odiato "sionismo") vignette antisemite. E mentre, a Milano, tombe ebraiche vengono profanate.
Ora l'esimio presidente ne ha pensata un'altra: far indossare una fascia gialla ai cittadini di fede ebraica, rossa ai cristiani e blu agli zoroastriani. Ci aspettiamo lo stesso trattamento per gli stranieri, i disabili, gli oppositori politici, gli omosessuali. E le donne? Quelle no, sono già segregate per conto loro e per il semplice fatto di esistere.
Ripensandoci, però, questo copione ci sembra di averlo già letto. E sappiamo anche come è andata a finire. Se l'umanesimo è una dottrina universale, dovremmo ricordarci che gli anti-umanisti si annidano dappertutto: e noi non mancheremo di denunciarlo con tutti i mezzi legali a nostra disposizione.
Daniela Tuscano

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