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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Sabato, 29 Luglio, 2006 - 11:13

Cambiamo rotta, cominciamo dal Libano

La solidarietà alle popolazioni colpite dalla guerra deve passare per il sostegno alle organizzazioni locali.

 Fabio Alberti *

Fin dai primissimi giorni dall’inizio dei bombardamenti alcune associazioni della società civile libanese e palestinese, di diverso orientamento, si sono riunite in coordinamento operativo ed hanno avviato immediati interventi di assistenza verso le migliaia di sfollati che, in particolare dal sud del paese, affluivano a Beirut nel tentativo di sfuggire alla guerra e hanno lanciato un appello alla comunità internazionale affinché si mobilitasse per fermare i bombardamenti e li sostenesse economicamente. Il primo intervento di assistenza si è svolto nel parco di Sanayeh ove spontaneamente si erano accampate alcune famiglie. Oggi queste associazioni assistono 15.000 persone in 32 scuole elementari di Beirut.
Nei campi profughi palestinesi i centri sociali e di assistenza della associazione Beit Aftal As Somud, come di molte altre, sono stati aperti alla assistenza ai profughi fin dal primo giorno della guerra divenendo rapidamente riferimento non solo per la popolazione palestinese.

Si tratta, solo di alcuni degli episodi di solidarietà sociale dal basso che in questi lunghissimi 15 giorni di guerra si sono verificati. Ovunque in Libano, dal sud al nord, dalla pianura, alle montagne sperdute la società civile si è mobilitata per fermare la guerra e assistere le vittime.
Si tratta delle stesse organizzazioni che nei 15 anni dopo la guerra civile e nei sei anni dalla fine dell’occupazione israeliana hanno lavorato, giorno per giorno per ricostruire il paese, non solo economicamente, ma soprattutto moralmente e socialmente; che hanno animato la “primavera dei cedri” e contributo al ritiro della presenza militare siriana; che hanno dato un contributo alla speranza di costruzione di una società aperta, democratica e, nello stesso tempo indipendente.

Il team di emergenza della agenzia delle Nazioni Unite è giunto in Libano il 25 di luglio e i primi aiuti sono stati distribuiti l’altro ieri. Oltre 10 giorni dopo i primi interventi della società civile locale.
In questi giorni i centralini e gli uffici delle Agenzie Umanitarie internazionali sono presi di assalto dalle ONG specializzate in emergenza, febbrili contatti e trattative cono in corso su fondi, finanziamenti, partnerships, coordinamento. Il circo umanitario sta per ripartire un’altra volta.

Occorre una riflessione ed un cambiamento di rotta. Occorre che il sostegno alle organizzazioni locali divenga la modalità principale di solidarietà con le popolazioni colpite dalla guerra.
Le organizzazioni locali sono più rapide, efficienti ed efficaci nel raggiungere i destinatari degli aiuti. Esse possono contare su una conoscenza del territorio, degli usi e costumi locali, delle reali necessità incomparabilmente superiore a quella che possono mettere in campo anche i più esperti cooperanti internazionali. Possono contare in misura importante su una risorsa solitamente non accessibile alle Agenzie Umanitarie internazionali: il volontariato e la collaborazione delle comunità locali. Senza questo determinante apporto ogni aiuto può trasformarsi in passivizzazione e dipendenza, fenomeni a cui si assiste frequentemente negli scenari post crisi.

Ma al di là della efficacia degli interventi, il sostegno all’operato delle organizzazioni nongovernative e delle associazioni locali, come attori e protagonisti dell’autoaiuto di una società in guerra ha altri e fondamentali significati politici
In libano lo sviluppo della società civile dopo la guerra civile è stato impetuoso. Esistono oggi, su una popolazione di 4 milioni di abitanti centinaia di organizzazioni attive in tutti i campi e con diverso orientamento.
In paesi come il Libano in cui la politica è spesso appannaggio di gruppi di potere e di interesse quasi clanici, e si basa spesso sulla costruzione e tutela di sistemi di clientele, la società civile è divenuta il luogo della politica dei contenuti e dei valori. Motore di un cambiamento possibile verso una società insieme indipendente e democratica, basata sui diritti delle persone e sulla convivenza.
Certo non tutto oro è quel che luccica. Nemmeno nella società civile. Ma si è moto rigorosi nel fare le pulci alla disorganizzazione che gli interventi di aiuto dal basso spesso comportano, mentre si sorvola sugli enormi costi di struttura che l’intervento dall’esterno, pur organizzato ed organico, comporta. Si è molto attenti a rilevare episodi di discriminazione o di corruttela che anche nel mondo della società civile si verificano, mentre non ci si esime dall’alimentare la corruzione sistemica ed il nepotismo che si riscontra nella attività delle autorità pubbliche.
Nelle modalità in cui si sviluppano gli aiuti in un paese colpito dalla guerra vi è già in nuce la ricostruzione del paese. In questo periodo si possono cementare nuove solidarietà trasversali o rafforzare i gruppi di potere e i legami clanici, si può sviluppare una cultura dei diritti o il sistema di corruttele, si può alimentare la passività o rafforzare la soggettività.
Sia pure con le luci e le ombre che anche nella società civile ci sono l’autosolidarietà sociale che essa mette in moto è una risorsa fondamentale per lo sviluppo sociale del futuro.
La proposta che facciamo quindi è secca: il Governo stanzi fondi importanti destinati direttamente a sostenere le attività di sostegno alla popolazione realizzate dalla società civile libanese indicando questa come principale modalità di intervento nella emergenza della guerra e poi nella ricostruzione. Sarebbe un investimento sul futuro del paese, una indicazione che l’Italia volta pagina.
Un ponte per… ha già fatto questa scelta: tutti i fondi che raccoglieremo saranno versati, sottraendo solo i costi di raccolta, direttamente ad organizzazioni locali perché li utilizzino secondo le proprie priorità e progetti di intervento.

*Presidente Un ponte per…

Venerdì, 28 Luglio, 2006 - 15:44

PER L'INDULTO... GOVERNO "SINISTRO" TI RINGRAZIO!!!

 
Da "La Repubblica" 28 luglio 2006
 
ORA PER PREVITI I SERVIZI SOCIALI. "PRONTO A LAVORARE PER LA CARITAS" (Elsa Vinci)
Adesso gli serve un lavoro. "La condanna a sei anni per corruzione giudiziaria ne processo Imi-Sir lo interdisce dai pubblici uffici, ma non dalla sua professione, l'avvocato civilista. Potrebbe fare il consulente di un'associazione con scopi umanitari. Caritas, Amnesty International", spiega il suo avvocato, Alessandro Sammarco. A Cesare Previti, ex parlamentare di Forza Italia, ex ministro della Difesa, agli arresti domiciliari per i suoi 72 anni, un lavoro è necessario per riconquistare la libertà. Come? Chiedendo l'affidamento ai servizi sociali. Un regalo portato dall'indulto. "Oltre allo sconto di tre anni sulla pena - prosegue Sammarco - il provvedimento ci consente di chiedere l'affidamento ai servizi sociali, che se ottenuto significherebbe la fine della detenzione". Ma Previti si dovrà impegnare per la collettività. Volontariato? Nemmeno l'avvocato ce lo vede. "Dovrà fare qualcosa di socialmente utile, metterà a disposizione della comunità la sua esperienza. Anche per organizzazioni internazionali". Se, come è prevedibile, ci riuscirà, Previti saluterà l'autunno a spasso per Roma.
Tre mesi dopo quella mattina del 6 maggio, quando l'ex parlamentare si è presentato ai cancelli di Rebibbia, dopo una condanna resa definitiva dalla cassazione, lo spiraglio. Atteso, agognato, non commentato. La sua non è stata una detenzione dura, pochi giorni in cella, poi l'età lo ha mandato ai domiciliari. Da tre mesi vive nella sua casa di piazza Farnese, a due passi dall'Ambasciata di Francia e da Campo de' Fiori, con la moglie. "I figli ormai grandi vanno a trovarlo spesso. Può incontrare gli amici, chiacchierare con chi vuole. Ma non può uscire", spiega Sammarco.
In attesa di attraversare la breccia, Cesare Previti non abbandona l'orgoglio di essere "falco". "Soffre ma a testa alta. E' di temperamento sanguigno, il dolore non lo piega. Studia. Si tiene in forma, fa ginnastica, consuma pasti leggeri. In lui non c'è abbandono". Sammarco, docente di diritto dell'esecuzione penale di Salerno, è uno specialista, lo tirerà fuori. L'avvocato non andrà in vacanza se non dopo aver presentato al tribunale di sorveglianza di Roma la richiesta di affidamento ai servizi sociali. Tempi tecnici per il verdetto? "In genere tre mesi, ma forse l'indulto alleggerirà il lavoro dei giudici e si potrà fare prima".
 
Io sono insegnante precaria da 15 anni, ho preso regolarmente l'abilitazione, insegno con un certo scrupolo (credo), e, malgrado lo stipendio ballerino, sono da molti anni impegnata in attività di VOLONTARIATO e continuo a confidare (questo è il mio errore di fondo) nella giustizia, nell'"intima bontà umana" come diceva un'altra giovane illusa, Anna Frank. Tanto giovane io non sono più (42 anni), e non sono certa di trovare lavoro quest'autunno, non ho nessun avvocato di grido al mio fianco e dubito che la Caritas o Amnesty s'interessino al mio caso. Vedremo come finirà questa volta, ma ricordo che di quest'indulto potrebbero beneficiare anche Moggi e Giraudo, e quanto ai pedofili, oggi sono puniti, ma ancora per poco: dopo la legalizzazione del loro partito, in Olanda (http://www.associazioneprometeo.org/pedofilia/partitopedofili.htm), notizia passata vergognosamente (e significativamente) passata sotto silenzio, può darsi che presto libereremo anche loro, magari con tante scuse. Resteranno dentro gli extracomunitari, i piccoli spacciatori, tutti quelli che, anziani o no, non hanno prezzo per la loro vita. Grazie, sinistra che ho colpevolmente votato.

Giovedì, 27 Luglio, 2006 - 17:53

La riunione di Roma si è conclusa. L'Italia continui a fare la sua parte

COMUNICATO STAMPA
Bilancio negativo. La riunione di Roma si è conclusa, ma la strage continua. 
L’Italia continui a fare la sua parte.
Dichiarazioni di Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace
Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace, hanno rilasciato la seguente dichiarazione a seguito delle conclusioni del Vertice di Roma di oggi. 
"Per ora il bilancio è negativo. La riunione di Roma si è conclusa, ma la strage continua. Nessuna delle decisioni più urgenti è stata presa. Solo un po’ di aiuti. E non si sa neppure quanti li potranno ricevere, né quando e per quanto tempo.

 

Troppo poco per chi sta sotto le bombe, per chi è intrappolato nella morsa della guerra, per i feriti, per gli ammalati, per i bambini, per gli anziani, per le donne e gli uomini innocenti, i caschi blu che ancora perderanno la vita.

 

Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno veri passi in avanti. Per ora sono solo parole e vaghe promesse.

 

Dopo la riunione del G8, la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, la riunione di Roma, la parola è ancora pienamente alle armi. Per quanto ancora? Il cessate il fuoco non è solo urgente: è possibile. Perché esitare ancora? I governi che stanno impedendo l’intervento efficace dell’Onu e della comunità internazionale sono corresponsabili della tragedia in corso.

 

Chiediamo al governo italiano di continuare a lavorare con ancora maggiore energia e determinazione per dire tre si: Si all’immediato cessate il fuoco. Si ad una forza di pace dell’Unione Europea. Si al negoziato politico con tutti, inclusa la Siria e l’Iran."
Flavio Lotti e Grazia Bellini
Perugia, 26 luglio 2006
Giovedì, 27 Luglio, 2006 - 17:47

FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO.....

                           METTIAMOCI INSIEME PER IL DISARMO !

 

Una grave emergenza chiama a raccolta tutte le associazioni, i movimenti, le persone che da tanti anni lavorano per il ripudio della guerra, per la nonviolenza e per la pace.

La crisi USA-Iran, alimentata anche dalla gravissima escalation di violenze ed azioni belliche in Palestina, in Libano/Isarele, ed in tutto il Medio Oriente, non fa che aggravarsi. Essa è un elemento chiave nella strategia americana di controllo sull’ area strategica della "cintura del petrolio". La possibilità di una guerra atomica torna prepotentemente alla ribalta con le accuse statunitensi a Teheran di fomentare il terrorismo e di perseguire l’arricchimento dell’uranio per fini bellici. L’uso della "Bomba" per "disarmare l’Iran" è ufficialmente pianificato e rivendicato come lecito e possibile da parte dell’Amministrazione Bush. Questa minaccia non fa che alimentare ulteriormente il terrorismo.

La proliferazione nucleare ha rotto gli argini ed è entrata in una nuova pericolosissima fase: i test missilistici nordcoreani ne sono una manifestazione. Anche gli ostacoli frapposti al controllo democratico, - in alcuni Paesi dittatoriali del tutto impossibile- costituiscono un fattore aggiuntivo di allarme.

Ciò nonostante, la percezione del rischio che stiamo correndo è ancora assai limitata, se non inesistente, nell’opinione pubblica.

Non riconosciamo alcun "diritto" al regime teocratico degli Ajatollah, tanto più dopo le sue dichiarazioni sulla cancellazione di Israele, di dotarsi della "Bomba"; ma nemmeno alle potenze nucleari di ergersi a giudici degli "Stati canaglia". Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna, Cina (cui si sono aggiunte India e Pakistan e - non ufficialmente - Israele e Corea del Nord) non hanno rispettato gli impegni per il disarmo totale sottoscritti già quasi quarant’anni fa con il Trattato di Non Proliferazione (NPT) .

Le armi di distruzione di massa sono immorali in quanto armi di distruzione indiscriminata; le armi atomiche lo sono in modo assoluto in quanto il loro impiego minaccia di distruggere in poche ore ogni vestigia di civiltà, e forse anche ogni forma di vita, spezzando l’equilibrio che la Natura ha sviluppato in miliardi di anni sul pianeta.

La Corte Internazionale dell’Aja si e’ espressa dichiarando che l’uso e la minaccia delle armi nucleari sono contrari al diritto internazionale. Anche l’Italia ha la sua fetta di responsabilità, ospitando, in palese violazione della Costituzione e dei suoi impegni di paese non-nucleare, tra Aviano (PN) e Ghedi (BS) una novantina di atomiche, e in 11 porti sommergibili a propulsione nucleare, dotati ciascuno di missili con testate nucleari di potenza distruttiva complessiva migliaia di volte superiori alle bombe di Hiroshima e Nagasaki.

Politici e militari, sperperando enormi risorse mentre miseria e morte per fame aumentano ovunque, pretendono di decidere da soli nel campo dei problemi atomici, vanificando la democrazia, tenendo la popolazione ostaggio delle loro scelte.

La politica, la societa’, le religioni, la cultura, la scienza, si trovano davanti ad una scelta di vita o di morte.

Oggi le armi nucleari hanno perduto il ruolo di deterrente, ma sono concepite per venire usate. I veri rischi provengono dagli Stati nucleari che non intendono disarmare, e dalla disponibilità di materiale fissile.

La perversa "razionalita'" della brama di potere, della prevaricazione e della forza armata, degenerata nella follia e nell'insensatezza assolute, ha espresso la regola della competizione atomica: CHI SPARA PER PRIMO VINCE (se riesce ad impedire la reazione del "nemico").

La preparazione e la minaccia dello sterminio atomico dimostrano dove portano l'idea e la pratica della guerra, che è un male incontenibile, scatenante il massimo possibile di violenza e distruzione.

Ci troviamo davanti ad un passaggio storico che può essere drammatico per l’umanità. Ma può anche essere il momento in cui i popoli dell’intero pianeta reagiscono alla rassegnazione, chiedendo il rispetto della legalità internazionale ed esigendo di essere trattati come cittadini e non come ostaggio o bersaglio delle partite a Risiko planetario tra i signori della guerra.

Non possiamo delegare, come ci impone la NATO, la "Suprema garanzia di Sicurezza" alla deterrenza nucleare. Difesa e sicurezza possono fondarsi sull’unità popolare che interviene nei conflitti con l’azione nonviolenta ed i Corpi Civili di Pace.

Noi, gruppo di nonviolente/i, senza presunzione ma con convinzione, chiediamo a tutte e tutti di fare proprio questo appello, di promuoverlo, di diffonderlo, di persuadere gli indecisi.

Ci rivolgiamo all’intera società, al mondo della cultura, della politica, della religione, del lavoro, della scienza, a tutti e ad ognuno:

  • per l’immediata applicazione del Trattato di non proliferazione, a partire dall’Italia e dall’Europa;
  • per contestare la presenza delle atomiche USA nelle basi militari e nei porti italiani;
  • per contrapporre al concetto strategico della NATO la trasformazione degli armamenti da offensivi a strettamente difensivi in direzione della Difesa Civile non armata e Nonviolenta;
  • per l’obiezione di coscienza dei tanti, troppi, scienziati coinvolti nelle ricerche militari affinché, insieme alle organizzazioni del lavoratori, realizzino la riconversione dell’industria bellica
  • perché i rappresentanti di tutte le religioni dichiarino la guerra atomica Tabù e Peccato, un crimine contro l’umanità come tale assolutamente non giustificabile.

Il disarmo nucleare completo, come previsto anch’esso dal Trattato di non proliferazione, deve essere il primo passo per il disarmo totale.

 

 

"NO ALLA GUERRA NUCLEARE" - insieme per il disarmo

Alex Zanotelli

Alfonso Navarra (per adesioni: CELL. 349-5211837 email alfonsonavarra@virgilio.it)

Pierluigi Ontanetti CELL. 335-8083559

Patrizia Creati tel. O55-283192

Vittorio Agnoletto - Angelo Baracca – Giuliano Pontara - Alberto L'Abate - Giuseppe Onufrio - Donatella Quarrata - Domenico Gallo - Lisa Clark – Albino Bizzotto - - Enrico Peyretti – Giuliana Martirani - Lorenzo Porta - Angelo Cavagna – Francesco Vignarca - Paolo Candelari - Nella Ginatempo - Massimo Aliprandini - - Silvano Tartarini – Gigi Malabarba - Claudio Pozzi – Antonio Vermigli - Lina Appiano - Pola Natali Cassola - Luciano Zambelli - Tiziano Tissino - Paolo Colantonio - Pierpaolo Calonaci - Lorenzo Scaramellini – Rocco Altieri - Tiziano Cardosi - Chiara Cavallaro – Alessandro Rizzo –Luigi Vinci – Marco Bersani – Luciano Muhlbauer – Graziella Bevilacqua – Giovanni Russotto – Giancarlo Giovine – Antonio Bruno – Andrea Agostini – Luisa Benfatti - Riccardo Bovolenta – Norma Bertullacelli – Arnaldo Cestaro – Isa Baldelli – Ettore Silvestri

 

 

 

 

Giovedì, 27 Luglio, 2006 - 17:42

L'iTALIANO MEDIO RUBA LE TARTARUGHE...GRILLO

 

 

27.07.06

tartarughe.JPG

Ho portato i miei figli in un’oasi per le tartarughe vicino a Massa Marittima sponsorizzata dalla Comunità europea. Il primo cartello visibile in questo piccolo parco invita a depositare le borse all’ingresso a causa dei continui furti di tartarughe. Il cartello è scritto nelle principali lingue europee, ma è indirizzato, lo sappiamo bene, agli italiani. Solo a quelli medi. Gli altri sono esclusi.

L’italiano medio ruba le tartarughe,
l’italiano medio non vuole problemi,
l’italiano medio i problemi preferisce lasciarli a BorsellinoFalconeAmbrosoli, che se si facevano i c..o loro erano ancora vivi,
l’italiano medio quando è cliente vuole le liberalizzazioni,
l’italiano medio quando è industriale vuole i monopoli,
l’italiano medio se può evade le tasse,
l’italiano medio critica chi evade le tasse (lui lo fa per necessità),
l’italiano medio ama la famiglia e tiene la casa pulita,
l’italiano medio vuole uno stipendio, una laurea e un lavoro statale,
l’italiano medio è abusivo e condonista (sempre per necessità),
l’italiano medio diventa feroce, molto feroce, se gli tocchi i soldi,
l’italiano medio è buonista in pubblico e razzista in privato,
l’italiano medio si lava il c..o, ma non ha il depuratore,
l’italiano medio ha ogni diritto e nessun dovere,
l’italiano medio parcheggia in seconda fila e se protesti si inc..za,
l’italiano medio è mafioso dentro,
l’italiano medio ha sempre un amico che gli fa un favore,
l’italiano medio deve sempre ricambiare un favore,
l’italiano medio sceglie come rappresentanti altri italiani medi,
l’italiano medio induce pesantezza di stomaco e diarrea,
l’italiano medio considera privata la proprietà pubblica e, per questo, rubare al pubblico non è reato,
l’italiano medio è maggioranza assoluta nel nostro Paese,
l’italiano medio gli intellettuali li vuole organici al sistema,
l’italiano medio i giornalisti li vuole servi,
l’italiano medio i politici li vuole medi,
l’italiano medio è semilibero, lo sa e gli va bene così,
l’italiano medio è un povero cristo che ruba a sé stesso e al suo Paese e non lo sa.

 

Martedì, 25 Luglio, 2006 - 12:12

Facciamo Sventolare la Pace

Alla vigilia del Vertice di Roma e di fronte alla terribile situazione mediorientale

Appello della Tavola della pace, del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani e dall'Associazione Articolo 21
Cari Amici, 
le immagini che ci arrivano dal Libano da Haifa e dal Medio Oriente intero, ci impongono di fare sentire forte il nostro pressante e prepotente invito a non sparare più su  uomini, donne e bambini innocenti. Per dare un segno tangibile che ci siamo accorti della guerra, tutti quanti dovremmo subito tirare fuori dal cassetto, e restituire ai balconi e alle finestre, le bandiere di pace che avevamo esposto - segno del nostro orrore per la guerra in Iraq – in ogni angolo delle nostre città, piccole e grandi.
Ricompaiano, una dietro l'altra, ai balconi dei Comuni, alle finestre delle chiese, di ogni tempio religioso, ai balconi delle camerette dei nostri figli, in quelle dei nostri studi, dei nostri negozi, dei nostri uffici, in ogni cosa che possa divenire cornice del nostro sacrosanto diritto a chiedere la pace. Facciamo trovare a quanti verranno al prossimo summit di Roma per lavorare al cessate il fuoco, una città  vestita dei colori della pace.
L’appello è promosso dall’Associazione Articolo 21, dalla Tavola della pace, dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani. 
Perugia, 25 luglio 2006

Lunedì, 24 Luglio, 2006 - 18:33

Appello al Presidente Prodi......Firma Petizione

INDULTO SI
COLPI DI SPUGNA NO

Appello al Presidente Prodi, ai capigruppo parlamentari e a tutti i parlamentari della coalizione di governo.

Noi, firmatari di questo appello, non siamo affatto contrari a un indulto che serva ad alleggerire la condizione di migliaia di detenuti che affollano le nostre carceri, pur restando in attesa di provvedimenti più organici che risolvano il problema in modo più definitivo depenalizzando reati e promuovendo forme alternative alla detenzione.

Riteniamo tuttavia grave e inaccettabile che nel provvedimento dell’Indulto siano compresi i reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato ecc.) e i reati finanziari e societari (falso in bilancio, frode fiscale, aggiottaggio, bancarotta, insider trading ecc.) .

Non si tratta in questo caso di un atto di «clemenza» ma di un vero e proprio «colpo di spugna» che neppure la Casa della libertà, nella passata legislatura era riuscita a realizzare grazie anche all´opposizione delle forze politiche di centro sinistra, della società civile e della stessa magistratura che si sono battute contro le sciagurate leggi «ad personam» dalla legge sul legittimo sospetto , alla depenalizzazione del falso in bilancio, alla legge Pecorella.

Su temi di così alta rilevanza sociale e politica non si possono accettare accordi scellerati fra Unione e Cdl ! Non ci può essere «do ut des», voto di scambio! Si assumano eventualmente i parlamentari della Cdl la responsabilità di affossare ancora una volta l’indulto, ma non si accettino compromessi indecenti da parte dell’Unione.

Noi facciamo appello alla coerenza dei singoli parlamentari : non c’è disciplina di gruppo che possa prevalere rispetto al mandato direttamente ricevuto dagli elettori , quello di un profondo risanamento del mondo politico ed economico-finanziario.

Né può sfuggire a nessuno il fatto che un provvedimento di questa natura, assunto da un parlamento in cui purtroppo ancora una volta sono numerosissimi gli inquisiti e addirittura i condannati per quegli stessi reati, costituisce il più grave e clamoroso «conflitto d´interessi» della storia della nostra repubblica, un autocondono in piena regola per se stessi e per i propri amici che ripugna alla coscienza di ognuno di noi.

Noi invitiamo tutti i parlamentari ad evitare una rottura profonda con i propri elettori e con il mandato ricevuto, con effetti che potrebbero pesare in modo grave in tutti i prossimi appuntamenti elettorali.

Lunedì, 24 Luglio, 2006 - 12:20

Dite 3 " SI " Alla Pace

COMUNICATO STAMPA
Alla  vigilia del vertice di Roma la Tavola della pace  lancia un nuovo appello
Dite 3 “Si” alla pace
Si al cessate il fuoco. Si ad una forza di pace dell’Unione Europea. Si al negoziato politico con tutti.
L’incontro di Roma è un fatto importante, segno tangibile dell’avvio di una nuova politica estera dell’Italia. Non sarà la pace ma deve essere almeno un passo nella direzione giusta.
L’Italia deve continuare ad agire, insieme all’Onu e al resto della comunità internazionale per imporre alle parti l’immediato cessate il fuoco.
Questo è e resta il primo e più urgente obiettivo.
Tutto il mondo lo chiede. Solo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna continuano a sostenere la continuazione della guerra impedendo all’Onu di imporre alle parti l’immediato cessate il fuoco e l’invio nella striscia di Gaza e nel sud del Libano  di una propria forza di interposizione. L’Italia deve agire con fermezza e determinazione per impedire la paralisi delle Nazioni Unite e della comunità internazionale. Non possiamo tollerare che si ripeta la vergogna dei Balcani e del Ruanda.
Perché sia realmente una “Forza di pace”, la forza di interposizione e di stabilizzazione dell’Onu deve essere autenticamente “sopranazionale”. Il comando sul campo, sempre sotto diretta autorità delle Nazioni Unite, deve essere assicurato dall’Unione Europea e non dalla NATO. L’UE è a ciò legittimata dal Trattato sull’UE e dagli accordi sottoscritti con le Nazioni Unite e ha strutture e capacità operative idonee per assolvere a questo compito.
L’aiuto umanitario è indispensabile ma non basta a coprire l’inazione politica. L’Italia e l’Europa devono assumersi la responsabilità di agire in modo incisivo con un proprio piano di pace, globale e lungimirante.
L’incontro di Roma deve aprire la strada al negoziato politico con tutte le parti coinvolte, inclusa la Siria e l’Iran. Solo un negoziato serio e credibile, basato sul rispetto e l’applicazione di tutte le risoluzioni dell’Onu, della legalità e del diritto internazionale dei diritti umani, contro la prassi devastante dei due pesi e delle due misure può costruire le basi del rispetto reciproco e della convivenza in Medio Oriente.
L’incontro di Roma non deve dimenticare la guerra in corso a Gaza e nella Cisgiordania. Sarebbe un gravissimo errore.
Domenica, 23 Luglio, 2006 - 12:35

In trecentosedici per il ritiro dall' Afghanistan


Con l'adesione dell'Associazione MOndo Senza Guerre, le sottoscrizioni
all'appello da me lanciato il 28 giugno scorso hanno raggiunto quota
TRECENTO. Questo il giorno dopo che alla Camera si è votato a favore del
decreto di rifinanziamento alla missione in AFghanistan.
Noi sosteniamo il gesto del compagno Paolo Cacciari che ha avuto il
coraggio di dimettersi per difendere le proprie idee ed i propri valori,
mentre siamo sconcertati dalla condanna fatta dal compagno Giordano che,
in nome di un 73% che ha votato a favore della mozione nel comitato
politico nazionale, intende far tacere il 27% del partito che non è
d'accordo. E poi andiamo a sostenere gente come il senatore De Gregorio
che vota con la Casa della Libertà, io lo chiamerei il forzitaliota dei
valori!!! C'era un certo signore pelato, di media statura, che spesso
usciva su un balcone famoso e urlava slogan per la guerra e che poi è
finito appeso in Piazzale Loreto, che diceva "NOn c'è peggior nemico
della pace dei malpancisti pacifondai". Bene, le parole di certa parte
della sinistra di oggi mi sembrano tanto quelle di quel signore che si
chiamava Benito Mussolini.
Ovviamente noi non possiamo fermarci al voto di ieri, dobbiamo
continuare la nostra battaglia, anche perché voci interne ai DS dicono
che prima di cinque anni dall'Afghanistan non ce ne andiamo, e questo
per noi non è assolutamente tollerabile, altro che exit strategy!!! Ecco
perché il nostro appello continuerà, sperando che il movimento pacifista
non si divida più fra chi vuole e chi non vuole far cadere il Governo,
non è questo in discussione e non è questo il nostro compito. E' invece
nostro compito sostenere le battaglie per la Pace e la
nonviolenza, affinché nessun essere umano abbia più a soffrire per mano
di un altro essere umano.
Grazie,
Ettore Lomaglio Silvestri
promotore

Domenica, 23 Luglio, 2006 - 12:32

Appoggio del Partito Umanista : Appello ai parlamentari dell'Unione : Via Dall'Afghanistan





Vorremmo, se ci consentite, dire la nostra sulla questione Afghanistan.
La pace è spesso stata considerata un valore, quindi un fine, un
qualcosa da raggiungere, e per cui qualsiasi mezzo è consentito. Per
questo motivo esiste, nel campo militare, il motto "si vis pacem para
bellum", ossia "se vuoi la pace prepara la guerra", considerando la
guerra come deterrente e quindi come mezzo per raggiungere una pace.
Per
Gandhi e per tutti i veri pacifisti, tra cui ci sono anche io, la pace
è
un principio, ossia un metodo di vita, un modo di essere che
naturalmente porta alla pace. Quindi vale il principio "si vis pacem,
para pacem", se vuoi la pace prepara la pace. Si dice anche che si è in
guerra non solo quando la guerra è in atto, ma anche quando la guerra è
in potenza, ossia quando si lavora per prepararsi alla guerra. Per
questo motivo noi viviamo in uno stato di perenne guerra, in quanto
determinate ed istituzionalizzate parti dei nostri popoli sono
addestrate per andare in guerra. Ponendo dette premesse e per
sintetizzare, posto come dovuto ed indiscutibile il ritiro delle nostre
truppe dall'Iraq, teatro di guerra che non ci appartiene, oggi si
discute se bisogna continuare a permanere in Afghanistan. Si giustifica
tale presenza come necessaria ponendo la questione che gli afghani
hanno
bisogno del nostro aiuto non militarmente ma civilmente. Ma questo non
comporta assolutamente la presenza dell'esercito in Afghanistan. Come
dice Gino Strada, se gli afghani hanno bisogno di ospedali, perché
mandargli carri armati? Allora, invece di mandare militari, mandiamo
personale civile, medico, infermieristico, strutture mediche, esperti
politici o quant'altro, ma non militari in armi. A questo punto
sentiamo
il dovere morale e il diritto civile di chiedere a chi abbiamo eletto a
rappresentarci al Parlamento e che è pacifista per principio, di non
votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan, ma a porre le
basi per un finanziamento o un sostegno a quelle missioni civili già
presenti, come appunto quella di Emergency.


IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE
1)Ettore Lomaglio Silvestri - promotore
2)Norma Bertullacelli
3) Massimo Dalla Giovanna
4) Comitato per la pace “Rachel Corrie”
5) Social Forum Valpolcevera
6) Maria Teresa Morresi
7) Associazione culturale Sconfiggiamo la mafia
8) Piero Cannistraci
9) Serena Pisano
10) Associazione Regionale Lazio per la lotta contro le illegalità e le
mafie "Antonino Caponnetto" 11) Elena ROMA CIRCOLO L. CIMINELLI P.R.C.
Amendolara
12) Ivano Dalla Giovanna ­ Genova
13) Fabio Eboli
14) Albino Garuti
15) Fabrizio Fiorilli
16) Andrea Manganaro
17) Matteo Lotario (?)
18) Sergio Ruggirei
19) Rossana Montecchiani
20) Giacomo Alessandrini
21) Stefania Volonghi
22) Roberto Stoppini
23) Francesca Piemonte
24) Roberto Barison
25) Vincenzo Caldarola
26) Antonia Valeria (?)
27) Alfonso Navarra - Lega per il disarmo unilaterale
28) Marco Rivarolo
29) Silvia Nerini
30) Paolo Ivaldi
31) Lucia Altemura
32) Clara F. (?)
33) Tiziana Leoni
34) Rita Filippo
35) Martina Zampieri
36) Gennaro Variale
37) Luca Galvani
38) Simona Pinna
39) Claudia Di Tommaso
40) Giovanni Intini
41) Franco Fuselli
42) Marina Criscuoli
43) Carla Dalla Pozza
44) Marisa Cesarano
45) Giorgia (?)
46) Doriana Goracci ­ Donne in Nero Tuscia
47) Ezio Scavazzini ­ segretario ANPI sezione di Lainate
48) Caterina Morgantini
49) Vincenzo Carnazzo
50) Antonietta Ermacora
51) Dante Bedini ­ Treviso
52) Agnese Ginocchio ­ cantautrice per la Pace
53) Roberto Ferrario ­ http://bellaciao.org/it
54) Anna Lise Nicolodi
55) Stefano Polo
56) Daniele Aprile
57) Elena Cavallone
58) Andrea Caminati
59) Vittorio Paolo Fasciani
60) Gianna Tirondola ­ Padova
61) Gianfranco D'Angelosante
62) Virginia Agliata
63) Norma Naim - Centro Studi Educazione alla Pace
64) Luca Sardi
65) Barbara Pianta Lopis
66) Tullio Cipriano
67) Maria Nicolina Papa
68) Matteo Mosna
69) Alberto Sipione
70) Franca Maria Bagnoli
71) Hermann Barbieri
72) Giancarlo Nonis
73) Nadia De Luzio
74) Maria Nina Posadinu
75) Paola Manduca
76) Luigi Fusco
77) Antonella Mangia ­ Coordinamento salentino contro la guerra
78) Ettore Zerbino
79) Maria Luce Graziadei
80) Rosa Pia Bonomi
81) Comitato Claudio Miccoli
82) Massimo Petrucci
83) Nella Ginatempo ­ Bastaguerra
84) Lidia Maria Cirillo
85) Antonella Sapio
86) Pino De Stasio Consigliere P.R.C. seconda Municipalita' NAPOLI
87)
Tesfai Selamawit
88) Giuseppina Catalano
89) Gianfausto De Dominicis
90) Vania Santolini
91) Roberto Pinzi
92) Gianni D’Errico
93) Giorgio Vinciguerra
94) Giuseppe Reitano
95) Elena Van Westerhout
96) Mario di Francesco
97) Elisabetta Romanelli
98) Flavio Minisini
99) Sara Nutricato
100) Maria Nicoletti
101) Paola Cirio
102) Pino Parisi ­ Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
103) Chiara Parisi ­ Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
104) Claudia Tessaro
105) Antonella Raddi
106) Fulvia Candeloro
107) Agnese Fiducia
108) Marco Righi
109) Ugo Beiso
110) Comitato Attac Firenze
111) Marino Tambuscio
112) Ornella Morez
113) Adriana De Mitri
114) Paolo Fierro
115) Flavio Mobilia
116) Franco Casagrande
117) Massimiliano Bazzana
118) Massimo Marco Rossi
119) Francesco Cannizzaro
120) Paola Schiavon
121) Umberta Biasoli
122) Giorgio Morelli
123) Maria Antonietta Rossi
124) Olivia Pastorelli
125) Mauro Castagnaro
126) Eugenia Regis
127) Guido Ratti
128) Giusy Cuccia
129) Valentina Franchi
130) Noemi di Leonardo
131) Paola Merlo
132) Marco Zerbino
133) Isa Brunetti
134) Marco Staffoli
135) Bastaguerra
136) Gabriella Bianchi
137) Andrea Montagner
138) Lucia De Faveri
139) Marco Zanatta
140) Alma Re Fraschini
141) Ivan Rossi
142) Michela Pitturi
143) Gianni Trez
144) Michele Citoni
145) Valentina Signorile
146) Luigi Pirelli
147) Francesco Mason
148) Mirko Mazzetto
149) Remo Caretti
150) Roberto Feletto
151) Riccardo Carraio
152) Fabio Gatto
153) Adelise Midolli
154) Miriam Silvestri
155) Michele Quaini
156) Fulvio Boccardo
157) Loris Donazzon
158) Elisabetta Gueli
159) Pasquale di Lalla
160) Adriano Battisti
161) Margherita Granero
162) Carmine Esposito ­ Coordinamento Tacciano le Armi
163) Antonio Oliati
164) Giovanni Marchi
165) Luca Vannetiello
166) Mattia Sciarrotta
167) Giacomo Piccioni
168) Angela Andruccioli
169) Lucio Cozzolino
170) Elena Mazzarano
171) Massimo Paghi
172) Maria Grazia Saracco
173) Gaetano Velotto
174) Giovanna Guandalini
175) Roberto Vassallo
176) Liliana Armocida
177) Giovanni Pasella
178) Antonio Pisano
179) Silvia Nardi
180) Enza Longo
181) Carla G. Razzano
182) Alessandra Martiniello
183) Agnese Palma
184) Rino Sanna
185) Valeria Tuv
186) Emergency ­ Gruppo di Pessano con Bornago (MI)
187) Mariangela Mozzone
188) Alice Bonavida
189) Fabrizio Bianchi
190) Dario Mariani
191) Beppe Orlandi
192) Cinzia Martini
193) Giuseppe Puleo
194) Simone Mestroni
195) David Gianetti
196) Edvino Ugolini
197) Anna Polo ­ Partito Umanista
198) Partito Umanista
199) Stefano Cera
200) Gian Luigi Bettoli ­ Spilimbergo (PN)
201) Serenella Angeloni
202) Davide Barillari
203) Eva Melodia
204) Luca Marra
205) Ernesto Pedrini
206) Marilisa Pierabella
207) Marika Malanca
208) Ornala Jurinovich
209) Renato Bossi
210) Francesco Fortinguerra
211) Floriana Lipparini
212) Goretta Bonaccorsi
213) Sara Bellandi
214) Davide Morano
215) Giuseppe Concione
216) Andrea Anselmi ­
217) Barbara Bianchi
218) Antonella Visintin - commissione globalizzazione e ambiente
-Federazione chiese evangeliche in Italia (Fcei) 219) Maria Paola
Pussetto
220) Alessandra Sica
221) Giuliana Fuggetta
222) Agnese Manca
223) Giovanni Pigozzo
224) Maria Del Vento
225) Tiziana Marchese
226) Cristina Zadra
227) Daniela Taglianetti ­ Agenzia per la Pace
228) Giorgio Cordini
229) Rosa Calderazzi
230) Valentina Bongi
231) Valentina STamerra
232) Alessandra Nassuato
233) Marco Sacchi
234) Luca Brogioni
235) Donatella Camatta
236) Alice Bastianoni
237) Simona Signorelli
238) Marialuisa Paroni
239) Mario Enrico Gottardi
240) Marina Costa
241) Associazione Progetto Gaia
242) Cristina Puppis
243) Elvira Corona
244) Luciana Sossi
245) Laura ERizi
246) Francesco Tassi
247) Marco Barbato
248) Rosa Maria Albino
249) Evelina Savini
250) Enea Guarinoni
251) Melania Leone
252) Valeria Giuffrida
253) Riccardo Minisola
254) Alessio Ariotto
255) Dino Venanzi
256) Alberto Agresti
257) Veronica Giuffrida
258) Sara Pinti
259) Claudia Pretto
260) Silvia Maria Esposito
261) Francesca Mazzoni
262) Silvia Cirenei
263) Valentina Cremona
264) Silvia Rossi
265) Silvia Fenaroli
266) Daniele Politi
267) Pierpaolo Riboli
268) Fabio Bottini
269) Francesca Arici
270) Pasquale Francese
271) Paolo Righetti
272) Stefano Angelone
273) Enrica Lobina
274) Ermanno Baldassarri
275) Pino Canale
276) Sonia Centro
277) Lorella Lari
278) Beppe Pavoletti
279) Edisetta Pozzati
280) Enza Panebianco
281) Paolo Sangiorgio



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IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

Per sottoscrivere la petizione:
http://www.petitionspot.com/petitions/outAfghanistan



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IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

Per sottoscrivere la petizione:
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Appello pubblicato su:
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